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Intervista a Don Marcello Stanzione

“Sono soltanto un semplice curato di campagna”: ecco l’esordio, improntato ad una sincera modestia, di don Marcello Stanzione. Parole che sembrano essere confermate dal suo aspetto massiccio, chiuso nella tradizionale talare, e dall’ambiente che lo circonda. Ovvero l’Abbazia di Santa Maria la Nova in Campagna di cui è parroco dal 1991. Un luogo da sempre venerato dai campagnesi ma che oggi, grazie al suo impegno, è diventato uno dei punti di riferimento per migliaia di fedeli, non soltanto, italiani, devoti al culto degli Angeli. Già, don Marcello, salernitano doc, è riuscito a rivitalizzare una devozione messa troppo in fretta in un cassetto, travolta dal vento delle riforme – talvolta impetuose e poco meditate – fatte in nome del Concilio Vaticano II: “Il mio interesse per gli Angeli è nato per caso, circa vent’anni fa. Ero in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, ospite nella casa delle Suore Pie Operaie di San Giuseppe, chiamate in Puglia proprio da Padre Pio da Pietrelcina. Lì conobbi ... 

...   una signora che aveva un libro “Preghiere agli Angeli Custodi”. Il titolo mi incuriosì e le chiesi di prestarmelo”. “La lettura mi turbò profondamente, mi accese di sdegno perché collegava”, continua, “la figura degli Angeli ad Astri e Pianeti…Era magia e non spiritualità, una pubblicazione teologicamente scorretta, pubblicata per fare presa su persone, come la povera donna a San Giovanni Rotondo per assistere il marito ricoverato nella Casa Sollievo della Sofferenza, in crisi, alla ricerca di speranza, di qualcosa a cui aggrapparsi”.

Fu allora che nacque nel sacerdote il fortissimo desiderio di fare riscoprire ai fedeli la forza spirituale delle figure angeliche e, soprattutto, di dare giusto risalto al ruolo da loro occupato nella dottrina cattolica. Il libro avidamente letto dalla donna si inseriva, infatti, in una moda allora dominate fatte da finte maghe e veggenti che da improbabili studi televisivi si proclamavano, a suon di quattrini, aralde dei messaggi firmati da Angeli dai nomi più astrusi. Precisa don Marcello: “Sono un angelologo autodidatta, non  ho la formazione di teologo dommatico. Il mio curriculum accademico ha seguito strade diverse: contempla, infatti, la licenza in Teologia alla Pontificia Università di Napoli, il diploma in Dottrina Sociale della Chiesa alla Lateranense e la frequenza ai corsi di Catechetica, Spiritualità e Garafologia in diverse Pontificie Università di Roma”. Anni ed anni di studio messi da parte dal bisogno di fare capire che l’angelogia al pari della demologia era una cosa sera su cui il fior fiore di studiosi si era per secoli impegnata: “Molti oggi dimenticano che è una branca della teologia e che è collegata alla demologia. Non si può parlare del diavolo se non si conoscono gli Angeli”.

 Duri gli inizi: “Ero considerato psicolabile. Vede, il Concilio Vaticano II ha grandissimi ed indubbi meriti, purtroppo ha messo in discussione l’esistenza non solo degli Angeli ma anche del Purgatorio e del Demonio. Danni provocati anche dai problemi vissuti dai Gesuiti che erano un vero esercito a difesa della fede”. Una scelta, fatta forse per non appesantire il dialogo con i protestanti che ha, però, allontanato moltissime persone dalla Chiesa spingendo numerosi sacerdoti e fedeli, pur nell’obbedienza alla gerarchia, a lavorare affinché culti da sempre al centro della religiosità, soprattutto popolare, non venissero messi in soffitta.  “Si nasce creativi”, afferma sorridendo il sacerdote, “ed io ho messo la mia creatività al servizio di Dio”. Il luogo prescelto è l’amata parrocchia di Campagna: “Sono stato destinato qui pochi mesi dopo l’ordinazione sacerdotale ed mi sento ormai parte del territorio e della gente. Si può dire che qui è nato e si è sviluppato il movimento angelico verso cui c’è grande attenzione anche grazie ad alcuni programmi televisivi. Peccato che non tutti affrontino con serietà e rispetto teologico il fenomeno preferendo ricorrere a facili effetti spettacolari. Bisogna reagire; ci sono dei teologi che si vergognano quasi di parlare degli Angeli quando il Magistero Cattolico non ha mai nutrito dubbi”.

