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Don Stanzione parla degli Angeli a Baronissi (SA) PDF Drucken E-Mail
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Don Stanzione parla degli Angeli a Baronissi (SA)Invitato dal parroco don Nello Senatore, il sacerdote Marcello Stanzione, da anni impegnato nella diffusione della  devozione cattolica agli spiriti celesti, terrà una conferenza sugli angeli presso la Parrocchia di Acquamela lunedì 8 novembre alle ore 19,30. Gli angeli come nostri alleati sono essenziali nel nostro combattimento spirituale. E’ da sprovveduti affrontare una guerra senza prima assicurarsi il sostegno di eserciti amici e bene armati. I cristiani sanno bene di non essere soli nella lotta che devono condurre contro l’Avversario. Perciò possiamo “chiamare a raccolta” tutti gli alleati disponibili in cielo e sulla terra: in primo luogo l’innumerevole armata degli angeli e dei santi in Paradiso, tutti ben lieti di “passare il loro cielo a fare del bene sulla terra”; e poi la grande famiglia dei fratelli e delle sorelle che attorno a noi offrono i loro sacrifici per la salvezza del mondo; senza dimenticare, infine, la preghiera efficacissima delle anime che stanno compiendo la loro purificazione nel Purgatorio. ...

... Qui parleremo più che altro dell’aiuto particolare che possiamo attenderci dalla presenza al nostro fianco degli angeli custodi. Nel “Pastore di Erma”, un’operetta cristiana del II secolo, si afferma che ogni uomo ha il suo custode, e deve seguirne le ispirazioni se vuole preservarsi dal male. Se, come ci ha detto Gesù, i piccoli hanno “i loro angeli in cielo (che) vedono sempre la faccia del Padre” (Matteo 18,10), perché gli adulti non dovrebbero godere dello stesso privilegio? Ben presto la fede dei cristiani è giunta a questa conclusione.

Illuminati dalla Scrittura e confortati dall’esperienza di numerosissimi  santi, possiamo affermare che gli angeli ci proteggono, ci sostengono, ci guidano e sono nostri intermediari presso il trono dell’Altissimo. I Salmi menzionano spesso questa protezione (34,8; 91,11). Gli Atti degli Apostoli raccontano come un angelo abbia liberato Pietro e Giovanni dalla prigione (5,19-20), e poi di nuovo l’apostolo Pietro (12,7-11). Gli angeli ci proteggono soprattutto contro gli attacchi del demonio, diminuendo – quando glielo chiediamo- l’intensità o il numero delle tentazioni.

E’ la ragione addotta da San Tommaso d’Aquino per motivare il fatto che Dio permette ai demoni di aggredire delle creature più deboli di loro: “Affinché la condizione di lotta non sia ineguale, l’uomo riceve in primo luogo la grazia e secondariamente l’assistenza degli angeli”. “Il desiderio che ha il nostro angelo custode di aiutarci è assai più grande di quello che noi abbiamo di essere da lui aiutati”. (Don Bosco). Gli angeli ci sostengono soprattutto ricordandoci il valore redentivo delle nostre croci. Diceva Fra Angelico: “In ogni cosa che noi consideriamo una prova, un  dispiacere o un dovere, si trova la mano dell’angelo”.

Può anche accadere che un angelo procuri conforto a qualche anima portandole la santa Eucarestia. Un privilegio di cui godettero santo Stanislao Kostka, la venerabile francese  Rencurel ( che per quarant’anni al Laus ricevette le visite della Madonna) e San Gerardo Maiella. Quest’ultimo ebbe anche la sorpresa di constatare che un giorno gli angeli avevano preparato il vitto per la comunità – un pasto particolarmente abbondante- mentre lui era rimasto tutta la mattinata in preghiera nella cappella, invece di svolgere il suo incarico in cucina. “Un anziano sacerdote celebrava tutti i giorni la sua Messa in una Chiesa vuota e glaciale. Una devota signora, che ogni tanto percorreva a piedi la ventina di chilometri che la separavano dalla Chiesa, gli domandò un giorno: “Padre, non è triste celebrare la Santa Messa tutto solo?” “Figlia mia, io non sono mai solo” fu la risposta . “C’è una folla sconfinata attorno all’altare quando Gesù vi scende. Ci sono gli angeli. Ci sono i santi. Ci sono i nostri defunti”.

Il più delle volte gli angeli intervengono a nostra insaputa. Impossibilitati ad agire direttamente sulle nostre decisioni, possono però influenzarle suscitando immagini nella nostra mente o desideri nella nostra sensibilità. Dio potrebbe produrre direttamente in noi immagini e questi desideri, ma preferisce servirsi della mediazione angelica.

Il nostro angelo custode ci aiuta a condurre quaggiù una vita simile alla sua, tutta orientata alla contemplazione del Padre. Ci sollecita a dedicarci più convintamente al “riposo sacro” domenicale, a non lasciarci sommergere da eccessivi impegni, a convincerci che la contemplazione fa parte integrante del nostro dovere di stato. Il beato Papa Giovanni XXIII esprimeva sovente una fede profonda nella presenza attiva del suo angelo custode.

Mettendo a profitto una raccomandazione ricevuta da Pio XI, quando lo nominò nunzio in Bulgaria, egli pregava l’angelo custode dei diplomatici che doveva incontrare, affinché il colloquio si svolgesse nel migliore dei modi. E quando osservava la folla di pellegrini accorsi in piazza San Pietro per ascoltarlo, pensava alla moltitudine altrettanto numerosa degli angeli che li accompagnavano.

Attribuiva ad una ispirazione del suo angelo custode l’idea di convocare il XXI concilio Vaticano II. San Francesco di Sales pensava che Dio gli avesse dato due angeli: uno per aiutarlo a correggersi dalla sua marcata aggressività naturale, l’altro per assisterlo nello svolgimento della sua responsabilità di vescovo. Gli angeli presentano a Dio le nostre preghiere e suppliche. Ce ne dà conferma la Scrittura(Gb 12,12; Ap 5,8; 8,3); ne parlano con frequenza anche i Padri della Chiesa.

Essi presentano a Dio anche i nostri sacrifici… che potrebbero renderli invidiosi, se l’invidia trovasse spazio nel cielo. Come diceva San Francesco di Sales : “Se l’invidia potesse esistere nel regno dei cieli, gli angeli invidierebbero le sofferenze di Dio per l’uomo e le sofferenze dell’uomo per Dio”. Impegnamoci dunque a ricorrere con maggiore frequenza e fiducia all’assistenza degli angeli, sempre pronti a intervenire quando li chiamiamo in nostro soccorso.

Imitiamo la semplicità di quel bambino trisomico che, al momento dello scambio del segno di pace, faceva il gesto di inviare un grosso bacio al suo angelo custode, a colui che Padre Pio chiamava suo “fratello gemello”. Viviamo le nostre eucarestie e tutte le nostre lotte in loro compagnia: “Dio per te darà ordine a i suoi angeli di custodirci in tutte le tue vie. Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra (Sal. 91,11-12) Benedite il Signore, angeli suoi, potenti esecutori dei suoi comandi, attenti alla voce della sua parola. (Sal 103,20).

Carlo Di Pietro

 
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