A quali prove Dio sottopose gli angeli prima di farli entrare nel suo regno?
Scritto da Amministratore   
luned́ 01 ottobre 2018

Dio e gli Angelidi Gelsomino Del Guercio

Furono almeno due. In entrambi i casi Lucifero non le superò, mentre Michele ne uscì vincitore. Ed allora si scontrarono. Tutto avvenne prima della Creazione

Nello studio degli angeli un momento cruciale è il loro ingresso nel regno di Dio. Questo sarebbe avvenuto ancora prima della Creazione.

In “Gli angeli e la santa eucaristia” (Edizioni Segno), don Marcello Stanzione documenta questo momento. ...


L’ingresso nel regno dell’armonia
«Quando Dio creò gli angeli – scrive Stanzione – non li ammise subito nel regno dell’armonia, perché creati in libero arbitrio, per cui soggetti a cambiamento di volontà. Per accedere alla Grazia divina essi furono sottoposti a delle prove. Poiché Dio è Amore e non vuole imporre la sua volontà, ma vuole essere amato e servito con sincero cuore ed amore, che ripagherà nel più degno posto di luce nel regno dell’armonia. Questo vale anche per l’uomo».

L’Ufficio dei capi e l’obbedienza

La prima prova che gli angeli dovettero affrontare, fu l’obbedienza. Tra le miriadi e miriadi di angeli creati, Dio ne scelse un gruppo, detti Arcangeli, con l’Ufficio di capi. Quattro, con il massimo grado d’Ufficio loro affidato, e cioè: Lucifero (che significa figlio dell’Aurora); Michele (Chi come Dio?), Gabriele (Forza di Dio), Raffaele (Medicina di Dio).

Alla prova dell’obbedienza, che consiste nel senso dell’ordine (qualora quest’ultimo venisse a mancare, regnerebbe il caos), accadde la “rottura” tra Dio e Lucifero.

La differenza tra Lucifero e Michele

Dio Trino è Ordine perfetto e infinito: per questo, agli Angeli, obbedire tornava a loro conto. Ma Lucifero, considerato primo Arcangelo, mostrò dissenso; nel suo orgoglio ribollivano già segnali di ribellione. Invece, Michele si umiliò: “Ho ricevuto sapienza, potenza, bellezza ed alti Uffici di comando senza aver compiuto alcun merito”, disse, e accettò di obbedire eternamente.

A tale pensiero fece seguito l’Arcangelo Gabriele, Raffaele e schiere e schiere di Angeli di Uffici inferiori, mentre Lucifero aveva come seguito un terzo degli Angeli.
Tale prova avvenne quando ancora l’universo era spirituale, cioè allo stato invisibile, quindi prima della creazione dell’uomo.
 
 Il secondo errore di Lucifero
 
 Per Lucifero, ovviamente, accedere alla Grazia divina si era fatta complicata, dopo aver manifestato quel dissenso. Ma aveva la possibilità di ravvedersi, che bruciò quando tornò a mostrare dissenso perché Dio-Trino fece conoscere agli angeli l’Incarnazione del Verbo, Suo Figlio.
 
“Mai onorerò una donna terrena”
 L’Incarnazione doveva prodursi in una Donna Vergine della futura umanità terrena, di cui il Figlio-Dio sarebbe stato proclamato Re dell’universo e la diletta Madre, Regina, per cui tutte le creature invisibili e visibili avrebbero dovuta onorarla come Regina e Madre (ovvero la Madonna).

Lucifero obiettò: “Mai onorerò una donna terrena, anzi salirò al di sopra dei cieli e mi proclamerò re”.

Michele, invece, si prostrò in adorazione del Verbo incarnato, e gioì di servire in eterno la Regina terrena, Madre del Verbo-Dio. Al suo seguito, tutte le schiere degli Angeli buoni.
 
La cacciata e il castigo
Lucifero, nel suo gran rifiuto, ferì il cuore di san Michele, che, a sua volta, prese le difese della Santissima Trinità. Lucifero aveva bestemmiato e non era più degno della Grazia divina, e neanche del regno angelico.

Allora l’Arcangelo Michele, con i suoi fedeli a Dio, affrontò il blasfemo ribelle e gli gridò: “QUIS­ UT­DEUS?­–­CHI­ È­ COME­DIO? Noi siamo solo Sue creature, benché infuse di grande sapienza e potenza, siamo solo granelli”. E Michele decise di scacciare il ribelle con i suoi seguaci.

Fu cos’ che Dio-Trino castigò il ribelle a vivere nel regno delle tenebre; la Donna, ch’egli rifiutò di onorare (la Madonna), un giorno gli avrebbe schiacciato la testa.
 
 L’ingresso nel Paradiso
Michele, dopo le sue difese delle prerogative divine, ricevette gradi d’Ufficio più alti e venne nominato Principe di tutte le Milizie angeliche e capo governatore dell’universo.

L’arcangelo Michele fu la prima creatura di Dio ad adorare il Verbo eucaristico. L’infinito amore dell’arcangelo san Michele per il suo Creatore Dio-Trino risuonò di vittoria nel regno angelico, che la Grazia divina premiò, per cui si aprirono le porte del Paradiso per gli angeli buoni.

Come San Pietro
L’arcangelo san Michele possiamo considerarlo come il san Pietro delle creature invisibili, che è la Chiesa angelica al servizio del Dio-Trino e di tutto il Suo creato. Certo un san Pietro diverso da quello terreno, che rinnegava frequentemente il Signore Dio, benché ci conviveva materialmente, ma che però lo amava. Invece san Michele non Lo rinnegò mai.

Per questo l’arcangelo Michele è il più qualificato Ministro dell’Eucaristia, affiancato dai più potenti Ministri: Gabriele e Raffaele, che sono, tutti e tre, al servizio del Verbo eucaristico e che, nella vita dell’uomo, intervengono e provvedono al Pane eucaristico mancante, e lo somministrano a chi viene ingiustamente negato.
 
Presiedono la santa messa
Ecco perché gli angeli hanno un ruolo importantissimo nella Santa Messa: essi la presiedono. Noi non li vediamo, eppure sono al fianco del celebrante come miliziani, pronti a respingere gli spiriti maligni che tentano di molestare il celebrante ed il Verbo eucaristico.
 
Fonte: aleteia.org 
Ultimo aggiornamento ( luned́ 01 ottobre 2018 )