San Paolo e gli Spiriti Celesti |
Il tempo degli Angeli è cambiato con l’avvento di Gesù risorto. Gli Angeli erano i mediatori tra Dio ed il Suo popolo eletto; Cristo sarà il solo Mediatore tra Suo Padre e l’umanità riscattata. Quando lo Sposo viene, gli amici dello Sposo che sono venuti a scortare la fidanzata non hanno più che da ritirarsi. San Paolo, nella Lettera agli Ebrei, si servirà di questa idea al fine di dimostrare la superiorità della Nuova Alleanza sull’Antica; perché gli Angeli avevano dato la prima a Mosé, ed è Dio in persona, col Suo Verbo Incarnato, che ha rivelato la seconda all’umanità. Di questo cambiamento, gli Angeli non sono dunque gelosi. Essi non hanno altra ragione che di rallegrarsene . Cristo non è morto per gli Angeli. Ma tutto quello che, con la morte di Cristo, serve alla Redenzione dell’uomo agisce anche a profitto degli Angeli, perché, dalla Redenzione degli uomini, tutti i danni che hanno la loro origine nella rovina degli Angeli, sono cancellati. E, sicuramente, i Santi Angeli, che conoscono Dio e sono beati nella contemplazione della Verità, sanno quanti membri del genere umano aspettano affinché sia ristabilito il numero degli abitanti di quella città. Non è casuale che l’ultima apparizione angelica riportata dai Vangeli sia quella a Maria Maddalena che si volge per correre davanti al suo maestro. Nonostante ciò, il compito degli Angeli non è completato perché ha cambiato significato. Gli Angeli guideranno la giovane Chiesa, nuova e vera figura del popolo eletto. E questo, fin dalla Resurrezione, dove sono ricordate alle donne le profezie di Gesù ed hanno detto loro di prevenire gli Apostoli. Ma l’inaugurazione solenne di questa missione differente ha luogo quaranta giorni dopo la domenica di Pasqua. Durante questi quaranta giorni, i discepoli, a contatto di Gesù, hanno approfondito le loro conoscenze e la loro fede. Essi sono lontani, comunque, dall’aver compreso quale orientamento dovevano dare alle loro vite. Essi si immaginano ancora che Gesù, trionfante, va a manifestarsi nelle strade di Gerusalemme e di ristabilire il regno di Israele. Fintanto che lo Spirito Santo non avrà soffiato, essi non comprenderanno quello che Dio aspetta da loro. Come pure essi restano più incerti che mai quando vedono il loro Maestro sollevarsi nelle nubi e risalire verso il Suo Regno celeste fino alla fine del mondo. Gli Angeli prendono le redini della nascente Chiesa in mano con una autorità opportuna. “Sotto i loro sguardi, Egli si elevò, ed una nube lo strappò ai loro occhi. E, siccome stavano là, con gli occhi fissi al cielo mentre che Egli se ne andava, ecco che due uomini vestiti di bianco si trovarono al loro fianco ; essi dissero loro : “Uomini di Galilea, perché restate così a guardare il cielo ? Colui che vi è stato tolto, quello stesso Gesù, ritornerà allo stesso modo come l’avete visto andarsene in cielo”. Qui, sono gli Angeli che hanno i loro piedi sulla terra ed invitano ad iniziare il lavoro. Ma, se essi vigilano sugli inizi della Chiesa, sono anche, nei cieli, i testimoni meravigliati da un miracolo così prodigioso che nessuno tra di loro lo avrebbe immaginato. Essi, “gli Iniziati dell’Incarnazione”, sapevano che il Verbo prendeva la natura umana al fine di riuscire con essa quella unione ipostatica alla quale l’amore divino aspirava. Ma ignoravano l’ampiezza della Redenzione e fin dove arrivava la misericordia di Dio. Cristo risale verso Suo Padre, come era previsto da sempre; ma non risale come puro spirito. La seconda Persona della Trinità, nella Sua Ascensione gloriosa, ha custodito il suo corpo umano. Vero Dio, il Re di gloria rimane per l’eternità vero uomo. L’Incarnazione era l’abbassamento di Dio nel Suo Verbo più in basso dei Suoi Angeli ; l’Ascensione è l’esaltazione dell’uomo nel Verbo più in alto degli Angeli (Lettera di San Paolo agli Efesini 1, 20-22 : “Facendolo sedere alla Sua destra, nei cieli, ben al di sopra di ogni Principato, Potestà, Virtù, Dominazione, e di ogni altro nome che si potrà nominare, non solamente in questo secolo, ma ancora nel secolo futuro. Egli ha messo tutto sotto i Suoi piedi...”