CHI E’ VERAMENTE L’ANTICRISTO? SIAMO NEGLI ULTIMI TEMPI? Di Annamaria Maraffa
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sabato 02 marzo 2024

CHI E’ VERAMENTE L’ANTICRISTO? SIAMO NEGLI ULTIMI TEMPI? Di Annamaria MaraffaIl sacerdote campano don Marcello Stanzione, angelologo di fama internazionale e il diacono permanente pugliese don Lorenzo Ventrudo, escatologo molto stimato negli ambienti teologici, sono i due illustri autori del testo edito dalla editrice Segno: “L’Anticristo della fine dei tempi sta per arrivare? Teologia del ritorno”. 

L’identificazione dell’Anticristo ha provocato innumerevoli dichiarazioni di studiosi di escatologia sia in cattedra che in privato, e la cristianità non ha smesso di ravvisare l’Uomo di perdizione in tutte le epoche, dalla Crocifissione ad oggi. ...

 
Tutti i periodi calamitosi e parossistici della Storia sono stati più o meno, considerati e temuti come l’annunzio degli ultimi tempi. Anche i grandi fenomeni naturali sono stati adornati di virtù premonitrici: le ecclissi, le comete, le eruzioni, i terremoti, le carestie, le inondazioni, la siccità ecc, hanno fatto esplodere la paura collettiva degli uomini e incitato gli animi a credere di trovarsi all’anti-penultima ora della Fine. I primi cristiani, trascinati dalla speranza di un imminente ritorno del Cristo (“questa generazione non passerà prima che tutto ciò avvenga”) (Matteo 21, 24) videro l’Anticristo in tutti i persecutori della Chiesa. Nerone per primo sembrò l’Incarnazione dell’Uomo di Peccato, poi fu Antioco di Siria, detto l’Epifano, in cui si ravvisò la personificazione del Disprezzato dell’undicesimo capitolo di Daniele. Diocleziano, a sua volta, venne promosso al ruolo di Anticristo all’epoca delle grandi persecuzioni dell’inizio del IV secolo. Gli succedette Maometto, poi Lutero agli occhi dei cattolici e il Vaticano agli occhi dei protestanti. Nei tempi moderni Cromwell, Napoleone I, Napoleone III costituirono provvisoriamente degli Anticristi meno appariscenti.

Infine, nel XX secolo, l’unanimità dei profetanti si concentrò su Hitler o Stalin. Volta a volta sono stati adattati ad Hitler il Libro di Daniele, la II epistola di Paolo ai Tessalonicesi, i fulmini apocalittici di San Giovanni, la lettera del monaco Adsone, l’epistola di Nostradamus ad Enrico II, le Centurie, la profezia di Zaccaria, le rivelazioni de la Salette e quelle di cento altri veggenti. Oggi quasi ottant’ani dopo che la disfatta di Berlino e la morte di Hitler in un sotterraneo hanno ridotto il capo nazista alle giuste proporzioni, ognuno si rende conto che né l’uomo, né l’avvenimento erano della statura dell’Anticristo. Tutto ciò dimostra evidentemente che nessuno potrà pretendere di avere questo grande primato. Eccone la ragione e la spiegazione.

L’Anticristo non è un uomo e neppure un’epoca: è uno stato d’anima che si oppone al Cristo. Per questo lo si chiama Anticristo, cioè Contro-il-Cristo, per sottolineare la sua qualità di Avversario. In realtà l’Anticristo è sempre esistito poiché egli è di tutti i tempi. Tutto quel che è contrario all’Evangelo di Giovanni ed al Sermone sulla Montagna è, per tale fatto, l’Anticristo. Anche prima di Gesù alcuni riconoscevano e praticavano l’amore, altri conoscevano e praticavano l’odio.

L’insegnamento del Cristo ha cristallizzato la somma d’Amore che già esisteva e ha dato, inoltre, a questo Amore Universale delle basi diverse ed uno sviluppo che nessun poteva prevedere. Si è così formato un immenso aggregato d’Amore al cospetto degli ammassi di odio e l’Umanità ne è in travaglio sin nelle più risposte fibre. Tutte le collettività hanno partecipato ancora all’opposizione cristiana, all’Anticristismo incosciente. Religione, Scienza, Filosofia, Patria, Denaro ecc, tutto ciò che da vicino o da lontano, direttamente o indirettamente ha attentato al libero arbitrio ed ha perseguitato gli individui, fa parte dell’Anticristo e contribuisce alla sua potenza. In verità l’Anticristo è in ciascuno di noi: la sua forza è alimentata dai suoi bassi istinti, dai nostri cattivi pensieri, dai nostri atti malvagi. Cosicché il miglior mezzo per combatterlo è di liberarci della porzione di Anticristo che è in noi. E’ vero che, talvolta, la febbre anti-cristica è più accesa. Nella vita degli uomini e delle nazioni vi sono momenti migliori e momenti peggiori.

Le epoche di persecuzioni, specialmente religiose e razziali, sono state e sono le più terribili nella febbre dell’Umanità. E’ fuori dubbio che stiamo vivendo uno dei più tragici momenti della storia Umana e la sua ampiezza si avvicina all’Universale.

Il vero Anticristo sarà universale o non lo sarà affatto, infatti, le persecuzioni del passato sono state parziali e frammentarie, nello spazio e nel tempo. La grande persecuzione di Diocleziano afflisse solo una parte dell’Impero Romano, come l’orribile persecuzione di Antioco colpì una porzione dell’Asia. La stessa inquisizione non si estese oltre i paesi cattolici dell’epoca e, malgrado i martiri individuali della Notte di S. Bartolomeo, nessuno raggiunse i confini dell’Universale.

