Santa Felicita ed i suoi sette figli: la vera famiglia spirituale

Santa Felicita ed i suoi sette figli: la vera famiglia spirituale“Infatti chiunque avrà fatto  la volontà del Padre mio che è nei cieli, è per me mio fratello, sorella e madre”. ( Quicumque enim fecerit voluntatem Patris mei, qui in coelis est : ipse meus frater et soror et mater est” )(Mt. 12, 50). Cristo è venuto in questo mondo e ci  ha fatti figli adottivi di Dio e propri fratelli. È questo tutto lo scopo dell’Incarnazione Redentrice, ed in  questo, per la vita soprannaturale, consiste  il mistero della salvezza. Dio è così proclamato da Gesù “Padre nostro che è nei Cieli”. Tutta la vita cristiana avrà il suo orientamento, il suo vero senso, il suo clima in questa concezione ed in questa realtà d’una “immensa famiglia spirituale”. Tale è la Chiesa. Tale è l’appartenenza di Dio all’uomo e dell’uomo a Dio, per la virtù del Sacrificio Redentore della Croce. Ma ecco che Gesù impiega delle parole apparentemente sorprendenti quando gli viene annunciato, nel corso dei suoi discorsi alle folle, la presenza di sua madre e dei cugini che lo cercano e ... 

...  vogliono parlargli : “Chiunque avrà fatto la volontà di mio Padre che è nei Cieli è mio fratello, mia sorella, mia madre”. Queste parole non hanno nulla di più tenero da parte di Gesù verso sua Madre. Egli sa bene che ha in Lui un sangue che proviene da Lei e che questo sangue è tanto più quello di sua Madre di cui è il Figlio unico d’una madre la cui concezione è tutta virginale e miracolosa, l’opera dello Spirito Santo. Ma se riconosce la sua filiazione nei riguardi di Maria perché Ella gli ha dato la sua carne, Egli rivendica per Lei ugualmente un’altra maternità unicamente spirituale, quella del compimento della volontà di Dio, dell’obbedienza perfetta agli ordini ed ai desideri del Padre nei cieli, del titolo di “serva” ch’Ella ha annunciato dopo il messaggio dell’Angelo. Ammirevole parentela spirituale ! Vi sono altri legami oltre quelli della carne e del sangue. Vi è una parentela d’anima tra Maria e Gesù, tra Gesù ed i veri cristiani, quella della sottomissione amorosa e filiale alla volontà di  Dio.

Questo Vangelo trova bene il suo posto nella festa dei Sette Fratelli Martiri. A Roma si celebra la passione dei santi sette fratelli martiri, figli di santa Felicita, anch’essa martire, la cui memoria si celebra il 23 novembre. Cioè Gennaro, Felice, Filippo, Silano, Alessandro, Vitale e Marziale. Essi furono assassinati al tempo dell’imperatore Antonino, mentre era prefetto della città Publio. Tra essi Gennaro, dopo essere stato percosso con verghe e straziato nel carcere, fu ucciso con flagelli piombati; Felice e Filippo furono ammazzati con bastoni; Silvano fu gettato in un precipizio; Alessandro, Vitale e Marziale furono puniti con sentenza capitale. La liturgia del 10 luglio evoca la triplice fraternità di questi fratelli che, alla comunanza del sangue della loro origine, hanno aggiunto quella della comunanza del sangue sparso per Cristo e della comunanza di sottomissione a Dio in un coraggio ed una perseveranza portati fino al martirio.

di Don Marcello Stanzione