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IL PERICOLO DELL’INFERNO IN UN LIBRO SU DON DOLINDO RUOTOLO
SAN GABRIELE ARCANGELO NELLA DEVOZIONE CATTOLICA P. Ignazio Suárez Ricondo, O.R.C. PDF Stampa E-mail
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giovedě 14 settembre 2017
San Gabriele ArcangeloAbbiamo vissuto l’Anno della Vita Consacrata, che coincise con il Sinodo sulla Famiglia, indetto dal Papa Francesco, iniziato il 30 novembre del 2014 e che terminò con la festa della Presentazione di Gesù al tempio il 2 febbraio 2016. La domanda che il Papa in quell’Anno di grazia rivolse ai religiosi e alle religiose, ai laici che condividono l’ideale, lo spirito e la missione delle famiglie e degli Istituti religiosi, a tutto il popolo cristiano e ai Pastori delle Chiese particolare è “se e come anche noi ci lasciamo interpellare dal Vangelo; se esso è davvero il «vademecum per la vita di ogni giorno e per le scelte che siamo chiamati ad operare. Esso è esigente e domanda di essere vissuto con radicalità e sincerità. Non basta leggerlo (eppure lettura e studio rimangono di estrema importanza), non basta meditarlo (e lo facciamo con gioia ogni giorno). Gesù ci chiede di attuarlo, di vivere le sue parole»” . ...

 
Gesù, il Verbo di Dio fatto uomo, “parla le parole di Dio” (Gv. 3,34) e compie l’opera della salvezza: per mezzo di Lui gli uomini hanno accesso a Dio e sono partecipi della natura divina (cfr 2 Pt. 1,4). Agli angeli è stata affidata la missione di preparare l´umanità per la venuta storica del Cristo Salvatore, sia assistendo al popolo di Israele all’inizio della storia della salvezza sia come ministri delle rivelazioni di Dio.  Quindi gli angeli “lungo tutta la storia della salvezza annunciano da lontano o da vicino questa salvezza e servono la realizzazione del disegno salvifico di Dio” .

Agli angeli è stato rivelato per la prima volta il mistero nascosto in Dio dall’eternità: “Scorgo che gli angeli conobbero per primi il divino mistero di Gesù, mistero d’amore per l’uomo” .

San Gabriele ha un ruolo particolare nel mistero del Figlio di Dio che si è fatto uomo per la nostra salvezza. A lui è stato per la prima volta svelato questo mistero: “Gabriele non ha potuto conoscere i misteri che dallo Spirito Santo” . A lui è stata affidata la missione di annunziare l’Incarnazione del Figlio Dio sia nell’Antico Testamento al profeta Daniele come nel Nuovo Testamento a Zaccaria e alla Vergine Maria.

Egli “annuncia l’epoca precisa della sua venuta; nella pienezza dei tempi viene a rivelare la nascita del Precursore, quindi assiste, celeste testimone, al mistero del Verbo fatto carne” .

La nostra relazione inizia precisamente con gli incontri e le parole bibliche di San Gabrielle a Daniele, Zaccaria e Maria. Dopo questo fondamento biblico il punto seguente sarà il significato del suo nome; poi il significato del suo coro angelico. Quindi il suo culto, la festa quando è celebrato, e il suo patronato. Successivamente ricordiamo che c’è un modo giusto, ma anche sbagliato di invocarlo e pregarlo. In seguito ci riferiamo alla sua vicinanza alla Madre di Dio. Nell’ultimo punto vedremo come l’arcangelo desidera aiutarci nella vita e testimonianza cristiana. San Gabriele è invocato come protettore delle persone consacrate.
San Gabriele è l’Angelo dell’Incarnazione, l’Angelo della parola, della speranza, della pace, della gioia.

