DON CARLO BORGHI E GLI SPIRITI CELESTI Di don Marcello Stanzione
Scritto da Amministratore   
domenica 19 gennaio 2020

don Carlo BorghiCarlo Borghi fu non solo un ottimo sacerdote ma anche un valente scienziato e ricercatore nacque a Barlassina (Monza) nel 1910. Venne ordinato sacerdote nel 1933 a Milano. Si laureò in Teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e in Scienze Fisiche nel 1939 all’università Statale di Milano, dove insegnò Fisica teorica e Calcolo delle probabilità. Trasferitosi a Roma negli anni cinquanta si dedicò completamente alla ricerca nel campo della fisica nucleare. ...

 
Nel 1960 andò in Brasile presso l’università di Recife, dove fondò e diresse il Centro Studi Nucleare per quindici anni fino al rientro in Italia nel 1975 per ragioni di salute. Venne insignito del titolo di cavaliere della Repubblica per i suoi meriti scientifici. Si stabilì a Parma presso l’amico e collaboratore Prof. Don Camillo Giori, ove morì a il 30 marzo 1984. Venne sepolto a Calco (Lecco) dove aveva fatto il parroco nell’immediato dopo-guerra. Riguardo agli angeli il prete scienziato in un suo testo pubblicato postumo intitolato “La vita eterna. Il mistero delle cose ultime” così scrive: “Tra le creature a noi più o meno note, oltre alle creature umane a noi umani  più o meno note e chiamate al destino finale do figli adottivi di Dio secondo il grande progetto del Padre rivelato in efesini 1,1 ss., ci sono anche quelle creature genericamente chiamate "“i Messaggeri”, ossia “ gli angeli”, per esempio nel già ricordato Tobia 1,17-19, dove si parla di “ uno dei sette che stanno sempre al cospetto di Dio”. Ai “ sette spiriti di Dio” sembra alludere anche Apoc. 4,6. Ma in Matteo 18,10 Gesù rivela che quella  di “ veder sempre la faccia del padre” è caratteristica comune per almeno tutti gli angeli cui sono affidati i figli degli uomini. Tuttavia, a giudizio di quanto ci rivela la Scrittura, non sembra possibile stabilire una equivalenza, sul piano soprannaturale, tra la creatura umana e angelo.  Infatti, mentre da una parte per le creature umane ci è detto essere stato stabilito fin da prima della creazione del mondo il “grande progetto”!, di cui parla Efesini 1, 1, per la loro adorazione come figli di Dio, descritta da Gesù medesimo (Giov. 17,21) come il “ diventare una cosa sola” col Cristo che è Figlio, la seconda Persona della Trinità  del Dio Uno; dall’altra parte, alle creature umane è stato scritto: “ non sapete che giudicheremo gli angeli?” ( 1 Corinzi 6,3). Con questa rivelazione sembra che venga stabilita una differenza importante tra la natura degli uomini e quella degli angeli sul piano soprannaturale, sembra cioè che dopo la rinascita alla vita soprannaturale venga rilevata una qualche forma di inferiorità degli angeli rispetto agli uomini. Questo non può ovviamente riferirsi alla natura vera e propria degli uni o degli altri, poiché la natura angelica appare ovviamente superiore alla natura umana. Questa differenza deve quindi riferirsi interamente alla grazia, cioè alla scelta autonoma del Padre, acquistata dal Figlio con l’Incarnazione con la sua morte in croce, e realizzata attraverso l’invio dello Spirito Santo per dare vita al corpo di Cristo che è la Chiesa. Anche gli angeli, per grazia, “vedono sempre la faccia del Padre” e ne sono gli ambasciatori, anch’essi hanno “ la vita eterna” dello Spirito santo che è la vita naturale di Dio, attraverso quel loro legame col padre, e anche per gli angeli questo legame a questa vita eterna è grazia, ma probabilmente è grazia in modo diverso da come è grazia sia la “ vita eterna” per le creature umane “salvate”, sia il loro diventare “ una cosa sola” col figlio, secondo il grande progetto. Questo sembra giustificare la subordinazione in qualche modo “giuridica” degli angeli che devono essere giudicati dagli uomini, secondo 1 Cor, 6.3”. Riguardo all’arcangelo Michele così scrive; “Michele è il nome proprio che l’Apocalisse attribuisce al capo degli angeli che rimasero fedeli a Dio. Di pochi altri angeli fedeli la Bibbia dà i nomi propri, che hanno un significato nella etimologia ebraica, come Raffaele e Gabriele. Per esempio, Michele, cioè Mi-Ka-el ossia “chi è come Dio”, sembra la contrapposizione di un’eventuale pretesa dei suoi nemici, cioè: Se Dio è Dio, perché non lo sono anch’io?”. Non abbiamo alcuna informazione su che cosa possa significare una guerra in cielo, a parte l’illazione per cui gli angeli, dai due lati, usarono ciò che la loro natura poteva offrire, “finché non fu più trovato posto in cielo per il drago e i suoi angeli” (Ap. 12,9). Come ogni battaglia, anche questa ammetteva la possibilità di essere sconfitti? Se a questa domanda aggiungiamo che ciò per cui codesta guerra veniva combattuta non era qualcosa che probabilmente interessasse direttamente gli angeli stessi, poiché interessava solo le altre creature ad essi ben inferiori e per giunta non ancora create, cioè l’umanità cui era promesso il Grande Progetto, si vedrà che il grado di generosa e disinteressata fedeltà a Dio di cui hanno dato prova gli angeli merita molto di più della nostra tenerezza e gratitudine. Il premio per gli angeli è uno dei misteri del Regno di Dio.

