PARIGI E IL CULTO A SAN MICHELE ARCANGELO. Di Leonardo Guerra

PARIGI E IL CULTO A SAN MICHELE ARCANGELO. Di Leonardo Guerra

Parigi ricopre un ruolo di primaria importanza per le testimonianze pittoriche o scultoree inerenti ai vari aspetti del culto micaelico. Le rappresentazioni più significative dell’Arcangelo Liberatore nel momento del Giudizio Finale compaiono sul frontale della Cattedrale di Nostre Dame, chiesa filosofale costruita, tra il 1220 e il 1230, secondo uno schema di tipo ermetico e allegorico, utilizzato per rappresentare la lotta tra il bene e il male e il termine del vecchio modo di vivere per risvegliarsi a nuova vita. Nella scultura generale, la figura di Abramo simboleggia l’obbedienza, Giobbe il dolore, san Cristoforo la carità e Numroid il desiderio di potenza per affrontare le difficoltà della vita, il tutto finalizzato al giorno del Giudizio. Nella parte superiore, siamo di fronte alla Valle di Giosafat, dove un angelo suona la romba per far risvegliare i morti destinati, come descrive Oswald Wirth, a ricevere il premio o la punizione in base ai loro meriti e alle loro colpe: “ L’iniziato muore, non per disertare il campo di battaglia, ma per poter contribuire più efficacemente alla vittoria del bene, fino allo sforzo liberatore”. ...
... San Michele e Satana sono i posizione identica, intenti a pesare le anime su una bilancia, senza che il maligno usi degli accorgimenti particolari per far prendere il piatto dalla sua parte, perché il giudizio dipende solo dalle azioni compiute dagli uomini nel corso della loro vita. Ai loro lati, dieci dannati vengono trascinati da diavoli cornuti, mentre nella parte opposta si ammira la vista gioiosa di altrettanti santi. I piatti della bilancia sono tenuti in perfetto equilibrio, ad indicare il valore e il significato della perfetta giustizia, di cui si fa garante Cristo Pantocratore, raffigurato in alto al centro della scena. Analoga rappresentazione del Giudizio si può ammirare sul frontone principale de la Madeleine, una chiesa fatta costruire da Napoleone Bonaparte sui resti di un antico luogo di culto, alla fine della curva dei GrandsBoulevards. Ai piedi di Gesù Cristo giudice, in mezzo a un coro di angeli, si osserva Maria Maddalena che, in ginocchio, intercede per i dannati. Michele compare nella scena del Giudizio anche al centro di un Antependio conservato nel MusèedesArtsDècoratifs di Parigi: i riquadri laterali sono ricoperti da episodi inerenti alla vicenda delle Apparizioni. La disposizione delle scene è simile a quella delle miniature del Messale di Carlo VI, conservato nella Biblioteca “ F. Didot” della capitale francese. La città offre diverse rappresentazioni dell’Arcangeli Michele il lotta contro Satana, due delle quali sono custodite nel Museo del Louvre. Il primo quadro, detto del Gran San Michele per distinguerlo dall’altra tavola, fu realizzato per volere di papa Leone X, Gran Maestro dell’Ordine di San Michele nato a Mont Saint-Michel, con evidente allusione alla crociata contro i Turchi che il pontefice tentò di organizzare. San Michele è visto nell’impeto della lotta, con le ali aperte e i drappi che indicano il senso del movimento; con il piede destro sul dorso del suo avversario, è pronto a colpirlo con la lancia, mentre il diavolo, con le corna e le ali di rapace e il forcone in mano, giace bocconi in mezzo alle rocce, da cui fuoriescono fiamme, simbolo dell’imminente caduta verso l’inferno. Il sapiente dosaggio dei colori e della luce mira ad accentuare il contrasto esistente fra i due protagonisti. Nel secondo dipinto l’Arcangelo si presenta con le ali aperte, lo scudo crociato, il piede sinistro sul collo di un mostro satanico e la spada sollevata per colpirlo; il diavolo, a terra, è impotente e riesce solo ad avvolgere con la coda una gamba del suo avversario. Il pittore allarga lo sguardo sul paesaggio ed offre alla vista un’ ampia superficie del territorio , in cui compaiono piani diversi di rappresentazione: dopo la scena più importante alcune creature grottesche, cui fanno seguito i dannati, e in fondo un borgo in fiamme, che simboleggia la città di Dite. Virtù coloristica e senso della prospettiva contribuiscono a dare pregio al dipinto in olio, del 1505. Identica raffigurazione iconografica si ha a Parigi nella Fontaine Saint-Michel, meglio conosciuta con il nome di Fontana Davioud, in cui si ammira un gruppo bronzeo, realizzato sul modello del dipinto del Louvre: san Michele, con i piedi sul dorso del Maligno , solleva la spada per colpirlo e rivolge l’indice della mano sinistra verso l’alto, per indicare la grandezza di Dio, conformemente al significato contenuto nel nome Mikael ( “ Quis ut Deus?”). la fontana occupa la facciata anteriore di una costruzione innalzata sul Ponte san Michele ed è stata progettata per sostituire, con l’episodio della lotta incorniciato da quattro colonne corinzie, la precedente parete, di nessun valore estetico. Inaugurata nel 1860, l’opera, per la quale si sono utilizzati pietre di diverso colore ( rosso, verde, blu, giallo), si compone dei seguenti elementi: le figure di san Michele e del diavolo; due draghi alati ai lati della fontana; la roccia sotto il gruppo centrale; quattro statue raffiguranti le virtù cardinali; bassorilievi e piante ornamentali. La figura dell’Arcangelo Michele è molto visibile anche nella Basilica del SacrèCoeur di Montmartre, identificata anche come Santuario dell’Adorazione Eucaristica e della Misericordia Divina. Costruita tra il 1875 e il 1914 sul Monte dei martiri ( da qui il nome di Montmartre), luogo in cui Saint Denis, primo vescovo di Parigi, fu decapitato per la sua fede, il Sacro Cuore è simbolo della rivelazione di Dio agli uomini. Questo è attestato principalmente dal grandissimo mosaico del coro, dedicato a Cristo risorto, presentato con le vesti bianche, il Cuore d’oro, metafora dell’amore smisurato per Dio e per gli uomini, e le braccia aperte per accogliere l’umanità: alla sua destra la Vergine Maria, a sinistra l’Arcangelo Michele e, di seguito, una lunga teoria dei Santi protettori della Francia, in atto di adorazione, tra cui Santa Giovanna d’Arco. All’Archistratega  e dedicata nella Basilica anche una cappella di una navata laterale, in cui compare ancora una volta la lotta contro il Maligno, già caduto a terra e sul punto di essere colpito dalla lancia del suo nemico. Di dimensioni notevolmente più grandi il complesso scultoreo sistemato su una facciata esterna: il diavolo è stato trafitto dalla spada e Michele solleva il alto il vessillo della vittoria, simbolo anche della protezione della città, tutta visibile dall’alto del Tempio cattolico. Il Sacro Cuore offre numerose testimonianze degli spiriti puri , visti come musici o come custodi o nel momento dell’Annunciazione o in atto di adorazione durante la Passione e la Resurrezione.  
 
PARIGI E IL CULTO A SAN MICHELE ARCANGELO. Di Leonardo Guerra
 
Segnalazione di Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)