1.    SAN GABRIELE E IL PROFETA DANIELE

Quest’orizzonte di speranza porta San Gabriele, quando per la prima volta entra in scena nel libro di Daniele nell’Antico Testamento. È mandato da Dio al profeta Daniele “dall’aspetto d’uomo”, per interpretare le visioni notturne, difficili e misteriose. La prima è sul tempo della fine:

“Mentre io Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla, ecco davanti a me uno in piedi, dall’aspetto d’uomo, intesi la voce di un uomo, in mezzo all’Ulài, che gridava e diceva: Gabriele, spiega a lui la visione. Egli venne dove io ero e quando giunse io ebbi paura e caddi con la faccia a terra. Egli mi disse: «Figlio dell’uomo, comprendi bene, questa visione riguarda il tempo della fine»”(Dn 8,15-17).

Ci interessa capire questo “aspetto d’uomo” dell’angelo. San Girolamo da la seguente spiegazione: “in verità gli angeli non sono uomini, ma appaiono sotto sembianze umane; come ad Abramo, per esempio, apparvero presso la quercia di Mambre tre uomini che uomini evidentemente non erano, tanto che uno di essi venne adorato come il Signore (cf. Gen18,1-3); e per questo anche il Salvatore nel Vangelo dice: Abramo vide il mio giorno e ne gioì (Gv 8,56)” .

Gabriele appare una seconda volta a Daniele per spiegare la visione delle «settanta settimane» e il tempo della venuta del Messia, il sorgimento di un «principe consacrato»:

“Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e quello del mio Dio, mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò più veloce di me: era l’ora dell’offerta della sera. Egli, giunto presso di me, mi rivolse la parola e mi disse: «Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere»” (Dn 9, 20-22).
Gabriele è stato mandato per riferire ciò che non ha capito giacché Daniele è degno dell’amore di Dio, di conoscere i segreti divini e sapere le cose del futuro. San Girolamo scrive che il fatto che Gabriele appaia “non come angelo o arcangelo, ma come uomo, non è affatto per indicarne il sesso bensì le qualità virili. È messo lì appositamente il termine «volare» in quanto era apparso in figura d’uomo; e si specifica nell’ora del sacrificio pomeridiano poiché la preghiera del profeta era durata dal sacrificio mattutino al sacrificio pomeridiano; e fu per questo che piegò verso di sé la misericordia di Dio” .

I due interventi di Gabriele con Daniele sono rilevanti. Per la prima volta nella Sacra Scrittura la figura di un angelo assume un contorno più personale a punto di essere chiamato con un nome, Gabriele. Questo “sta a significare che i messaggeri di Dio operano come esseri singoli, anche se sempre in riferimento a Dio e sottomessi al suo disegno salvifico come esprime il significato dei loro nomi” .Con questa novità nel libro di Daniele di introdurre un angelo con nome di Gabriele (e di un angelo con nome di Michele, il grande principe, cfr. Dn 12,1; 10,16-21), l’angelologia anticotestamentaria entra in una nuova fase. “C’è un salto qualitativo rispetto all’angelologia anticotestamentaria precedente: compare un nome, è arcangelo, ha caratteristiche individuali, porta agli uomini messaggi divini. Sotto questo aspetto esercita una funzione profetica, come latore di un messaggio dall’assemblea o dal consiglio divino” .

Sebbene i nuovi nomi introdotti nel libro di Daniele siano la novità nell’angelologia dell’Antico Testamento, riguardo agli angeli il libro di Daniele “contiene in sintesi tutta la teologia angelica” .

Daniele nato verso il 620 a.C., è l’ultimo dei quattro profeti detti cosi maggiori. Fu deportato a Babilonia tra il 606-605 a.C. Sopravvisse al crollo dell’impero neo-babilonese (539-538), vide ancora i primi anni del nuovo impero persiano: la sua ultima visione è datata dall'anno terzo di Ciro(536). Il nome di Daniele viene dall’ebraico e significa “Dio è il mio giudice”. La sua festa liturgica si celebra il 21 luglio.

