Verità su Creazione e Caduta

Verità su Creazione e CadutaSi ignora quando e come gli angeli siano stati creati, e questo non ha senza dubbio affatto importanza. Ogni giusto presuppone che Dio li trasse dal nulla probabilmente prima della creazione dell'universo materiale, certamente prima di quella dell'uomo e della donna, ma esegeti e teologi sono molto imbarazzati per dare una risposta più precisa. Sant'Agostino pensa che essi furono creati allo stesso tempo della luce. La stigmatizzata tedesca ANNA CATERINA EMMERCH (1774-1824), da buona monaca agostiniana, sembra raggiungere su questo punto il suo padre spirituale: Questa visione è forse la prima che ebbi. Ero allora una bambina dai cinque ai sei anni, e credevo che ognuno vedesse quelle cose, come noi vediamo quello che ci circonda (...). Vidi prima di tutto uno spazio infinito di luce estendersi davanti a me, e, in questa distesa, come un globo ancor più luminoso nel quale ho scorto l'Unità della Trinità.

Io la chiamavo in me stessa acquiescenza, e vi vidi come un'operazione verso l'esteriore: allora apparvero sotto il globo i cori degli spiriti celesti, tali come dei cerchi concentrici od anelli si estendono all'infinito, splendenti di luce, di forza e di bellezza. Questo mondo di luce stava come un sole sotto il primo globo, ed insieme tutti questi cori angelici si portarono verso questi in uno slancio d'amore. Ella raggiunse ugualmente la Bibbia, i Padri ed i Dottori, sul numero degli spiriti celesti, che tutti si accordano nel dire immenso: Vedi, o uomo, davanti a quale folla di testimoni tu entrerai in giudizio. Tutta la razza umana sarà presente. Evoca in ogni spirito tutti gli uomini che sono esistiti da Adamo fino ai giorni nostri. E' un'immensa moltitudine. Essa è ancora piccola, poiché gli angeli sono molto più numerosi: essi sono le 99 pecore, nel mentre che l'umanità non ne rappresenta che una. E' scritto in effetti che i Suoi servi sono mille volte mille, non che questo numero definisca la loro moltitudine, ma perché il Profeta non ne ha potuto esprimere uno più grande.

Santa FRANCESCA ROMANA (1386-1440), senza dubbio la meglio informata in mezzo ai mistici sull'angelologia, vedendoli uscire dalle mani del Creatore "come quando cade la neve e che vi sono nell'aria tanti fiocchi riuniti": Vide anche l'ammirabile serva di Cristo la creazione degli angeli, e dice come essi furono creati tutti insieme purissimi e bellissimi, poi furono distinti in gruppi e questa distinzione fu marcata con dei colori differenti, e questo secondo la propria dignità. Anche in questa distinzione, la bellezza conobbe o piuttosto discernette quelli che dovevano perseverare nella grazia, opposti a quelli che dovevano perdersi. E dice la beata che questi ultimi erano grosso modo il terzo. E quando ella li vide creare, fu così bello sia da parte del Creatore che da parte degli angeli, che non potendolo esprimerla, la bellezza tutta si infiammava come serafica.

Già prima di lei, Santa ANGELA DA FOLIGNO (1248-1309) non poteva nascondere la sua meraviglia di fronte alla moltitudine degli spiriti prosternati in adorazione intorno al Cristo, che ella contemplò una volta durante la messa. Ancora ella non vedeva che una piccola frazione dell'esercito celeste: La loro moltitudine era affascinante e così perfettamente innumerevoli, che, se il numero e la misura non erano le leggi della creazione, avrei creduto senza numero e senza misura la sublime folla che vedevo. Io non vedevo finire questa moltitudine né in larghezza, né in lunghezza, vedevo folli superiori alle nostre cifre. Nella stessa visione iniziale, Anna Caterina Emmerich assistette alla ribellione ed alla caduta di una parte di loro, che ella vide prodursi subito dopo la creazione del mondo angelico: Vidi subito una parte di questi cerchi immobilizzarsi in se stessi. Essi stavano immobili nella loro bellezza, ne concepirono una voluttà egoistica e, considerando che ogni bellezza era in essi, essi si ripiegarono e si fissarono in se stessi. All'inizio, tutti erano trasportati fuori di essi con un movimento superiore, ora una parte tra di essi si fissarono in se stessi e, allo stesso momento, vidi tutta questa porzione dei cori luminosi crollare ed oscurarsi, nel mentre che gli altri spiriti celesti li respingeva e riempivano gli spazi che essi avevano lasciati vacanti, di modo che l'insieme della sfera angelica divenne più piccola di prima. Ma non ho visto che gli angeli rimasti fedeli abbiano inseguito gli altri avventurandosi al di là dei limiti del mondo di luce.

