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Trattato di Angelologia - La Tradizione PDF Drucken E-Mail
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Trattato di Angelologia - La Tradizionea) I Padri. Non siamo dunque meravigliati di non trovare nella Tradizione patristica una dottrina più completa e meglio organizzata. I Padri, muovendosi sulla Scrittura che essi commentano oralmente o per iscritto, non affrontano in generale la questione degli Angeli che in modo incidentale e come tangenziale; essi li inquadrano nei loro rapporti con gli uomini piuttosto che in se stessi; da ciò una marea di testi isolati la cui sola enumerazione non potrebbe qui trovare posto. Poco a poco comunque, malgrado delle esitazioni e talvolta degli errori, l'accordo si fa sui punti essenziali che toccano più da vicino la fede cattolica. Che vi fossero degli Angeli e che questi Angeli siano stati creati come l'intero universo dall'unico Dio, tutti concordano per ammettere che queste due verità appartengono alla fede, tutti l'affermano contro gnostici e manichei. Ma la loro assoluta spiritualità non si distacca che lentamente. Non è, sembra, proprio di Dio solo? In più, la Scrittura paragona gli Angeli ai venti ed  ...

... al fuoco (Salmo 103,4), essa li mostra sempre rivestiti di una forma corporea. Per molti Padri, essi avranno un corpo etereo, luminoso, santo, celeste, ma un corpo. Taluni apocrifi li identificano con i figli di Dio che si uniscono ai figli degli uomini (Gen.6,2). Sant'Agostino stesso, che ebbe tante difficoltà nel concepire un Dio spirito, penderà verso quest'ultima soluzione. Stesso ondeggiamento, più grave ma meno generale, a proposito della loro prova e della loro caduta; la loro santità primaria non comporta dubbi; ma per alcuni autori il loro stato attuale resta incerto. E trasportato dal suo desiderio di sintesi, stimando la questione liberamente dibattuta, Origene emette l'ipotesi di spiriti primitivamente uguali che sarebbero poi divenuti secondo i loro meriti uomini, Angeli o demoni, tutti d'altronde prima di fare ritorno a Dio nella restaurazione finale del mondo con Cristo. Contro questa dottrina la reazione non tardò, segno che il dogma era minacciato, e secondo Agostino l'eterna felicità dei buoni Angeli è definitivamente acquisita.

b) L'intervento del Magistero.  L'insegnamento del Magistero presenta lo stesso carattere frammentario. Sul piano dottrinale, la Chiesa si limita a fissare i punti precedenti; senza definirla, essa afferma la piena spiritualità degli Angeli, e con un tratto denota l'assoluta trascendenza dal Dio unico Creatore delle cose visibili ed invisibili (Simbolo di Nicea). Perché Dio all'origine dei tempi ha estratto dal niente le creature spirituali e corporali, angelica e terrena, poi la creatura umana composta di spirito e di corpo (IV Concilio Laterano e I Concilio Vaticano, III). Dottrina che volgarizza infine l'insegnamento normale rappresentato da un capitolo del catechismo.

c) La Liturgia. E' sul piano pratico e specialmente nella Liturgia che l'insegnamento della Chiesa si mostra più ricco. Gli Angeli, ripetiamolo, sono intervenuti ed intervengono ancora non per fornirci un soggetto di speculazione, ma per aiutare i loro fratelli gli uomini a salvarsi; e questi possono e devono rispondere a queste pretese con omaggi e domande. Da ciò, nella Chiesa e sotto il suo controllo, le forme diverse della devozione agli Angeli, alla fede obbediente ad una legge di ordine naturale e soprannaturale, espressione di un bisogno e fonte di dottrina: lex orandi, lex credendi. L'Angelo dell'Apocalisse aveva impedito a San Giovanni di adorarlo: Io non sono che tuo compagno di servizio (Apoc.22,9). San Paolo doveva mettere in guardia i Colossesi contro la religione degli Angeli (Col.2,18). Occorse anche nei primi secoli reagire contro gli gnostici ereditieri ed amplificatori delle genealogie degli Angeli giudaizzanti;

Occorse combattere le tendenze pagane nel reintrodurre geni e semidei; occorse richiamare che il culto assoluto non è dovuto che a Dio, Creatore e Maestro; ma il culto legittimo dell'esercito degli Angeli non venne meno, dei pellegrinaggi iniziarono già ai loro santuari. Eccessi si produssero in Frigia, la terra classica delle superstizioni: un Concilio di Laodicea represse l'abuso e da ciò approvò l'uso. Lasciamo qui di fianco le espressioni artistiche di questa credenza, dagli affreschi del II° secolo nella catacomba di Priscilla, fino al quadro di Murillo, passando dall'Angelo del sorriso di Reims, le pitture di Fra Angelico ed i miniaturisti del XV° secolo. Le manifestazioni del culto propriamente detto sono di per se stesse sufficientemente suggestive: Fin dalla pace costantiniana, la devozione si mostra attiva e poco a poco s'introduce nella Liturgia della Chiesa. Sulle tombe si incidono le Litanie degli Angeli; delle chiese sono loro dedicate, soprattutto delle cappelle ai piani superiori delle torri come a San Gallo, Saint-Riquier o San Benedetto sulla Loira.

In mezzo agli Spiriti celesti invocati, soli finalmente stanno quelli che menzionano le Scritture canoniche. Raguele e soci spariscono, pur lasciando una traccia nei riti magici ed in certe opere d'arte del Medio Evo; Uriel, appoggiato sul Libro apocrifo di Enoch, menzionato da Ambrogio e da Isidoro di Siviglia, resiste più a lungo; ed occorre l'intervento energico di Papa Zaccaria seguito dai Concili e dai Capitolati carolingi per cacciarlo dalla devozione popolare. La Liturgia attuale non ha ritenuto i nomi che dei tre Angeli Raffaele, Gabriele, il messaggero dell'Annunciazione; Michele, soprattutto l'eroe della guerra dell'Apocalisse, che occupa un posto d'onore;  Nella Messa egli figura al Confiteor, presenta a Dio l'incenso contro gli spiriti malefici (Preghiera di Leone XIII°); due dedicazioni - 8 maggio e 29 settembre - lo riportano sul ciclo liturgico; le chiese del Monte Gargano in Italia e la Meraviglia del Monte San Michele attirano i pellegrini; e fin da Carlo Magno egli è divenuto il Patrono ed il Capo dell'Impero dei Galli, quello che appare a Giovanna (d'Arco ndr.) e l'invia a liberare la nostra patria. La festa del 2 ottobre ci apporta a sua volta la prova dell'esistenza e della protezione degli Angeli Custodi. Nel suo Rituale la Chiesa va più lontana. Sposa di Cristo che è il Re degli Angeli, essa dispone a suo piacimento dei servitori di quest'ultimo, confida ad uno la custodia di un ponte, ad un altro la protezione di una scuola.

E nella Liturgia per eccellenza, la Messa, nel momento solenne del Prefazio, gli Angeli si uniscono a noi per la lode che da Cristo, sale verso Dio: E' per Lui che gli Angeli lodano la vostra Maestà, le Dominazioni l'adorano, le Potenze lo riveriscono tremando, i Cieli, le Virtù dei Cieli ed i beati Serafini ne celebrano tutti insieme la gloria con trasporti di gioia. Noi vi preghiamo di concedere che, non formando che una sola voce noi diciamo umilmente con essi: Santo, Santo, Santo è il Signore Dio degli eserciti!

Piccolo trattato di angelologia (Paul Benois D'Azy - Benedettino)

 
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