2.    SAN GABRIELE E IL SACERDOTE ZACCARIA

San Gabriele è inviato una terza volta nel Nuovo Testamento a Zaccaria quando svolgeva le sue funzioni sacerdotali durante il sacrificio vespertino dell’incenso nel tempio di Gerusalemme. Si presenta come “angelo del Signore” (Lc 1,11) e poi egli stesso si specifica:

“Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio” (Lc 1,19).
L’annuncio è di speranza, la nascita di Giovanni Battista, figlio suo e di Elisabetta, ma anche del compimento della speranza messianica di Israele. Infatti, le parole di Gabriele valgono tanto al livello personale come ufficiale di Zaccaria, il quale sta offrendo il sacrificio di incenso nel santuario nel nome del popolo di Dio. Giovanni avrà la sua missione di
“ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto” (Lc 1,17).
In questo modo, “l’arcangelo Gabriele rivelò al sacerdote Zaccaria che il fanciullo, nato oltre ogni speranza per grazia divina, sarebbe divenuto profeta della redenzione compiuta da Cristo e sarebbe stato destinato a manifestarlo al mondo come portatore del dono divino e umano della salvezza, in virtù della bontà divina” .

L’incredulità di Zaccaria fa cambiare il linguaggio e l’agire di Gabriele: dal “non temere” (Lc 1,12), lo fa restare “muto” (Lc. 1,20). Quest’azione dell’angelo ci dice che noi non possiamo farci illusione circa il potere dei santi angeli! Chi ascolta l’angelo inviato da Dio, ascolta Dio, poiché egli parla nel nome di Dio.

San Gabriele è invocato come il protettore dei sacerdoti ed è rappresentato con alba e stola. Anche Zaccaria viene raffigurato con le vesti e contrassegni sacerdotali, e gli sono dati come attributi l'incensiere e un cartiglio o una tavoletta recante il nome di Giovanni.

Il Martirologio Romano commemora San Zaccaria il 5 novembre, e la basilica Lateranense a Roma custodisce una reliquia del suo capo. Il nome di Zaccaria viene dall’aramaico e significa “memoria di Dio”.

3.    SAN GABRIELE E LA VERGINE MARIA

Dopo che Gabriele ha parlato al profeta Daniele e al sacerdote Zaccaria, una quarta volta interviene per annunziare il mistero divino a una giovane del popolo. Al sesto mese dopo l’annuncio del Precursore di Cristo,
“l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria” (Lc 1,26-27).
S. Gabriele è l’angelo dell’Annunciazione, il messaggero di Dio alla vergine Maria dell’Incarnazione di Dio. A Roma, nella metà del III secolo d.C, all’interno del cimitero di Priscilla sulla via Salaria si trova la prima immagine di un angelo, di un messaggero celeste, inserita nel contesto dell’Annunciazione. L’affresco sta a indicare il momento in cui l’angelo Gabriele annunzia a Maria la futura nascita del Salvatore .
San Gabriele è l’angelo che annunzia il disegno salvifico di Dio:
“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo” (Lc 1,30-32).
Le parole di San Gabriele “delineano già l’altissima fisionomia di Gesù, «grande Figlio dell’Altissimo, erede di Davide, Figlio di Dio»” .
Gabriele è messaggero di Dio, annunziatore della Buona ma anche “il Maestro, il pedagogo, il consigliere” . Quando la Vergine Maria domanda: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”, riceve da San Gabriele la conferma e la spiegazione delle precedenti parole:
“Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra” (Lc 1,35).
Con queste parole, San Gabriele giustifica il suo nome che significa “potenza di Dio”, “forza di Dio”, e questo nome quasi ci dice “che al culmine della creazione, l’Incarnazione è il segno supremo del Padre onnipotente” . Incontriamo San Gabriele nella pienezza dei tempi, al punto più alto della creazione, come angelo della speranza, della speranza assicurata dalla promessa di Dio, e perciò della gioia e della pace. “Laddove la potenza o la forza di Dio siano manifeste, là viene mandato Gabriele. Dunque anche a quel tempo, quando stava per nascere e trionfare sul mondo il Signore, Gabriele andò da Maria e annunciò colui che umilmente aveva accettato di venire a sconfiggere le potenze dell’aria” .

