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Le bordate della Curia di Milano PDF Drucken E-Mail
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Le bordate della Curia di MilanoDomenica scorsa il responsabile dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso della curia ambrosiana, monsignor Gianfranco Bottoni, intervistato dal “Corriere della Sera” ha accusato il governo di “fascismo” e “populismo”. Il motivo è l’ipotesi (ventilata) della chiusura della moschea di viale Jenner, la strada di Milano divenuta invivibile ogni venerdì per le migliaia di fedeli musulmani che pregano sul marciapiede.  Dopo 48 ore di silenzio, la curia milanese ha corretto il tiro. Lo ha fatto con un’intervista del vicario generale Redaelli concessa ad “Avvenire”. Redaelli ha dichiarato: «La situazione del Centro Islamico di viale Jenner richiedeva da tempo una soluzione, anche in considerazione del pesante disagio provocato ai cittadini della zona dalla preghiera del venerdì. Un conto, però, è la questione di viale Jenner, un altro quello di garantire anche a Milano a coloro che professano la religione islamica, il diritto ...

... costituzionalmente stabilito a professare liberamente la propria fede religiosa». «Le “parole grosse” – ha aggiunto– usate dal nostro responsabile delle relazioni interreligiose facevano riferimento non a provvedimenti concreti, ma all’ipotesi, considerata giustamente incredibile, di un intervento nettamente contrario alla libertà di religione e di culto». Non  si tratta, insomma, di un dietro-front, quanto piuttosto di un tentativo di contestualizzare le parole di monsignor Bottoni, in maniera tale da smorazare la polemica.

Le voci danno comunque la Curia di Milano in forte imbarazzo: a Tettamanzi, che pure nelle scorse settimane intervistato da Repubblica aveva sentito il bisogno di prendere le distanze dalla decisione del governo di impiegare temporaneamente l’esercito per garantire la sicurezza dei cittadini, le accuse di fascismo e di populismo lanciate da don Bottoni non sono certo piaciute. Ma l’accusa di fascismo da parte di un esponente della Curia di Milano non giova certo alla situazione milanese. Nei palazzi vaticani ci sono dubbi sulla linea presa in questi ultimi tempi  dall’episcopato di Tettamanzi e dall’influenza di alcuni suoi collaboratori. E si parla già di un nuovo vescovo di Milano, visto che Tettamanzi raggiungerà presto le settantacinque primavere e dunque gli anni della pensione. La figura in ascesa nella curia milanese è quella di Monsignor Brambilla, ausiliare di Milano, dato in pole position per la carica di segretario della Cei al posto di monsignor Betori. A quest’ultimo dovrebbe andare l’incarico – cardinalzio – di arcivescovo di Firenze.

Rubrica a cura del dott. Andrea Gagliarducci ( Diese E-Mail Adresse ist gegen Spam Bots geschützt, Sie müssen Javascript aktivieren, damit Sie es sehen können )

 
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