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Il Santo Rosario: l'arma letale contro Satana PDF Drucken E-Mail
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Il Santo Rosario: l'arma letale contro SatanaPromesse fatte dalla Madonna al Beato Alano De La Roche. «A tutti coloro che reciteranno il mio Rosario Prometto la mia specialissima protezione. Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'in­ferno, distruggerà i vizi, dissiperà il peccato ed abbat­terà le eresie. Chi si raccomanderà col Rosario non perirà. Chiunque reciterà devotamente il Rosario, con la meditazione dei Misteri, si convertirà se peccatore, crescerà in grazia se giusto, e sarà fatto degno della vi­ta eterna. Io libero ogni giorno dal purgatorio le anime de­vote del mio Rosario. I veri figlioli del mio Rosario godranno di una grande gioia in Cielo. Ciò che chiederai con il Rosario, l'otterrai. Coloro che pregano il mio Rosario, saranno da me soccorsi in ogni loro necessità. La devozione del Santo Rosario è un grande se­gno di predestinazione». Il Rosario è stato suggerito dalla Madonna a S. Domenico di Guzman, secondo un'antica tradizione, ma, ...

... più che una devozione mariana, è una devozione cristocentrica o cristologica. E Cristo, difatti, che viene sempre meditato e contemplato, anche se con gli occhi e il cuore di Ma­ria; di Colei, cioè, di cui il Verbo stesso si è servito per arrivare fino a noi, per cui Maria è, dopo Cristo, il vero pontefice tra la divinità e l'umanità. Se qualche mistero riguarda esclusivamente Ma­ria, è per presentarla come primo e garante frutto del­la redenzione operata da Cristo. Se non fosse stato così, la Madonna non avrebbe tanto caldamente raccomandata la recita del Rosario a Lourdes come a Fatima e altrove; Leone XIII non avrebbe scritto ben undici Lettere Encicliche tutte sul Rosario; molti altri Papi non l'avrebbero continuamen­te inculcato, come Pio XII che scriveva: Il Santo Ro­sario non solo sarà la preghiera particolare che ogni giorno sale al cielo in odore di soavità, ma costituirà altresì una scuola efficacissima di vita cristiana (Enciclica Ingruentium malorum, 15 sett. 1951); mentre Govanni Paolo II lo definisce: La mia preghiera pre­diletta. Preghiera meravigliosa; meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. Diceva Padre Pio da Pietrelcina: «Il Rosario è un clono meraviglioso della Madonna all'umanità.

Questa preghiera è la sintesi della nostra fede; il sostegno del­la nostra speranza; l'esplosione della nostra carità. La corona è un'arma potentissima per mettere in fuga il demonio (Padre Pio la chiamava la mia arma), per su­perare le tentazioni, per vincere il cuore di Dio, per ottenere grazie dalla Madonna. Amate e fate amare la Madonna. Pregate e fate pregare il Rosario. Questo è il mio testamento spírituale». Maria in persona: «Premunitevi della corona come di un'arma e fate che nelle vostre case echeggi come un canto armonioso, canto d'amore, questa formidabi­le preghiera, formidabile per potenza, per forza e per grazia. Nessun devoto del mio Rosario perirà» (dagli scritti di un Missionario della Consolata). S. Vincenzo De' Paoli: «Dopo la S. Messa, la de­vozione al Rosario ha fatto scendere nelle anime più grazie che tutte le altre devozioni, e con le sue "Ave Maria" compie più miracoli di ogni altra preghiera». Il Santo Curato d'Ars: «Una sola "Ave Maria" ben detta fa tremare l'inferno». San Luigi Maria De Montfort: «L'Ave Maria ben detta (con attenzione, devozione e modestia), secondo i Santi è il nemico che mette in fuga il diavolo, è il martello che lo schiaccia, la santificazione e fecondità dell'anima, la gioia degli Angeli, la melodia dei prede­stinati, il cantico del Nuovo Testamento, la gloria del­la SS. Trinità, il piacere di Maria, un bacio casto e amoroso che le si dà...». San Giovanni Bosco: «Il Rosario è una continua­zione di Ave Maria, con le quali si possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell'inferno».