Quest’annunciazione a Maria che inaugura “la pienezza del tempo” (Gal. 4,4) è “attesa dagli angeli come una riabilitazione della donna: una volta un angelo caduto aveva condotto al male una donna, ora è giusto che la salvezza dell’umanità cominci con il colloquio d’un angelo con la donna” .

È questo il motivo per cui il Beato Angelico, Angelicus pictor, inserisce nella sua Annunciazione, dipinta per la chiesa di San Domenico di Fiesole tra il 1430-1432 e ora conservata al museo del Prado di Madrid, l’angelo che scaccia Adamo ed Eva dal paradiso. A sinistra del quadro il Paradiso terrestre originale con il cherubino che conduce all’uscita Adamo ed Eva dopo che hanno peccato; a destra, sotto un portico che fa supporre che sia di un convento, l’arcangelo Gabriele colloquia con Maria. “Dio ha scelto una donna per affidarle il concepimento, la gestazione e la nascita di suo Figlio. Su di lei la colpa del paradiso terrestre non è mai caduta, i suoi sentimenti sono lontani dalla tentazione, il suo agire riflette lo stato primigenio della creazione” . Maria è l’altra Eva, la madre di tutti gli uomini, di tutti i santi e di tutti i peccatori, la nuova madre.

4.    SAN GABRIELE PROTETTORE DELLA VERGINE MARIA

Ogni giorno ripetiamo molte volte il saluto e l’annunzio di San Gabriele a Maria Santissima: Ave, piena di grazia, il Signore è con te (cfr Lc 1,28). È stato lui a insegnarci a dire, Maria piena di grazia. Egli ci ispira una profonda devozione, rispetto e amore per la Vergine Maria. Possiamo dire che Dio gli avrà concesso il conoscere bene l’elevazione di Maria. San Gabriele “era forse l’angelo custode della piccola galilea Maria, come hanno ipotizzato diversi teologi”? . Anche il servo di Dio Frank Duff (1889-1980), fondatore della Legio Mariae dice su San Gabriele che “si suppone generalmente che sia stato l’angelo custode della Madonna stessa” . Anche la serva di Dio Suor Maria Luisa di Gesù Nazareno (1780-1833), afferma nelle sue rivelazioni scritte approvate dal Santo Ufficio il 21 dicembre 1833, che San Gabriele è l’angelo custode della Madonna.

Dello stesso convincimento è la venerabile Maria di Agreda (1602-1665) che nella Mística ciudad de Dios, ampia biografia storico-teologica della Vergine Maria, pubblicata nel 1670, scrive che Gabriele è “l’angelo di Maria” . Quest’angelo, San Gabriele, deve essere molto amato da Dio per essere inviato alla Madonna con il messaggio dell’Annunciazione. Questa considerazione porta a S. Luigi Gonzaga a confermare S. Gabriele come custode della Vergine Maria: “… come affermano alcuni santi, possiamo credere devotamente che –l’Arcangelo Gabriele - fu segnato come custode speciale della Santissima Vergine” .


5.    SAN GABRIELE, IL SUO NOME

Il nome  Gabriele viene dall’ebraico גַּבְרִיאֵל ed è interpretato come “uomo di Dio”, “Fortezza di Dio” . San Bernardo di Chiaravalle spiega che S. Gabriele vuol dire «fortezza di Dio» “sia perché ha meritato il privilegio di annunciare la venuta della Virtù di Dio (il Cristo) sia perché egli aveva l’incarico di incoraggiare la Vergine, per sua natura timorosa, semplice e pudica, affinché non si spaventasse per la straordinarietà del miracolo: ciò che egli fece con le parole: «Non temere, Maria, perché tu hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30)” .

6.    SAN GABRIELE, ARCANGELO

L’espressione άρχ  arcangeloviene dal greco άρχά, archa, che significa “il primo”, “comandare”, e della parola greca ἄγγελος, "ànghelos" che significa “messaggero”.  Così άρχάγγελος è un capo degli angeli .

