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La crisi nella Chiesa e le calunnie di "Petrus" PDF Drucken E-Mail
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La crisi nella Chiesa e le calunnie di "Petrus"Ognuno è al corrente della crisi nella Chiesa. Essa si vede sotto i nostri occhi…Recentemente il sottoscritto che è riconosciuto serio studioso ecclesiastico del paranormale e del mondo dell’occulto a livello nazionale per aver scritto numerosi libri a riguardo, dopo aver dato le dimissioni, insieme a Bruno Volpe, da vicedirettore di Petrus, è stato fatto oggetto di una volgarissima campagna di calunnie che solo una mente malata di megalomania e mitomania, senza spessore culturale e perversamente diabolica poteva orchestrare. Non viene fatto esplicitamente il nome di Don Marcello Stanzione, ma si parla di un mago in talare che fa i tarocchi…e altre sconcezze del genere cercando di gettare una luce tenebrosa sia sul sottoscritto che su Bruno Volpe. Ci sarebbe materia abbondante di querela ma il sottoscritto si è sempre appellato a san Michele, che è l’angelo della Giustizia Divina… Se c’è un santone e un magone questi è ...

... proprio colui che si vanta di essere uno dei pochi laici che in Italia fanno gli esorcismi. Solo i sacerdoti autorizzati dal vescovo possono qualificarsi esorcisti!!!. Tutti  gli altri, specie se laici, anche se sono laici che indebitamente portano l’anello Episcopale al dito, sono dei volgari ciarlatani e accattoni!  Se si considera senza partito preso la devastazione attuale della Vigna del Signore, ci si accorge che nel seno della Chiesa si è formata una “Quinta colonna” (designata sovente, e questo anche da degli ecclesiastici, col nome di mafia), un gruppo di distruttori della Chiesa molto coscienti del loro obiettivo. Il fatto che dei sacerdoti, dei teologi, dei vescovi e dei laici che magari si qualificano come “figli spirituali” di Benedetto XVI ma che in realtà  hanno perduto la fede vera e le virtu’ non escono dalla Chiesa, ma vi conservano il loro posto, e vi giocano  a fare i salvatori della Chiesa nel mondo moderno, questo fatto costituisce un sintomo sospetto. Perché non se ne separano apertamente, come lo fecero un Voltaire, un Renan, e tanti altri?... “.

Occorre pertanto insistere fin dall’inizio sul fatto che la distruzione diabolica della Chiesa è inquadrata per due motivi del tutto differenti. Nell’uno dei due casi, si tratta di una cospirazione, al fine di minare la Fede, di distruggere la Chiesa non più dall’esterno ma a partire dall’interno. E’ esattamente questo il sistema della “Quinta colonna”. Persone che si danno per cattolici, che occupano incarichi nella Chiesa, cercano dall’interno di distruggere la Chiesa col pretesto di riforma e di progresso, o di devozione (falsa) al Santo Padre e alle tradizioni.

Se ne distinguono interamente, quelli che non vogliono distruggere la Chiesa come tale, ossia che non mirano alla sparizione della Chiesa, ma che vogliono trasformarla, farne qualcosa che sia in totale contraddizione col significato originario e l’essenza stessa della Chiesa. Questo gruppo comprende tutti quelli che vogliono fare della Chiesa di Gesù Cristo, una società puramente umanitaria, che le rubano il suo carattere soprannaturale, che vogliono secolarizzarla e desacralizzarla. Essi hanno in comune coi nemici della Chiesa questa intenzione che camuffano sotto le parole di riforma, di progresso, di adattamento all’uomo moderno. Ma essi vorrebbero non ridurre la Chiesa a niente. Per essi, gli slogan di riforma, di progresso non sono semplici astuzie, ma degli obiettivi ai quali essi credono.

Le attività di questo gruppo sfociano allo stesso risultato, anche se i motivi sono differenti. Essi ci sgriderebbero con energia se si dicesse loro che loro intenzione è distruggere la Chiesa. Ma essi hanno perduto la vera fede cristiana al punto di non comprendere più che quella organizzazione secolarizzata ed umanitaria, nella quale essi vogliono trasformare la Santa Chiesa, non ha nulla in comune con la Chiesa di Gesù Cristo e che, se potessero raggiungere il loro scopo, essi distruggerebbero la Chiesa.