Lucia di Fatima: «Per il potere che il Padre ha dato, in questi ultimi tempi, al Rosario non c'è proble­ma personale, né familiare, né nazionale, né interna­zionale, che non si possa risolvere con il Rosario». Satana, costretto nel nome di Dio dall'esorcista, ha dovuto parlare del Rosario. Ecco perché, in un celebre esorcismo, Lucifero, cioè satana in persona, fu costretto ad affermare: «Dio ha dato a Lei (la Madonna) il potere di scacciarci, e Lei lo fa con il Rosario, che ha reso potente. Per que­sto il Rosario è la preghiera più forte, la più esorciz­zante. Esso è il nostro flagello (sic!), la nostra rovina, la nostra sconfitta... Il Rosario ci vince sempre, ed è la sorgente di grazie incredibili per quanti lo recitano intero (15 mi­steri). Per questo noi lo avversiamo e lo combattiamo con tutte le nostre forze, ovunque, ma specialmente nelle Comunità (principalmente la famiglia, chiesa domestica-Concilio Vaticano II), la cui forza spezzerebbe ogni nostra resistenza. Molte di esse lo sanno: non vi è male che possa resistere ad un Rosario intero comunitario (principal­mente familiare, NDA) (Veggente Viska di Medjugorje). Il Santo Rosario è compendio di tutto il vangelo (Pio XII). Il Santo Rosario è pratica perfetta (Paolo VI).

«La dignità della famiglia è oscurata dalla piaga del di­vorzio, dal cosiddetto amore libero, da molteplici forme di egoismo, dal crescere dei metodi illeciti di contracce­zione e dal preoccupante diffondersi di delitti contro la vita». Il papa ha invitato i teologi ad una strenua difesa della verità cristiana sull'amore coniugale, «il cui annuncio apre la via ad una vera promozione umana degli spo­si»[24] (Giovanni Paolo II). «La famiglia è e rimane il luogo della prima educazione religiosa e morale. Il materialismo, il consumismo e il de­siderio egoistico dei piaceri non possono offrire nulla alla coppia poiché essi sono diametralmente opposti al recipro­co dono di sé che è la caratteristica fondamentale della coppia»[25] (Giovanni Paolo II). «La vita e la famiglia debbono avere un ruolo di privile­gio nell'attuale contesto sociale. Oggi quanto l'una, quan­to l'altra realtà sono sottoposte ad attacchi particolarmen­te insidiosi, provenienti da quelle stesse istanze da cui sa­rebbe lecito attendersi protezione e sostegno. Non manca­no tuttavia segnali di speranza singolari, come quello of­ferto dalla vicenda che, in questi giorni, va suscitando va­sta eco nell'opinione pubblica: una madre, un padre, un figlio - una famiglia appunto - che si sono trovati stretti in un commovente atto di amore, perché ad un nuovo essere umano non fosse precluso l'accesso alla vita.

La forza e la stabilità del tessuto familiare sono le condizioni propizie per la salute della comunità cristiana e del la società civile[26]» (Giovanni Paolo II). ...Il direttorio assume pertanto, il significato di una nuova testimonianza dell'amore e della cura coi, cui la Chiesa segue il matrimonio e la famiglia, impe­gnandosi a difendere questo «luogo primario della umanizzazione» della persona e della società contro le numerose e gravi minacce che oggi lo insidiano. E un servizio assolutamente necessario, anzi un servizio che si fa urgente soprattutto quando l'egoismo umano, le campagne antinataliste, le politiche totalita­rie, ma anche le situazioni di povertà e di miseria fisi­ca, culturale morale, nonché la mentalità edonistica e consumistica fanno disseccare le sorgenti della vita, mentre le ideologie e i diversi sistemi, insieme a forme di disinteresse e di disamore, attentano alla funzione educativa propria della famiglia... La famiglia è luogo privilegiato dell'annuncio evangelico. Non dobbiamo mai stancarci, carissimi fratelli nell'episcopato, di ser­vire la famiglia; di dare così risposta alla fame e sete che essa ha di senso, di verità, di amore profondo, di libertà autentica e di pienezza di vita. Il primo e fon­damentale servizio della chiesa agli sposi cristiani è di richiamarli ed accompagnarli a riscoprire, con stupore gioioso e grato, il «sacramento grande» (Efesini 5,32), il dono che è stato loro fatto dallo Spirito di Gesti morto e risorto. In un contesto sociale e culturale nel quale la scristianizzazione e l'indifferenza religiosa intaccano profondamente la mentalità e i comportamenti delle stesse famiglie cristiane, urge rievangelizzare instancabilmente gli sposi cristiani, far loro riascoltare la buona novella» del dono divino ricevuto. La coscienza di questo misterioso dono è radice e forza della vita morale degli sposi, del loro quotidiano animino verso la santità coniugale e familiare, come pure della loro specifica partecipazione alla missione della Chiesa. All'interno della Comunità ecclesiale, la spia e la famiglia cristiana sono chiamate a percorre­ un singolare itinerario di fede.