Idem per lui che, passo dopo passo, si è conquistato una serietà e credibilità riconosciuta a livello internazionale, naturale epilogo di una intensa e sentita attività che lo vedono protagonista, in Italia ed all’estero, in convegni, conferenze e programmi televisivi.  “Buona parte del mese di maggio sarò fuori dalla mia parrocchia perché impegnato in una serie di incontri in varie città italiane e svizzere come Mantova, Trieste, Torino, Lugano e Locarno. Il 19 sarò anche a Salerno ed il 14 a Potenza dove parlerò su Natuzza Evolo e gli Angeli, argomento del mio ultimo libro”. Il trentesimo di una lunga serie di volumi editi da importanti casi editrici incentrati sul legame che venerati santi come Padre Pio  e Santa Faustina Kowalska hanno avuto con le figure angeliche o sul culto dei Santi Arcangeli Gabriele e Michele. A quest’ultimo è dedicata l’Oasi sorta intorno alla chiesa. Immersa nella natura è il luogo adatto alla meditazione, al ristoro dello spirito ed alla scoperta della tante bellezze naturali ed artistiche della provincia salernitanae e si accompagna al Centro di Angelologia, alla Biblioteca ed al Centro Documentazione ed alla Mostra permanente sulla devozione agli Angeli. Lì immaginette, statue, riproduzioni di opere famose guidano il visitatore – tra cui numerose scolaresche – nella scoperta di quelle entità, sicuramente non ben conosciute ma istintivamente amate cui ci si rivolge con ingenua fiducia.

Don Marcello è un appassionato difensore dell’Angelo Custode. O meglio degli Angeli Custodi, visto che per alcuni teologi ogni persona ne ha più di uno a protezione. Da venerare senza fanatismi, da obbedienti figli della Chiesa. “Si manifestano nell’interiorità. Non tutti hanno i carismi di Padre Pio, di Natuzza, di Santa Faustina o di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, la compatrona di Napoli morta bel 1791 a cui dedicherò il mio prossimo libro che vedevano e parlavano con loro. Ma faccio mia l’affermazione di San Tommaso che sosteneva l’influsso angelico in tutto quello di buono datoci da Dio”.

In questa crociata è sostenuto dagli iscritti all’Associazione della Milizia di San Michele Arcangelo, da lui rifondata nel 2002, organizzatrice dell’annuale Meeting Nazionale di Angelogia. “La sesta edizione di terrà l’1 ed il 2 giugno ed avrà – siamo nell’anno Sacerdotale - come tema “Gli Angeli dei Presbiteri e della Chiesa”. Tra i relatori teologi di fama internazionale e firme autorevoli come Renzo Allegri, giornalista e scrittore di lungo corso che ricorderà Monsignor Giuseppe Del Ton, fondatore insieme con padre Carlo Egger della Milizia, ridotta al lumicino quando Don Marcello vi si iscrisse e la ricostituì. “Per grazia di Dio ci rafforziamo sempre più ed ai Convegni annuali sono presenti più di duecento persone. Circa mille e duecento sono sempre collegati al nostro sito Internet. Padre Pio si lamentava affermando che bisognava diffondere sempre più la devozione alle schiere angeliche. Ed io, pur nella mia pochezza, voglio portare avanti questo suo insegnamento”.

Mentre parla ti porge una cartolina. “Bisogna inviarla a Sua Santità Benedetto XVI. E’ un appello per indire un anno in onore dell’Arcangelo San Michele e di ripristinare, dopo la Messa, l’invocazione di Leone XIII al Principe delle Milizie Celesti, raccomandata anche dal Servo di Dio Giovanni Paolo II”.  Lui può tutto e Don Marcello ti saluta affidandoti alla sua protezione.

Alfonso Sarno

 
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