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IPOTESI DI UN CAMMINO DI FEDE CON SAN MICHELE Di Andrea FRANCHINI PDF Stampa E-mail
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lunedì 18 maggio 2020

IPOTESI DI UN CAMMINO DI FEDE CON SAN MICHELEDon Marcello Stanzione è l’autore del libro “ Pellegrino tra i santuari dell’Arcangelo Michele. La linea angelica” edito dall’editrice Sugarco di Milano. I Messaggeri celesti sono abituati a lasciare un segno del loro passaggio sulla Terra. Un modo per la sciarci una traccia, un sentiero da seguire, o di mandarci messaggi che solo alcuni sanno interpretare di vicinanza , di protezione: il nostro mondo terreno ne è pieno, e Michele, Arcangelo supremo e capo della loro schiera, ce ne ha lasciato uno molto speciale, sul cui significato in molti si sono interrogati, negli anni. ...

 
Si tratta  di quella che gli anglosassoni chiamano Leyline, Linea sacra o Linea angelica: un asse perfetto e perfettamente tracciato tra Europa e Asia, una linea retta idealmente infinita che unisce i punti di una devozione  senza confini, nel tempo e nello spazio. Sette luoghi sacri, dalla gelida Cornovaglia al Monte Carmelo arso dal sole della Galilea, luoghi segnati dal passaggio dell’Arcangelo. Uniti da una perfetta linea retta, che traccia il corso del Sole nel giorno del solstizio d’estate, questi luoghi raccontano una storia antica e misteriosa, di cui possiamo solo provare a decifrare il significato, ma che custodisce un segreto antico quanto è antico il Mondo. Una risposta, forse, o almeno un indizio lo possiamo scorgere studiando la storia e le caratteristiche di questi luoghi magici e occulti. I sette luoghi sono disposti su una linea perfettamente dritta, antica direttrice di pellegrinaggi che coinvolgevano migliaia e migliaia di fedeli. Qual è il significato di questo misterioso allineamento? La tradizione cristiana ha una sua risposta: all’alba della storia, prima ancora che esistesse l’uomo, il Bene e il Male lottarono per il dominio sull’Universo. Michele, Arcangelo a capo delle schiere celesti, combattendo contro l’angelo caduto Lucifero , gli inferse l’ultimo colpo di spada che segnò la vittoria del bene, imprimendovi tanta forza da lasciarne sul terreno un solco. Lungo questo solco sono sorti, in luoghi impervi e ardui da raggiungere, i suoi sette santuari principali, a cavallo tra Europa e Asia. Partiamo da Skellig Micael ( la roccia di Michele, in lingua  gaelica antica). Una manciata di rocce impastate a scagliate  in mezzo all’Atlantico, che ne bagna furiosamente gli aspri strapiombi. Questa specie di “ scoglio sacro”, del tutto privo di decorazioni e arredi sacri, è raggiungibile soltanto nei giorni di mare calmo, ed è certamente il più remoto di tutti i luoghi dedicati all’Arcangelo Michele, e alla devozione nei suoi confronti. Qui sorge un monastero cristiano risalente al 588, quando i primi abitanti cristiani dell’isola decisero di rendere un voto all’Angelo supremo. La storia dietro la costruzione di quest’edificio è comune a molti  dei luoghi di culto che passeremo in rassegna in questo viaggio: qui san Patrizio, vescovo a cui si deve la diffusione della religione cristiana in Irlanda ( terra in cui i culti pagani e celtici erano ancora ben radicati all’inizio del medioevo), ricevette dall’Arcangelo, nel corso di un’apparizione , la missione di liberare l’Irlanda dalle presenze demoniache di cui era infestata. In seguito a questo episodio venne eretto il monastero, in uno stile scarno e spartano, del tutto coerente con le necessità di difesa e protezione tipiche del medioevo: un isolotto in mezzo al nulla per cercare  silenzio e spiritualità, una cinta muraria necessaria a difendersi dalle scorrere dei pedoni dei mari, pozzi per l’acqua e grandi croci in pietra. A svettare, monumentale, sul complesso, la cappella di S. Michele, meta ultima dei tanti pellegrini che, come raccontava ancora agli inizi del Novecento il poeta George  Bernard Shaw, “fanno stazioni a ogni gradino, strisciano in antri bui ad altitudini impensabili, e baciano pietre di panico che si gettano a 700 piedi d’altezza sull’Atlantico”.  