La CEI riparte da Don Sturzo

La CEI riparte da Don SturzoRipartire da don Sturzo in un momento di “grandi cambiamenti” e di “gravi difficoltà”. A novanta anni dal suo appello “ai liberi e ai forti, il Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani ha promosso per il prossimo 27 febbraio un seminario a Caltagirone, città natale di Sturzo, dal titolo: “Senza pregiudizi né preconcetti. Per gli ideali di giustizia e di libertà, nella loro interezza”. L’incontro sarà l’occasione di interrogarsi “sul valore delle esperienze che queste parole ricapitolarono e rilanciarono, e sul pensiero e l’opera di don Luigi Sturzo, consapevoli che la storia non si ripete, consapevoli di essere chiamati alla responsabilità da cose nuove, trovandoci ancora una volta immersi in gravi cambiamenti ed in gravi difficoltà”. Il tempo è maturo per un nuovo grande partito cattolico, come la Dc? “Il discorso di un partito – spiega monsignor Miglio – è legato a contingenze storiche, l’impegno dei laici a servizio del bene comune è invece una costante”.

Da una parte si guarda al passato, dall’altra, a precisare l’urgenza di questo compito, c’è la richiesta di Benedetto XVI di “una nuova generazione di laici cristiani impegnati”, ricorda il sociologo Diotallevi, che sottolinea come gli ultimi due anni sono stati “difficili, politicamente, economicamente e socialmente”. Da qui, l’esigenza di tornare a Sturzo, leggendo il suo pensiero alla luce di parole chiave del dibattito politico odierno, come “sussidiarietà” e “solidarietà”, e poi “la libertà della scelta educativa”, che stava molto a cuore al fondatore del Partito Popolare. “Finché la scuola in Italia non sarà libera, neppure gli italiani saranno liberi. La scuola vera non può germogliare nell’atmosfera pesante creata dal monopolio burocratico statale”.

di Andrea Gagliarducci