San Michele appare sul monte Tomba

San Michele appare sul monte TombaCome il sangue dei cristiani non colò più sotto il ferro delle persecuzioni, la Chiesa uscì dalle catacombe e sviluppò rapidamente la sua opera riparatrice, soprattutto in mezzo ai popoli nuovi che Dio scelse per distruggere la società degradata e corruttrice della Roma pagana. La Chiesa prese queste orde barbare, queste nature fiere e generose, le curvò davanti alla croce, le assoggettò con le prescrizioni evangeliche, e ne formò degli apostoli ardenti della verità e della fede. Nel VIII secolo, il paganesimo finiva con lo scomparire in mezzo ai popoli dell'Occidente, e faceva posto al regno di Gesù Cristo sul mondo barbaro trasformato. Pare che per constatare questa presa di possesso definitiva, la Provvidenza abbia riservato a quest'epoca le apparizioni dell'Angelo della Chiesa.

Nel 708, San Michele appariva a Sant'Oberto, vescovo di Avranches, e gli esprime la sua volontà di vedere un santuario sulla vetta del monte Tomba, sulle coste normanne. Un po' più tardi ma nello stesso secolo, l'Arcangelo rinnova nel regno di Napoli la sua apparizione, che, nel V secolo, aveva avuto luogo sul monte Gargano.
Ricordiamo le principali circostanze dell'apparizione di San Michele nella Gallia cristiana. Sant'Oberto, decimo vescovo di Avranches, ebbe una visione nella quale San Michele gli ordinò di innalzare in suo onore una chiesa ed un monastero su di un'immensa roccia che l'alta marea cinge come un'isola, e che i marinai chiamavano col nome sinistro di Tomba in pericolo di mare. Questo è oggi il monte San Michele con la sua magnifica basilica, una delle meraviglie dell'Occidente.

Sant'Oberto teme dapprima di essere il giocattolo di uno spirito delle tenebre, anche dopo una seconda apparizione. L'Arcangelo gli appare una terza volta. "Voglio, gli dice, che tu mi costruisca un santuario su quel monte selvaggio; io vi stabilirò la mia dimora. I popoli verranno ad implorarvi il mio soccorso contro il loro nemico che io ho vinto all'inizio e che rimane sempre sottomesso alla mia potenza. Alzati, va, che nessuna difficoltà fermi il tuo coraggio, io sarò la tua forza". Il santo vescovo non esita più. Narra al popolo la triplice apparizione dell'Arcangelo, e con una numerosa falange di operai, scalfisce la montagna, al canto degli inni e dei cantici. Si giunge alla vetta. Il legno cade sotto la scure, le pietre strappate rotolano fino al fondo dell'abisso, i monticelli scompaiono ed il terreno si appiana.

L'opera avanza, ancora uno sforzo ed il posto sarà preparato. Non rimane più che una roccia ardua. Tutte le forze si riuniscono, le leve sono fissate, ma la roccia gigante resiste sempre. Non si può né intagliarla né sollevarla. Oberto è costernato, implora l'assistenza di San Michele. L'Arcangelo appare la notte successiva a Baino, uomo pio e padre di dodici figli, che abitava non lontano da lì, a Iliaco, oggi il villaggio di Huynes. Non temere, gli dice, io sono l'arcangelo Michele, e vengo a chiamarti, per andare a portare aiuto al vescovo Oberto; alzati senza ritardo, prendi i tuoi figli e va alla montagna. Obbedendo alla voce celeste, Baino si alza e parte coi suoi figli, meno il più giovane ancora nella culla. Egli narra a Sant'Oberto la visione di cui è ancora commosso, e gli comunica l'ordine che l'Arcangelo gli ha dato. Gli operai riprendono coraggio; i canti ricominciano; si lotta di nuovo contro la roccia ribelle, il piccone colpisce il granito, si impiega la forza e la precisione, il sudore scorre su tutti i fronti, ma la roccia non si smuove.

Il santo vescovo sembra caduto in un profondo sogno. Improvvisamente, il volto illuminato come da una visione celeste, si rivolge a Baino.
- Non hai ancora, gli dice, un figlio a casa, oltre gli undici qui presenti ! - Sì, risponde Baino, ma è nella culla. - Vai a prenderlo, risponde il vescovo. Si corre subito a Iliaco, e si riporta il bambino nella sua culla.

Sant'Oberto prende questo bambino nelle sue braccia e lo accosta alla roccia. Il bambino sorride e pone il suo piede sul granito. O meraviglia ! sotto quella debole pressione, la roccia si stacca, e, con un fracasso spaventoso, rotola come una valanga. Il popolo batte le mani, il vescovo commosso versa lacrime di gioia. Si riconosce l'azione visibile di San Michele, e si cantano inni di riconoscenza al glorioso vincitore delle legioni infernali. La roccia caduta sul bagnasciuga reca ancora l'impronta del piede del piccolo Baino, impronta che amano vedere, nella cappella rustica che perpetua questa graziosa leggenda, i numerosi pellegrini che vanno a pregare nella basilica del monte San Michele. Completate le costruzioni, Sant'Oberto stabilisce nel monastero dodici religiosi, per servirvi il Signore ed il suo potente Arcangelo. La dedicazione del Monte San Michele ebbe luogo il 16 ottobre 708. Da allora, San Michele ha mostrato con molteplici miracoli, che egli vuole sempre essere onorato su quella sacra montagna, e che otterrà grandi benefici alla Francia, se ricorriamo alla sua potente intercessione.

Tratto da "L'Angelo Custode" n° 8, Dicembre 1896, pp. 255-258