La stigmatizzata tedesca TERESA NEUMANN (1898-1962) ebbe anch'ella, il 29 settembre 1928, una visione della ribellione e della caduta degli angeli: Oggi, festa dell'arcangelo San Michele, Teresa contempla il mondo angelico (luminose figure di adolescenti, vestiti di ampie vesti di luce d'un bianco scintillante), dispiegandosi in diversi ordini, con 12 arcangeli al vertice. All'inizio, gli angeli sono ancora tutti belli e buoni, e cantano. Poi sorge una lotta in gesti, parole e movimenti, durante la quale circa un terzo degli spiriti angelici si oscura ed anche quattro tra di essi. Allora gli angeli rimasti luce e gli angeli diventati oscurità si dispongono in due eserciti pronti al combattimento, gli angeli scuri sotto la guida del più potente degli arcangeli, ed i buoni sotto il comando di colui che viene subito dopo di lui in dignità e che li riunisce al grido di Michaël! La lotta prosegue fino al momento in cui gli angeli buoni respingono i cattivi nelle profondità. E gli spiriti vittoriosi intonano con allegrezza: "Kadosch, kadosch, kadosch". La caduta degli spiriti ribelli - chiamati oramai demoni - è l'episodio più drammatico della storia del mondo angelico. Per sottolinearne l'orrore, i Padri della Chiesa hanno applicato a Lucifero, il capo degli angeli decaduti, quelle parole del profeta Isaia: Come sei caduto dal cielo / Astro brillante, figlio dell'aurora? / Come sei stato gettato a terra,  Tu che soggiogavi tutte le nazioni? / Tu che dicevi nel tuo cuore: Salirò nei cieli, Al di sopra delle stelle di Dio / Erigerò il mio trono, Siederò sulla montagna dell'Incontro / Nelle profondità del settentrione: Salirò sulle vette delle nubi, Sarò simile all'Altissimo (Is 14, 12-14).

Questo dramma è evocato nell'Apocalisse di Giovanni, sotto la forma simbolica d'una lotta:  E vi fu una guerra nel cielo: Michele ed i suoi angeli facevano la guerra al Dragone. Ed il Dragone fece la guerra, così come pure i suoi angeli, ed essi non ebbero il sopravvento, e non si trovò più posto per loro nel cielo. E fu gettato, il Dragone, il grande (Dragone), il Serpente, l'antico (Serpente), colui che si chiama Diavolo ed il Satana, colui che sperde il mondo intero; fu gettato sulla terra ed i suoi angeli furono gettati con lui (Ap 12, 7-9). Come su di uno schermo panoramico, Anna Caterina Emmerich contemplò la lotta, in un silenzio totale che rendeva la visione ancor più impressionante, al punto che ella non trovò parole per descriverla. Ed ella concluse: Vi sarà una dura lotta, e questa lotta sembrò all'anima mia infinitamente lunga, al punto che è quasi impossibile. Ma la lotta si svolge ora sulla terra, poiché non vi è più lotta in cielo, così come l'ha decretato Dio.

Una leggenda riporta che le tracce di questa lotta sono ancora visibili ai giorni nostri in quello che si chiama il Colorado Provenzale, regione di colline e di gole del paese di Apt, ai piedi del Lubéron: il colore rosso della roccia - che fino all'inizio del XX secolo alimentò una fiorente industria dell'ocra - sarebbe dovuta al sangue degli angeli ribelli respinti dall'angelo Gabriele, che avrebbe imbevuto la terra. Come pure, la pietra innalzata che indica la cappella San Miguel de Lorencajal, in Spagna, sarebbe la roccia con la quale l'arcangelo avrebbe messo Lucifero groggy al momento della grande lotta. La mistica GABRIELLE BOSSIS (1874-1950), afferma di aver inteso Gesù confidargli che la storia dell'umanità finirà quando le file lasciate vuote in paradiso dagli angeli decaduti saranno colmati da un numero di eletti corrispondente. Come dire quanto siano numerosi gli angeli! Questa rivelazione non ha nulla di originale, già Santa ILDEGARDE DI BINGEN (1098-1179) ne faceva stato, a seguito di autorità altrettanto incontestabili come Sant'Agostino e San Bernardo: (I cori celesti) conobbero allora le meraviglie di Dio in uno splendore ineguagliabile. Essi compresero che una tale lotta non avrebbe più avuto luogo in cielo e che nessun angelo d'ora in poi sarebbe caduto dal cielo. E seppero nella pura divinità che il numero degli spiriti decaduti stava per essere rimpiazzato con di vasi d'argilla. Sapendo dunque che il numero di quelli che erano caduti stava per esser restaurato, essi si misero a dimenticare la caduta, come se essa non fosse esistita.

