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Formazione ed informazione storico/angelica nelle immagini PDF Drucken E-Mail
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Formazione ed informazione storico/angelica nelle immaginiOggi l'argomento angeli ha subito delle contaminazioni provenienti dal mondo contemporaneo pagano ed esoterico con l'introduzione fortemente  erronea di entità inesistenti o peggio nocive.Ciò ha svilito, depauperato e banalizzato la figura dell'angelo custode con vilipendio satirico e in immagini non ortodosse , ai fini di frantumarne la credibilità e il ruolo. Il grande assente, il principe di questo mondo, inserendo nell'uomo un principio di superbia  sin dai primordi dell'umanità, lo ha portato , attualmente,  all'esasperazione  nel mito del Super Uomo nel quale si infrange la  possibilità di dialogo o di rispetto nell'ascolto di ogni alterità. La parola "Anghelos" nella sua radice greca ( Messaggero e annunciatore di Dio) ci interpella sul nostro dovere di annuncio, dialogo e testimonianza di Cristo, redentore delle nostre anime e fautore della  Storia della salvezza anche con la presenza e opera angelica:

nell'Annunciazione, nella Natività, nel Getsemani, nella Resurrezione, potremo individuare una carrellata  di eventi straordinari, anche al di là del semplice compagno di cui l'Altissimo ci ha corredato perché il nostro piede non inciampasse.

La finalità del nostro studio é, invece, quella di ripercorrere la storia della salvezza in una prospettiva cristiana, cioè dando spazio ai "miti" che possiederanno la terra.La prospettiva evangelica, sia dell'AT che del NT, nell'ottica delle beatitudini, approfondirà la presenza angelica come elemento costante lungo i secoli nelle arti figurative, anzi momento di soluzione di continuità nei punti morti di  apparente assenza di Dio, paradossalmente necessari come deserto storico e di fede, ad es. il Getsemani, La Crocifissione etc..

Inoltre , oggi, proprio per un ventilato efficientismo e conseguente esaltazione dell'autosufficienza, la laicità sempre inappagata nella sete di infinito insita in ogni uomo, disperatamente si é rivolta a qualsiasi forma mistica di esoterismo, senza chiedersene le ragioni, i modi o i fini, ma solo che siano alla moda e cioè trendy. Molte presenze angeliche non ortodosse, ma riciclate dalle tradizioni di altre antiche religioni spesso pagane, così hanno invaso il territorio cristiano dell'angelologia, deturpando, idolatrando, deformando gli aspetti ai propri consumi materialistici o speculativi, depauperando e abbassando, comunque, quella che é la figura dell'annunciatore di Dio. Tali presenze sono comunque da valutare nella Misericordia di quel Dio ignoto che S. Paolo accordava a chi , non conoscendo la Verità, ansima nel desiderio di possederla. La valutazione deve essere, tuttavia,  espuriata da tutto ciò che non conduca all'amore gratuito o peggio, induce alle devianze del male.

Nel contempo, anche nella convinzione che semi di verità Dio li sparge dove e quando vuole e le vie della Grazia sono sempre più incomprensibili e misteriose , va fatto discernimento adeguato . Di certo la civiltà presocratica, univoca, non speculativa e alla ricerca di un sapere mai epistemologico fine a se stesso, ma altresì intimista e spirituale, sempre teso verso  un iperuranio, ha individuato nell'eroe  il desiderio di salire verso l'infinito. Pertanto, l'Apollo greco é stato nei primi secoli cristiani immagine del Buon Pastore e l'Eros che presiede ai primordi, anche nel suo cammino con le ali ai piedi, rimanda al senso dell'Angelologia inscritto nell'inconscio infinito dell'uomo per liberarlo dall'oscuro TANATOS dell'Anti-Amore. Iniziamo una descrizione-percorso della figura angelica nel corso dei secoli, mediante l'uso di alcune immagini rappresentative dei vari periodi e della concezione e idea dell'ANGELO.

Fig.1 Nike di Samotracia 220-190 a. C. Esempio di come, agli albori della cristianità, esisteva "in nuce" la figura angelica, istanza e fruizione di un mondo spirituale già maturo in età presocratica , con riverberi nelle arti figurative. Fig.2 Gigantomachia dal fregio del lato est dell'altare di Zeus Soter a Pergamo 183 a.C. Figure angeliche si interpongono e rinforzano la presentazione degli dei a testimonianza del ruolo angelico nelle imprese rivolte al bene o alla salvaguardia del destino umano. Nell'arte medievale la figura dell'angelo é un "Leit Motiv" ricorrente nel rappresentare la figura del Cristo al centro, circondato da figure di nunzi celesti spesso accompagnanti anche gli apostoli e i santi,  come nel mosaico " Gli Eletti della Gerusalemme celeste " ( Fig3). Sovente anche i portali e gli altari come quello di S. Ambrogio a Milano, presentavano figure angeliche.

