L’ANGELO DI VENEZIA Di don Marcello Stanzione
Scritto da Amministratore   
domenica 28 maggio 2023

San Magno di OderzoIl 6 ottobre il calendario liturgico porta la memoria di san Magno, vescovo di Oderzo ed Eraclea. Quando nel 568 le onde Longobarde, di re Alboino invasero la pianura padana, facendo di Pavia la loro capitale, i Bizantini, che a partire dalla deposizione nel 476 dell’ultimo imperatore romano, Romolo augusto, detenevano con Zenone I  le insegne imperiali dell’Occidente, poterono fare quasi nulla contro l’arroganza di tali barbari. A quei tempi Venezia non ancora esisteva, al suo posto c’era una laguna brumosa nella quale si erano rifugiati i contadini ed i pescatori padani sfuggiti alle razzie barbare. ...

 
Gradualmente quei miseri villaggi di legno, vennero sostituiti dalla pietra, sempre in bilico tra acqua e terra, e così si formò Venezia. La vicenda di san Magno s’inserisce proprio agli inizi della storia della laguna, in uno di quei 118 isolotti al confine con il mare. Magno, nato alla fine del VI secolo ad Altino, una volta acquisita un’ottima educazione umanistica, scelse la vita eremitica, durante la quale si preparò a ricevere l’ordinazione sacerdotale che avvenne nella città di Opitergium, oggi Oderzo. In questa città san Magno diede inizio al suo impegno rivolto ad estirpare sia il paganesimo sia l’eresia ariana. Date le circostanze non proprio favorevoli per gli opitergini, san Magno organizzò, col consenso di papa Severino, una “transumanza” civica in un’isoletta che verrà successivamente chiamata Eraclea. Tra le prime cose fece costruire la cattedrale dedicata all’apostolo Pietro e altre chiese nei luoghi dove più tardi sorgerà Venezia. In questa impresa di trasferimento da Oderzo ad Eraclea, san Magno figurò agli occhi dei cittadini come un novello che guida il suo popolo alla terra promessa.  Nel 665 Oderzo subì un grave attacco da parte dei Longobardi ariani che rasero la città completamente al suolo. Pochi anni dopo, verso il 670 circa, san Magno morì ad Oderzo ed i suoi resti vennero inumati nella sua cattedrale. Secondo una costante tradizione quando san Magno fu cacciato dai Barbari e cercò un rifugio nelle lagune di Venezia, san Raffaele si presentò a lui in una visione e gli disse che voleva avere un santuario in quel luogo. Il vescovo obbedì ed innalzò una chiesa in onore di san Raffaele nella parte della città chiamata Dorso Daro. Illuminato da una luce soprannaturale, san Magno avrebbe visto svolgersi sotto i suoi sguardi gli eventi futuri della splendida storia di Venezia. Il culto di san Magno non ha cessato di esistere nella diocesi di Venezia, dove le spoglie mortali furono traslate nel 1206 dal Doge Pietro Zani, è considerato tuttora un patrono secondario. Attualmente i suoi resti riposano ad Eraclea conservati nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Immacolata. San Magno ha come emblema il Bastone Pastorale Episcopale ed è considerato protettore dei muratori.