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BENEDETTA RENCUREL IN LOTTA CON I DIAVOLI Di don Marcello Stanzione PDF Drucken E-Mail
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sabato, 15 giugno 2019
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Benedetta RancurelBenedetta Rencurel, ebbe il grande dono di ripetute apparizioni Mariane che durarono per più di 54 anni, dal 1664 al 1718. Benedetta nacque nel 1647 il giorno della festa dell’arcangelo Michele, nel piccolo paese Saint-Etienne, vicino ad Avencon nel dipartimento Hautes Alpes (Francia), da genitori molto poveri. Benedetta morì all’età di 71 anni, dopo una  santa condotta di vita. I numerosi pellegrini, che a Le Laus si raccomandarono alla Vergine, cominciarono presto ad invocare anche Benedetta e a pregare per la sua beatificazione. ...
 
Riguardo alla sua lotta contro gli spiriti maligni il confidente di Benedetta Rencurel, l’eremita François Aubin precisa: “Benedetta era stata liberata miracolosamente dalle sofferenze che provava il venerdì per tanti anni poiché aveva chiesta alla Vergine, altre prove che non potessero vedere i suoi vicini”. E’ allora che manifestazioni paranormali, del tutto straordinarie e qualificate come sataniche invadono la sua vita. Che accade nella vita di Benedetta? Non si può negare che forze sataniche si sono accanite sulla veggente del Laus, con a momenti una violenza terrificante. Ella ha imparato a distinguere tra gli spiriti; la sua Missione le ha permesso di affinare quel discernimento spirituale. Il suo dono di penetrazione delle anime e delle coscienze l’ha rafforzato. Vi sono anche tutti quei pellegrini che vengono a vederla dicendosi vittime di Satana… Occorre fare il vaglio. Ella parla con essi… I cappellani intervengono. La Vergine e l’Angelo la consigliano. Quando Benedetta accusa i demoni, si è in diritto di pensare ch’ella sappia, per esperienza, di cosa parla.

Che sia stata influenzata dalla cultura dell’epoca, è naturale, ma che sia stata vittima dei suoi fantasmi od illusioni è molto poco probabile in un campo in cui ella manifesta una sì grande vigilanza. Rimane che tali diagnosi siano delicate nella misura in cui esse poggiano non già su delle acquisizioni scientifiche, ma su di un discernimento spirituale.

Un giorno il suo confessore, Pierre Gaillard, impressionato dalle sofferenze che subisce, le chiede quale sia stato il più duro: le crocifissioni mistiche o gli attacchi demoniaci? Benedetta si mette a piangere… Quei pianti presso una donna tanto indurita al dolore dalle mortificazioni, e che non ama mostrare quello che risente, sono significativi.

Non vi è nessun paragone possibile, finisce ella col rispondere. Le stimmate mi facevano soffrire ad iniziare dal giovedì e fino al sabato mattina poi mi lasciavano libera, nel mentre che le persecuzioni dei demoni sono continue e non mi lasciano quasi nessun riposo. Io non so l’ora nella quale verranno, né cosa mi faranno la prossima volta… Sono sempre inquieta. Ma poiché Dio vuole che sia così io devo accettarlo altrimenti l’offenderei ed è ciò che mi fa più paura”.

E’ una tortura allo stesso tempo mentale e fisica: ella non è solamente stressata, angosciata, sotto pressione, ma anche ferita, talvolta anche abbastanza gravemente. E’ un calvario per lei, resistere alle “tentazioni”, alle “manovre” od alle “minacce” di quegli spiriti malefici. Ci sembra tanto più eroica quando confessa umilmente che ha paura dei demoni.

Il 24 maggio 1671 ella chiede alla Vergine se il demonio può avere potere sulla sua anima. E’ come dire il suo grado d’inquietudine. “No, figlia mia, le risponde, se non lo volete”.

Benedetta è nella sua stanza il 12 marzo 1681, quando un demonio le appare e minaccia di ucciderla. L’Angelo interviene: “Tu non le farai affatto del male!”. “La ucciderò! A causa sua io perdo tante anime”, urla prima di scomparire.
Allora, l’Angelo la consiglia: “Abbiate coraggio e non abbiate paura in questa specie di combattimento! Fate ricorso alla preghiera ed all’acqua benedetta. Dite al demonio che non ha alcun diritto e che non può farvi nulla”.