. Lettera di San Paolo ai Filippesi 2, 6-11 : “Il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre”. Lettera di San Paolo agli Ebrei 1, 3-4 : “Questo Figlio che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, si è assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato”. Noi che sembriamo indegni della terra, oggi, ci siamo elevati in cielo, esaltati al di sopra dei cieli, raggiungiamo il trono regale. La natura umana, a causa della quale i Cherubini custodivano il Paradiso, per impedirne l’accesso, ora questa stessa natura siede ben al di sopra dei Cherubini stessi. Non basterebbe essere elevati al di sopra dei cieli, di stare in mezzo agli Angeli? Quella gloria non era già indicibile? Ma Egli si è elevato al di sopra degli Angeli. Ha sorpassato i Cherubini: E’ salito più in alto dei Serafini, ha sorpassato i Troni. Non si è fermato fin a quando non ha raggiunto il trono regale. Gli Angeli della terra portano il loro Signore in trionfo. Ma, in mezzo agli Angeli, la cui residenza è nei cieli, lo stupore è immenso. Essi esitano nel riconoscere il Verbo in quest’uomo : “Rispondi a quelli che dubitano a causa del Suo corpo e dei segni della Sua Passione, che non aveva discendendo e coi quali risale!”. Gli Angeli delle altezze rimangono in attesa ; occorre che i loro compagni di laggiù li spingano ad aprire al Re di gloria. “Principi, sollevate le porte! Alzatevi, porte eterne, ed entri il Re della gloria”. Quando Cristo risuscitò dai morti e salì al cielo, i Principi angelici stabiliti da Dio nei cieli ricevettero l’ordine di aprirne le porte, affinché il Re della gloria entri e salga a sedersi alla destra del Padre, fino a che abbia fatto dei Suoi nemici lo sgabello dei Suoi piedi. Ma, quando i Principi dei cieli Lo videro senza bellezza, onore e gloria, non Lo riconobbero e dissero :”Chi è questo Re della gloria?”. Ma le argomentazioni degli Angeli della terra illuminano gli Angeli dei cieli che aprono al loro Signore, e la gioia degli Spiriti celesti scoppia, gli Angeli hanno ottenuto quello che aspettavano da sempre. Hanno visto la nostra natura risplendente sul suo trono regale di una gloria e di una bellezza immortali. Benché abbia ricevuto l’onore di essere esaltata al di sopra di essi, essi si rallegrano del nostro bene come soffrivano quando ne eravamo privi. Non è dunque solamente il Verbo che è stabilito nei Suoi privilegi divini; è l’Uomo. L’Uomo-Dio è divenuto quello che era il Verbo: Re degli Angeli. Perché, nelle sue due nature, Gesù è interamente superiore agli Angeli. Con la Sua umanità, poiché perfettamente pura ed esente dal peccato, essa realizza pienamente la volontà divina di fare l’Uomo a Sua immagine; perfetto riflesso delle perfezioni della Divinità, l’umanità di Cristo non può che essere un soggetto di meraviglia per gli Angeli. E perché Gesù è Dio. L’Uomo come l’Angelo, per pervenire alla beatitudine, ha bisogno del dono della grazia dispensato da Dio; allorché Cristo estrae la Sua grazia dalla Sua unità con Dio. Egli non è solamente unito a Dio. Egli è Dio. Tale è l’insegnamento di San Paolo all’inizio della Lettera agli Ebrei : “A quale dei Suoi Angeli, in effetti, Dio ha mai detto : “Tu sei Mio Figlio, Io, oggi, Ti ho generato ?”