COME GLI ANGELI SI MANIFESTANO Di don Marcello Stanzione
Scritto da Amministratore   
luned́ 18 maggio 2020

COME GLI ANGELI SI MANIFESTANOGli angeli hanno due modi per manifestarsi agli uomini. La Bibbia li indica,  sia che li fa intervenire subito “in carne ed ossa”  cioè immediatamente presso i loro protetti, sia che li si mostra rivelandosi ai profeti in splendide visioni. Nel Nuovo Testamento, le visioni di angeli – quelle al diacono Filippo (Atti 8, 26) ed a Cornelio (Atti 10, 3) – sono più rari dei loro interventi inscritti nel tempo e lo spazio degli uomini: presenti alla nascita di Gesù, essi appaiono ai pastori di Betlemme per annunciare loro la buona novella e cantare la gloria di Dio (Lc 2, 8-20); ...

 
essi sono anche alla tomba del Risorto, “vestiti di abiti d’un allucinante biancore” (Lc 24, 3) per consolare le donne ed incaricarle di un messaggio di speranza per gli apostoli (Mc 16, 7). Negli Atti, noi vediamo un angelo liberare miracolosamente dalla prigione gli Apostoli (Atti 3, 19), poi Pietro (Atti 12, 7-10).

Santi e mistici conoscono questi due tipi di manifestazioni angeliche, che talvolta s’intrecciano e si completano: visione nell’estasi, prossimità palpabile e quasi materiale. Di più, quando essi non si presentano sotto parvenza umana, gli spiriti celesti si compiacciono di prendere delle forme per lo meno insolite, senza dubbio per scrupolo di discrezione, o di anonimato.

L’angelo custode della fondatrice francese Marie Du Christe (Raymonde Bonnenfant, 1907-1973) rivestiva la forma di un’aquila per portarla in bilocazione in dei viaggi lontani, nel mentre che quello di Anna  Ebele (1917-1985) – la giovane ragazza tedesca ch’egli aveva protetta dai soldati – si manifestava come un passero che veniva a posarsi familiarmente sulla sua spalla o sulle sue mani: “Prendo questa forma alò fine di poter conversare con te senza attrarre l’attenzione. Tu devi tenere nascoste tutte le grazie che ti fa il tuo Sposo”. Questi “travestimenti” non hanno nulla di sorprendente, quando si sa quello che accadde a Zeitoun, in Egitto, negli anni 1968-1969. la Vergine Maria si mostrò, silenziosa e circondata di luce, al di sopra della cupola dì una chiesa copta, visibile da migliaia di persone di ogni credo. Si potette anche fotografare quella sagoma luminosa, così come gli esseri misteriosi che l’accompagnavano: Inoltre, il giorno che vi era apparizione, vi erano sempre dei colombi giganti, tanto  bianchi quanto la Vergine, che dapprima percorrevano tutto il cielo di quel quartiere.   

Tutte le testimonianze coincidono: La seconda volta, erano dei piccioni in pieno cielo, verso le due del mattino, cosa che non poteva aver luogo perché, come voi sapete, i piccioni non volano mai la notte; ed erano dei piccioni di colore brillante, assolutamente brillante.

Quegli strani uccelli di luce avevano un comportamento perlomeno singolare: All’epoca delle apparizioni, vi erano delle stelle e dei piccioni. I piccioni apparivano, alcuni venivano al di sopra delle nostre teste e formavano una croce. Essi erano luminosi talvolta ed altre volte rassomigliavano a dei piccioni reali. Vi era talvolta della luce che partiva dai loro becchi o dalle loro code.

I fedeli erano convinti che erano degli angeli che facevano scorta alla loro Regina, e questo tanto più che diverse persone videro talvolta al loro posto delle sagome di adolescenti luminosi.

Quando si conoscono queste manifestazioni, la esperienza della serva di Dio Speranza Gonzaleg Puig (1823-1885), fondatrice in Spagna delle Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, non sembrava più che insolita di quello che lo era per il suo direttore spirituale. Nelle sue Notas autobiograficas, ella dice che si sente accompagnata dagli angeli e che essi la istruivano. Il 4 gennaio 1856, ella si vede “circondata dai suoi nove angeli custodi”, in mezzo ai quali uno in particolare è il suo protettore. Il numero degli altri varia intorno a lei.

Essi talvolta le parlano, ella li vede il più sovente sotto la forma di “globi di luce” da dove escono “delle voci che mi istruivano del modo con cui dovevo condurmi nel cammino della virtù”.