Nel gotico la figura dell'angelo assume dimensioni modeste rispetto al contesto,  perché il centro dell'azione é diventato antropomorfico di nuovo, man mano che andiamo verso l'umanesimo, ma é pur sempre ricorrente. Nel Masaccio, esponente dell'umanesimo, le figure della Vergine e dei santi sono predominanti rispetto alle figure angeliche, le quali vanno individuate per le funzioni, tratte dal mondo delle muse pagane : danza, canto, suono di violini ; infine , le figure appaiono incensanti o tendenti drappi confluenti verso il soggetto principale del quadro o, ancora, configuranti sfondi in secondo piano.
Talvolta ( Fig.4 Giusto di Gand, Comunione degli Apostoli 1473-1474) gli angeli svolgono funzioni più connotanti, indicando la divinità umanizzata, invitando all'adorazione e alla preghiera all'azione e rappresentano, perciò, l'antidoto contro  quell'accusatore che sempre tormenta l'uomo. Spesso, ancora con dimensioni ridotte rispetto alla scena principale, indicano l'azione salvifica , precedendo idea, intuito e grazia. Nel pieno Quattrocento, dove esiste un equilibrio tra lo spirito del divino e la conoscenza dell'uomo, la figura dell'angelo torna ad una dimensione prossima a quella umana ( Vedi Fig 5 Domenico di Bartolo, Madonna dell'umiltà 1433 e in Fig 6 Masaccio, Cacciata dei progenitori 1424-1428). In Filippo Lippi (Fig7 Madonna Trivulzio, 1432), gli angeli sono senz'ali e la loro specificità é inscritta nel candore dell'età  pre-adolescenziale, presagio di quell'infanzia spirituale che tanto ha cambiato il nostro mondo e forse lo salverà ( Cfr. S. Teresa  del Gesù Bambino).

Inoltrandoci nel periodo Rinascimentale, splende ai nostri occhi la  celebre Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci,  dove ritroviamo una sorta di  angelo senza ali che , con l'indice,  ci orienta verso la strada della luce : il bambino Gesù. Probabilmente era l'angelo custode del S. Giovannino che , atavicamente, lo indicava come guida ed evangelista, secondo un disegno divino che faceva da cerniera tra il vecchio e il nuovo testamento. In Bartolomeo della Porta ( Fig. 8 Visione di S. Bernardo, 1504), riscopriamo il ruolo di Maria  regina degli angeli . Essi la circondano e con affettuosa ed accorata presenza la indicano Madre di Cristo e testimone luminosa della verità. Gli sguardi degli angeli appaiono contemplativi o riflessivi e meditativi ; qualcuno di essi mostra con ardore e purezza discreta la parola di Dio, altri sembrano, invece,  meditarla in una celeste ed animata preghiera. In Fig.9 ( Tiziano, Assunta, 1516-1518) il ruolo di Maria, regina degli angeli, viene proiettato in una luce sfolgorante. Propria dell'Assunzione ; un gruppo nutrito di angeli svolazzanti su una nuvola guidata dal Padre ed a Sè attirata, appare in diverse attitudini : alcuni La indicano, altri  la contemplano, altri la pregano, altri sono in uno stato di stupore metafisico, altri ancora più vicini a Dio sono in completa estasi, alcuni si aggrappano al manto immacolato. In fig 10 ( Riposo in Egitto di Michelangelo Merisi, il Caravaggio, anno 1595-1596), una figura maestosa di angelo appare in atto di eseguire una melodia per confortare il sonno dei genitori del divino bambino. S. Giuseppe, come padre putativo di Gesù e come sposo della regina degli Angeli, regge lo spartito , sicchè vi sia un connubio, come via lattea,  dalla terra del quotidiano falegname al cielo. L'angelo é compiaciuto di eseguire un'ordine divino che parte da un uomo ed é rivolto a confortare il sonno della notte, creando una unione tra terra e cielo, tra la natura (Notiamo in secondo piano l'asinello dagli occhi riflettenti la notte) e una dimensione sognante e celeste. Che non sia il fiat di S. Giuseppe a preparare la resurrezione delle creature e del creato?

