Per un buon uso della Sacra Scrittura

Per un buon uso della Sacra Scrittura Come è possibile che un libro, scritto da uomini morti da secoli, per della gente morta anch’essa da molto tempo, può restare libro di vita per dei lettori del XXI secolo, inseriti in un’altra cultura, condizionati da altre pratiche sociali, modellati da altri linguaggi?       La Chiesa ci mette in guardia contro l’utilizzazione della Bibbia come di un prontuario pieno di risposte pronte, dove basterebbe attingere in funzione delle situazioni. Ma allora, se per le nostre scelte politiche, morali, anche  nelle diverse decisioni che siamo chiamati ad affrontare dove siamo invitati ad utilizzare tutti i mezzi che la nostra riflessione, la nostra intelligenza, la società ci presenta, a cosa può  servire ancora la Bibbia? 1. GLI AVVENIMENTI FONDANTI - Qualunque sia la sua storicità , la Bibbia rimane per noi, credenti, il Libro che ci riporta i nostri avvenimenti fondanti. In quanto membri d’una comunità cristiana, noi veniamo da qualche parte;

la nostra storia attuale prende senso e  ha radici in precisi avvenimenti storici. Ci occorre incessantemente rileggere insieme il racconto dei nostri inizi, anche apparentemente strani che siano. Non per trovarvi delle risposte pronte, ma ricordarci, fare memoria. Questo libro ha una funzione  non rimpiazzabile nella vita dei cristiani ; occorre dunque metterla alla portata di tutti. Perché attraverso il grande svolgimento del racconto biblico, si rivela Dio, questo Dio che ci fa vivere oggi e che quindi diventa memoriale.

2. LETTURA DA CREDENTE -  Il cattolico sa che vi sono immensi spazi della sua vita per i quali la Bibbia non è di alcuna utilità ; che si tratti dei campi politici, economici, sociali, la Bibbia non offre modelli : essa porta troppo le note della sua epoca per essere esportabile verso altre società. La funzione della Bibbia è del tutto differente. Essa introduce la contestazione nel cuore dei nostri impegni umani, essa viene a diradarci delle nostre fortezze per esporci al soffio dello Spirito Santo. Essa non ci strappa alle nostre certezze umane ; ci brucia al fuoco della Parola e ci chiama al sorpasso. Due insegnamenti mi sembrano permanenti nel grande racconto biblico : esso ci insegna la solidarietà e la rottura : solidarietà con l’avventura degli uomini in cui Dio viene a rivelarsi, rottura  con le complicità e le pesantezze del peccato.

3. IMPREGNARSI DELLA PAROLA - La Bibbia non da delle ricette e pertanto, più che mai forse, occorre leggerla e rileggerla. Forse dobbiamo riapprendere a leggerla come libro nuovo per lasciarcene impregnare. A che serve ? chiediamoci. Forse a niente, nel senso utilitaristico-economico della parola. La sua funzione è ben più fondamentale : convertire progressivamente la nostra mentalità, trovare dei punti di riferimento nell’universo di Dio com’esso si dispiega lungo tutta la storia della salvezza ed in modo eminente nella persona di Gesù di Nazareth.

Allora sapremo trovarvi la luce che illumina il nostro cammino, la forza che ci fa entrare in una comunità, il senso che ci rivela la nostra vocazione ed il nostro destino, il motore che ci propulsa al centro della società degli uomini. Quindi non è dunque tanto dal lato dei contenuti, se  non per le verità di fede essenziali ed i fondamenti etici, che bisogna cercare l’originalità della Bibbia. Quello che è attuale nella Scrittura, è il soffio potente che l’attraversa e che si condensa nella persona di Gesù. Intorno a noi, vediamo dei credenti nella verità della Bibbia che fanno parte di sette che estraggono dalla Scrittura delle applicazioni sorprendenti, vedi ad esempio i testimoni di geova e la loro proibizione delle trasfusioni di sangue…

Pensando a tante norme che le sette fanno erroneamente discendere dalla Bibbia mi viene in mente questa sentenza della Mishnah : “le prescrizioni del sabato sono comparabili ad una montagna sospesa ad un capello. La Scrittura ne parla poco mentre invece le halakhot  (regole di condotta) che vi si riportano sono numerose”. Malgrado queste deviazioni, ci occorre restare uomini della Scrittura per cercarvi lucidamente l’ispirazione ed il dinamismo per la nostra azione di cristiani ed attingervi le vere ragioni di vita.

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)