San Gioacchino, il padre della Beata Vergine Maria

San Gioacchino, il padre della Beata Vergine MariaGioacchino è per tradizione il padre della Madonna, ma sulla sua vita non vi è nulla di storico e di certo, essendo nominato insieme a sua moglie Anna in uno scritto apocrifo che anticamente si chiamava “Storia della natività di Maria” in seguito tale scritto è stato chiamato Protoevangelo di Giacomo e risulta essere molto sobrio e privo di quelle ridondanze che si trovano in molti vangeli apocrifi.  La narrazione inizia proprio con gli eventi che cambiarono la vita di Gioacchino ed Anna. La coppia prima di trasferirsi a Nazareth, probabilmente viveva a Gerusalemme ed erano entrambi Israeliti della Tribù di Giuda. Gioacchino aveva molte greggi ed era “ un uomo ricco, che faceva le sue offerte al Tempio in misura doppia”, dicendo: “Quello  che do in più sia per tutto il popolo”. Lui ed Anna  vivevano però umiliati in seno alla comunità perché gli Israeliti ritenevano la sterilità un indizio di malvagità ed un chiaro segno della condanna divina. Il Protoevangelo ...

...  di Giacomo racconta che Gioacchino era continuamente oggetto di derisione e per questo motivo, un giorno quando si recava a fare le offerte rituali, il Sommo Sacerdote gli disse: “ Non sei degno di fare le offerte perché non hai dato ancora a Dio il frutto della tua primogenitura”. Allora stanco di sopportare questo trattamento di umiliazione continua, Gioacchino “ si recò nell’archivio delle 12 tribù del popolo, per vedere se fosse il solo a non aver generato prole in Israele”. Trovò che tutti gli Israeliti avevano dato origine a discendenze e “si ricordò del patriarca Abramo, al quale solo nell’ultimo giorno Dio aveva concesso il figlio Isacco “. Profondamente triste, Gioacchino non si presentò a sua moglie “per non amareggiare anche lei e si ritirò su una montagna nel deserto dicendo: “non scenderò di qui né per mangiare né per bere, finchè il Signore mio Dio non mi avrà guardato benignamente,e la preghiera sarà per me cibo e bevanda”. Anna intanto saputo dell’accaduto, viveva una duplice ansia: “ Piangerò la mia vedovanza e piangerò la mia sterilità”, e implorava il Signore dicendo: “Benedicimi ed esaudiscimi la mia preghiera, come hai benedetto il ventre di altre donne. Povera me! A chi sono diventata simile? Io non sono più simile alla terra dove cammino, perché anche questa terra porta i suoi frutti al Signore e lo loda, secondo le stagioni”. Ed ecco che un angelo le si presentò davanti: “Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu partorirai, e si parlerà della tua prole in tutto il mondo, per tutto il tempo”.  Da essi nascerà Maria, la mamma di Gesù, ora non vi è che un Salvatore : Gesù Cristo. Non vi è che una Corredentrice : Maria.

Comunque siamo tutti associati alla Redenzione : noi possiamo fare qualcosa per i nostri fratelli dacché ci uniamo ai meriti infiniti di Nostro Signore.

San Paolo spingeva l’apostolica audacia, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, fino a dire : “Io compio nella mia carne quello che manca alla passione di Cristo”. Egli sapeva bene che i meriti ne erano infiniti : egli associava le sue prove alle sofferenze del suo Maestro ed apportava al calice sovrabbondantemente redentore di Cristo la goccia d’acqua della sua collaborazione personale, per la salvezza delle anime alle quali aveva consacrato la sua vita.

La liturgia di san Pio V nella preghiera sulle offerte della festa di San Gioacchino, padre della Santissima Vergine, ci faceva chiedere a Dio di accordarci, per la sua intercessione, per quella della sua sposa Anna, per quella della loro Beata  Figlia, la Vergine Maria, il pieno perdono dei nostri peccati e la gloria eterna. A tutti i santi, la Chiesa può invitarci di rivolgere simile preghiera. Pertanto i legami tra Maria e Gesù, tra Maria ed i suoi genitori ed anche tra Gesù ed i suoi nonni Gioacchino ed Anna, danno alla preghiera liturgica un sapore molto particolare. Noi misuriamo, senza realizzarli interamente, le grandezze insondabili dell’Incarnazione, i numerosi privilegi ed il mistero della maternità divina. Noi sappiamo anche che il sangue di Maria gli era stato dato da Gioacchino ed Anna e, nello stesso tempo, la parentela tra il Figlio di Dio ed il padre e la madre della Vergine di Nazareth e di Betlemme s’inscrive nell’ordine umano e secondo il piano dell’Incarnazione. Come, già da questo, non concepire, per questi santi personaggi dell’Antico Testamento, avi più prossimi del Cristo, una venerazione del tutto speciale ? Come non rivolgere loro con fiducia e con insistenza, opportunamente suggerita dalla liturgia, questa richiesta della purificazione dell’anima, dell’infusione della grazia, della perseveranza finale, tre ordini divini preziosi per tutti.

San Gioacchino e Sant’Anna, esaudite la nostra preghiera. Non è una gioia per la Santissima Vergine vedervi uniti a Lei nella sua protezione costante ed efficace dei suoi figli della terra ? La donna umilissima,  diventata Regina in questo mondo, ha degli sguardi pieni di delicatezza per i suoi genitori, che le restano inferiori nella sua dignità terrestre. Quanto più la Regina degli Angeli, dei Santi, degli Uomini deve compiacersi di vedere uniti, alla sua perpetua intercessione e mediazione, l’appoggio dei suoi beati genitori associati alla sua gloria celeste ed alla vittoria redentrice del suo  Figlio Gesù.

di Don Marcello Stanzione