ANGELI E SPIRITI MALIGNI IN SARDEGNA IN UN LIBRO DI DON MARCELLO STANZIONE E NERIA DE GIOVANNI
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venerd́ 31 maggio 2019
ANGELI E SPIRITI MALIGNI IN SARDEGNADi Ernesto Madau
L’editrice algherese NEMAPRESS presenterà sabato 11 maggio alle ore 15,30 al salone internazionale del libro di Torino presso lo stand della regione sarda il libro di don Marcello Stanzione e della dottoressa Nerea De Giovanni intitolato “ Angeli e spiriti maligni in Sardegna”. Credo che nessuna generazione come l’attuale, abbia mai avvertito tanto interesse verso l’esistenza e la presenza nel mondo degli spiriti angelici e demoniaci. In effetti, l’eterna lotta tra il bene e il male è oggi quanto mai viva, tangibile e visibile nella vita del singolo e della società umana; nella famiglia e nella stessa Chiesa. Il papa san Paolo VI fu il primo a constatarlo quando disse che : Il fumo di satana era penetrato attraverso qualche fessura delle mura della Chiesa. ...
 
La fessura è oggi diventata una temibile crepa e il fumo dell’inferno ha invaso persino i luoghi sacri. Le apparizioni mariane e le visioni di tanti mistici cattolici sono state chiare in merito al futuro dell’umanità. Satana continua a soggiogare in  modo subdolo e strisciante l’umanità intera che non tollera possa salvarsi. Si è definitivamente perso lui, col suo peccato di hybris nei confronti di Dio, e desidera che altrettanto accada a ciascun uomo. Satana è un pervertitore che ci porta proprio là dove nessuno dovrebbe andare e le sue arti sono sempre le stesse; seduce con il potere, il denaro e la carne. Questo è il trinomio in cui l’uomo può facilmente inciampare. Satana continua a dirci: “ Diventerete come Dio” e gran parte dell’umanità gli va dietro, ammaliato e affascinato dalle sue promesse e dalle sue arti. Le sette e le chiese sataniche proliferano dovunque e fa male pensare che tanti vi aderiscano. Sono tante le filosofie e i movimenti che adescano e inghiottiscono le menti e  i cuori, ma lo fanno piano piano, senza che chi li abbraccia se ne renda pienamente conto, attratto dal solito cartello: “ Entra e scoprirai. Che male c’è?” Ma a Satana basta poco e, quando si pensa di non far nulla di male, si è già impigliati nella sua rete. Le conseguenze per avergli detto un mezzo sì sono catastrofiche.
 Non voglio riportare l’interminabile elenco di queste conseguenze: le lascio a don Marcello Stanzione che conosce bene i fenomeni negativi di questo abbandono di Dio per seguire Satana che è sempre  una sua creatura, pur se potente, spirituale e libera, ma non al punto di andare oltre il consentito da Dio stesso. E se il Creatore è ricco di amore e di misericordia, questa sua creatura è ricca di odio e di male che nasconde e ammanta con le sue lusinghe. “ Sono così tanti i diavoli - diceva san Pio da Pietrelcina - che se potessero assumere un corpo, piccolo quanto un granello di sabbia, oscurerebbero il sole”.
 Forse è per questa invasione di campo così massiccia di Satana nel mondo di oggi che si assiste, si invoca, si parla e si constata la presenza degli spiriti angelici. La lotta tra Michele e  i suoi angeli iniziata nel cielo, prosegue ora sulla terra. Lo scontro sarà definitivo. Amare gli angeli, parlare di loro ed invocarli è garanzia di stare dalla parte di Dio, dalla parte del bene e della vittoria finale, perché le potenze infernali non prevarranno mai, né sull’uomo, salvato dal sacrificio del Figlio di Dio,  almeno che, in piena libertà egli non scelga il pervertitore, né sulla Chiesa che è di istituzione divina.
Gli spiriti angelici danno sicurezza e protezione: basta chiederle e i modi per ottenerle sono tanti; d’altronde hanno principalmente questo compito. Don Marcello Stanzione li ha indicati nei suoi libri. Gli angeli, al contrario del diavolo, sia nei testi sacri, che nell’arte e nelle visioni dei santi si manifestano in tutta la loro bellezza, perché sono il riflesso della bellezza di Dio. Una volta la mistica olandese Ludovina di Schiedam chiese al suo angelo di farsi vedere dalla sua carissima amica Caterina Simon che la serviva giorno e notte: la donna ne fu talmente rapita che, per vari giorni, fu incapace di dormire e di mangiare, ma solo di piangere di gioia. Ludovina diceva che un solo sguardo dell’angelo era capace di dissipare ogni afflizione.