. Ed ancora : “Io sarò per Lui un Padre, e Lui sarà per Me un Figlio”. E di nuovo : “Che tutti gli Angeli di Dio Lo adorino”. Mentre che Egli così si esprime rivolgendosi agli Angeli : “Egli fa dei Suoi Angeli dei venti, dei Suoi Servitori una fiamma ardente. Egli dice a Suo Figlio: Il Tuo Trono, o Dio, sta in eterno e scettro di equità è lo scettro del tuo Regno”. Il Verbo creatore non può essere che il Re degli Angeli, quel posto che Lucifero ha osato contestargli. Satana è stato battuto ogni volta che ha rivendicato contro Cristo, contro l’Uomo-Dio, la cui sola idea gli era insopportabile. E’ dunque contro la Chiesa che egli va ora a rivolgere il suo astio, perché Ella è il corpo mistico di Colui che il demonio persegue col suo odio. Vogliamo presentare questa conclusione come un invito alla Chiesa, ai vescovi, ai teologi, ai sacerdoti e a tutti i fedeli, a prendere più in considerazione nella loro vita di fede cattolica la questione sul mondo degli Angeli. Se diamo una conclusione delle idee sugli spiriti nella letteratura paolina, scopriamo che non c'è una dottrina completa e senza lacune. Molte cose sugli Angeli, San Paolo li comunicò solo oralmente (cfr. l Cor 6, 3; 11, 10; 2 Ts 2, 6). Sugli altri aspetti non insegnò probabilmente niente, perché la sua predicazione su Cristo non gli lasciò avvertire la necessità. Aveva dichiarato, davanti ai suoi ascoltatori, di non sapere niente altro che Gesù e questi crocifisso (1 Cor 2, 2). Nonostante questo, possiamo fare il tentativo di ordinare sistematicamente i pensieri incontrati da Paolo sugli spiriti celesti. Benché Paolo non sviluppasse completamente le sue opinioni angelologiche sufficientemente. Non stabilì un sistema, ma le sue idee su Angeli e demoni, sono state create dal suo genio e formano un insieme unanime. Non esistono contraddizioni, come abbiamo visto, nella sua fede sugli spiriti. È evidente che la dottrina di San Paolo sia intimamente intrecciata con la sua cristologia. L'ordinazione degli spiriti verso Cristo è la principale caratteristica dell'angelologia paolina. È quello il punto in cui Paolo, illuminato dalla Divina Rivelazione, meditò ed approfondì la fede del suo ambiente negli Angeli e nei demoni. Quello per cui l'Apostolo lavorò in questo aspetto, è per la fede cristiana della massima importanza. Quanto maggiore è la dipendenza degli spiriti da Cristo, tanto più alto è posto Cristo nella stima dei fedeli. Tuttavia, abbiamo visto alcune questioni dibattute tra gli esegeti sull’angelologia e demonologia di san Paolo che oggigiorno sono abbastanza controverse. È sempre pericoloso assumere una posizione radicale o estrema. Controversie potevano darsi per esempio, su quello di cui si parlò degli insegnamenti di San Paolo sui demoni, specificamente sul "culto" agli idoli. Certamente sarebbe esagerato se volessimo condannare tutto quello che è fuori della Chiesa cattolica, come idolatrico. Questa non è stata l'intenzione di Paolo. Ma, neanche si deve cadere nell'estremo contrario e negare l'influenza dei demoni sulla vita umana; purtroppo oggi molti teologi cattolici normalmente e tranquillamente lo fanno! Alcuni per esempio dicono: 'Il demonio non ci fa niente'. Altri vogliono abolire le pratiche degli esorcismi, cosa che la Chiesa ha compiuto per secoli, e lo considerano come qualcosa di insensato o di anacronistico. Non sarebbe corretto dire che non esiste e che né può elaborarsi una demonologia sistematica, o volere cercare di farlo. Come abbiamo appena visto: la Parola di Dio ci offre abbastanza materiale. Siamo d’accordo: Bisogna distinguere e comprendere bene quello che realmente San Paolo voleva dire. Neanche possono certe affermazioni applicarsi in modo universale per tutti i casi. La soluzione, come sempre, è stata nel metodo teologico delle questioni disputate, dove ci sono due posizioni estreme che infine giungono ad una soluzione obiettiva ed equilibrata. Per questo motivo ci auguriamo che Chiesa, come sempre ha fatto,attraverso il suo autorevole magistero, mostri ai fedeli la strada verso Gesù Cristo e dia orientamenti chiari anche sul tema dell'angelologia e della demonologia. di Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.) |