Ci si rende conto che la Chiesa è confrontata con una crisi profonda. Sotto il nome di Chiesa nuova, di Chiesa post-conciliare, ci si sforza sovente di costruire una Chiesa diversa da quella di Gesù Cristo, una società antropocentrica, che è minacciata da una apostasia immanente e che si lascia trascinare nel non essere più che un movimento di lasciar andare generale col pretesto di ringiovanimento, di ecumenismo o di riadattamento. Essi intendono prendere il potere nella Chiesa e promuovere i cambiamenti seguenti:

- Distruggere il sacerdozio sacramentale, rimpiazzando il prete con un “presidente”, un “catechista” celibe o sposato, uomo o donna, che sarebbe eletto dall’assemblea; Gli esorcisti non sarebbero più dei sacerdoti autorizzati dal vescovo ma laici presunti carismatici …in realtà spesso mitomani e megalomani;

- Distruggere la gerarchia, facendo del vescovo un semplice “ministro del luogo”, incaricato di “autentificare le comunità di base” e di stabilire tra di loro dei “rapporti fraterni”:

- Distruggere l’Eucaristia, riducendola ad una “cena comunitaria”, segno dell’unità dell’assemblea. Nessuna questione di rinnovamento del sacrificio di Cristo;

- Distruggere la fede della Chiesa, inventando ogni comunità il proprio Credo, a sua fantasia, Gesù non è più che un uomo, il più grande dei profeti. La resurrezione diventa una semplice “immortalità soggettiva”. Cristo continua a “vivere” nella misura in cui degli uomini vivono della sua parola. Non vi è più aldilà. Il Regno di Dio si realizza sulla terra grazie agli sforzi dei militanti che lottano contro l’oppressione, l’ingiustizia, la miseria;

- Distruggere la morale della Chiesa. Lo schiudersi dell’uomo esige la liquidazione della nozione “alienante” del peccato. La fedeltà coniugale rappresenta una “opzione” in mezzo alle altre. I divorziati ed anche gli omosessuali sono portatori di “valori” nella misura in cui essi hanno avuto il coraggio di assumersi le loro responsabilità, ecc…

Una delle malattie più spaventose, così abbondantemente diffusa nella Chiesa dei giorni nostri, è la letargia di quelli che nel suo seno devono vigilare sul deposito della Fede. Non mi riferisco qui a quei vescovi che sono membri della “Quinta colonna”, che lavorano alla distruzione della Chiesa dal di dentro o che vogliono trasformarla in qualcosa di completamente differente, il che ritorna di fatto alla distruzione della vera Chiesa. Penso ai vescovi, ben più numerosi, che non hanno per nulla questa intenzione, ma che, quando si tratta di intervenire contro dei teologi o dei parroci eretici o immorali, o contro una trasformazione blasfema della liturgia, non fanno nessun uso della loro autorità.

Oppure chiudono gli occhi e cercano con una politica da struzzo di ignorare i gravi disordini così come gli appelli della loro coscienza che ingiunge di fare il loro dovere. Oppure essi possono essere attaccati nella stampa e le telecomunicazioni di massa e trattati da reazionari, da persone dalla vista corta, medievali e ristretti mentalmente. Essi temono gli uomini più che Dio.

Ad essi si applica la parola di San Giovanni Bosco: “La potenza dei cattivi si nutre della vigliaccheria dei buoni”. Questa letargia si trova presso i genitori, presso i rettori delle università, delle scuole e innumerevoli altri organismi, presso i giudici ed i ministri governativi. Ma che questa malattia si sia introdotta anche nella Chiesa mostra chiaramente che la lotta contro lo spirito del mondo, ingaggiata sotto il termine di “aggiornamento”, ha fatto posto ad un rilassamento ed all’abbandono allo spirito del tempo. Noi dobbiamo pensare al mercenario che abbandona il suo gregge alla rapacità dei lupi quando consideriamo la letargia di tanti vescovi e di Superiori di Ordini religiosi, ma che non hanno il coraggio di imperversare contro le eresie più flagranti ed i disordini di ogni specie nella loro diocesi o nei loro Ordini. Ed è particolarmente rivoltante constatare che alcuni vescovi, che fanno prova di questa letargia verso gli eretici, adottano un’attitudine autoritaria verso i fedeli che lottano per l’ortodossia, verso questi veri credenti che fanno quello che essi stessi avrebbero dovuto fare.

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)

 
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