A partire dal 1684, una tappa è attraversata nell’intensità e la ripetizione di quegli attacchi: Benedetta afferma ch’ella è trasportata in diversi luoghi dai demoni.
Le manifestazioni malefiche più spettacolari e misteriose sono certamente quei trasporti, che si producono unicamente la notte. Quando lei è sveglia, si difende e respinge i demoni aspergendoli di acqua benedetta, ma essi vengono a sorprenderla durante il sonno. Essi la portano con loro senza che possa resistere. Si risveglia giusto prima della sua partenza quando è troppo tardi e li sente urlare ancora una volta, che la “uccideranno”.
Quando sono due “uno la prende sotto le braccia, l’altro dalle ginocchia, al rovescio, col volto verso il cielo”, quando non ce né che uno “egli la getta sulle sue spalle come un sacco di grano”. Ella non sa mai come lasci la sua stanza in ragione di una strana assenza ch’ella mette sul conto della paura. Si chiede se passi attraverso il condotto del camino o dalla finestra…

E’ allora che è trasportata in aria “così rapidamente che risente un grandissimo dolore alla testa ed agli occhi che restano arrossati l’indomani”. La pastora descrive, in un modo turbante, gli effetti prodotti da un’accelerazione tale come può produrne la moderna tecnologia. I demoni la tengono così solidamente tra le “loro grinfie” che i loro “pizzicotti” le lasciano dolorose piaghe.
Infine vi è l’arrivo, l’atterraggio, si potrebbe dire. Non trascorre mai in dolcezza. E’ sempre un momento critico. Al momento di ogni trasporto in effetti “essi la lasciano cadere sulla pancia, sul dorso, sul lato o sui piedi sia su di una roccia, in un roveto, su del legname che si ha tagliato…”, racconta Pierre Gaillard. Ella si ferisce più o meno gravemente. Alcuni giorni ha delle piaghe “impressionanti” e perde “molto sangue”.

E’ condotta per lo più sui fianchi della montagna che si trova a nord, di lato alla cappella di Nostra Signora dell’Érable o su di una roccia riconoscibile tra tutte, che si chiama “la roccia in cui l’aquila fa il nido”, ma non sono le sole destinazioni di quegli strani peripli notturni. Pierre Gaillard afferma ch’ella è condotta un po’ dappertutto “nella montagna”, fino alla cima di San Maurizio al di sopra di Santo Stefano d’Avançon o sulla montagna di Theus, per esempio.

Un giorno ella chiede ad uno spirito malefico perché la porti in tale luogo piuttosto che in un altro. “Perché così mi piace, risponde narcisamente. Io ti tenterò e ti perseguiterò fino alla tua morte. Tu sarai disperata…”. Notiamo che i demoni la sbattono sempre allorché Cristo, la Vergine e gli Angeli la abbracciano. Gli attacchi verbali si moltiplicano incessantemente: i demoni la insultano, la minacciano, la prendono in giro… Essi cercano di turbarla facendole delle “rivelazioni” sulla vita privata di persone ch’ella conosce. Nel mentre che è in aria e che la tengono fortemente nelle loro grinfie essi le ripetono: “Se non obbedisci ti uccideremo!”. Siccome ella non reagisce, cambiano strategia e le svelano le colpe commesse da dei sacerdoti ch’ella conosce o le tengono “delle proposte degradanti” per turbarla. Benedetta resiste loro ed immancabilmente lo stesso scenario si riproduce: essi l’abbandonano in piena notte nella montagna.

Quei trasporti sono particolarmente penosi in inverno, nel freddo e la neve, tanto che, non lo dimentichiamo, ella è leggermente vestita, essendo stata prelevata durante il suo sonno, il che fa dire a François Aubin che “se Dio non l’avesse preservata per miracolo, sarebbe morta di freddo diverse volte”.

La pastora si ritrova la maggior parte del tempo in dei posti scoscesi o quasi inaccessibili, ma il suo Angelo vigila e se necessario viene a cercarla come i demoni l’abbandonano. Quando ella s’inquieta per il suo ritardo, egli la rassicura al suo arrivo e le rimprovera di essere impaziente! La aiuta a riguadagnare la sua stanza, e se necessario la porta, la illumina, le mostra la via…

Così il 16 settembre 1701, Benedetta si trova con una notte senza luna sulla “roccia dove dorme l’aquila”. Siccome le è impossibile orientarsi e vedere la via, “l’Angelo le appare con una grande torcia che illumina tutto il vallone del Laus e le montagne circostanti”. Un oratorio è stato edificato lungo il cammino che porta al colle di Rambaud per ricordare la scena. Il monumento ospita una statua della Vergine in una nicchia aperta su tre lati, ed in cima ad una colonna posta su quella nicchia, un Angelo in bronzo porta una torcia in mano.