D’intorno, un silenzioso e sommesso cimitero rende l’atmosfera ancor più straordinaria e magica. Poco più giù, verso Saint Michael’s Mount, un’abbazia benedettina eretta su un isolotto al largo delle coste della Cornovaglia, nel sud dell’Inghilterra. Qui San Michele apparve nel V secolo a un gruppo di pescatori, ordinando loro di erigere una chiesa. Questo luogo di culto si trova a pochi chilometri da Stonehenge: il che sembrerebbe essere un punto a favore di coloro che affermano la teoria “ esoterica” per cui la Linea di San Michele sarebbe un percorso di energia primordiale nelle vene della Terra. Anche Saint Michael’s Mount è stata nel Medioevo un’importante meta di pellegrinaggi, che ha attirato pellegrini da ogni angolo d’Europa. Fino a che, in seguito allo scisma tra Chiesa  anglicana e cattolica del XVI secolo, i monaci non vennero  cacciati per decreto di Enrico VIII e l’abbazia fu trasformata in fortezza. Oggi è diventata una dimora signorile, in seguito alla vendita da parte della famiglia reale per finanziare le guerre contro la Spagna nel XVII secolo, ma i segni del passaggio dell’Arcangelo sono ancora tangibili nelle sculture e nelle architetture che raccontano storie di un mondo antico e occulto. La nostra Linea retta ci porta poi a Moint saint Michel, in Normandia, un luogo che appare incantato anche solo alla vista. Un maestoso santuario dedicato all’Arcangelo Michele fu eretto, qui, su un isolotto collegato alla terraferma solo da una sottile lingua di terra che appare a pelo d’acqua e viene completamente inghiottita dai flutti con l’alta marea. Non meno singolare è la leggenda per cui il vescovo locale, Sant’Auberto, ignorò per due volte le esortazioni dell’ Arcangelo a erigere una chiesa in suo onore. Fino a che, la terza volta, San Michele non si decise a toccargli la  base del cranio con la punta ardente di una delle sue dita. Il cranio fu perforato ( e tutt’ora è conservato, il foro ben visibile all’altezza della nuca, come reliquia) ma  miracolosamente Auberto  ne uscì illeso. Illeso, ma ben convinto e solerte- s’intende- a costruire la chiesa in onore di Michele. In seguito Auberto inviò delegati  in Puglia , presso il Monte Gargano ( dove sorge e sorgeva il più importante dei santuari per San Michele, di cui parleremo più avanti) per riceverne una reliquia: arrivò, in effetti un pezzo del mantello dell’Angelo. L’Abbazia fu in seguito ampliata, restaurata, cinta da un complesso di difesa e rinnovata lungo un periodo durato quasi mille  anni. oggi, quella che gli autoctoni chiamano “ la piramide dell’Angelo” è a buon diritto una delle più straordinarie meraviglie d’Europa. Al centro della Linea sacra di San Michele si trova uno dei luoghi più iconici e sacri d’Europa, un vero e proprio chakra, centro energetico del vecchio continente. La sacra di San Michele è un complesso architettonico che si staglia contro il cielo dal monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa, in Piemonte. Anche l’origine di questo luogo, che si trova sul percorso della Via Francigena battuta da pellegrini di ogni angolo d’Europa ( soprattutto in passato), è legata all’intervento di un gruppo di Angeli: il costruttore iniziale della Sacra, san Giovanni Vincenzo, stava raccogliendo e sistemando una sopra l’altra delle grosse pietre, in cima al monte Caprasio. Ma  non riusciva a capire perché, ogni mattina, trovava azzerato il lavoro dal giorno prima. Ina notte stette sveglio: ciò che vide fu una schiera di Angeli che spostava le pietre dalla loro collocazione, fino in cima al Pirchiriano. Lì, il costruttore si convinse infine a edificare la Sacra. Un complesso monumentale e sontuoso, la cui storia affonda le sue radici nell’origine del culto di san Michele in Val di Susa, nell’alto medioevo, ma che ha poi subito innumerevoli variazioni prima di presentarsi nella mastodontica forma che ha oggi, vertiginosa e fortificata. Il luogo è magico, ricco di simbolismi occulti e arcani, e angoli nascosti, suggestivo al punto da essere d’ispirazione per le ambientazioni scelte da Umberto Eco nel suo best-seller “ Il nome della Rosa”. Ma procediamo ora più a sud. Un