Il particolare dato in Apocalisse 12,9, secolo il quale “il drago, colui che chiamano il diavolo e satana fu precipitato sulla terra, e con lui furono precipitati anche i suoi angeli”, va connesso con quanto afferma Gesù in Luca 10,18: “ Vedevo satana cadere dal cielo come la folgore”. Questo passo ci ha già dato occasione di parlare della infissione nella materia di queste creature che hanno perso la grande guerra nel cielo. Di questa infissione un esempio è dato in Matteo 8,19-23 col caso degli indemoniati geraseni, i cui invasori-demoni chiedono e ottengono di trasferirsi in una mandria di porci. Tale esempio concorda con l’affermazione sopracitata di Apocalisse 12,9 secondo cui non solo satana ma anche tutti i suoi angeli sono stati precipitati sulla Terra, ossia sono stati infissi nella materia. L’episodio narrato in Marco 5,9, dice che tale infissione può anche essere avvenuta a gruppi o addirittura a folle congiunte, come in questo episodio dove l’invasore dice di chiamarsi o di essere “legione”, ci sono anche, specialmente nei Vangeli, vari particolari che sembrano indicare, come conseguenza della loro infissione nella materia, una specie di atteggiamento confuso, insicuro, “frammentario”, di queste creature “precipitate sulla Terra”. Per esempio quando satana tenta Gesù (Matteo cap.4), egli non appare certo di nulla a proposito di Gesù ( “Se tu sei il figlio di Dio). Quello stesso che si definisce Legione (Marco 5,9) è pieno di dubbi su Gesù (“Che hai tu in comune con noi, Gesù figlio di Dio? Sei tu venuto prima del tempo per tormentarci?”, Matteo 8,20). “Ora, quando il drago si vide precipitato sulla Terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per essere  nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo, lontano dal serpente. Allora il serpente vomitò dalla sua bocca un fiume d’acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. Ma la terra venne in soccorso  alla donna , aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca. Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù” ( Apocalisse 12,14-17). Così la Bibbia descrive l’inizio della guerra tra satana e i suoi angeli, infissi nella materia, e l’umanità; e nel seguito del testo citato dà altri particolari, del resto piuttosto misteriosi ed enigmatici, di quella lunga ostilità. Ma, per quanto terribile, ed anche orrificante, sia questa lotta, rimane il dato descritto dalla Bibbia, secondo cui la durata di questa lotta è limitata nel tempo. Non è una guerra eterna: dura per un certo tratto di tempo, anche se la durata di questo tratto, in tempo reale, rimane sconosciuta, descritta com’è con l’insolubile numerologia delle profezie ( “ un tempo , due tempi e la metà di un tempo”, Ap, 12,14). La durata limitata della guerra mossa dal drago alla Chiesa del Signore va intesa insieme all’annuncio della vittoria finale di Dio-Gesù, che afferma: “Voi avrete tribolazioni nel mondo. Ma abbiate fiducia: io ho vinto il mondo!” ( Giovanni 16,33)”.