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VARIE INTERPRETAZIONI SUL NUMERO 666
UN LIBRO PER L’ESTATE:100 DOMANDE A DON STANZIONE SUGLI ANGELI EDITO DA GRIBAUDI PDF Drucken E-Mail
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UN LIBRO PER L’ESTATE:100 DOMANDE A DON STANZIONE SUGLI ANGELI EDITO DA GRIBAUDI

Gli angeli esistono davvero? Che prove ci sono? E' vero che ci sono angeli buoni e angeli cattivi? Qual è la loro funzione? Quanti sono? A 100 domande sugli angeli rispondono i due autori Gianandrea de Antonellis - giornalista - e Don Marcello Stanzione - sacerdote, conferenziere, esperto angelologo - nel loro ultimo libro edito dalla Gribaudi di Milano. Un angelo ci segue, condivide le nostre piccole gioie, i nostri dolori. Vogliamo conoscerlo un po' più da vicino?
 
Vari tentativi sono stati fatti per mostrare la ragionevolezza della fede nell’esistenza degli angeli partendo dalla considerazione della scelta graduata di esseri che noi troviamo nel mondo intorno a noi. Si argomenta che, come noi abbiamo qui una catena di vite, che salgono dal livello inorganico fino all’uomo, che è il più alto membro della scala dell’essere, la cui vita comprende corpo, anima e spirito; così è naturale supporre che nel mondo invisibile la scala graduale dalla vita continua ancora fino a raggiungere il grande Creatore di tutto, Dio infinito. Noi evitiamo il grande abisso, contro cui il genere umano si ribella, che, altrimenti esisterebbe fra l’uomo essere mortale, e Dio infinito. ...
... Pienamente riconoscendo il pericolo di applicare a cose celesti argomenti basati su condizioni terrestri, l’argomento in questione non è senza nel mostrare la ragionevolezza della fede in un ordine di esseri spirituali di rango più alto dell’umano. L’argomento fu usato da Wesley già nel diciottesimo secolo, ed è evidentemente molto più antico. Wesley nota: “E’ stato frequentemente osservato che nella creazione divina non vi sono intervalli o abissi , ma tutte le parti di essa sono ammirevolmente connesse insieme e costituiscono un sol tutto. Conseguentemente v’è una catena di esseri dal più basso al più alto punto, dalla particella inorganica di terra o d’acqua a Michele, l’arcangelo. E la scala delle creature non avanza per salti, ma per lievi e dolci gradi; anche se sia vero che questi gradi sono frequentemente impercettibili alle nostre imperfette facoltà. Noi non possiamo rintracciare accuratamente molti degli anelli intermedi di questa mirabile catena che sono troppo sottili per venir scorti dai nostri sensi o dal nostro intelletto. Possiamo soltanto osservare in una maniera grossa e generale come ogni essere monti sull’altro, e si abbia prima la terra inorganica, poi i minerali e i vegetali, nei loro diversi ordini; e infine gli insetti, i rettili, i pesci, i vertebrati, gli uomini e gli angeli. Degli angeli, in realtà, noi non sappiamo nulla di certo se non per rivelazione”. Lo stesso argomento è stato usato con molto maggior dettaglio dal Dt. Godet, che ha costruito una apologia scientifica della fede degli angeli. Questo famoso teologo dice: “Noi vediamo innanzi a noi sulla terra tre ordini di esseri viventi – piante animali e uomini. Se arriviamo a comprendere che queste tre classi di creature sono i primi passi di una scala di un sistema di cose, non è meno imperativamente richiesto come necessario in teoria; non seguirà, con grande probabilità che questo ordine superiore, che è così indispensabile all’armonia del tutto esista realmente in qualche luogo della creazione inaccessibile alle nostre presenti facoltà? Questa è precisamente la conclusione per la quale noi oggi stiamo”. Lo scrittore procede affermando che nel mondo vegetale noi abbiamo soltanto le specie; nel mondo animale le specie sono ancora la cosa essenziale, ma l’individuo è divenuto una realtà indipendente, accanto ad esse; nel regno della natura umana l’individuo è divenuto dominante. Sembra dunque esserci una legge per la quale la preponderanza dell’individualità significa un incremento nei riguardi della specie. Non è naturale perciò supporre che possa esserci un quarto stato superiore all’ultimo menzionato, che completi l’intero sistema? Questa quarta forma concettuale consisterebbe di individualità senza specie. Noi avremmo allora un “metodo di esistenza” molto più semplice del nostro; ogni individuo dovrebbe la sua esistenza non più a dei genitori come noi, ma immediatamente alla volontà creativa. Non avremmo allora esattamente gli angeli?. Godet continua ad affermare che questo è precisamente il tipo di esistenza che è attribuito agli angeli nella scrittura. La scrittura