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VARIE INTERPRETAZIONI SUL NUMERO 666
GLI ANGELI NELLA VITA DELLA CHIESA Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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lunedì 18 maggio 2020

GLI ANGELI NELLA VITA DELLA CHIESAIl paragrafo 334 del Catechismo della Chiesa Cattolica ci parla dell’aiuto misterioso e potente degli angeli alla Chiesa:

Da qui al Giudizio, tutta la vita della Chiesa beneficia dell’aiuto misterioso e potente degli angeli (Atti 5,18-20; 8, 26-29; 10, 3-8; 12, 6-11; 27, 23-25).

 La Bibbia consacra 437 versetti agli angeli, 11 ai demoni e 170 a Satana ed alle potenze simboliche del male, in totale 718 versetti e più di 850 citazioni di spiriti puri.  ...

 
San Giovanni parla degli angeli e del coro degli angeli nell’Apocalisse, in cui noi vediamo degli angeli strettamente mischiati alla vita della Chiesa. Gesù stesso rivela l’aiuto degli angeli di cui beneficiano i bambini, poiché:

“I loro angeli nei cieli vedono costantemente il volto del Padre mio che è nei cieli” (Mt.18, 10).

Gli Atti degli Apostoli dimostrano gli angeli che li incoraggiano e li liberano dalla prigione.

Santa Caterina da Siena scrive verso il 1370 nel suo “Trattato della Provvidenza”:

Talvolta comunque la Provvidenza si eserciterà verso i miei grandi servitori senza passare attraverso la creatura, direttamente, così come tu l’hai provato tu stessa e così come l’hai sentito dire dal tuo glorioso padre San Domenico questo benamato servo che, un giorno dei primi tempi dell’ordine, allorché i suoi monaci, al momento del pranzo, non avevano nulla da mangiare, disse pieno di fede e certo che io lo soccorrevo: “Figli miei, sedetevi”. Obbedienti, i monaci si sedettero davanti alla tavola. Allora, io che aiuto quelli che sperano in me, inviavo due angeli portatori di pani bianchissimi, ed in sì grande quantità che essi ne ebbero per diversi pasti. Ecco un esempio in cui la mia Provvidenza si è esercitata senza il mezzo dell’uomo, ma con la clemenza dello Spirito Santo.

Quanto al cardinale San Roberto Bellarmino, egli scrive nel 1600 in: “La salita dell’anima verso Dio”:

Vi sono dunque in ogni regno due re: l’uno, visibile, l’uomo; l’altro, invisibile, l’angelo. Ed in ogni chiesa, vi sono due vescovi, l’uno, visibile, l’uomo; l’altro, invisibile, l’angelo. E nella Chiesa cattolica, universale, vi sono due sovrani pontefici, costituiti sotto Cristo: l’uno, visibile, l’uomo; l’altro, invisibile, l’angelo. Noi crediamo che quest’angelo è San Michele. La Sinagoga di una volta, lo venerava come il patrono degli israeliti; la Chiesa, di ora, lo venera come quello dei cristiani.

Paolo VI aprendo il 29 settembre 1963 la 2^ Sessione del 2° Concilio del Vaticano disse:

E’ per noi una gioia aprirla oggi sotto l’egida dell’arcangelo San Michele, protettore celeste del popolo di Dio.

Il paragrafo 335 dice che gli angeli partecipano alla liturgia della Chiesa:

Nella sua liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; essa invoca la loro assistenza (così nel In Paradisum deducano te angeli … della liturgia dei defunti, od ancora ne “L’Inno cherubinico” della liturgia bizantina, essa festeggia più particolarmente la memoria di alcuni angeli: San Michele, San Gabriele, San Raffaele, gli Angeli Custodi).

San Giovanni Crisostomo parla della compagnia degli angeli a Messa ed il Catechismo degli angeli del Monastero Santa Maddalena del Barroux, spiega perché:

Nell’Antico Testamento, Dio appariva contornato dai suoi angeli di cui fa i supporti del suo trono e le colonne della sua gloria; ma essi si svolgono subito in un universo inaccessibile. Nel mentre che lo statuto della Nuova Alleanza implica un cambiamento radicale; le liturgie eucaristiche danno oramai accesso al Santuario celeste; le frontiere del mondo visibile e del mondo invisibile si cancellano e gli angeli circolano in mezzo alle nostre assemblee. Intorno all’Agnello immolato e vittorioso, diventato il centro dell’unica liturgia, gravitano gli angeli e gli uomini, mischiando la loro voce in una comune adorazione. Questa fusione delle voci del cielo e delle voci della terra, di cui parlano i nostri prefazi, era impensabile nella religione di Israele, poiché il cielo non era ancora aperto. La liturgia ebraica era “imitazione”, non “partecipazione”. Essa era “l’ombra” della realtà.

La Lettera agli Ebrei esprime questa novità assoluta dell’Eucarestia:

Voi non siete lontani da una realtà palpabile: fuoco ardente, oscurità, tenebre, uragano, rumore di tromba e clamore di parole (…). Ma vi siete avvicinati alla montagna di Sion ed alla Città del Dio vivente, della Gerusalemme celeste, e delle miriadi di angeli, riunione di festa, (…) (Ebr.12, 18-22).

Erik Peterson nel suo libro degli angeli apparso nel 1954 aggiunge:

La riunione della Chiesa è sempre accompagnata dall’apparizione degli angeli, che venendo dalla città celeste, danno alla Chiesa il suo carattere di grandezza ufficiale.

Quando si incensa l’altare, si invoca San Michele ed è a lui che la preghiera eucaristica chiede di portare il corpo ed il sangue di Cristo in presenza della gloria di Dio sul suo altare celeste.

In cielo, l’adorazione degli eletti si unirà a quella degli angeli poiché Cristo ha detto:

Alla resurrezione, in effetti, non si prendono né moglie né marito, ma si è come degli angeli nel cielo” (Mt. 22, 30).

 
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