L'innumerevole moltitudine dei Santi

L'innumerevole moltitudine dei Santi Il passo dell’Apocalisse di San Giovanni, in cui si fa allusione all’innumerevole moltitudine degli eletti, in piedi davanti al trono dell’Agnello di Dio, è stato preso dalla liturgia come una delle letture della festa di Ognissanti. La scelta di questo testo indica lo spirito e l’insegnamento di questa festa di tutti i Santi. In una delle sue preghiere , la stessa liturgia ci dice espressamente che Dio solo conosce il numero degli eletti ed è la luce più certa che abbiamo su di un problema di cui né la Rivelazione, né la teologia hanno apportato soluzioni definitive ed evidenti. La festa di Ognissanti ci invita a rendere un culto a tutti questi santi sconosciuti, non distinti da una definizione particolare della Chiesa, così come è capitato per i santi canonizzati. Questa festa ci reca una grande speranza : il cielo non è solo teoricamente aperto all’uomo dalla Redenzione. Esso è di fatto popolato da una moltitudine innumerevole di uomini che vengono ...

... da tutte le parti del mondo. Tutti i popoli, tutte le nazioni, tutte le tribù, tutte le lingue hanno in esso i loro eletti ed il numero è tale che è impossibile contarli. 

Che dolce e soave spiritualità, nella vita dell’uomo di quaggiù, questo richiamo del cielo da parte della Chiesa, d’un cielo non inaccessibile ma colmo di uomini, a nostra misura.

Essi non sono stati tutti e sempre degli eroi. Hanno peccato e conosciuto le nostre debolezze e le nostre infermità . Ma la loro vocazione di figli di Dio per la Redenzione ed il Battesimo, la grazia della loro morte cristiana, nell’amicizia divina, ha fissato la loro sorte eterna.

Essi non hanno perso il loro tempo, hanno ben coronata la loro vita, hanno guadagnato il cielo, sono nella felicità eterna, senza rischio di perdere o di veder affievolire questa felicità che marcava il senso della loro vita terrestre.

Eccoli saziati in pieno ora. La loro sete di gioia che portavano tutti, come noi stessi, in fondo alla loro anima umana, è interamente sazia nella gioia infinita del cielo.

Sotto questa luce di verità, a che valgono i piaceri passeggeri e fuggitivi di questo mondo ? Quale aberrazione perdere per essi la propria anima ed il futuro, preparato da Dio agli uomini di buona volontà.

Signore, dacci l’intelligenza della santità...della mia santità, quella che corrisponde ai tuoi disegni su di me.

Dacci il coraggio e l’energia della santità. Dacci di occupare, in mezzo a tutti i Santi, il posto che la tua paterna bontà mi ha preparato.

“Post haec vidi turbam magnam, quam dinumerare nemo poterat, ex omnibus gentibus, et tributus et populis et linguis stautes ante thronum et in conspectu Agni” (Apoc. 7, 9).

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)