parlando dell’uomo impiega frequentemente il termine “Figlio dell’Uomo”. Ma gli angeli non vengono mai chiamati “Figli degli angeli” ma “Figli di Dio”. Perché dovrebbe esser così , egli chiede, eccetto che per la ragione che essi debbono la loro esistenza a un diretto aiuto creativo e non all’ordinario sistema della discendenza? Questo corrisponde a ciò che dice il Signore quando afferma che coloro che sono ritenuti degni della resurrezione né si sposano né vengono dati in matrimonio, né possono più morire, perché sono eguali agli angeli; e sono figli di Dio, essendo figli della resurrezione. Questa dichiarazione di Gesù, dice Godet, ci offre quattro dati molto notevoli sulla natura degli angeli: 1) Essi hanno corpi, dal momento che i corpi della resurrezione saranno simili ai loro; 2) Questi corpi non debbono la loro esistenza all’ordinario processo della filiazione, ma ad un immediato atto di creazione; 3) La relazione coniugale non esisterà più per l’uomo glorificato di quel che non esista per gli angeli; 4) In entrambi i casi v’è una esenzione dalla morte. Dai fatti sopradetti egli pensa che noi possiamo considerare la realtà della natura degli angeli come stabilità. Appare allora che gli angeli abbiano un organismo corporeo quantunque esso differisca dal nostro. E se essi hanno un corpo dovranno avere un’abitazione. Dove, si domanda Godet, può essere essa? Se sia così, si potrà spiegare il doppio senso dell’espressione così frequente nella scrittura, “Il Signore degli eserciti” che può essere inteso come significante tanto il Signore delle stelle, come il Signore degli angeli. Questa interpretazione dà altresì un senso alla richiesta contenuta nella preghiera del Signore: “Sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra”. Godet, tuttavia, suggerisce che vi possono essere superiori sfere di esistenza, distinte da quella nelle quali noi viviamo, meno per distanza dello spazio che per differenza in natura e qualità. In cielo in cui abitano gli angeli può non essere topograficamente distante dalla nostra sfera. E’ possibile che esso sia diffuso in essa al medesimo modo come l’etere impalpabile pervade la natura tangibile. Quanto alle qualità morali degli esseri, che essi sono esseri sicuri, dal loro alto stato nella scala degli esseri, che essi sono esseri liberi e di conseguenza soggetti alla tentazione. Il potere di obbedire o disobbedire è il primo dono di Dio fatto ad un libero essere. Se gli angeli sono liberi come noi siamo liberi e, in modo ancora più completo, non possono sfuggire allo stato di prova. Dalla santa Scrittura noi apprendiamo come prova degli angeli abbia avuto luogo e quale ne sia stato il risultato. Taluni degli angeli caddero lontani da Dio mentre altri, mantennero a Lui la loro reale obbedienza. Perché la caduta degli angeli non fu, come nel caso dell’uomo, la caduta di una razza, ma soltanto la caduta di esseri individuali. Gli angeli, come abbiamo visto, non sono razionalmente connessi come l’uomo. La Scrittura ci narra di certi angeli che “non presero il loro primitivo stato, ma lasciarono la loro propria abitazione”; è anche detto che essi “non restarono nella verità”. Altri angeli vengono chiamati “angeli santi” ed “angeli eletti”. Inoltre Godet, suggerisce che è perfettamente ragionevole aspettarsi di trovare gradazioni di ranghi e differenziazioni di funzioni tra gli angeli come tra gli uomini. Qui sulla terra non troviamo in nessun luogo l’uguaglianza, e quanto più alto ascendiamo nella scala dell’essere, tanto più marcato troviamo la superiorità di taluni e la subordinazione di altri. Ciò che dovremmo aspettarci allora dal punto di vista dell’umana analogia, la Scrittura ce lo rivela come un fatto. Noi leggiamo in essa di poteri, principati, dominazioni di angeli e arcangeli; di due di quest’ultimi sono dati i nomi e cioè di Michele e di Gabriele. Nei loro rapporti con l’uomo gli angeli sono insieme spettatori e ministranti. Vengono rappresentati come guardiani dei figli di Dio. Se si domanda quale è l’impiego dell’intervento degli angeli, e se non può Dio esercitare la sua provvidenza senza ricorrere al ministero di queste creature la replica di Godet è che certamente la cosa è così. Ma sarebbe egualmente ragionevole domandare, perché i neonati, entrando nella vita, trovano mani amorevoli per sostenerli. Non potrebbe Dio vestirli e nutrirli da se stesso col suo proprio potere? O ancora, perché Dio salva la vita di un uomo per mezzo di un altro? La ragione è che egli dice, non è volere di Dio che questo legame, così pieno di dolcezza, che eternamente unisce il beatificato al suo benefattore esista