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IL PERICOLO DELL’INFERNO IN UN LIBRO SU DON DOLINDO RUOTOLO
Angelus Loci: tra materiale e immateriale, l’Angelo Rosa di Carla Cardinaletti PDF Stampa E-mail
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mercoledì 29 dicembre 2021

Angelus Loci: tra materiale e immateriale, l’Angelo Rosa di Carla CardinalettiLa luce è strettamente connessa con lo sguardo di chi la percepisce: come fonte diretta, generatrice di luminosità, così come luce riflessa da altre superfici, per esempio, dagli specchi. Gli specchi, nel momento in cui racchiudono in una cornice un soggetto, sia che si tratti della persona che li osserva, che di una porzione di spazio, hanno la caratteristica di offrire un osservatorio particolare sul mondo, invitando chi guarda ad una visione più consapevole. ...

 
Non a caso gli specchi sono stati ritenuti da alcuni studiosi – dalle radici della riflessione scientifica greca fino al pensiero contemporaneo –  la metafora della filosofia: in quanto disciplina che mira al sapere assoluto, indagando l’enigma del sé e dell’altro da sé, “del materiale e dell’immateriale, della verità e dell’illusione”.

La riflessione sulla luce, sulla pregnanza enigmatica delle immagini (specchiate e non) e sulla creatività umana, a partire dal pensiero, sono solo alcuni dei temi che contraddistinguano l’installazione artistica dell’artista Carla Cardinaletti  – con cui ho avuto il piacere di chiacchierare - realizzata per la città di Bolzano e il progetto “Angelus Loci - ideato e sviluppato da franzLAB, in collaborazione con l’Azienda di Soggiorno di Bolzano, su incarico della Città di Bolzano. Carla Cardinaletti è stata invitata assieme ad altri tre artisti altoatesini - Elisa Grezzani, Michael Fliri e Hubert Kostner a confrontarsi con il concetto di “angelo del territorio”, sotto forma di un’installazione site specific per Bolzano. 

L’opera Angelo Rosa di Carla Cardinaletti, che campeggia sulla balconata all’ingresso di Palais Campofranco in Piazza Walther nel cuore di Bolzano, è un’installazione che vuole dialogare con la città, le persone e il paesaggio circostante: un’insegna luminosa, che per sua natura va a ricercare lo sguardo e che, con le sue superfici specchianti nei colori del rosa, ci invita a riflettere sulla nostra visione, richiamando – per volontà dell’artista – le sfumature intense del Rosengarten al tramonto, come anche il mondo poetico dell’infanzia, con la parola Angel scritta in corsivo. 

Il Catinaccio la maestosa montagna, che fa da fondale a Bolzano, protagonista di leggende che da sempre affascinano i bambini, si riflette nell’opera, attraendo lo sguardo su quelle creste che, in determinati momenti del giorno, a seconda della luce, sembrano disegnare il profilo di un angelo in preghiera contro il cielo. L’angelus Loci di Carla Cardinaletti ha un’essenza intangibile e misteriosa: al tempo stesso c’è e non c’è; è presente ma evanescente; è umano e divino, viene intravisto o solo immaginato sulle superfici riflettenti e al tempo stesso è segnalato a grosse lettere luminose con la grafia di un bambino. 

Quello dell’infanzia è un altro “filtro” particolare che ognuno, da qualche parte, si porta con sé, un po’ come un angelo custode: quello sguardo “diverso” spesso incantato e fiducioso, che sa attraversare il mistero e migrare con leggerezza tra terreno e ultraterreno, reale e immaginario e che, mai come in questo periodo dell’anno, oltre che in questo particolare momento storico – mi dice l’artista –  sarebbe bello ritrovare.

Lascio la parola a Carla e al racconto del suo “Angelus Loci”.

Carla come ti sei avvicinata al tema degli “angeli”? E cosa ti ha maggiormente appassionato in questo progetto artistico?

Mi è piaciuto molto il concetto di Angelus Loci, che avete elaborato. Immaginare un progetto che assolvesse le vostre suggestioni è stata una grande sfida. Sono una persona che da sempre “studia”, tanto che ne ho fatto un mestiere, ora faccio ricerca in ambito accademico. Mi sono messa in contatto con Don Marcello Stanzione, che è il maggior studioso italiano di angelologia, per approfondire la tradizione millenaria di queste creature misteriose. Don Marcello mi ha aperto le porte a un mondo straordinario, che conoscevo poco. Mi sono confrontata con una delle storiche dell’arte più preparate del nostro territorio, Paola Bassetti, che mi ha aiutato a inscrivere il mio progetto in ambito locale. La sfida più grande è stata quella di affrontare un tema di matrice spirituale che avesse la forza di comunicare la potenza di queste creature immateriali e lucenti anche in chiave laica e contemporanea.

Quali sfide (tecniche) hai affrontato nella produzione dell’opera?

