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VARIE INTERPRETAZIONI SUL NUMERO 666
IL CANTO NATALIZIO STILLE NACHT Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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venerdì 18 dicembre 2020

IL CANTO NATALIZIO STILLE NACHTLa nascita di un bambino è sempre motivo di grande gioia in una famiglia. Prima ancora della sua venuta, fervono i preparativi per renderne più festoso l’arrivo. Così è per la festa di Natale. Credenti o no, tutti avvertono in modo diverso che si tratta della nascita di un “misterioso” Bambino, con la differenza che chi non è illuminato dalla fede non sa metterne bene a fuoco la vera identità, limitandosi ai soli aspetti esteriori della festa, svuotati d’ogni significato, come le banali e a volte irriverenti pubblicità, le luminarie multicolori, i cenoni, gli scambi formali di regali e di auguri; ...

 
chi ha il dono della fede, invece, sa scorgere nell’annuale celebrazione,il più grande evento della storia: Dio si fa uomo e, allora, anche tutte quelle cose esteriori acquistano un altro e più profondo significato. Ciò che contribuisce moltissimo a rendere più suggestiva la festa, tanto sentita da grandi e bambini, sono sicuramente i canti natalizi, senza i quali, essa risulterebbe piuttosto fredda e per certi versi anche meno comprensibile.

Stille Nacht  è tra le più note canzoni natalizie in tutto il mondo, tradotta in oltre 300 lingue. La versione italiana Astro del Ciel, diventata popolare anche a livello internazionale, non è però la traduzione del testo originale tedesco, ma una nuova creazione del sacerdote bergamasco Angelo Meli, nel 1937.

 La storia del canto è in genere assai nota, perché raccontata ogni anno nelle scuole, soprattutto agli alunni più piccoli. Il canto venne eseguito la prima volta la notte del 24 dicembre 1818 nella chiesa di San Nicola di Oberndorf, presso Salisburgo. Due soli i cantori: il parroco Joseph Mohr, autore del testo composto già nel 1816 e Franz Xaver Gruber, autore dell’organo della musica. Probabilmente per un guasto dell’organo della chiesa, così narra la tradizione, i due cantori si servirono di una semplice chitarra suonata non dall’organista ma dal parroco che cantava la parte del tenore, mentre Gruber eseguiva quella del basso. Come accennato, il primo verso “Stille Nacht! Heilige Nacht!” (Notte silenziosa! Notte santa!) è diventato il nostro “Astro del cielo, pargol divin”, ma diverse sono le sfumature nelle traduzioni dal tedesco di parole di non sempre facile interpretazione. Il resto di mons. Angelo Meli bene sintetizza in questo canto la storia della salvezza, dai “vati” (profeti) che sognano il Salvatore, alle “angeliche voci” che annunciano la sua nascita, al “mite agnello” disceso a “scontar l’error” e nato solo “per parlare d’amor”. Semplice ma accorata l’invocazione del ritornello: “Luce dona alle menti, pace infondi nei cuor!” per godere pienamente dei frutti della salvezza.
 
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