I forni crematori di Hitler furono soltanto europei. Invece, oggi, malgrado particolarismi conservatori, s’intravede la possibilità dell’unificazione politica ed economica del mondo. Per la prima volta nella storia della Terra si prende in esame la possibilità di un governo, se non di un ideale, comune. L’umanità è ancora divisa in grandi blocchi ai quali si agglomerano a poco a poco le piccole potenze, e questa divisione finirà necessariamente con la vittoria dell’uno o dell’altro blocco e con il dominio unico dei continenti. Superata la sorpresa i vecchi popoli si adattano all’idea di abbandonare le loro prerogative nazionali a beneficio di un Super-Stato collettivo. Una tale soluzione non era mai stata considerata seriamente prima di questi ultimi anni, e ciò è sufficiente per indicare che siamo vicini al tempo in cui nascerà l’Anticristo Universale.

Ciò fa crollare le puerili predizioni di religiose intossicate dalla lettura delle Sacre Scritture, come quella facente parte del segreto della Salette in cui Melania fa nascere l’Anticristo da una “religiosa ebraica” e da un “vecchio serpente”. Tali divagazioni non meritano neppure di essere esaminate e tuttavia tali precisazioni gravano sopra un considerevole numero di persone. La realtà è molto più spaventosa in quanto non proviene da un uomo, ma uno stato di coscienza generale. Questo registra attualmente l’esistenza di supernazioni, ultime formule ed ultimi sussulti dell’egoismo collettivo e dell’unanime paura. Alla fine sarà l’imperialismo umano drizzato in faccia agli dei, come in Babele. L’Anticristo vero, l’Anticristo totale della Fine sarà dunque universale. Questa è la ragione per la quale si manifesterà quando tutta la terra sarà curva sotto un dominio unico. Stiamo dunque attenti a questi federazione mondiale. Il giorno in cui sarà realizzata anche i Tempi saranno vicini. 

Ma soprattutto non dimentichiamo – e ciò è rigorosamente conforme alle Scritture che l’Anticristo finale verrà realizzato nell’ora in cui l’umanità avrà toccato il vertice della cattiveria e della corruzione morale. In altri termini, allorché il totale della perversità individuali sorpasserà quello della bontà individuali, quando la somma dei vizi terrestri sorpasserà quella delle  virtù, il grande fantasma dell’Anticristo comparirà e la sua “verga” piegherà il mondo con l’aiuto dei capi umani ch’egli si sarà procurato.

Se si crede ai testi sacri il regno dell’Anticristo è inevitabile. Nessun uomo e nessuna categoria di uomini, per quanto santi, possono dunque allontanarlo da noi. Ma dipende essenzialmente da ciascuno di noi portare o no la sua pietra al mostruoso edificio. Vi sono sin d’ora coloro i quali con il pensiero, con la parola e con gli atti, inconsciamente edificano il trono dell’Anticristo; ma vi sono anche coloro che con l’amore, l’esempio e la preghiera, contrastano la venuta e la potenza di esso. I primi saranno forse i più numerosi dei secoli (lo si vede già ai tempi di Sodoma e Gomorra), i secondi non saranno che i “centoquarantaquattromila” dell’Apocalisse che saranno stati “riscattati in mezzo agli uomini come delle primizie per Dio e per l’Agnello”. L’Anticristo, può essere, senza dubbio, sia un essere reale che un simbolo dell’incredulità e di ogni opposizione a Dio e al Suo Cristo. E’ l’avversario di Dio, l’antagonista di Cristo, sul quale i credenti devono trionfare durante il combattimento escatologico che è d’altronde anche il combattimento attuale dei cristiani. Il credente deve resistere alle manifestazioni di questo personaggio misterioso e malefico, cosciente dello scontro, quasi permanente, con le sue resistenze di odine spirituale, religioso e culturale, che hanno la loro origine nel male e nel peccato.

La lotta dell’Anticristo è stata una lotta contro la  vera Chiesa di tutti i tempi, avendo come fondamenta il principio umano malefico nascosto nell’essere umano. Se ci sarà un personaggio individuale o collettivo, che si manifesterà in qualche momento prima o alla fine dei tempi, non deve rappresentare il nostro interesse principale; ciò che ci deve preoccupare di più è la sua energia insidiosa che lascia delle impronte sulla nostra esistenza cristiana; è il problema del male assoluto presente in ogni epoca storica, incarnato in diverse forme di antireligione. Afferma uno studioso contemporaneo in materia di anticristologia, C. Badilità: “Proprio come Gesù rappresenta il Bene assoluto incarnato, il suo opposto, l’Anticristo, rappresenta l’incarnazione del male assoluto nella storia. Pertanto, da questo momento, il confronto tra Bene e Male si sta svolgendo sul piano della storia e della temporalità, essendo l’uomo parte integrante di essi”. La manifestazione dell’Anticristo riguarda tutti, perché ciascuno di noi può essere, in qualche momento della sua vita, un possibile Anticristo, ammettendo la nostra colpabilità e lottando, non soltanto con i mezzi propri, per bloccarlo, se davvero “noi siamo da Dio” (1 Gv 4,6°), capaci di distinguere lo spirito della verità dallo spirito dell’errore.

Sembra che presto saremo chiamati a scegliere tra l’Agnello e la Bestia. Ma già coloro che leggono questo testo preparato da don Marcello Stanzione hanno già fatto la loro scelta. La seconda parte del libro contiene uno studio interessantissimo del diacono pugliese Lorenzo Ventrudo sulla teologia del Ritorno.