Lavorare nello spazio pubblico è una grande responsabilità, innanzitutto perché l’opera è fruibile da tutti, e dunque in qualche modo viene “imposta” a chi la guarda. Oltre a questo, lo spazio pubblico, è un luogo di norma all’aperto, dove c’è molto passaggio di persone. Difficile è stato adattare il progetto al luogo di destinazione finale dell’opera. Dunque, ho pensato a un’installazione site specific per la città di Bolzano, più che per una piazza specifica. Ho riadattato il progetto a livello tecnico tre volte, mantenendo ben saldo il concetto. Ed è questo il vero mestiere dell’artista che lavora con l’arte pubblica, avere la capacità di essere versatile. Mestiere è anche quello di mettere insieme una squadra capace via via di trovare soluzioni nuove, sicure, in tempi record. E io ce l’ho: Christian Martinelli e Tony Berto, che si sono occupati dello studio materiali e prototipia. Insieme siamo riusciti a far fronte ai vari cambiamenti imposti dalle esigenze tecniche della pubblica amministrazione.002_Cardinaletti_KS copia

Ci potresti descrivere la tua opera, il suo funzionamento, gli obiettivi e i destinatari, in particolare, in rapporto alla città di Bolzano per cui è stata realizzata?

Ho cercato la semplicità e la poetica; desideravo che il mio progetto avesse la forza di “parlare” a tutti, soprattutto ai bambini, perché il Natale è per loro, e che potesse risuonare al bambino di noi adulti. Quando Wim Wenders girò il suo straordinario “Il cielo sopra Berlino” introdusse la voce fuori campo che recitava la poesia di Peter Handke: “Quando il bambino era bambino, non sapeva di essere un bambino, per lui tutto aveva un’anima e tutte le anime erano un tutt’uno”. Da sempre, guardando il Rosengarten, le cime mi raccontano di un angioletto in preghiera. Volevo riprendere quest’immagine e portarla in città con un segno immediato, intelligibile. Angel è un corsivo, un mio corsivo, che ho reso con un materiale a specchio. Si tratta di acciaio supermirror montato su un supporto di poliuretano rosa, colore che riassume il fenomeno straordinario del tramonto del Catinaccio. L’installazione si mette in relazione con noi e con l’ambiente, ci invita alla riflessione, specchia il cielo dove “abitano” gli Angeli, e cambia così continuamente colore. Si tratta di un lavoro sulla luce, la luce propria del mondo.

Carla, come si inscrive quest’ultimo progetto artistico all’interno del tuo percorso creativo e professionale?

Il progetto, senza neanche rendermene conto, diventa un continuum con il mio percorso artistico. Il linguaggio prende forme diverse, ma indaga sempre la relazione tra l’opera e il luogo in cui si inscrive. Lavoro con la luce, che è da sempre un tema che mi appassiona.

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Quali materiali, temi, idee “ispirano” il tuo lavoro? 

Nel mio procedere artistico parto dai concetti, dalle suggestioni, dal principio del “sentire i pensieri, pensare le emozioni”, come scrive la pedagogista Mortari. E nel momento in cui percepisco quello che per me è il genius loci del luogo con cui mi confronto, scelgo i materiali. Il lavoro di progettazione è una lunga fase che mi aiuta a coniugare il concetto con l’espressività estetica e la fattibilità tecnica. 

A cos’altro stai lavorando al momento? Hai particolari progetti per il futuro – che ti piacerebbe raccontarci?

È un periodo fortunato, perché ho ricevuto un incarico dal Comune di Riva del Garda per un’opera artistica di abbellimento di un edificio pubblico. Ho appena consegnato un mio lavoro al neonato progetto della Pinacoteca della Val di Sole. Si tratta di un progetto “piccolo”, ma di grande valore, perché l’Associazione Centro Studi vuole fare memoria dei suoi artisti, e io sono molto onorata che mi abbiano invitato a farne parte.

 Carla Cardinaletti (c) Christian Martinelli copia

 La progettazione dell’opera Angelo Rosa è a cura del Collettivo ArgentoVivo. Studio materiali e prototipia a cura di Christian Martinelli + Tony Berto. L’opera è stata possibile grazie al supporto di: Bazzanella Metal S.n.c., Palais Campofranco, Restaurant Meta

 

Il progetto “Angelus Loci” fa parte del programma del Natale di Bolzano – Città degli Angeli e le opere degli artisti saranno visibili fino al 6 gennaio 2022. Un talk con Carla Cardinaletti, Michael Fliri, Elisa Grezzani e Hubert Kostner – in collaborazione con il Südtiroler Künstlerbund – si svolgerà il15 dicembre alle 18:30 nello spazio eventi H1 della Fiera di Bolzano. Eva Gratl, curatrice e storica dell’arte, modererà il dialogo.

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 29 dicembre 2021 )
 
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