Il teologo Michael Schmaus e gli Angeli |
Michael Schmaus Nacque a Oberbaar nel 1897 e morì nel 1994 a Gautin sempre in Baviera. Ordinato sacerdote cattolico nel 1922. Studiò a Freising e a Monaco. Professore straordinario di teologia dogmatica a Praga nel 1929. Docente ordinario all’università di Münster (Westfalia) nel 1933 e a Monaco nel 1946, dove sarà rettore dell’università tra il 1951 e il 1956, insegnando anche per la cattedra di Dogma dove ebbe tra i suoi alunni Joseph Ratzinger, attuale papa Benedetto XVI, con cui ebbe un diverbio, poi appianato, quando questi doveva abilitarsi in teologia fondamentale. Fu uno degli esperti nominati dall’episcopato tedesco, insieme a Kung, Ratziger ed altri, durante il concilio Vaticano II. È stato editore del Manuale di storia dei dogmi, e della raccolta di ricerche sulla storia della filosofia e della teologia del medioevo (Grabmann-Institut). Schmaus compì un’ampia riflessione sulla teologia della storia, anche se nei suoi scritti non usa mai l’espressione teologia della storia. Secondo ... ... lui, l’uomo si sente spinto ad interrogarsi sul senso della storia, vuole conoscere il suo destino, dal momento che all’essenza dello storico appartiene la libertà realizzata nel tempo. Riconoscendo che la filosofia non incontra una risposta definitiva a questo quesito decisivo, Schmaus indica che la storia e il tempo acquistano un vero significato a partire dalla Rivelazione. Dio risponde all’uomo e gli dice che “il senso ultimo della storia è la vita perfetta nella partecipazione dell’esistenza assoluta di Dio e della sua pienezza di vita, cioè dell’amore e verità personificati; è, pertanto, la figura piena e perfetta del regno di Dio”. La teologia di Schmaus si serve di una metodologia realista o esistenziale che domanda la verità rivolta all’uomo. “Esiste un’altra teologia che si può chiamare realista o esistenziale che si interroga in primo luogo sull’azione, cioè sulla funzione. Interpreta la verità divina non in sé stessa, ma in relazione con l’uomo. Naturalmente non trascura la domanda sulla verità. Si preoccupa piuttosto di cercare di rappresentarla nel Sitz im Leben (Posizione nella vita). Attento alla situazione della ricerca teologica, all’esegesi moderna e alla filosofia esistenzialista, Schmaus cerca la dimensione storica del mistero per ottenere una dimostrazione comprensibile della fede della chiesa esistenzialista e alle filiali delle scienze naturali. Incontriamo il trattato Die Engels (Gli angeli) in due opere. La prima pubblicata nel 1954 si trova il trattato su “Dio creatore”, nella sua Teologia Dogmatica. La sua seconda riflessione sugli angeli si trova nella Der Glaube der Kirche (La fede della Chiesa), opera posteriore, diversa nella sua struttura e forma di esposizione, che tiene conto dei risultati della scienza biblica e dei documenti del concilio Vaticano II. I due scritti sugli angeli si organizzano in una prospettiva della storia della salvezza. Gli angeli si relazionano con Dio ma anche con noi. Sono creature di Dio che agiscono nella storia della salvezza. La loro missione è operare nella storia umana secondo il piano salvifico di Dio. “La Rivelazione sovrannaturale non ci parla dell’esistenza e della vita degli angeli per completare le nostre conoscenze e la nostra concezione del mondo, bensì della nostra salvezza”. Tuttavia, Schmaus non dimentica di manifestare la dimensione reale-ontologica degli angeli, l’esistenza reale e la natura personale degli angeli, sempre che lo richieda la dimensione storico-salvifica: “La Scrittura insegna, poi, che gli angeli sono esseri reali e personali”. La Sacra Scrittura, per Schmaus, attesta l’esistenza degli esseri spirituali, sebbene non la loro creazione. Nella storia della salvezza appaiono come creature di Dio, come suoi messaggeri. Così, l’angelologia biblica si mostra fondamentalmente diversa da quella extrabiblica: nel campo extrabiblico si incontrano figure simili agli angeli che si presentano sottoforma mezza divina e mezza umana. Gli