La Lezione di Giuseppe Lazzati: Un laico al servizio del regno di Dio

La Lezione di Giuseppe Lazzati: Un laico al servizio del regno di Dio - Milizia di San Michele Arcangelo

La storiografia di questi anni ha evidenziato numerosi aspetti della figura e dell'opera del prof. Giuseppe Lazzati, rettore dell'Università Cattolica del S. Cuore, scomparso nel 1986.

Soprattutto si continua a studiare il suo pensiero in riferimento alla promozione del laico nella Chiesa, che ha ricevuto solenne riconoscimento nel Sinodo dei Vescovi, dedicato appunto alla "vocazione e missione dei fedeli laici nella Chiesa e nel mondo" ...

Malgrado gli sforzi di rinnovamento catechistico, biblico e liturgico della Chiesa, noi cattolici dovremo sempre più, nel futuro, fare fronte a persone (parenti, colleghi di lavoro, amici o propagandisti), a pubblicazioni ed a messaggi attraverso la televisione ed i giornali che verranno a contrastare, in modo sempre più esplicito o subdolo la nostra fede cattolica ed a mettere in dubbio la veridicità del nostro Credo apostolico. Assolutamente non voglio esagerare il fenomeno dell’invasione delle sette, dei culti e delle religioni orientali, della magia, dell’ateismo e della indifferenza religiosa, soprattutto dei giovani ma, senza cadere nel catastrofismo, certamente nel futuro prossimo il Cattolicesimo in Italia e negli altri Paesi di antica tradizione cattolica subirà un notevole ridimensionamento quantitativo, con la conseguenza di una sua minore incisione sulla vita sociale, morale e politica. Non è saggio ovviamente lasciarsi prendere dal panico perché se i cattolici saranno docili all’azione dello Spirito Santo, dopo questo periodo di purificazione, si guadagneranno tutte le posizioni perdute e si migliorerà, come è successo con la Controriforma Cattolica, dopo la catastrofe del Protestantesimo.

Per il futuro bisognerà sempre più che i Vescovi puntino sulla qualità degli operatori pastorali, infatti senza voler cadere nell’integrismo, ma data la situazione sociale non più favorevole alla Chiesa, sarà opportuno magari ordinare meno sacerdoti, se i candidati non fornissero tutti i requisiti morali e psicologici. I gravi scandali di alcuni membri del Clero degli Stati Uniti edegli altri Paesicoinvolti in pedofilia e omosessualità pesano come macigni sulla coscienza dei vescovi che li hanno ordinati presbiteri e come ha dichiarato differenti volte Giovanni Paolo II non c’è posto nel sacerdozio cattolico per quelli che danneggiano la gioventù! Sarà preferibile avere non tutte le parrocchie “coperte” e non offrire l’insegnamento della religione in tutte le classi delle scuole, se non ci fossero persone veramente motivate dalla retta intenzione di essere innanzitutto servi di Dio. Ai Vescovi sarà sempre più necessario operare scelte coraggiose, ma alla lunga il coraggio premia sempre! Il Cattolicesimo presenta alcune grosse lacune pastorali, che dovranno essere necessariamente coperte, affinché si ritrovi lo splendore e la vitalità di fede del Cristianesimo antico. E’ necessario prendere atto della grande ignoranza religiosa delle nostre popolazioni cattoliche, ad esempio, appena arrivato nella mia parrocchia di Santa Maria Nova a Campagna, facendo la visita alle famiglie, rimasi impressionato che molte famiglie avessero la Bibbia, solo che era quella falsa dei Testimoni di Geova!

Alcune famiglie erano, da oltre dieci anni, che non parlavano con un prete, mentre ogni quindici-venti giorni ricevevano la visita del propagandista di qualche setta. In genere al di fuori degli sforzi fatti dall’Azione Cattolica e dai movimenti ecclesiali sorti da qualche decennio (Milizia di San Michele Arcangelo, Rinnovamento nello Spirito, Focolarini, Cursillos, Comunione e Liberazione…) non si è dato alcun progetto educativo degli adulti. Il nucleo centrale della fede cattolica è praticamente ignorato dalla maggioranza dei praticanti (figurarsi gli altri).