altro luogo di grande importanza, non solo per i devoti cristiani dell’Arcangelo Michele, è il Santuario di Monte sant’Angelo, nel Gargano. E’ uno dei luoghi più antichi, in assoluto, tra quelli dedicati al culto dell’Arcangelo Michele, essendo sorto nel V secolo. Questo luogo, ricco di storia e mistero, è diventato ispirazione per tutte le altre strutture religiose dedicate agli Angeli, che proprio a sua imitazione sono collocate in luoghi impervi come montagne rocciose o grotte sotterranee, e che per via di un’usanza originatasi nel medioevo sono solite avere, nelle proprie fondamenta, una pietra proveniente proprio dal santuario del Gargano. Monte san Michele è stato in crocevia di culture diverse, miti e leggende ancora impressi nella sua dura pietra, portati qui da popolazioni di invasori provenienti da ogni dove- dai Bizantini ai Longobardi ai saraceni da pellegrini e devoti cristiani. Sono molteplici le versioni della leggenda sull’origine di questo luogo, ma tutte coincidono sull’apparizione del Santo Arcangelo. Il santuario era costituito originariamente da una semplice grotta che si stagliava, in cima a questo aspro rilievo, appena sotto il culmine della montagna: il pellegrinaggio terminava con una vera e propria scalata, mani e piedi sulla nuda roccia, per almeno 200 metri. Nel VII , in quest’ultimo tratto fu costruita un’ancor più suggestiva galleria che permetteva l’accesso al complesso. Il santuario di San Michele è uno di quei posti speciali in cui si respira la storia: le sue pietre sono incise da innumerevoli iscrizioni in diversi alfabeti, lasciate da personalità famose o da semplici pellegrini, come voto e preghiera all’Angelo. In pieno Mediterraneo orientale troviamo la penultima tappa della Linea sacra, il monastero di San Michele di Simi, meraviglioso isolotto del Dodecaneso, in Grecia: qui è custodita un’imponente icona dell’Arcangelo che occupa un’intera parete del monastero.  Qui, una leggenda vuole che il visitatore che si trovi sull’isola riceva la prima notte, in sogno la visita dell’Angelo. E’ usanza, dopo questa notte, recarsi al mattino dal pope responsabile del monastero, che sulla riva del mare ti ascolta con pazienza per rivelarti quanto annunciato dall’Arcangelo. Ultima tappa del viaggio è Monte Carmelo, in galilea. Un luogo antico, sacro di una sacralità quasi intangibile da tanto che è venerato ( a ritenerlo sacro non sono infatti solo i cristiani, ma anche i musulmani e gli ebrei), teatro di miracoli e misteri vecchi di millenni. Qui furono ritrovati scheletri preistorici di uomini di Cro-Magnon, in caverne scavate nella pietra calcarea; in queste stesse caverne dimorò il profeta Elia, e si dice che questo monte fu tappa per la sacra Famiglia in ritorno dall’Egitto. Il sacro promontorio è la chiusura ideale del nostro viaggio, ultima tappa di un percorso che attraversa l’Europa in almeno due dimensioni: lo spazio e il tempo. Riguardo alla Linea sacra esistono altre teorie, teorie esoteriche che parlano di flussi energetici legati alle forze custodite nella pancia della Terra. Gli antichi conoscevano questi flussi, conoscevano la loro capacità di creare un ponte tra Uomo e Divino, e nei luoghi in cui si concentrava la loro energia erigevano strutture architettoniche sacre che le convogliavano: strutture come i dolmen e i menhir, i monoliti al centro del mistero di Stonehenge, o come le piramidi egizie e quelle della civiltà precolombiane in America. E proprio lungo la Linea sacra di San Michele scorrerebbe uno dei più potenti di questi flussi: un flusso in cui convogliano tutte le energie della Terra, dal sacro al profano, dal divino all’umano. Un flusso che riporta il marchio dell’Angelo supremo.     In questo testo edito dalla Sugarco composto da don Marcello Stanzione  viene proposto un pellegrinaggio virtuale  a diversi siti consacrati al culto dell’Arcangelo e alcuni di questi luoghi sacri si trovano al di fuori dell’ipotetica linea di san Michele,  in appendice sono riportate numerose preghiere a san Michele da utilizzare nell’orazione personale e comunitaria.
 
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