"Gli Angeli dei Fondatori". E' in tutte le librerie il libro sugli atti del VII Meeting

"Gli Angeli dei Fondatori". E' in tutte le librerie il libro sugli atti del VII MeetingIl tema di questa settima edizione del Meeting sugli angeli del 2011 che si tiene annualmente in data 1 e 2 giugno  presso la parrocchia di Santa Maria La Nova nel comune di Campagna in provincia di Salerno verte su gli Angeli dei fondatori di ordini, congregazioni o associazioni cattoliche. I  consacrati sono essenzialmente quei battezzati che, chiamati da Dio, vogliono seguire Cristo più da vicino per osserva¬re consigli evangelici. I consacrati ricevono da Dio un carisma proprio, che può essere personale (eremiti e vergini, consacrate nel secolo come membri di istituti secolari o come facenti parte dell’Ordo Virginum) o collettivo (ordini o congregazioni e istituti religiosi), e vengono inseriti nella consacrazione di Cristo.  Gesù infatti nella sua vita terrena, ha,  radicalizzato in se stesso tutti i precetti della legge nuova, instaurata da lui stesso. Il Signore ha amato fino alla fine, nei senso che, con la sua Morte, è giunto fino alla radicalizzazione più totale della sua verginità, ...

...  proprio per la totalità e l'esclusività dell'amore per il Padre e per tutti gli uomini.

Inoltre è stato povero, in quanto si è spogliato di ogni sostegno umano ed ha sperimentato il senso dell'abbandono di Dio. È stato ubbidiente, per aver tutto compiuto secondo il disegno del Padre, superando ogni tentazione di autonoma realizzazione.

Il contenuto della consacrazione dei religiosi non contiene solo consigli evangelici relativi alla castità, alla povertà e all'obbedienza, ma anche altri riguardanti la vita di comunione fraterna, la preghiera, il servizio ai poveri e agli ultimi, ecc. La sequela radicale di Cristo conduce il religioso a partecipare alla vita nuova del Redentore. La sua vita è trasfigurata in quella del Cristo Risorto e diventa quasi un'anticipazione della vita paradisiaca, rispecchiando "il genere di vita angelica", come scrive San Giovanni Crisostomo.

La vita angelica dei monaci sulla terra è un tema molto sviluppato nella letteratura monastica antica, che sottolinea fortemente la chiamata dei consacrati alla patria celeste e la coscienza che, questa terra, è solo una dimora provvisoria in attesa di Paradiso.

I monaci, grazie al voto di verginità, si sentono già angelici, perché anticipano la condizione finale di cui parla Gesù: "I figli di questo mondo prendono moglie e marito; ma, quelli che sono giudicati degni del mondo futuro e della risurrezione dei morti, non prendo¬no né moglie né marito, essi non possono più morire, perché sono uguali agli Angeli, e sono figli di Dio fatti degni della Risurrezione" (Lc. 20, 34-36).

Vita celeste e vita angelica, sono considerati sinonimi in molta letteratura: gli Angeli sono i primi abitanti del cielo.

Per sottolinearlo, i monaci hanno spesso interpretato, in maniera simbolica, molti aspetti della loro vita particolare. L'abito monastico è stato specialmente in oriente visto come un "abito angelico" e la loro preghiera liturgica, come una partecipazione alla "lode angelica".

Come gli Angeli, i monaci non si sposano; come gli Angeli, combattono satana; come gli Angeli, non sono distolti dal contemplare il volto di Dio. San Giovanni Crisostomo che, sulla difesa della vita. monastica, scrisse l'opera: "Contro i detrattori della vita monastica", rivela un ulteriore tratto della vita angelica: la perfetta comunione.

Il Santo, parlando dei monaci, così scrive: "In realtà essi si sono scelti un genere di vita degno del cielo, e perciò hanno raggiunto uno stato non inferiore a quello degli Angeli. Di fatto, come tra gli Angeli non v'è nessuna disuguaglianza, al punto che né gli uni vivono nella prosperità, né gli altri nella gravezza dei mali, ma tutti sono ugualmente in un'unica pace e delizia e gloria, così pure avviene nei monasteri ....

Il tuo e il mio, questo modo di dire che tutto sovverte e perverte, è del tutto ignorato, perché per loro tutto è comune, la tavola, l'abitazione e le vesti. Essi sanno superare ogni pretesto di reazione e di discordia, fondati come sono nella luminosa speranza dei beni futuri, ma anche perché quello che accade a ciascuno, di triste o dì buono, essi lo considerano come comune a tutti".

Nella letteratura sulla vita religiosa, dal 1968 in poi, non solo si è taciuto dell'aspetto della vita religiosa come vita angelica, che è un aspetto dei consacrati sempre celebrato dalla tradizione dei padri e dalla liturgia, in Occidente e in Oriente, ma addirittura si è creduto bene di criticare tale rapporto e di mettere in guardia espressamente contro di essa, sperando, in tal modo, di ottenere un doppio- effetto benefico: avere vocazioni umanamente più mature e robuste, libere da ogni richiamo alla "vita angelica", anche a quella vita angelica feconda delle virtù più nobili, che non ha niente a che fare con l'aberrante "angelismo".

In realtà si è avuto un doppio effetto catastrofico negativo: le vocazioni di speciale consacrazione, soprattutto femminili, sono assai diminuite di numero, specialmente nei Paesi occidentali e un gran numero di consacrati risulta oggi assai poco maturo, tanto che, dopo pochi anni di vita religiosa, abbandona la consacrazione.

Tutto questo avviene perché non si può impunemente rinnegare il magistero e la tradizione che per secoli hanno sottolineato l'aspetto angelico della vita consacrata; inoltre il richiamo alla vita angelica è un richiamo ad una vita evangelica sovrumana di cui i religiosi hanno assolutamente bisogno per superare il deficit umano delle cattive inclinazioni e delle concupiscenze carnali ed egoistiche.

Il padre Stefano Maria Manelli, fondatore di un nuovo Congregazione religiosa: i Frati Francescani dell’Immacolata faceva osservare che se oggi, tra i cattolici, pochi credono all'esistenza degli Angeli, una particolare responsabilità al riguardo non l'hanno forse proprio i religiosi?

Non devono essere i religiosi, infatti, í primi testimoni e modelli della vita angelica nel mondo?

Non è forse la vita religiosa, segno escatologico della vita dell'aldilà sulla terra, come insegna la Chiesa dai primi tempi fino al Concilio Vaticano Il?

Il rapporto consacrati e angeli pone il problema teologico ed esistenziale se sia possibile qui, sul nostro pianeta Terra, vivere come gli Angeli del Paradiso?

La Chiesa, nella sua bimillenaria esperienza di santità, ci dice che ciò è possibile, anche se non è certamente facile. Ovviamente non bisogna confondere la natura angelica con quella umana; l'angelica è fissata definitivamente nel bene, mentre noi esseri umani siamo continuamente alle prese con le debolezze della carne e le tentazioni del mondo e di Satana.

La tradizione cattolica ed ortodossa ha sempre affermato che i religiosi e le religiose, siano essi nelle abbazie, nei conventi o monasteri, negli eremi o romitori, sono coloro che, sulla terra, emulano gli Angeli in Cielo.

Il libro degli atti del settimo convegno angelologico contiene le relazioni di don Marcello Stanzione, P. Serafino Lanzetta, P. Ignazio Suarez, Don Renzo Lavatori, Dott. Maurizio Ulino, dott. Pina Basile, Dott. Antonio Capano, don Pietro De Felice.

Carlo Di Pietro