L'affermazione sarà ripresa da Bossuet, da Anna Caterina Emmerich, da altri mistici ancora: "Ma che Gabrielle la senta dalla bocca di Gesù è prezioso, poiché vi è là una veduta escatologica molto interessante". Gabrielle Bossis cominciò ad avere delle locuzioni di Cristo nel 1936, al momento di una traversata transatlantica. Ella aveva allora sessantadue anni, ed annotò quelle parole interiori, che furono pubblicate in sette fascicoli sotto il titolo "Lui ed io". Soprattutto, gli uomini conoscono questa lotta nel quotidiano, questo confronto implacabile al mistero del Male, alla sofferenza, alla tentazione. Più ancora i santi, che la loro ricerca di Dio, la loro comunione con le miserie dei loro fratelli e la loro prossimità con la creazione rendono ipersensibili alle devastazioni causate dal peccato, ma lucidi anche sulle loro proprie debolezze ed i loro limiti. Essi sanno che sono nel cuore della lotta, che le anime ne sono il pegno, ma anche che l'aiuto di Dio e dei suoi angeli non verrà mai loro meno, come lo illustra l'aneddoto seguente. Un giorno, abba Mosé - un vecchio brigante convertito, come molti anacoreti venuti ad espiare nella solitudine gli smarrimenti della loro vita passata - se ne va a trovare Isidoro il Solitario, che viveva ritirato nel deserto di Scete: tentato dal demonio impuro, egli andava per chiedere presso il santo eremita conforto ed incoraggiamento. Abbandonando la confezione dei cesti (sua occupazione favorita, con la preghiera), Isidoro lo fece salire con lui sul tetto in terrazza della sua cella: - Guarda verso l'occidente! Mosé vide allora, sulla linea del ponente, una moltitudine di demoni che si preparavano rumorosamente alla lotta. Spaventato, egli si volse verso il solitario, che proseguì: - Guarda verso l'oriente! Questa volta, Mosé vide un immenso esercito di angeli più splendenti del sole, assorti in silenzio nella preghiera e schierati in ordine di battaglia. E Isidoro a concludere: - Quelli che tu hai visto ad occidente, ecco quelli che attaccano i santi; quelli che hai scorti ad oriente, sono quelli che Dio invia in soccorso ai santi. Riconosci dunque che il numero e la forza stanno al nostro fianco. Tutto ingagliardito, Mosé riguadagnò il suo eremitaggio, ben deciso a non lasciarsi più impressionare dalle tentazioni del diavolo. Questo accadeva nel V secolo.

E' accaduto a diversi santi di essere in contatto diretto con Satana, subendo i suoi assalti immediati nella loro anima, ma anche nella loro carne: senza risalire fino ad Antonio il Grande, nel III secolo, od a Martino di Tours, cento anni più tardi, si conoscono gli esempi del santo curato d'Ars, ben certo, ma anche di Giovanni Calabria, di Padre Pio e di Marta Robin, per non citarne che i più recenti. Questo sembrerebbe insensato, farebbe sorridere gli spiriti forti, ma YVONNE-AIMÉE DI GESÚ (Yvonne Beauvais, 1901-1951), la celebre religiosa di Malestroit, risponde da esperta, ella a cui il diavolo infliggeva crudeli e ben reali sevizie, di cui il suo corpo portò le cicatrici fino alla sua morte: Dire che vi sono delle persone sapienti che negano l'esistenza personale e l'azione del demonio! Vorrei ben vedere quale faccia farebbero se lo trovassero sotto una forma visibile, ai piedi del loro letto, rientrando nella loro stanza, la sera! Gli spiriti celesti, che per esperienza sanno il prezzo della sconfitta - la dannazione eterna - hanno ricevuto da Dio "ordine di custodire gli uomini in tutte le (loro) vie" (Salmo 91, 11). Questa missione, che essi esercitano secondo i modi più diversi in funzione delle circostanze e del temperamento di ognuno, è devoluta particolarmente a taluni tra di essi, gli angeli custodi: noi li incontreremo lungo queste pagine.

"Enciclopedia dei fenomeni straordinati" di Joachim Bouflet - Tradotto da Alfonso Giusti (Segretario Generale della M.S.M.A.)