Vasco Rossi e la capitolazione della ragione

Vasco Rossi e la capitolazione della ragioneVasco Rossi  in fuga su una macchina che poi brucerà per far perdere le sue tracce. E’ la copertina del nuovo cd del rocker di Zocca, “Vivere o niente”, in uscita martedì 29 marzo 2011. “E’ la metafora dell’artista, che vive in clandestinità e fugge dal potere che vuole bloccarlo. Solo così potrà essere onesto e sincero fino in fondo”,  ha spiegato Vasco Rossi fra una sigaretta e l’altra all’incontro con i giornalisti alla fine della settimana scorsa. Il suo è un album vario ed eclettico, fra rock spediti e ballate romantiche, con testi che analizzano i rapporti di coppia ma esplorano anche temi scottanti. Come in “Manifesto futurista della nuova umanità”, ritmo incalzante sullo sfondo di un testo che prende pubblicamente  le distanze di Vasco addirittura da Dio Onnipotente.  Vasco si fa filosofo e teologo e sentenzia: “La fede è una grande illusione, come l’idea che ci sia un creatore e la vita sia un dono. La scienza ci ha dimostrato che è tutto un caso. Perciò l’uomo nuovo dovrà affrontare ...

...  da solo la vita e darsi un suo sistema di valori. Con un primo comandamento: il rispetto di se stessi” Tiene molto, Vasco al ritornello del singolo “Eh…già” : “Sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua”, evidente richiamo autobiografico: “Con tutto quel che ho passato, sono il primo a meravigliarmi d’essere ancora qui.

Mai pensato che sarei vissuto a lungo, invece oggi ho 59 anni. E voglio andare avanti, vedere come va a finire: deciderò io quando mettere fine a questa straordinaria esperienza, quando non varrà più la pena di continuare a vivere. Prosegue il discorso sulla “title-track”: “Bisogna affrontare la vita così com’è, sapendo che non c’è nulla di sicuro e garantito, ma sei sempre a rischio. Ci vuole coraggio”.

Vasco Rossi che è un cantante molto seguito da una grossa fascia giovanile odierna con le sue dichiarazioni sconclusionate e spesso senza senso e contraddittorie  continua ad alimentare la confusione e la mediocrità esistenziale di tanti nostri ragazzi. Vasco ormai alla soglia dei 60 anni non è proprio un modello ideale, ha sfondato come rockettaro ma leggendo la sua biografia su internet si apprende che non ha mai avuto voglia di studiare per cui i genitori disperati a 15 anni lo spedirono in un collegio di salesiani che cercarono inutilmente di dargli i veri valori della vita. Dall’esperienza del  collegio religioso Vasco ne trasse un profondo anticlericalismo tipico di tutti quelli che nella vita sono contro una vita ordinata e disciplinata e quindi sana…, infatti Vasco che oggi predica il rispetto di se stessi è stato implicato in varie storie di droga e si è fatto anche un po’ di galera per questo. Nelle sue dichiarazioni spesso parla di morte e di suicidio ed aleggia sempre un profondo pessimismo esistenziale tipico dei relativisti senzaDio…

Di fronte alle battute superficiali di Vasco ho pensato a quello che a Parigi ha detto un vero intellettuale: “ Una cultura meramente positivista che rimuovesse nel campo soggettivo come non scientifica la domanda circa Dio, sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue possibilità più alte e quindi un tracollo dell’umanesimo, le cui conseguenze non potrebbero essere che gravi. Ciò che ha fondato la cultura dell’Europa, la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarLo, rimane anche oggi il fondamento di ogni cultura”. (Benedetto XVI, dal discorso al Collége des Bernardins di Parigi) 

Don Marcello Stanzione