Grande fratello o piuttosto grande bestemmiatore?

Grande fratello o piuttosto grande bestemmiatore?Fino a poco tempo fa chi bestemmiava in televisione veniva pubblicamente redarguito e doveva fare le sue scuse al pubblico che formato da cattolici o da non credenti certamente era offeso da un atto di così grave cafonaggine ed empietà. L’edizione del “Grande Fratello 11” invece non ha espulso un concorrente, Matteo, a causa delle sue bestemmie che sono state riportate in audio integralmente. Dopo la barzelletta con bestemmia raccontata dal premier Silvio Berlusconi e mandata in onda su you tube, la nostra televisione offre sempre di più il desolante e schifoso spettacolo di una tivù spazzatura che va a finire in cloaca… E’ evidente che se il primo ministro si permette di bestemmiare che cosa non possono fare anche altri… Dire che la bestemmia è una gravissima offesa al Nome santo di Dio è dare una definizione esatta, ma un po’ fredda, arida, scheletrica, che non riesce a esprimere a sufficienza la drammaticità e la gravità mostruosa di questo fenomeno ...

...    rozzo, incivile e per noi cattolici pure diabolico. Come non ci sono parole che possano esprimere fino in fondo la grandezza e la maestà infinita di Dio, così non ci sono parole che possano esprimere fino in fondo l’abisso di malizia e di miseria morale che è racchiuso nella bestemmia. Ogni definizione, per quanto precisa, dirà sempre troppo poco: la realtà dell’offesa a Dio è sempre molto più grande di quanto si possa esprimere. Si può e si deve comunque cercar di dare della bestemmia un’idea che sia il più vicina possibile alla realtà.

Tentiamo allora, con poche pennellate, di tratteggiarne il ritratto. La bestemmia è l’urlo rabbioso di Satana che esce dalla bocca di un uomo per cercar di sporcare la gloria di Dio. Non è a caso che S. Caterina da Siena ha definito il bestemmiatore un  “demonio incarnato”. La bestemmia è il frutto più velenoso che può scaturire da un lampo di follia. C’è forma di pazzia stabilizzata e cronica e c’è una forma di follia che va a sprazzi e rende l’uomo capace di manifestare in un attimo abissi di stoltezza. La bestemmia è il segno più palese dell’odio e del disprezzo verso Dio, e questo al di là delle intenzioni di chi vomita quell’espressione blasfema. La bestemmia è il supremo atto di superbia che un uomo possa compiere, perché lui.

Così piccolo e impotente, tenta di mettersi sotto i piedi il Signore Dio, infinitamente grande, infinitamente santo e onnipotente, quel Dio che, se solo lo volesse, potrebbe stritolarlo in un attimo e con ottime ragioni. La bestemmia è il più grande atto di stupidità, perché fa dell’uomo un nemico di Colui che vorrebbe essergli amico, padre, benefattore e salvatore. La bestemmia è anche il segno rivelatore di un animo bovino, è manifestazione di volgarità, di grossolanità e di poca intelligenza, perché una persona anche non credente ma fine, intelligente e perciò non volgare, sa trovare altri modi leciti per far sbollire un momento di tensione.. La bestemmia è una barriera innalzata tra il  bestemmiatore e tutti quelli che si sentono offesi dal linguaggio blasfemo, vedendo colpito quel Dio in cui credono e che amano come loro Padre: “La bestemmia –ha detto qualcuno- è il cancro dell’anima”.

Come il cancro infatti invade tutto l’organismo fino a portare alla morte, così la bestemmia quanto meno annebbia, ma quasi sempre paralizza tutta le facoltà dell’anima e uccide in essa il gusto delle cose di Dio. La bestemmia è anche, quasi sempre, una malattia contagiosa che infetta altri. Nessuno mai infatti ha cominciato a bestemmiare per il gusto di bestemmiare, ma tutti i bestemmiatori sono diventati tali sotto la spinta del cattivo esempio ricevuto, e cioè perché infettati da collaudati bestemmiatori che sono stati i loro maestri di vizio e di imbecillità. La bestemmia è “un’offesa diretta a Dio, offesa che sarebbe qualcosa di inconcepibile se non fosse una tristissima realtà”.

Berlusconi Silvio ed il figlio Piersilvio, vicepresidente del gruppo Mediaset che è autore del programma “ Il grande fratello” meditino… e si ravvedano.

Don Marcello Stanzione