I demoni la malmenano spingendola dall’alto di una roccia o sulla scoscesa bruta. Una notte ella si farà alla mano una grande piaga che impiegherà due mesi nel cicatrizzarsi e ne guarderà un dolore che ritornerà ad ogni cambiamento di tempo. In generale l’Angelo le indica “come deve curarsi”, cosa che le permette di non attirare l’attenzione di un medico.

Una sera, trasportata in aria, ella passa “al di sopra della casa dei sacerdoti” che riconosce e si mette ad urlare per prevenirli. “Essi la sentono, si levano ma non la trovano”, dice Pierre Gaillard. Hanno veramente riconosciuto la voce di Benedetta o si sono detti dopo che le urla che avevano sentito erano le sue?
Quel giorno, ella è trasportata sulla montagna di Puy-Cervier, spinta nella discesa, fatta una caduta e si ferisce alle spalle. “Non è niente, le dice uno dei demoni, tu sei in nostro potere, noi ti faremo soffrire ancor di più di quanto non abbia mai sofferto nessun’altra creatura… Nessuna parte del tuo corpo sarà risparmiata”. Ella replica loro: “Poco importa quello che potete farmi, anche se subissi tutti i supplizi e le pene che i martiri hanno sofferto”. Sentendo quella risposta, essi scompaiono lasciando dietro di loro degli odori nauseabondi.

Pierre Gaillard sottolinea che un intervento od un’azione particolarmente positiva di Benedetta durante la giornata precedente influisce sul comportamento di quelle forze sataniche, come se essi volessero vendicarsi del bene che ha fatto.
Una sera, dei demoni la portano “all’Inferno”. Ella vi vede delle persone che conosce “in mezzo alle fiamme da cui emergono” fino alla cintura. Quella visione è stata breve, pare. Due Angeli sono venuti a cercarla e l’hanno riportata sulla Terra, dicendole: “Avete visto figlia mia quelle fiamme e quei fuochi!... Dio ha permesso ciò affinché abbiate compassione per i peccatori. Per stanca che siate, pregate sempre per essi, non foss’altro che dicendo cinque Padre Nostro”. François Aubin confida ch’ella era molto scossa raccontandole tutto ciò piangendo.

Tra il 1688 ed il 1692, quei trasporti hanno luogo generalmente due o tre volte la settimana, ma talvolta “tutte le notti”. Essi proseguiranno al di là di quel periodo. François Aubin ne censisce “almeno cinquanta all’anno” tra il 1692 ed il 1709. Gli ultimi trasporti che ci sono riportati intervengono durante l’estate del 1710, ma non sappiamo se siano continuati fino alla sua morte nel 1718.
Che accadeva, realmente, durante quelle notti? Quali furono quei viaggi sui quali Benedetta non ha voluto dilungarsi e che ha avuto anche, secondo François Aubin, suo confidente, “molta pena nel narrare?”.
Non è senza interesse notare che Benedetta non si è mai pronunciata sulla realtà stessa di quei trasporti. Per lei è evidente! Ma che cos’è evidente?
Di quali elementi oggettivi noi disponiamo? Molto pochi a dire il vero. E’ chiaro ch’ella da il parere ai suoi vicini di aver vissuto una vera avventura e che lei non li dissuade… Alcuni testimoni affermano di averla vista rientrare all’alba. Da dove veniva? Non l’hanno interrogata in quel momento.

Comunque sia, questo dibattito sulla realtà dei trasporti è necessario? La domanda si pone veramente nel sapere se Benedetta sia stata materialmente trasportata o meno nella montagna? Noi siamo tanto più inclini a pensare di no, che nessun elemento decisivo permette di ritagliare e che pare più saggio lasciare questo dibattito tra parentesi. Ricordiamo che i mistici hanno spesso indicato sull’esempio di Marthe Robin che le “visioni interiori” sembrano “più vere” di quelle che si manifestano “realmente”. Di quale realtà si tratta? Le aggressioni demoniache di cui Benedetta è il bersaglio si producono soprattutto nella sua stanza. “Il demonio l’ha sovente battuta e lasciata come morta per impedire ch’ella esegua gli ordini di Dio”, riporta Pierre Gaillard. Egli la trascina o la proietta a terra. Vi sono dei testimoni, o più precisamente delle persone che sentono dei rumori e delle grida senza poter entrare poiché la porta è chiusa. Una sera di dicembre 1707, un demonio tenterà di precipitarla nel fuoco del camino. Dei passanti la sentono gridare ma non possono entrare per venirle in aiuto. Come il demonio lascia la camera, Benedetta apre loro. Ella ha il braccio bruciato. La si cura. Quella ferita metterà molto tempo per cicatrizzarsi e la farà enormemente soffrire.

