Il Belgio dichiara inaccettabili le dichiarazioni del Papa

Il Belgio dichiara inaccettabili le dichiarazioni del PapaIl rammarico della Santa Sede riguardo la risoluzione del Parlamento belga contro le affermazioni del Papa sui preservativi durante il viaggio in Africa prende corpo in una amara nota della segreteria di Stato, che attacca “la campagna mediatica senza precedenti sul valore preponderante, per non dire esclusivo, del profilattico sulla lotta contro l’Aids”. Il 15 aprile l’ambasciatore belga ha rimesso a Domique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, la risoluzione della Camera dei Rappresentanti Belga, che “condanna le dichiarazioni inaccettabili del Papa in occasione del suo viaggio in Africa e protesta ufficialmente presso la Santa Sede”. La Segreteria di Stato risponde con una nota nella quale “prende atto con rammarico di tale atto, inconsueto nelle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno del Belgio”. Dal Belgio, si decide di non replicare. Durante il volo che lo stava portando in Africa, Benedetto XVI aveva affermato che distribuire ...  

...  i preservativi non è la soluzione per combattere l'Aids, "una tragedia che non può essere risolta solo con il denaro" ha detto, "né attraverso la distribuzione di preservativi che persino aggravano il problema”. Affermazioni che avevano aperto una polemica internazionale: Germania e Francia si erano mosse con rappresentanti del governo per contestare le affermazioni del Papa. Poi, circa due settimane fa, il Belgio ha votato in Parlamento la mozione al centro della polemica a grande maggioranza, con i voti contrari dei soli nazionalisti fiamminghi e dei parlamentari di estrema destra.

La reazioni della Chiesa non erano mancate. Già i vescovi del Belgio avevano dichiarato il proprio rispetto per il “carattere democratico” della decisione, ma avevano ribadito che tal atto “non tiene conto di ciò che Benedetto XVI ha realmente voluto esprimere”, ossia che “senza una educazione alla responsabilità sessuale, gli altri mezzi di prevenzione resteranno deficitari”.

La Segreteria di Stato, con la nota di ieri, ha ribadito questa linea. Accusa la Segreteria di Stato: le critiche alle affermazioni del Papa sono state rivolte “sulla base di un estratto d’intervista troncato e isolato dal contesto, che è stato usato da alcuni gruppi con un chiaro intento intimidatorio, quasi a dissuadere il Papa dall’esprimersi in merito ad alcuni temi, la cui rilevanza morale è ovvia, e di insegnare la dottrina della Chiesa”.

La nota mette in luce come ci sia stata una sinergia tra la sintesi delle parole del Pontefice e gruppi di pressione da tempo impegnati a osteggiare l’attività della Chiesa. Si è assistito così, denuncia la segreteria di Stato, a “una campagna mediatica senza precedenti sul valore preponderante, per non dire esclusivo, del profilattico nella lotta contro l’Aids”.

Solo alcuni, accusa la Segreteria di Stato, hanno “capito e apprezzato le considerazioni di ordine morale sviluppate dal Papa”, e tra questi ultimi ci sono “gli Africani e i veri amici dell’Africa”.

Il dibattito, con il tempo, si è spento, e ha preso tutti altri toni. In Francia, dove si era mosso in via ufficiale il Ministero degli Esteri per stigmatizzare le parole del Papa, e dove grande scalpore aveva fatto una vignetta di Le Monde con un Cristo che moltiplicava i preservativi, lo stesso Le Monde ha spiegato in un recente articolo che “il discorso di Benedetto XVI sul preservativo è semplicemente realista”. E anche il dottor Green, dell’Aids Prevention Research Project di Harvard, aveva confermato che “non c’è nessuna evidenza che l’uso del preservativo riduca le infezioni”.

Proprio a queste dichiarazioni ha fatto riferimento il cardinale Paul Cordes, presidente del Cor Unum e stretto collaboratore di Benedetto XVI. “Gli scienziati di Harvard – ha detto Cordes – hanno dimostrato quello che ha detto il Pontefice, e i governi devono tener conto di questo. Non capisco come tutto il Parlamento del Belgio rimanga su questa posizione, senza tener conto dei risultati della scienza”.

di Andrea Gagliarducci