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PADRE PIO: CONSIGLI SULLA PREGHIERA Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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venerdì 01 agosto 2025

PADRE PIO: CONSIGLI SULLA PREGHIERAIn questo articolo, proverò a sintetizzare alcuni consigli, che padre Pio dava, su come pregare. Gli atteggiamenti, che per padre Pio, bisognava avere nella preghiera erano almeno quattro: umiltà, confidenza filiale, costanza e silenzio. L’umiltà, come accennato precedentemente, scaturisce necessariamente dal confronto tra la grandezza di Dio e la piccolezza delle creature. Riportiamo, qui, brevemente, alcuni estratti di alcune lettere. «Vigilanza e preghiera ed umiltà sono le armi per vincere le tentazioni tutte, che non devono andare mai scompagnate da una fiducia illimitata in Dio, non mai arrestandoci a metà strada». ...

 

Nel pensiero di padre Pio emerge chiaramente che allo sforzo umano della vigilanza e della preghiera umile, non bisogna mai dimenticare l’aiuto della grazia che viene dell’alto. L’umiltà è la condizione indispensabile per ottenere quanto si chiede. «Preghiamo con umiltà nel segreto del nostro cuore perché la pace sia presto concessa, perché si compia quanto il Signore si degna di preparare ai sui fedeli». La preghiera umile deve essere, però, accompagnata dalla fiducia in Dio. Il padre incoraggia questa totale fiducia nel Signore, con toni molto accorati, dicendo di fare quasi violenza a Dio, il quale nella sua infinta bontà e misericordia non rimarrà indifferente alle suppliche dei figli che sono nel bisogno. Dio è un padre con il cuore di una madre, e certamente sempre è accanto ai suoi figli. Ma leggiamo quello che egli stesso scriveva: «Nelle ore della prova non affannare a cercare Dio; non credere che egli sia andato lontano da te; egli è dentro di te anche allora in modo assai intimo; egli è con te, nei tuoi gemiti, nelle tue ricerche, simile ad una madre che spinge il figliolino a cercarla, mentre essa è dietro ed è con le sue mani che lo costringe a raggiungerla invano». Emerge in maniera più o meno chiara la sua intima esperienza spirituale. Quanto dice è frutto di esperienze e di intimità con Dio vissute di persone, come emerge in tante lettere scritte al suo padre spirituale. E ancora: «Pregate, pregate sempre con più insistenza. Gesù è buono e non potrà non esaudire tante preghiere, fatte con completa fiducia in lui». Egli chiedeva anche ai sui figli spirituali di pregare in maniera fiduciosa il buon Dio per lui. E a volte lo faceva in questi termini: «Figlia mia, violenta il Divin Cuore e quello ancora della nostra Madre celeste, a che mi liberino presto dall’imminente prova che da giorni mi sovrasta». Da queste poche parole emerge tutta la sua umanità. Un uomo abituato a vedere grazie, miracoli e ad avere doni mistici, che chiede preghiera per se stesso, ritenendosene tanto bisognoso. La sua grandezza era proprio in questo suo sentirsi piccolo, atteggiamento tipico dei seguaci di san Francesco d’Assisi, il quale spesso in preghiera amava dire a Dio: «Chi sei tu mio dolcissimo Dio? E chi sono io?»; riconoscendo la sua piccolezza e la grandezza di Dio. Illuminati sono anche le parole di santa Teresa, che meglio ci aiuta a capire l’abisso che separa noi piccole creature dalla grandezza e maestà di Dio.  Scriveva santa Teresa la Grande: «Dovendo parlagli con l’attenzione che un tal Signore di merita, è giusto che consideriate chi è Colui con cui parlate e chi siete voi: così almeno per poter parlare con convenienza…Difatti, come potreste dare a un re il titolo di maestà che si marita e osservare il cerimoniale prescritto per quando si parla con un grande, se non conoscete bene la sua condizione e la vostra? Gli atti di riverenza si devono proporzionare alla dignità e conformare alle regole di uso: tutte cose che bisogna sapere per non venir rimandati come persone grossolane, senza nulla combinare». Questi concetti erano molto cari a padre Pio, e sempre durante tutta la sua vita li tenne presente, ed è proprio per questo suo sentirsi piccolo e bisognoso di Dio che padre Pio chiedeva continuamente preghiere. «Non cessare d’importunare il Divin Cuore per me ed in special modo per quella grazia che tu sai. Guai a te e guai a tutti gli altri, se non me la otterrete». Quel «guai» certamente non ha il tono della minaccia, ma è l’invito accorato e quasi “disperato” di chi sente di aver tanto bisogno del soccorso nella preghiera. La preghiera, dopo essersi elevata con umiltà e fiducia, deve continuare costantemente attendendo il momento che a Dio piacerà esaudire e nel modo che vorrà la nostra supplica. È quanto emerge ancora da alcuni scritti sotto riportati. «Io non cesso di pregare assiduamente per te ed instancabilmente fo a Dio l’offerta per te. Io credo che non venga dimenticato nelle tue preghiere. Ma sarei sul punto di supplicarti ad insistere con più importunità presso il Divin Cuore». Insistenza e fiducia nella preghiera sono, dunque, dei punti cardini del pensiero del padre. «Finisco nel raccomandarvi di essere importune presso Gesù e la sua santissima Madre per il loro soccorso a mia liberazione. Bussiamo con ripetuti colpi che alla fine dovranno spalancare le porte della misericordia». Il quarto punto è il silenzio esteriore ed interiore. Esso è indispensabile per il colloquio con Dio e per questo necessita di un ambiente adatto al raccoglimento e al distacco dalle creature per poter ascoltare la voce di Dio e sperimentare la sua presenza. Scriveva padre Pio: «Procurate intanto nel corso del giorno di appartarvi, essendovi ciò possibile, e nel silenzio del vostro cuore e della solitudine offrite le vostre lodi, le vostre benedizioni, il vostro cuore contrito ed umiliato e tutta voi stessa al Padre celeste. E così mentre la bontà del divino Sposo viene dimentica dalla maggior parte delle sue creature, fatte a sua immagine, noi ci teniamo con tali ritiri e con tali pratiche sempre a lui vicini».