Più di trenta volte, riporta François Aubin, essi hanno preso una sembianza umana”. Una notte, verso le due del mattino, ella sente bussare alla sua porta, va ad aprire e scopre una ragazzina sola nella notte, sotto la neve che sta per cadere. Le propone di entrare. Non appena ella richiude la porta la ragazzine si trasforma in un gigante interamente nudo col volto coperto da imponenti baffi. Benedetta si appresta ad aspergerlo con l’acqua benedetta ma prima che vi pervenga, egli scompare lasciando un odore pestilenziale dietro di lui.

Il 10 agosto 1687, ella trova di nuovo davanti alla porta della sua stanza, poco prima dell’alba questa volta ed allorché ella si reca alla prima messa, un bambino nudo che sta piangendo. E’ sconvolta, lo prende nelle braccia e lo avvolge nel suo grembiule per riscaldarlo e va in chiesa con l’intenzione di avvisare i sacerdoti. Vi entra recitando il Credo, ma non appena ha iniziato quella preghiera il bambino scompare “lasciando una fiamma di fuoco ed un odore cattivissimo”.

Le forze del Male si danno a vere messe in scena. Un giorno, quattro demoni entrano nella sua stanza. Hanno la sembianza di due uomini e di due donne che prendono pose provocanti per eccitarla. Constatando il poco effetto che producono, essi la trasportano sulla “roccia dove l’aquila riposa”, la “pizzicano” ancor più fortemente che di norma e la lasciano “mezza morta”.

Il demonio prende aspetti molto diversi, generalmente mostruosi, nello scopo evidente di terrificare. Talvolta il suo volto è annerito, coperto da un grande baffo; ha un cappello rosso, “occhi rossi ed nascosti” e mani come “grinfie d’aquila”. Anche una lunga coda. E’, sembra, sotto questo aspetto che la trasporta in aria.
Questi spiriti malefici si presentano sotto la forma di animali: cani, cavalli, asini, rospi, capre… più o meno deformi e mostruosi. Un mattino, risvegliandosi, ella scopre nella sua stanza un serpente lungo circa una quindicina di metri, grosso come il braccio con una testa di cagnolino. Come lei cera l’acqua benedetta, il serpente grida: “Se ne prendi, ti divoro!”. Benedetta non esita, lo asperge. Il serpente sputa delle fiamme e scompare.

Alla Croce d’Avançon, essi vengono a disturbarla quando prega. “Ha spesso visto e sentito dei lupi che lanciavano urli orribili e sputavano grandi fiamme per distoglierla, intimidirla, farle paura ed impedirle di andarvi di notte”, racconta Pierre Gaillard.

Questi spiriti malevoli possiedono un’arma ancor più temibile delle minacce o della paura, è la tentazione. Essi cercano, in mille ed un modi, di far nascere in lei il desiderio, chiaramente banalizzando la porcheria, la menzogna, il crimine… Ella ingaggia incessanti combattimenti interiori di fronte a quei persecutori che seminano il turbamento e la confusione, suscitano l’odio, maneggiano i ricatti, creano il disordine…

Come lottare se non nella preghiera e con le armi della fede, ma anche, come lo si fa normalmente all’epoca, praticando degli esorcismi? I Manoscritti ne parlano poco, certamente perché il soggetto è delicato in questa fine del XVII secolo segnato da tanti oltraggi in questo campo. Oltraggi che hanno portato Luigi XIV a vietare gli esorcismi in pubblico. Noi sappiamo comunque che i sacerdoti del Laus hanno esorcizzato (in privato) Benedetta a diverse riprese. François Aubin, che ne fu testimone, precisa: “Il demonio la solleva con tanta violenza che tre persone molto forti hanno avuto tantissima difficoltà a mantenerla”. Dopo l’esorcismo, ella è lasciata “come morta”.

La Missione di Benedetta comunque non è per nulla intaccata da quelle aggressioni malefiche e le devozioni si svolgono normalmente.
 
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