Il vocabolo arcangelo ricorre due volte nella Sacra Scrittura, nel Nuovo Testamento e sempre in riferimento a Michele: 1 Thess., 4,16 e Iud. 9. La Tradizione cattolica diede l’appellativo di arcangelo a Gabriele .Così scrive San Gregorio Magno (540-604): “Alla Vergine Maria non viene inviato un angelo qualsiasi, ma l’arcangelo Gabriele. Era ben giusto, infatti, che per questa missione fosse inviato un angelo tra i maggiori, per recare il più grande degli annunzi” . Anche Ireneo ricorda che l’angelo Gabriele che esplicò a Daniele le visioni (cfr. Dn 8, 16-26) è “l’arcangelo del Creatore, costui è lo stesso che annunziò come una buona novella la venuta manifesta e l’incarnazione del Cristo (cfr. Lc 1,26-38)” .

7.    SAN GABRIELE, Il SUO CULTO E PATRONATO

Il culto agli angeli è un bene tradizionale del tesoro della Chiesa. I santi angeli sono venerati e imploriamo la loro intercessione . Il fondamento della venerazione agli angeli sta nell’ambito soprannaturale. Il motivo per ammirare, celebrare ed invocare gli angeli è la loro vicinanza a Dio, la perfezione dinanzi a Dio che questi spiriti hanno raggiunto per grazia divina, l’amore a Dio e a noi. Come loro, noi siamo stati chiamati a partecipare un giorno nel regno di Dio.

“Un Concilio tenutosi a Roma nel 745, sotto papa Zaccaria, proibisce di invocare i nomi di Uriel, Raguel, Tofoas, Sabaoth e Simiel, dichiarando che questi presunti angeli sono in realtà demoni. Possono essere legittimamente invocati i nomi di origine biblica: Michele, Gabriele e Raffaele. Nei Concili franchi al tempo di Carlo Magno, come il Concilio di Aquisgrana del 789, non solo si proibisce l’uso dei nomi non biblici, ma viene disposta la scomunica e addirittura la pena di morte per coloro che adorano il grande Uriel. Il criterio determinante è la fedeltà alla rivelazione divina contenuta nei testi sacri”

Il culto a San Gabriele è molto antico. Una festa particolare o una memoria in onore di San Gabriele si celebrava legata alla celebrazione dell’Annunciazione del Signore. Nell’Oriente risale al IV o al V secolo nel giorno del 26 marzo. Nell’Occidente il suo culto è introdotto più tardi. “Nell IX secolo il suo nome appare nell’elenco dei santi collegato alla festa dell’Annunciazione” . Il Papa Benedetto XV nel 1921 stabilisce la festa liturgica in onore di San Gabriel il 24 marzo. La riforma liturgica della Chiesa nel 1969 stabilisce il 29 settembre per commemorare la memoria liturgica dell’arcangelo Gabriele, insieme all’arcangelo Raffaele e all’arcangelo Michele. Nella forma straordinaria del Rito Romano San Gabriele si celebra il 24 marzo.

San Gabriele è stato nominato da Pio XII come Patrono delle telecomunicazioni il 1 aprile 1951 e da Paolo VI Patrono delle poste il 9 dicembre 1972 con una Lettera Apostolica.

8.    L’ANGELO GABRIELE E LA SUPERSTIZIONE PER CHIEDERE AIUTO

Una vera devozione e culto agli angeli deve essere radicata nella Sacra Scrittura, nei Padri della Chiesa e dovrà essere conforme gl’insegnamento della Chiesa e della liturgia. Si tratta di dare un culto agli angeli che si chiama di venerazioni in quanto che a Dio, e solo a Lui, è riservata l’adorazione. Il profeta Daniele si prostra dinanzi a un angelo di Dio (Dn 8,17) ma non glielo adorò. “Infatti altra cosa è l’adorazione di culto ed altra cosa è la venerazione che viene rivolta per onore a persone eminenti per qualche dignità” .

