Chiesa e immigrazione : Un po’ di chiarezza per favore …

Chiesa e immigrazione : Un po’ di chiarezza per favore …Negli ultimi giorni abbiamo sentito spesso attraverso i media le voci degli alti esponenti del clero che si sono pronunciati sul tema delle immigrazioni. Si può dire che le loro opinioni non sono poi così concordi tra di loro e c’è da chiedersi tra l’ altro se  queste opinioni siano davvero rappresentative della Chiesa e per la Chiesa. Spesso e in questo caso in particolare i mass media sembrano indebolire le nostre capacità di una sintesi critica; Tuttavia  riportando pensieri (spesso contrapposti tra loro) dell’ alto clero e soprattutto citando documenti ufficiali della Chiesa, dovremmo arrivare a capire il reale pensiero della Chiesa e nello stesso tempo a toccare con mano la baraonda e il grande scompiglio opinioni stico che si è creato sulla faccenda. Citiamone alcuni : Monsignor Vegliò  dice che la Chiesa non può tacere di fronte alle tragedie dell’ emigrazione volontaria o forzata  (…) la chiesa incoraggia lo spirito di accoglienza e di solidarietà. Per Bagnasco invece l’ immigrazione và governata ...

...  non subita. Sul giornale online (zenit)  Padre Piero Gheddo fondatore di Asia news, preferisce non sbilanciarsi dicendo :  da un lato c’è compassione per povera gente disperata, dall’altro la certezza che se non mettiamo un freno, un ostacolo all’arrivo di quanti vorrebbero venire in Italia e in Europa, ci troveremo assaltati da una marea di persone. Queste voci ancor più per il fatto che sono disparate tra di loro non si possono considerare rappresentative di tutta quanta intera la chiesa. Eppure documenti ufficiali della chiesa  come in il catechismo della chiesa cattolica  (c.c.c.) il quale è riferimento dottrinale certo e sicuro ed  è anche il "metro di giudizio" per valutare le posizioni concordanti o discordanti dalla dottrina degli stessi vescovi e preti .

Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che le autorità delle nazioni hanno il diritto e il dovere di limitare il numero delle nuove entrate in vista del bene comune ( Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2241 )ma lascia alle autorità civili il compito “loro proprio” di valutare le capacità concrete di accoglienza e di integrazione della nazione e, in base a ciò, di studiare i mezzi legislativi adeguati e proporzionati, a seconda delle situazioni concrete, per regolare i flussi migratori e tutelare la comunità anche da fenomeni di criminalità che possono approfittare dei flussi migratori stessi. Le nazioni sono le famiglie dei popoli e, come nelle famiglie degli individui, l'accoglienza e l'ospitalità può avvenire solo nella misura del possibile e nella salvaguardia dell'autonomia, dell'identità e dell'esistenza della famiglia stessa.

Ora islamofobia a parte (che tante volte serve solo per giustificare i genocidi compiuti dagli occidentali con Israele in testa in medi oriente ) c’ è da dire che le popolazioni Islamiche rifiutano spesso a priori l’integrazione, loro si che hanno un’ identità forte non come la nostra che è del tutto globalizzata e sulla base di ciò c’è da dire che quasi quasi è più fattibile che loro integrino noi che non viceversa. Inoltre da studente di scienze religiose non capisco come nonostante la Chiesa sia  da sempre stata avversa all’ iniqua setta massonica, molti suoi esponenti non sembrano tener conto che il promuovere la multirazzialita , favorire le immigrazioni selvagge e abbattere le identità delle nazioni,   è tutto un progetto massonico teso ad accelerare  l’ avvento della cosiddetta repubblica universale della quale possiamo già coglierne un assaggio attraverso l’ idea diffusa di villaggio globale e a tutto ciò si arriverebbe utilizzando quel principio già caro ai romani : divide et impera. Un popolo progredito si ha partendo dalla formazione umana e spirituale degli uomini sul posto come già disse  Giovanni paolo secondo : “Lo sviluppo di un popolo non deriva primariamente né dal denaro, né dagli aiuti materiali, né dalle strutture tecniche, bensì dalla formazione delle coscienze, dalla maturazione delle mentalità e dei costumi”.

I missionari e i volontari cristiani creano sviluppo perché rimangono tutta la vita fra un popolo, ed educano. Ma diminuiscono di numero. Dovremmo convincerci di più che   l’ Evangelizzazione di questi popoli và di pari passo al loro sviluppo umano e civile e in più risolve i problemi di questi popoli bisognosi sul posto, riducendo anche indirettamente il problema delle immigrazioni.

di Francesco Diana