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VARIE INTERPRETAZIONI SUL NUMERO 666
PADRE ALESSIO PARENTE E GLI ANGELI Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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sabato 02 maggio 2020

PADRE ALESSIO PARENTE E GLI ANGELIPadre Alessio Parente al secolo Antonio, figlio di Luigi e Teresa Pisano nacque nel 1933 a Montefusco in provincia di Avellino e morì il 6 gennaio 2000 all’età di 67 anni. Dal 1958 al 1961 ebbe incarico di sacrista e poi dal 1965 al 1968 fu assistente alla cura personale di san Pio da Pietrelcina e fu un testimone chiave nel processo di beatificazione del cappuccino del Gargano. Fu un apprezzato conferenziere di lingua inglese sulla vita di Padre Pio e scrisse due libri di successo su Padre Pio e gli angeli e un altro su padre Pio e le anime del purgatorio. ...

Il 23 settembre del 1968, anche padre Alessio apprenderà, come è successo per altri confratelli, la notizia della morte di Padre Pio  mentre era in viaggio. All’epoca, infatti, soggiornava ancora in Irlanda, dove l’annuncio della dipartita verrà comunicato per mezzo della radio nazionale con questa frase: “ il celebre frate stigmatizzato del Gargano, Padre Pio è morto”. Quella morte di cui Padre Pio non aveva alcun timore, lo aveva infine raggiunto, tanto che nei ricordi di padre Alessio, ritorna sovente la testimonianza di averlo ascoltato più volte mentre chiedeva al padre Guardiano “ l’obbedienza di morire, come una grazia”. E vogliamo immaginare che padre Alessio, in quel momento, si sia lamentato con Padre Pio, di non avergli mandato il suo Angelo custode ad avvisarlo. Si, proprio il suo Angelo custode, perché  sebbene in tanti abbiano parlato di Padre Pio e dell’Angelo custode, chi ha legato il suo nome ai racconti di Padre Pio e dell’Angelo custode è stato proprio padre Alessio , che ha scritto uno dei libri più conosciuti sul nostro santo, intitolato “ Mandami il tuo Angelo custode” e tradotto in tante lingue, perfino in giapponese, insieme all’altra sua famosa opera , “ Padre Pio e le anime del Purgatorio”. Padre Alessio renderà la sua testimonianza al processo per la causa di beatificazione il 5 dicembre del 1983, e in questa occasione come altre, non mancherà di sottolineare quanto il frate di Pietrelcina, fosse legato alla devozione dell’Angelo custode, tanto che quando qualcuno gli faceva notare che non poteva più recarsi in visita a san Giovanni perché lontano, Padre Pio rispondeva semplicemente: “Mandami il tuo Angelo custode”. Un giorno, mentre il Servo di Dio era seduto nella veranda vicina alla sua stanza, padre Alessio approfittando della solitudine gli chiese dei consigli di come rispondere ad una lettera che aveva ricevuto. Il Padre però senza mezzi termini lo implorò di essere lasciato in pace: “Non vedi che sono sempre occupato?”. Padre Alessio perplesso farfuglio tra sé: “Ma che sta facendo, muove la corona e dice che è occupato!”. Però appena fatta questa sta mormorazione mentale, il Padre intervenne bruscamente: “Non hai visto tutti questi Angeli custodi dei miei figli spirituali che vanno e vengono e non mi hanno lasciato in pace un momento?”. Poi però non esitò a dargli la risposta da allegare a quella lettera. Padre Alessio narra che spesso si trattava di consigli semplici, fatti di poche parole, ma sempre ricchi di sapienza e di semplicità, liberi da ogni formalismo e sotterfugio.

Scrive testualmente padre Alessio: “Anch’io ho scoperto il mio segreto custode. Prima che fossi con Padre Pio sapevo  della sua esistenza  della dottrina cristiana, ma non davo nessuna  importanza al fatto che con me, accanto a me, vi era  un altro essere, datomi  da Dio, nel suo grande amore, perché seguisse i miei passi. L’angelo era per me un essere “astratti”, o, se si vuole, culturale o virtuale, come si dice oggi, oggi, nel senso che secondo me non entrava nelle faccende e nei fatti della mia vita, come non vi entravano affatto Carlo Magno e Dante Alighieri, di cui non ho mai messo in dubbio l’esistenza.  Non avevo, né mi ero mai preoccupato di cercarla e trovarla, la via per mettermi in contatto con lui. Sembrava che non ne sentissi neppure il bisogno. E debbo sinceramente riconoscere che vivevamo due vite separate: separate in casa, come si dice oggi. Padre Pio mi ha aperto, gli occhi. Padre Pio parlava sempre degli angeli, e dell’angelo custode in particolare. All’inizio non capivo ( non avevo letto i suoi scritti). Ma quando poi ho constatato che molte corrispondenze tra lui e i suoi figli spirituali avvenivano tramite i reciproci angeli custodi, ho aperto gli occhi ed ho scoperto il mio angelo protettore accanto a me. Da allora sento di muovermi con più sicurezza su questa terra. Certo, io e il mio angelo non formiamo quella coppia formidabile che si era costruita tra Padre Pio e il suo angelo custode: io non ho compiti particolari nella chiesa e il mio angelo si adegua alle mie umili funzioni di servizio. Forse anche lui, il mio angelo, non e importante  come quello di Padre Pio, però ci vogliamo bene lo stesso. Io, poi, quando ho bisogno di qualcosa, lo mando da Padre Pio, come ci ha insegnato a fare quando era in vita. Infatti a chi non poteva venire personalmente a chiedere le sue preghiere, era solito dire: “Mandami il tuo angelo custode”.

 
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