Frate Indovino e gli Angeli

Frate Indovino e gli AngeliDa 64 anni gli italiani alle prese con terriccio e sementi si affidano ai consigli del calendario di frate indovino. L’almanacco curato dai padri francescani cappuccini di Perugia riesce a vendere ogni anno oltre sei milioni di copie. Una particolare devozione agli angeli nutriva il cappuccino Padre Mariangelo da Cerqueto (1915- 2002) che per ben 57 anni fonderà e dirigerà il Calendario Francescano di Frate Indovino. L’oasi francescana di Perugia, dove p. Mariangelo aveva la sua sede, presentava molti segni della sua predilezione per gli spiriti celesti. Vi erano presenti molti quadri che raffiguravano gli angeli ed erano numerose le preghiere che ogni giorno egli innalzava loro. In una intervista al giornalista Giuseppe Zois, egli dichiarò: “ A noi da bambini, hanno insegnato ad invocare l’angelo custode all’inizio e al termine di ogni giornata e in ogni frangente, in ogni situazione di pericolo. Quando poi sentii Padre Pio insistere molto con tutti i fedeli perchè rendessero ...

...  più presente nella loro vita questo protettore assegnatoci dalla divina bontà, ho intensificato i rapporti. Padre Pio certe volte, quando mi salutava, ripeteva: Allora, ci si sente con l’angelo, va bene? Preghiamoli insieme. D’altra parte gli angeli sono spiriti al servizio di Dio, per la nostra salute dell’anima e del corpo. Dio se n’è servito mille volte nella Sacra Scrittura per i suoi Annunci – li chiama non a caso i suoi ministri – e continuaa servirsene per noi, per tenerci lontani da tutti i pericoli”. Sul suo rapporto con Padre Pio, frate indovina dichiarò: “ Siccome era proibitissimo dai superiori recarci dal Frate scomodo di Pietrelcina, io mi assumevo impegni di predicazione nelle vicinanze del suo convento e poi, nel tempo libero, mi recavo da lui, di nascosto.

C’era già di mezzo il Sant’Uffizio e guai a chi avesse osato disobbedire. L’ordine voleva astenersi da ogni forma di venerazione, perlomeno da parte dei frati. Io trasgredivo, non lo nascondo, e con Padre Pio ci incontravamo spesso. Con il frate delle stimmate, che era davvero un sant’uomo, fu inevitabile che si parlasse del mio calendario. Lui mi canzonava nel suo bel dialetto: E questo, che indovina? Prontamente, io, di rimando lo coinvolsi nella mia iniziativa, che era Ancora nella sua infanzia.

Caro Padre Pio, gli risposi, siccome io non indovino un bel niente, tu sei obbligato a darmi una mano. Se non altro fà in modo che non abbia mai a ingannare la gente e che non arrechi mai e poi mai del male a nessuno. Lui aggrottò quelle sue ciglia, così folte, si fece serio in volto e prendendomi una mano promise solenne: Quando tu avrai bisogno, mandami il tuo angelo custode e io ti manderò il mio. Ti illuminerà quando dovrai leggere in anticipo nelle pieghe del tempo. Il patto ha funzionato. Per me era una sorte di garanzia celeste”. 

di don Marcello Stanzione