soltanto tra lui e noi. L’amore di Dio è grande abbastanza per farsì che egli non desideri di essere solo ad amare o ad essere amato. E questa è la ragione per la quale Dio ha ordinato che una relazione di mutua assistenza possa esistere tra gli angeli e l’uomo. “Sembra allora” egli dice”impossibile per noi il porre da parte la credenza nell’esistenza e nell’azione degli angeli, come un punto di nessuna importanza. Noi siamo condotti a questa credenza dalle induzioni della natura delle analogia della storia e dagli insegnamenti della scrittura. Non sentiamo quanto da questo punto di vista il dominio dell’opera divina si estende dinanzi a noi e la sfera sua luce si allarga? “Allo stesso modo la vista del cielo stellato allarga infinitamente la nostra concezione dell’universo fisico, così la fede nell’esistenza degli angeli conferisce carattere di infinità all’idea che noi ci formiamo del regno di Dio…Infine, non sentiamo noi quanto questa fede tende ad ascoltare le persone del nostro Redentore e a ingrandire la sua opera? Egli è non soltanto la Maestà dell’umanità che egli ha salvato con le sue sofferenze, ma altresì degli angeli a cui egli dette esistenza e che dal centro della sua gloria egli conduce alla perfezione”. L’argomento che noi abbiamo così brevemente schizzato apparirà possedere vari gradi di forza alle differenti mentalità degli uomini. Ma ha infine il merito di combinare lealmente i fatti principali della dottrina scritturale concernenti gli angeli con una sobria massa di congetture ragionevoli. Ci sembra molto improbabile che Dio abbia lasciato l’intero regno del mondo spirituale vuoto di esistenze spirituali, all’infuori di quelle che vi arrivano dopo avere passato il tempo racchiuse in questo mondo di peccato. Non è immaginabile che Dio possa esser rimasto in completo isolamento finché non ebbe fatto la stirpe umana e l’ebbe posta in questo mondo di prova. Quantunque noi riconosciamo di non poter darci ragione del modo di giudicare ciò che Dio voglia darci ragione del modo con cui giudicare ciò che Dio voglia o non voglia fare nel mondo spirituale, possiamo tuttavia dare le ragioni dei fatti concernenti divino governo del mondo, che ci sono state rese note per rivelazione e che sono state in una certa misura confermate dall’esperienza. Sembra perfettamente ragionevole il supporre che tra l’uomo e Dio esista un esercito di esseri spirituali costituenti come canali di comunicazione tra il Supremo Iddio e l’uomo stesso in queste condizioni terrestri. E dal momento che questa è stata una credenza veramente generale, la quale è stata attestata dalle più alte autorità religiose del mondo, v’è veramente buona ragione perché l’uomo debba accettarla come una verità fondamentale. Intanto tale credenza si è guadagnata l’adesione di molte delle più sagge menti tanto del mondo moderno come dell’antico. Il canonico Liddol dà espressione alla sua fede nel seguente passo di uno dei suoi sermoni: “Fra le più basse creature l’uomo è fatto per il comando; ed ha avuto alcune migliaia d’anni per rafforzare ed estendere il suo impero. Ma ne seguirà allora che non v’è alcuno al di sopra dell’uomo, con cui egli possa stare in una relazione analoga a quella nella quale gli animali pi bassi stanno rispetto a lui? E’ da supporre che la gerarchia di esseri che sale per passi graduali dal più basso zoofita alla razza di Newton e di Shakespeare non salga più in alto; che essi si fermi d’un tratto all’anello che congiunge un organismo animale e uno spirito personale? Non è più ragionevole supporre che la serie scendente continua che al di sopra dell’uomo vi siano esseri al trono dell’Increato e dell’Eterno? E supponendo che tali esseri esistano come la rivelazione dice, non è infine concepibile che essi in qualche modo limitino la nostra indipendenza, proprio come noi, per parte nostra interferiamo con quelle delle creature più basse di noi?”. E’, io credo, ragionevole al più alto grado ritenere come la Scrittura afferma che questi esseri spirituali esistano e vengono impiegati da Dio come spiriti ministranti per esercitare una graziosa provvidenza sulle vite dell’uomo. Raccomando a tutti coloro che sono interessati ad approfondire l’angelologia questo bel testo intitolato “ 100 domande sugli angeli” dove don Marcello Stanzione viene intervistato sugli spiriti celesti da Giannandrea De Antonellis, anche se il libro è stato stampato nel dicembre 2013 è una piacevole lettura sotto l’ombrellone in questa estate 2014.
 
Di Giuseppe Greco
 
Segnalazione di Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)
 
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