Il Natale visto da San Josč Maria Escrivą de Balaguer |
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... – il Signore volle che venisse alla luce l’Opus Dei, una mobilitazione di cristiani disposti a sacrificarsi con gioia per gli altri, a rendere divini tutti i cammini umani della terra, santificando ogni lavoro retto, ogni lavoro onesto, ogni occupazione terrena”. Da quel momento don José si dedica anima e corpo al compito dell’Opus Dei: far sì che uomini e donne di tutti gli ambienti sociali si impegnino a seguire Cristo, amare il prossimo e cercare la santità nella vita quotidiana. Nel 1933 apre un’accademia universitaria, convinto che scienza e cultura rappresentino un punto nevralgico per l’evangelizzazione dell’intera società. Nel 1934 pubblica con il titolo di “Consideraciones espirituales”, la prima edizione di Cammino, un libro di spiritualità, del quale sono stati pubblicate oltre cinque milioni di copie, con 372 edizioni in 44 lingue. Escrivà morirà a Roma il 26 giugno 1875, papa Giovanni Paolo II lo dichiara beato e lo canonizza il 6 ottobre 2002: “Scelto dal Signore – disse papa Wojtila – per annunciare la chiamata universale alla santità e per indicare che la vita di tutti i giorni, le attività comuni, sono cammino di santificazione. Si potrebbe dire che egli fu il santo dell’ordinario”. Sul Natale il santo ha scritto numerosi pensieri. Dal Libro “ Forgia” leggiamo: “ Gesù nacque a Betlemme in una grotta, dice la Scrittura, “ perché non c’era posto per loro nell’albergo”. – Non mi discosto dalla verità teologica, se ti dico che Gesù sta ancora cercando alloggio nel tuo cuore” (n. 274); e ancora: “ Spingiti fino a Betlemme, avvicinati al Bambino, cullalo, digli tante cose ardenti, stringitelo al cuore…_ Non parlo di bambinate: parlo di amore! E l’amore si manifesta con i fatti: nell’intimità della tua anima, lo puoi ben abbracciare!” (n. 345); “ Natale. –Cantano: “ Venite, Venite…” – Andiamo, Egli è nato. E, dopo aver contemplato come Maria si prendono cura del bambino, mi azzardo a suggerirti: guardalo di nuovo, guardalo senza sosta” (n. 549). Un’ultimo bel pensiero sul mistero dell’incarnazione è il numero 62 del libretto “ Solco”: “ Natale: Mi scrivi “ Sul filo dell’attesa santa di Maria e di Giuseppe, anch’io aspetto, con impazienza, il Bambino. Come sarò contento a Betlemme!: prevedo che esplorerò in una gioia senza limiti. Ah! E, con lui, voglio anche nascere di nuovo:::”. – Voglia il Cielo che si avveri questo tuo desiderio!”. Don Marcello Stanzione |
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