Con il forte cambiamento sociale, la trasmissione della fede cattolica da una generazione all’altra non si effettuata, anzi oggi sarebbe opportuno riaprire i catecumenati e fare una pastorale come da qualche secolo già si pratica in Africa ed in Asia, perché, a detta dei missionari, quelle comunità cattoliche sono nettamente migliori delle nostre, quantomeno più preparate. La stragrande maggioranza dei credenti è incapace di fare una lettura elementare del Nuovo Testamento e si ignorano le grandi proclamazioni dei primi secoli della Chiesa sulla Trinità, sulla persona di Cristo, sul ruolo di Maria nella Redenzione, sui Sacramenti. La maggioranza dei cattolici non sa quasi niente od ha le idee confuse sulla vita dopo la morte: Inferno, Paradiso, Purgatorio. Ad esempio, la devozione ai Santi Angeli ed alle Gerarchie celesti è considerata dai più qualcosa di infantile, dimenticando il ruolo prodigioso che gli Angeli hanno nella direzione del cosmo e nella guida dei credenti.  Proprio perla diffusione del retto culto cattolico agli Angeli è nata l’Associazione Milizia di San Michele Arcangelo. Ma al di là del problema catechistico della trasmissione della dottrina, ciò che andrebbe innanzitutto curato, è quello di creare comunità cattoliche accoglienti.

Molto spesso le assemblee domenicali sono fredde ed anonime. La gente va a Messa per assolvere un dovere più che per fare un incontro trasformante della propria vita con la Buona Notizia del Signore Risorto e con la comunità dei fratelli e sorelle nel Battesimo. Con una mentalità consumistica si va generalmente in Chiesa per ricevere un servizio religioso, più che per partecipare ad una festa nella quale si è tutti protagonisti celebranti. La soluzione pastorale dell’impasse sarà quella di creare, all’interno della Parrocchia, tanti piccoli gruppi (trenta-cinquanta persone ciascuno), dove regni la fraternità comunitaria e sia possibile sperimentare e condividere la Parola di Dio e la preghiera spontanea. Solo così le persone in difficoltà potranno essere comprese, sostenute ed incoraggiate nella fede. Ovviamente non sarà necessario, per la Liturgia della Parola o per le catechesi, che ci sia sempre il sacerdote per riunirsi, perché compito del pastore, a parte la celebrazione dell’Eucarestia e della Penitenza, sarà sempre più quello di garantire le comunicazioni di queste cellule ecclesiali con il grande gruppo parrocchiale. Se nel III millennio la Parrocchia non vorrà suicidarsi, dovrà sempre più presentarsi come”Comunità di piccole comunità”.

In conclusione, vivere la fede cattolica non è mai stato facile, in nessuna epoca, anche se è vero che una volta le circostanze sociali esterne erano più favorevoli. Ora non è più così e, prenderne atto, con l’aiuto dello Spirito Santo, ci potrà essere la possibilità che proprio grazie alle difficoltà, coloro che saranno cattolici lo saranno con una personalità di fede molto più forte che nel passato, anche recente. La fede cattolica, nel III millennio, sarà sempre più esperienza e conoscenza; esperienza per discernere nella propria storia ed in quella del mondo l’intervento dell’Amore divino, e conoscenza per cogliervi tutte le implicazioni sociali, morali, culturali. Il Cattolicesimo non è né una ideologia, né una filosofia, né un sapere: Esso è pazzia agli occhi degli increduli e dei materialisti, perché presenta e vive la saggezza di Gesù Crocifisso e Risorto, Egli è il Figlio di Maria e il Figlio di Dio. A Cristo che solo può trasformare tutti i germi di morte della storia umana in promesse di salvezza e di resurrezione, sia onore e gloria nei secoli dei secoli.

         Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)