Un culto eccessivo agli angeli può cadere nell’idolatria, che è la più grave forma di superstizione. Onorando gli angeli nel posto di Dio, e questo è idolatria o angelolatria, si cerca di avere l’aiuto di queste realtà sovraumane per orientare le forze interiori dell’uomo di modo che questi diventi un dio in miniatura . Secondo questa linea di pensiero e di spiritualità queste entità, guide, deva , sono sufficienti per soddisfare le necessità materiali e spirituali dell’uomo. Questi “angeli”, infatti, sono demoni!, offrono alle persone una forma di spiritualità che non compromette con Dio né con le leggi divine. Le comunicazioni e contatti con queste energie e esseri per ricevere il saluto, messaggi e risposte da loro (gnosticismo), si fa di un modo superstizioso, mediante pratiche magico-simboliche.
Anche l’angelo Gabriele è invocato secondo questa “magia angelica” per ottenere il suo aiuto. Magia si intende il modo di strumentalizzare le potenze preternaturali per il proprio uso. Mediante l’uso dei metodi e di rituali di rilassamento, dei nodi, di profumi e aromi, con l’acqua, con i cristalli e altri riti, le persone credono che sia garantito un contatto e comunicazione con lui .Difatti, si lasciano ingannare per gli spiriti maligni che fingono di obbedire tramite questi riti. Lo fanno come negozio: ‘dammi la tua anima, e ti darò prosperità, salute, ecc.’

Evidentemente questo modo di invocare gli spiriti conserva “ben poco della religiosità originaria, quella di annuncio e presentazione del soprannaturale. Si assiste aduna banalizzazione dell’angelo ridotto da agente del Dio trascendente a rinforzo dell’io vacillante. Più che l’angelo del Bene, si incontra oggi un angelo del benessere, che promette protezione e felicità terrene. Quello celebrato sembra quasi un angelo che funge da talismano, da toccasana contro i malanni del corpo e della psiche, più che figura che orienta alla fede e all’impegno di autorealizzazione etica” .

9.    SAN GABRIELE E LA GIOIA DELL’EVANGELIZAZIONE

San Gabriele è l’annunciatore della Buona Nuova della salvezza. Ma anche tutti noi siamo chiamati a evangelizzare “in ogni tempo e in ogni luogo, in modo che la fede in Lui si diffonda in ogni angolo della terra” .Come patrono delle telecomunicazioni e protettore delle tecniche audiovisive ci aiuta nella diffusione della fede.

Così egli è l’angelo del gioioso annuncio della verità dell’Incarnazione, che Dio ci ama ed è fedele alla sua alleanza. Gioia che egli porta con sé per essere stato scelto da Dio per proclamare alla Vergine Maria il mistero dell’Incarnazione. Gioia che trasmette alla Vergine Maria quando annuncia a ella il concepimento e la maternità divina: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Gioia che con l’aiuto dell’Arcangelo dovrà riempire i nostri cuori nell’impegno evangelizzatore che inizia nella nostra famiglia: “Il Signore ha voluto che fossimo apostoli di ciò che è positivo, buono, amabile, per vincere con il bene il male. Per quanto è possibile, dobbiamo recare, come San Gabriele, notizie belle per la famiglia e per il mondo. Sono già in tanti a darsi da fare per diffondere il male; da parte nostra mettiamo più impegno a diffondere i beni, cominciando dalla nostra famiglia” .



Preghiera a San Gabriele
San Gabriele Arcangelo,
Tu, Angelo dell’Incarnazione,
fedele messaggero di Dio,
apri le nostre orecchie ad ascoltare i dolci richiami
e gli inviti del cuore amante di Nostro Signore!
Sii sempre davanti ai nostri occhi, ti supplichiamo,
affinché comprendiamo bene la Parola di Dio,
la seguiamo, le ubbidiamo e portiamo a termine
ciò che Dio vuole da noi!
Aiutaci ad essere vigilanti e pronti,
affinché il Signore al Suo arrivo ci trovi desti! Amen.
(Supplica ardente ai santi Angeli)
Ultimo aggiornamento ( giovedě 14 settembre 2017 )
 
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