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10 anni fa l'omicidio satanista di Suor Laura Mainetti PDF Stampa E-mail

10 anni fa l'omocidio satanista di Suor Laura MainettiSono trascorsi dieci anni esatti dall’omicidio di Suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna, in provincia di Sondrio, il 6 giugno 2000, da tre ragazze che allora avevano  diciassette anni. La religiosa che faceva parte dell’Istituto delle Figlie della Croce di Sant’Andrea e superiora dell’istituto “Immacolata” era nata a Colico in provincia di Lucca il 20 agosto 1939 ed era suora dal 25 agosto 1964 e per tutta la vita si era dedicata all’insegnamento. La suora  conosciuta da tutti per la sua bontà e per la sua carità, è stata colpita da diciannove coltellate in una stradina all’imbocco del Parco delle Marmitte dei Giganti. Si è trattato di un vero sacrificio esame dedicato al diavolo. Le tre ragazze, infatti, erano appassionate di esoterismo e rock satanico. Nei loro diari gli inquirenti hanno trovato immagini e i testi delle canzoni di Marilyn Manson e poi simboli diabolici come la crocfe rovesciata e il “sei sei sei”, numero biblico dell’Anticristo. La suora era una persona disponibile, sempre pronta a correre in ...

... aiuto di chi era in difficoltà. La sera del delitto, una delle ragazze le telefonò fingendosi disperata perché era rimasta incinta dopo aver subito una violenza sessuale in famiglia e le chiese un incontro, ma era una trappola.

La religiosa è stata convinta a recarsi in una zona isolata, in mezzo al bosco, e il giorno dopo è stata ritrovata in una pozza di sangue, trafitta da diciannove coltellate al volto, alla gola e al torace.

Durante gli interrogatori, le tre ragazze hanno rivelato che a “Satana sarebbero bastate diciotto coltellate”. Sei colpi per una, in modo da comporre il diabolico numero “sei sei sei”. Ma il colpo dato in più, secondo le giovani, avrebbe rovinato il rito.

Le ragazze hanno raccontato che suor Maria Laura, mentre riceveva le coltellate, era in ginocchio e pregava a mani giunte. Le sue ultime parole sono state: “Signore perdonale”, mentre le ragazze continuavano a trafiggerla e a insultarla: “Muori, bastarda”.

La cosa più inquietante è che le diciassettenni, per rafforzare quel folle patto, hanno compiuto una serie di riti satanici. Uno, in particolare: ognuna delle tre assassine si è procurata una ferita, alla mano o al polso, per raccogliere un bicchiere di sangue da bere come eterno giuramento e dono di vestizione nel nome di Lucifero. La notizia della morte di suor Maria Laura Mainetti è stata diffusa da Radio Vaticana e l’episodio ha suscitato tanto stupore e commozione per il martirio di questa suora.

In occasione dell’omicidio della suora, don Agostino Clerici, direttore del settimanale della Diocesi di Como, in un articolo ha scritto: “Il satanismo trova spazio laddove vien meno la religiosità; la maleducazione troneggia dove manca l’educazione; il male serpeggia quando gli spazi del bene sono ridotti al lumicino. La cultura del nulla è un’atroce utopia: il nulla, infatti, non esiste; quando c’è il nulla, di fatto c’è già il male. Tutto è ancora più drammatico in quell’età in cui ai “lutti” dell’infanzia dovrebbero sostituirsi le “nascite” della vita adulta.

L’adolescente ha bisogno di essere amorevolmente e tenacemente educato al sacrificio. Solo il sacrificio partorisce il bene. Oggi lo si rifugge, in una società dell’avere che lasci trasparire sempre più la povertà dell’essere.

E se il sacrificio non conduce ai valori, il suo posto è preso fatalmente da un protagonismo malsano. La noia occupa un vuoto di ideali. E il gioco è un gioco… di morte. È accaduto a Chiavenna”. Oggi, Ambra, Milena e Veronica, le tre assassine della suora sono in libertà.  Nel luogo del martirio di suor Laura, che è divenuto meta di pellegrinaggi, è stata posta una Croce in granito dove è stato inciso il motto evangelico: “ Se il chicco di grano muore, porta molto frutto”. Nel decimo anniversario del barbaro assassinio è stata inaugurata una casa di accoglienza della Caritas che porta il nome della suora che ha speso tutta la sua vita nell’educazione dei ragazzi.

Don Marcello Stanzione

 
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