CON IL BATTESIMO RINUNCIAMO A SATANA Di don Marcello Stanzione
Scritto da Amministratore   
venerd́ 01 luglio 2022

CON IL BATTESIMO RINUNCIAMO A SATANAOgni cristiano consapevole ha rinunciato solennemente al diavolo il giorno del suo battesimo; e nelle acque battesimali siamo stati liberati dalla schiavitù diabolica.

I riti del sacramento dell'iniziazione avvenivano nell'antichità, quando si amministrava agli adulti, indimenticabile drammaticità. Già le varie cerimonie del catecumenato, l'imposizione del segno della croce, l’assaggio del sale, gli esorcismi - erano centrati intorno al tema della liberazione dal potere di Satana e preparazione della venuta di Cristo. ...

 
Però il momento più emozionante era la rinuncia a Satana che, con grave solennità, doveva pronunciare il catecumeno prima di immergersi nelle acque sacramentali. “Siete entrati per la prima volta nel vestibolo del battistero” - spiega S. Cirillo di Gerusalemme ai suoi neofiti – “e con i piedi rivolti verso occidente avete ricevuto l'ordine di stendere la mano, e avete rinunciato a Satana, come se questo fosse presente.” Perché girati verso Occidente? Perché è questa la regione delle tenebre, e Satana ha lì il suo impero; “in questo mondo, girandovi simbolicamente verso Occidente, rinunciate a questo principe tenebroso ed oscuro”.

Le formule di rinuncia che gli antichi cristiani ci hanno lasciato sono tutte simili; quella che spiega il santo vescovo di Gerusalemme nella sua catechesi è la seguente: "Rinuncio a te Satana, e a tutte le tue opere, a tutto il tuo fasto e a tutto il tuo culto". Il cristiano, come si vede, rompe del tutto con il suo tenebroso signore; non vuole più saperne del demonio però né la liberazione del genere umano da parte di Gesù Cristo, né la solenne rinuncia a Satana, che ogni cristiano pronuncia nel battesimo, impediscono che il demonio, circondato dai suoi innumerevoli seguaci, prosegua facendo la guerra a Dio e a ognuno degli uomini che pretenda colpire il suo tirannico dominio, avversario perpetuo del regno di Cristo, si oppone con tutte le sue forze e astuzie all'avanzamento della redenzione, alla conclusione finale del dramma cosmico che rappresenterà una totale distruzione del suo regno.

Un testo dell'antica liturgia ispanica spiega molto bene questo mistero del diavolo vinto da Cristo, in una lotta accanita, così attivo contro il regno di Dio: “La grazia ha già invaso l'uomo, però il demonio non è ancora confinato nell'inferno; il peccato ha perso la violenza, ma la sua natura non è cambiata; abbiamo ricevuto il potere di combattere, però tuttora non la facoltà di essere sicuri nell'ozio. L'avversario è stato spogliato, ma non annientato. È inevitabile che diventi furioso contro quelli che dominava come sudditi, ma che ora ha perso”. Come Adamo nel paradiso terrestre, anche il cristiano è soggetto a questa sorte, alla tentazione nel paradiso della Chiesa. Dietro ognuno degli alberi del giardino di Cristo si annida l'antico serpente, e non ci è dato cantare vittoria mentre ci riposiamo sicuri assieme al Buon Pastore nel paradiso celeste. Principe di questo mondo, Satana non si lascia strappare il suo dominio in generale sugli uomini senza opporre una tenace e feroce resistenza.