Così tra la grande Chiesa e la «piccola chiesa» si realizza ogni giorno, in forza della presenza dello Spirito, uno «scambio di do­», che è reciproca comunicazione di beni spirituali. Ricevendo dalla Chiesa il triplice dono della Paro­, del Sacramento e della Carità, la famiglia è abílítata e impegnata a svolgere il suo tipico ministero a fa­re degli altri, ed è proprio a questo che, in definitiva, tende il «Direttorio»: far assumere a tutte le famiglie cristiane il posto, il ruolo e la vitalità che loro competono nella Chiesa e nella società. Venerati fratelli, voi siete pienamente consapevoli dei profondi cambiamenti, delle tensioni e delle crisi a cui, in questo momento storico, è sottoposta la famiglia. Condivido la vostra trepidazione per i contraccolpi preoccupanti che ne derivano all'intera compagine viale. Ma a voi mi unisco anche nel riaffermare piena fiducia nella presenza vittoriosa del Risorto. Sorretti dalla sua forza, i coniugi cristiani sapranno testimonia­re in modo chiaro e forte fondamentali valori umani ed evangelici quali l'amore fedele di fronte alla disistima dell'indissolubilità, la donazione generosa della vita in un contesto di paura e di rifiuto della vita stessa, il servizio umile e la solidarietà disinteressata in una cul­tura dell'egoismo e del tornaconto.

E ancora: la riconciliazione e la pace in una situa­zione sociale di conflittualità, la reciprocità gratuita della comunicazione e del dialogo in un contesto forte­mente segnato da incomunicabilità, uno stile di vita sobrio ed essenziale all'interno di una società consumi­stica. Infine, la moralità e la spiritualità all'interno di una mentalità materialistica e in crisi nei suoi riferi­menti etici. Più che in passato, occorre che la testimo­nianza evangelica della famiglia sia la più ampia e uni­taria possibile, anche in ordine ad una reale efficacia storica. Di qui la necessità di promuovere e sostenere le diverse forme di associazionismo familiare, non solo per la vitalità pastorale delle comunità ecclesiali, ma anche per una più esplicita partecipazione alla costru­zione di una società illuminata dalla speranza del Van­gelo... A voi non sfugge, venerati fratelli nell'episcopa­to, che il rinnovamento del Paese passa attraverso un'attenzione concreta alla famiglia. Se questa deve assumersi con più coraggio il suo compito sociale e po­litico, la società e lo Stato devono sottrarla alla condi­zione di marginalità, e spesso di penalizzazione, nella quale è tuttora confinata; devono fare della politica fa­miliare la chiave centrale e risolutiva dell'intera politi­ca dei servizi sociali... Carissimi fratelli nell'epíscopato: siete voi i primi responsabili della pastorale nelle vostre rispettive diocesi. A voi pertanto è affidato il compito di promuovere un'attenta e costante azione missionaria ed evangelizzatrice a favore della famiglia mediante la famiglia per il bene di tutta la comunità civile...

La dolce e forte protezione della santa Famiglia glia di Nazareth, di Gesù, Maria e Giuseppe»[27] (Giovanni Paolo II). «Una famiglia che prega è una famiglia che ama; e una famiglia che ama è una famiglia che rimane unita»[28] (Madre Teresa di Calcutta). «In una famiglia che si divide, satana è presente! Se non si prega non è possibile amare... donare la propria vita per l'altro»[29] (Padre Jozo). «... Sempre ai fini della nuova evangelizzazione, un ambi­to di eminente rilievo della vita e della testimonianza dei cristiani laici è senza dubbio quello della famiglia... sap­piamo bene infatti quale peso abbia la famiglia, special­mente in Italia, sotto il profilo sociale oltre che ecclesia­le... Mons. Papa ci offrirà un bilancio e delle prospettive globali per la pastorale della famiglia in Italia, che saran­no ulteriormente integrati da altre comunicazioni su aspetti di grande rilievo, come il ruolo della famiglia nel­la trasmissione della fede, il suo bisogno di spiritualità e di preghiera, il suo rapporto con l'impegno sociale e poli­tico e con gli strumenti della comunicazione socia­le...»[30] (Cardinale Camillo Ruini). «Il Rosario intero è più potente del bastone di Mosè». «Nessun male può resistere al Rosario intero comunita­ rio» (Lucifero - da alcuni esorcismi). La preghiera per eccellenza, dopo la Santa Messa, è il Rosario per i seguenti motivi: a) è preghiera biblica[31] ; b) è preghiera raccomandata dalla Madonna (stru­mento eletto dello Spirito Santo)[32]; c) è preghiera Cristocentrica, Cristologica, Maria­na e di lode alla Trinità[33] ; d) è preghiera raccomandata da diversi papi in numerose encicliche. Da tutto quanto sovraesposto è facile capire le ra­gioni che spingono il demonio a distogliere l'umanità dalla preghiera che dev'essere anche di lode. Immagi­nate i germi che, per assurdo, tentano di impedire 6 somministrazione di antibiotico!

Articolo tratto dal testo "Luce e Tenebre" di Arrigo Muscio

 
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