Come il diavolo, essi sono puri spiriti e senz’altro più potenti se è sufficiente un loro soffio e la loro presenza per fugare gli spiriti infernali. E se questi ultimi possono ricorrere alla subdola arte di prendere le fattezze di chiunque, persino dei grandi santi, non sono però capaci di farlo a lungo, perché il solo pensiero di calarsi nei panni di un santo per qualche istante è per essi intollerabile. Gli angeli invece mai prenderebbero le fattezze dei loro antagonisti; essi sono purezza assoluta; essi bruciano d’amore, sono i nostri maestri di obbedienza e suppliscono, con la loro perfezione, là dove noi manchiamo con le nostre imperfezioni nel servire e amare Dio.
La Sardegna, così ricca, nella sua storia, di bellezze naturali, di panorami che ti soggiogano, di fiori e profumi silvestri, di personaggi rudi, fieri e forti come il granito, trabocca di racconti e leggende in cui diavoli e angeli agiscono; disturbano o aiutano, incantano e ammaliano donne e uomini, famiglie intere, animali o cose.
Neria De Giovanni, che ben conosce l’isola anche attraverso la lente letteraria e i suoi studi su Grazia Deledda che tanto sentiva raccontare, sin da bambina, di presenze misteriose e di anime tormentate, in questo lavoro ci mostra quanto “su dimoniu” , “ Lusbel” stia lì a confondere, a fare il male, ad affascinare o servirsi di altri per “gettare il malocchio”. Questi ultimi spesso  non si  rendono neppure conto di essere un tramite e le loro vittime, rispetto ad altri, sono senz’altro più deboli nella fede, facilmente influenzabili e sensibili. Il diavolo arriva volentieri e disturba, se invocato, ma pur senza esserlo. L’espressione tipica della Sardegna “ Chi ti che l’ ede su dimoniu” ( Ti porti via il diavolo) è pericolosa, come il semplice intercalare “Eh dimò!” ( Diavolo!).
 Nessuno “ cun s’oggiu tortu” ( con l’occhio storto) e non in senso fisico, doveva essere presente o presentarsi quando si faceva il pane, si lavorava la carne del maiale, si preparavano i dolci o qualsiasi altra cosa si facesse. Il rischio era grosso: il pane non lievitava o con la cottura prendeva la forma non dovuta, l’insaccatura delle salsicce diventava problematica, i dolci si afflosciavano etc. Una bestemmia lanciata da chi aveva questo brutto”potere”, specie se pronunciata a mezzogiorno al suono delle campane, aveva effetti deleteri.
 Una volta erano i sacerdoti, con la lettura del Vangelo in casa e  l’aspersione dell’acqua benedetta ad intervenire e liberare le persone vessate o le case infestate; ora, ahimè, non lo fanno più, pur essendo il male più presente di una volta. Spesso vedo che si fanno sostituire dal capo famiglia, specie con la benedizione delle case in tempo pasquale. Ma non è la stessa cosa.