Nella " Madonna  dal collo lungo" ( 1534-40 Fig.11) del Parmigianino, l'austerità della Vergine si intreccia con la delicatezza e la compostezza nel reggere sulle ginocchia il bambino , carpito in atteggiamento di abbandono dolce e celestiale, sotto lo sguardo assorto ed estatico degli angeli posti lateralmente in un cono d'ombra , dispiegato verso la luce centrale del quadro, non a caso coincidente con la vera luce, cioè il bambino divino. Nella parte sinistra di questo coro, l'angelo predominante indica degli otri di vino e li porge, presagio del sangue che Egli dovrà versare. In basso a dx , alla base della colonna, simbolo di paganità spezzata, c'é un soggetto che regge probabilmente la parola di Dio, roccia e tempio vero su cui poggia la Chiesa. Nella  Sibilla della cappella Sistina, opera di Michelangelo di qualche anno prima (1508-1512 Fig .12), vediamo una raffigurazione investita da una luce centrale in cui si staglia la sibilla stessa che regge un cartiglio, ma alle spalle vi sono due angeli che preparano ciò che Dio, nella sua prudente pedagogia, suggeriva anche già al mondo pagano. La Sibilla appare in uno stato di ricezione metafisica di un messaggio probabilmente imponente dettato dagli angeli; infatti , il suo atteggiamento appare di ascolto, ma allo stesso tempo inquieto e inquietante nella probabile Apocalisse che si prospetta.

Il piccolo angelo in penombra ha , infatti, uno sguardo atterito, mentre quello lettore appare più meditativo e  confidente nella misericordia di Dio. In Donato Creti ( Fig.13 Visitazione 1720-1730), nella Visitazione, notiamo due angeliche  figure che osservano in contemplazione il mistico incontro tra la Vergine e sua cugina Elisabetta e rimandano a quell'amore puro che le guida e che é già presente nel grembo della madre e benedice ogni azione ed incontro umano nonchè é fautore di ogni intervento angelico. In Giovanni Battista  Piazzetta, nell'Estasi di San Francesco (1732; Fig. 14), il rapimento estatico del poverello si inscrive in un contesto angelico spiccato,  nella raffigurazione di un messaggero divino che sembra trasportare verso l'alto il santo, sotto lo sguardo attonito di due puttini che sono rapiti dalla visione luminosa. Di contro alla diagonale principale, in completa luce,  vi é un'altra secondaria ed in ombra,  nella quale in basso a destra , c'é la figura di un frate che legge la parola di Dio, primum movens di ogni cammino di ascesi. Nel periodo Romantico e nel tardo Ottocento, la figura dell'angelo in qualche modo scompare,  per lasciare il passo a soggetti tratti dal mondo umano o naturale, raffigurati in forme dominate da un razionalismo astratto e semplificante, o in maniera futuristica con giochi di colori e contorni sfumati proiettanti la scena in un movimento  armonico o vorticoso, od ancora in una dimensione impressionistica. Artisti come Renoir, Gauguin, Cèzanne, Van Gogh, concentrano la loro attenzione sul mondo reale e sulla vita quotidiana.

Nei primi del Novecento, con il cubismo, l'indagine della realtà, pur dominata da un arido razionalismo reso da forme geometriche sovrapposte alla realtà , posta in sudditanza rispetto al dominio della ragione e delle forme geometriche , va oltre l'apparenza delle cose, nella ricerca della quarta dimensione. Un aspetto, questo, espressione della ricerca introspettiva di un mondo astratto, metafisco, non immediato, probabile anelito  disperato all'infinita  presenza che alberga in tutte le cose : Dio. In Umberto Boccioni, ne "La città che sale" ( 1910-11 Fig. 15), sono accennate delle ali azzurre o di colori caldi e forti quasi a simboleggiare sia la tensione verso l'alto che l'eterna lotta del maligno per tenere l'uomo attaccato alla terra; si notano frastagliate figure di cavalli, pegasi, alcune agonizzanti, altre trionfanti,  altre in preda alla morte, metafora di quella spirituale, come notiamo  anche in vorticose figure umane in esagitate pose. E' in parafrasi, la descrizione della situazione attuale, dove il principe di questo mondo, tra paganesimo materialistico e relativismo etico, affonda, soffoca e rende sfocato, ogni impulso rivolto al bene .

Felice Esposito (Miliziano di San Michele o Michaelista)

 
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