angeli nell’Antico Testamento realizzano le missioni che Dio ordina loro tanto in relazione ad ogni uomo, come al popolo d’Israele (cf 1 Par 21, 18; Tob 3, 17; Dan 14, 33; 2 Mac 11, 6). Sono gli scritti posteriori all’esilio quelli che presentano più chiaramente gli angeli rispetto all’epoca anteriore. Anche il Nuovo Testamento parla degli angeli come servitori e messaggeri celesti. Sono stati creati in relazione al Cristo, così che Cristo è il loro signore e la loro guida (cf Col 1, 16; Heb 1, 15). Accompagnano, perciò, Cristo dal suo inizio fino al suo compimento (cf Mc 16, 5; Lc 22, 43). Per i Padri, aggiunge il teologo bavarese, gli angeli sono creature e servitori di Cristo e della Chiesa. La ragione non può dimostrare l’esistenza degli angeli sostenuta dalla Rivelazione, però riconosce che la loro esistenza non è una cosa assurda. Riguardo alla natura degli angeli, Schmaus afferma che le descrizioni dell’Antico e del Nuovo Testamento suggeriscono che sono superiori agli uomini, potenti e combattenti (cf Gv 5, 13; Mt 26, 53). Sono anche immateriali, anche se compaiono con forme corporali. Fin dal IV secolo alcuni Padri affermavano che gli angeli hanno un corpo immateriale, altri insegnavano la loro perfetta spiritualità. Sarà San Tommaso d’Aquino a difendere la pura spiritualità degli angeli. Riguardo al valore teologico di queste osservazioni, secondo Schmaus, “è dogma che Dio ha creato gli angeli, (…) per quanto concerne la loro essenza sono puro spirito ( dogma definito dal Quarto Concilio Lateranense e dal concilio Vaticano)”. Schmaus analizza anche la personalità degli angeli. Per le missioni che Dio incarica loro e per la loro struttura di intendere e di volere, gli angeli sono inviati da Dio nelle missioni di servizio all’uomo. Gli angeli vengono in tutta la loro essenza, anche se non possono penetrare nella profondità divina che solo lo Spirito di Dio esamina (cf 1 Cor 2, 10). Non conoscono i pensieri occulti dell’uomo, a meno che Dio non lo riveli loro. Per la loro potente e libera volontà possono prendere decisioni senza vacillare e senza revocarle. Possono influire sulle cose materiali (cf Is 37, 36; Mt 28, 2); e anche sullo spirito e la volontà umana, però solo in modo indiretto. Secondo la Rivelazione gli angeli contemplano il volto di Dio (cf Is 6, 2; Mt 18, 10), offrono a Dio un culto permanente (cf Ap 4, 5). Negli angeli si mostra chiaramente la trasformazione radicale che si realizzerà nella nostra attuale forma esistenziale: “In essi si è realizzato lo stato soprannaturale di perfezione che noi chiamiamo ‘cielo’”. Se l’attività degli angeli nell’Antico Testamento consiste nell’orientare l’uomo verso Cristo, attività che è al servizio di Cristo, anche nel Nuovo Testamento prestano servizio alla Chiesa nel tempo che intercorre tra la resurrezione e la seconda venuta di Cristo. È una protezione che si estende alle diocesi, alle parrocchie, a ognuno dei suoi membri e a tutti i popoli. Ogni cristiano, aggiunge Schmaus, ha il suo angelo custode. Negli Atti12, 15 e in Lc 18, 1-10 si dà testimonianza della loro esistenza: “La loro missione consiste nel condurre alla salvezza le persone che sono state loro affidate e li conducono per i cammini segnalati da Dio, attraverso il dolore e la morte. Gli angeli ci liberano anche dai mali e dai dolori, quando questo è il cammino salvifico che Dio ci ha segnalato”. Dall’azione benefica degli angeli nasce la nostra venerazione e invocazione a loro. La chiesa li invoca in generale e in modo specifico; chiede a Dio, della preghiera della sera della liturgia della Compieta, che si degni di inviare i suoi angeli nelle nostre case per proteggerci e lo supplica perché i suoi angeli accompagnino i loro membri verso le dimore eterne. Per Schmaus la rivelazione soprannaturale insegna all’uomo che “come parte della creazione è in connessione e relazione intima con gli angeli, allo stesso modo ogni creatura è in relazione con qualsiasi altra e pertanto con tutte le altre”. Don Marcello Stanzione |