È evidente il richiamo alla ricerca del silenzio per una più intima vicinanza e conoscenza di Dio, ma qui si evince il rammarico per tante creature che, come egli stesso dice, dimenticano di dare la giusta attenzione e tempo al divino Sposo. «Ti desidero dal caro Redentore la grazia della stabilità in tutti i suoi propositi, non ultimo quello di tacere e far tacere tutto intorno a te per sentire la voce divina del Diletto e stabilire con lui un pacifico colloquio». Altro aspetto importante da tener conto nella preghiera di padre Pio è quello della supplica e dell’impetrazione. Quest’aspetto - se vogliamo - è quello più appariscente della preghiera e più efficacemente stimolata al contatto con Dio. Ci presentiamo a Lui per esporgli i nostri bisogni, i nostri desideri e le nostre aspirazioni. Nei brani scelti - a tal proposito - si possono riscontrare i fondamenti teologici di questa preghiera di supplica, ed impetrazione, oltre che i suoi contenuti ascetici e pratici. La persona che si trova in preghiera e desidera essere esaudita dal Padre celeste è consapevole della propria piccolezza e della grandezza di Dio. Per questo motivo cerca il modo «di accostarsi con sicurezza al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia di soccorso al tempo opportuno». Inoltre, per colmare l’abisso che separa la creatura dal Creatore, presenta le sue suppliche avvalorate dai meriti di Gesù Cristo e accreditate dall’intercessione di Maria Santissima, dei santi del Paradiso e delle anime amanti della terra. A volte padre Pio chiede alle figlie spirituali di ricordarlo «nel tesoro delle loro preghiere», dove per «tesoro» si intende la comunione dei santi.

L’unione con Cristo e con i santi nella preghiera è esplicitamente insegnata in molti punti dell’epistolario, in modo particolare nello scambio di preghiera offerto alle figlie spirituali e ad esse richiesto. Un esempio è dato in questa lettera. «Fatto questo, offrirete la vostra meditazione ed orazione, assieme all’offerta di tutta voi stessa, non che di tutte quelle persone che a voi stanno più a cuore; offrirete, dico, tutto a Dio assieme ai meriti di Gesù e della sua e nostra madre. E tutto questo offrirete per le mani di Maria Santissima, dell’angelo custode, di San Giuseppe […]». Altre volte padre Pio ricorda, in particolare, i meriti di Gesù e l’intercessione della Madonna «Io non merito nulla più dalla pietà divina, lo so, ma io mi attendo l’esaudimento dei miei voti per i meriti di Gesù E per le preghiere delle anime buone. Neppure mi ascolterà? Ed allora sarò perduto per sempre… mio Dio! Mi sento morire sotto questo peso». Ovviamente, non vi è dubbio, che la santa Messa è la preghiera impetratoria più eccellente e più efficace. Del rapporto che padre Pio aveva con la celebrazione della santa Messa qui ci piace fare solo un breve accenno riportando parte di una lettera inviata ad una figlia spirituale. «Non dubitare delle mie preghiere per te perché non vi è preghiera che fo a Dio senza far sempre menzione di te. Questo l’ho fatto da più anni in qua e seguiterò a farlo sempre. Tutti i giorni fo l’offerta dei nostri cuori a Dio nel santo sacrificio della messa. Raccomandami anche tu sempre alla divina pietà e chiedigli la grazia della liberazione dal servizio militare».

 

Ultimo aggiornamento ( venerdì 01 agosto 2025 )
 
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