Beata Vergine Maria Addolorata, 15 Settembre: uniti davanti a Cristo Crocifisso |
La memoria liturgica del 15 settembre, che segue immediatamente quella dell’esaltazione della santa Croce, ci ricorda la speciale unione e partecipazione di Maria al sacrificio di suo figlio sul Calvario. La pietà cristiana ha meditato fin dagli inizi i racconti che i vangeli ci fanno della presenza della Madonna accanto alla croce. Nel XIV secolo è già conosciuta la sequenza della Messa stabat Mater. Il papa Pio VII, nell’anno 1814, ne estese la devozione in tutta la Chiesa, e nel 1912 san Pio X ne fissò la memoria in questa data, La Madonna con la memoria liturgica di oggi ci insegna il valore corredentivo che possono avere le nostre sofferenze e dolori. La devozione alla Santa Vergine Addolorata è un fiducioso appello alla Madonna, un invito ad imitare le sue virtù, una intima unione con Lei. Come e meglio associarci ai suoi sentimenti se non davanti alla Croce ? Chi, meglio di Maria, potrebbe darci più esattamente il senso del crocifisso, della vera compassione con suo Figlio ... ... al Calvario, lezioni cristiane del suo sacrificio ? Davanti alla Croce, la Vergine Madre è in piedi. Quando il corpo inerte di suo Figlio è disceso da questo strumento del suo supplizio, prima della deposizione nella tomba, Ella tiene tra le sue braccia il suo Gesù morto, come aveva fatto alla sua nascita a Betlemme, come durante la fuga in Egitto. Un pensiero profondo ed un dolore orribile ti penetrano in queste ore, o Madre nostra. Il tuo Pensiero ? È sempre quello dell’Annunciazione. Tu sei serva, associata ad un incomparabile mistero. Dio ha parlato. Il piano divino si esegue. Tu hai potuto comprendere, successivamente, le più grandi linee con lo svolgimento della vita di Gesù : la fuga in Egitto, per sfuggire ad un massacro di innocenti davanti alla paura di un Messia, venuto pertanto nell’umiltà e nella povertà...l’annuncio del fanciullo nel tempio di Gerusalemme “di essere venuto per compiere la volontà del Padre suo”, ...tutta la vita pubblica, coi suoi insegnamenti, i suoi miracoli, ma anche gli avversari, la loro perfida collera, la loro opposizione sempre più grande e, finalmente, le sconvolgenti scene della notte e del mattino del Venerdì Santo, la salita al Calvario...poi tutto essendo consumato, la morte. Ma questa morte ha un senso , è quello della Redenzione degli uomini. Il tuo sentimento ? Materno. Nulla di più forte, di più profondo nell’animo umano. Ma occorre misurare il valore del Figlio e la delicatezza del cuore della Madre per arrivare fino in fondo a questo dolore. Nessun figlio, tra i figli di uomo, è mai stato simile a Gesù. Chi avrebbe potuto dare a sua Madre una pienezza d’affetto come quello che è stato così buono per tutto e per sua Madre più di chiunque, più di quanto non abbia amato Giovanni, Lazzaro, Maria Maddalena ? Il cuore di Maria sanguina davanti allo spettacolo atroce e crudele della Croce. E questo dolore, nel suo amore, a tal punto martirizzato, aggiunge alla sofferenza d’una madre, la vivacità d’un cuore virginale. La spada evocata da Simeone ha veramente trapassato la sua anima. La liturgia, riprendendo la parola ebraica di “sette”, per esprimere l’abbondanza, non ha torto di qualificare la Vergine dolente, rassegnata ma costernata di Madonna dei Sette Dolori, davanti a suo Figlio Crocifisso. In comunione coi tuoi pensieri ed i tuoi sentimenti, o Madre dei Sette Dolori, ti chiedo di darmi la scienza di cui doveva, un giorno, parlare San Paolo e che nessuno ha posseduto come te : “la scienza di Gesù crocifisso”. di don Marcello Stanzione |