 Una volta c’erano i guaritori per ogni tipo di male che si credeva provenisse dal diavolo: dal malocchio al fuoco di sant’Antonio, dal mal di stomaco al mal di testa, dalla paura alla tosse persistente. Oggi è difficile trovarli, ma ci sono ancora e sono ricercati persino dalla penisola. Perché i guaritori sardi? Perché si ritengono più potenti ed efficaci e continuano ad utilizzare “i poteri” antichi avuti in eredità dagli anziani che li trasmettevano loro sempre in “die nòdina”, in giornate di festa solenne. Questi guaritori sono tutti in combutta col diavolo? Anche senza saperlo? Per tanti sacerdoti si; per tanti altri no. Eppure erano ritenuti guaritori persino i sacerdoti, perché possedevano “su liberu de su cumandu” ( il libro del potere) che nella mente di tanti doveva essere un libro pieno di formule magiche utili sia per far accostare che  per allontanare il diavolo. In realtà poi non doveva essere altro che un benedizionario, ricchissimo di orazioni in latino, dagli esorcismi maggiori alla benedizione dei bambini infermi, dell’olio, del burro, di una fontana, di un forno, di una puerpera, di una medicina, persino delle api e degli animali. Tutto poteva essere stato contaminato dal male o oggetto di disturbo satanico e il sacerdote, con il suo potere sacerdotale e le sue mani benedette ( una volta si baciavano), poteva intervenire. Accanto alla figura sacra  e riconosciuta tale del sacerdote, c’erano poi “i guaritori laici” e i gesti che accompagnavano “le guarigioni” erano e sono sempre accompagnate da preghiere e filastrocche in sardo, rivolte a Dio, alla Madonna e ai Santi. Una volta ad operare erano sacerdoti e laici di provata pietà. Oggi a prevalere sono i laici, ma non di provata pietà e fede. La cosa certa è che  purtroppo mancano i sacerdoti esorcisti perché tanti di loro, semplicemente, credono poco allo stesso diavolo e alla stessa esistenza degli angeli che ritengono credenze  medievali; tanti sacerdoti, di fronte alle richieste di preghiere da parte dei fedeli, sempre più vittime di disturbi, preferiscono non intervenire. Una preghiera non fa mai male. A nessuno. Se poi i problemi sono di natura psichica, la scienza medica può decisamente aiutare. La cosa certa è che, meno sacerdoti pronti a benedire esistono, più abbondano i guaritori, i cartomanti, i maghi etc.
 La mistica austriaca Maria Simma che aveva il privilegio di dialogare con le anime del purgatorio, vide un giorno un sacerdote con la mano destra del tutto annerita chiederle dei suffragi. Alla domanda del perché avesse la mano in quelle condizioni, rispose che durante la sua vita non l’aveva sufficientemente utilizzata per benedire. In purgatorio ne pagava la colpa.
Diavoli e angeli sono sempre stati presenti nelle vite dei santi, specie se mistici o se dediti alla penitenza più assoluta. In Sardegna non sono mancati: da sant’ Ignazio da Làconi, a san Salvatore da Horta, dalla Beata Edvige Carboni a Leontina Sotgiu , da Madre Angela Marongiu a P. Giovanni Battista Manzella, da Suor Beatrice ( Edilburga) Manca  Basoli a  Paola Muzzeddu.  Tutti questi ultimi sono Servi d Dio ed in cammino verso la beatificazione. La Sardegna è dunque terra di santi. Nel presente lavoro si fa giustamente cenno alla Carboni e alla Muzzeddu. La prima fu vessata dal diavolo per tutta la vita. Spesso le appariva sotto forme mostruose: una volta con un cappuccio in testa ed un lungo naso; un’altra lo vide sotto forma di serpente strisciare nella sua casa romana. A Pozzomaggiore si manifestò diverse volte, specie quando Edvige ebbe la nonna inferma.  Il diavolo le strappò persino di bocca le otturazioni ai denti appena sistemati dal dentista, le bruciava i soldi, la legava a letto con nodi inestricabili, la bastonava ed ostacolava in tutte le sue faccende domestiche. A riparare tutto e a consolarla appariva il suo Angelo Custode che, dietro le sembianze di un bambino, le sbrigava i quotidiani impegni domestici. Padre Manzella una volta liberò a Pozzomaggiore una casa infestata dagli spiriti e Suor Beatrice, oltre che ad avere a fianco il suo Angelo Custode da bambina, fu perseguitata dal diavolo e, come Edvige, fu trovata legata al letto. La Sardegna non è l’unica zona d’Italia in cui le realtà angeliche e demoniache siano avvertite, ma è senza dubbio tra le regioni del sud più ricche di mistero e di fascino, di racconti e leggende legate a queste entità soprannaturali.
Si, da sempre, il visibile vive con l’invisibile, il bene con il male e l’uomo sta in mezzo, a lottare e difendersi. Desidera per sé il bene, ma spesso non lo sa riconoscere L’eclissarsi della fede nel mondo di oggi porta  il diavolo a farsi avanti trionfante; distruggerà ancora, ma non sarà per molto. Il presente lavoro è interessante ed utile per due motivi: fa una breve catechesi sugli spiriti demoniaci ed angelici e propone un’interessante spaccato della vita di Sardegna, con le sue leggende, i suoi racconti, le sue credenze e con la sua gente che, come tutta la gente della zona mediterranea, mescola fede e superstizione, ama con l’aiuto di Dio e odia con l’ausilio del Diavolo. Scegliamo solo Dio.