La dimensione cosmica di Michele nei segni del Creato |
Questa via si ispira al pensiero cosmologico dell’Antichità e del Medio Evo che, purtroppo, la corrente scientifica neopositivista, con il suo pensiero di meccanicismo materialista, ha scardinato. Il cardinale Newmann, nel sermone 29°, appunto per la festa di San Michele e di tutti gli Angeli, scrive: “Ma perché scorrono i fiumi? Perché cade la pioggia? Perché il sole ci scalda? E il vento perché soffia? Qui, la nostra ragione naturale si sbaglia; sappiamo, dico, che è lo spirito nell’uomo come nella bestia che fa muovere e l’uomo e la bestia, ma la ragione ci dice che nessuno spirito abita in quello che comunemente si chiama il mondo della natura, in modo da farle compiere i suoi doveri ordinari. Naturalmente, è il volere di Dio che sostiene tutto questo. E’ così che il volere di Dio mette anche noi in grado di muoverci; tuttavia esso non impedisce ma, in un certo senso, si può dire veramente che noi ci muoviamo da soli; ma come si muovono il vento e l’acqua, la terra e ... ... il fuoco? Ora, a questo punto, si interpone la Scrittura, e sembra dirci che tutta questa meravigliosa armonia è opera degli Angeli. Tutti quegli eventi che noi ascriviamo al caso o al tempo atmosferico, o alla natura, come le stagioni, sono doveri fatti verso quel Dio il quale fa sì che i suoi Angeli diventino venti, e i suoi ministri una fiamma di fuoco. Per esempio, fu un Angelo che diede alla piscina di Betsaida la sua qualità medicinale e non c’è alcuna ragione per poter nutrire dubbi che le altre fonti della salute, in questo o in altri paesi, non siano rese tali da un simile invisibile ministero. I fuochi del Monte Sinai, i tuoni e i fulmini furono opera degli angeli; e leggiamo nell’Apocalisse che sono gli angeli che raffrenano i quattro venti … così, fin dove arriva quello che ci comunica la Scrittura, veniamo a sapere che il corso della natura, che è così meraviglioso, così bello, e così terribile, è causato dal ministero di quegli esseri invisibili”. (Cardinale J. H. Newmann, Sermone XXIX, La festa di San Michele e tutti gli Angeli in Sermoni anglicani, ed. Jaca Book- Morcelliana, Milano-Brescia 1981, pp. 92-93). Ritornando alla presenza dell’arcangelo Michele nel creato è molto interessante notare che ogni anno il sole attraversa i quattro punti cardinali chiamati equinozi e solstizi, i quali coincidono con le quattro feste dette cardinali: Natale, Pasqua, San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo. Secondo la filosofia cristiana antica, il sole sulla terra rappresenta, anche se lontanamente ciò che è più somigliante a Dio, e il sole dona vita alla nostra terra. Dal sole parte quindi una energia potente che è diversificata ed è organizzata e regolata dai grandi spiriti arcangelici che hanno ai loro ordini molti altri spiriti angelici di minore importanza, incaricati di distribuire le energie solari sulla superficie del pianeta. Una moltitudine di spiriti angelici si dedica a questa attività cosmologica. Per cui non bisogna pensare, come fanno gli scienziati materialisti, che in natura tutto si produca meccanicamente, non è così, ogni cambiamento è dovuto all’opera di entità angeliche incaricate da Dio di occuparsi dei minerali o dei vegetali, degli animali o degli uomini. Ad esempio, questa intelligente sovrintendenza da parte degli angeli, potrebbe spiegare molti fenomeni che ci risultano misteriosi, come la migrazione degli uccelli. Questo è un fenomeno stupefacente: viene un certo giorno in cui immediatamente, per quel che noi così inesattamente e a casaccio chiamiamo l’azione dell’istinto, determinati uccelli si ammassano insieme da un intero paese e prendono il volo per un’altra terra. Là rimangono finché il segnale non viene ripetuto. Allora essi ritornano in volo alla loro antica dimora. E’ un’impresa sconcertante, ma alla luce dell’azione angelica sarebbe comprensibile come la conduzione delle pecore. Il 21 settembre ha inizio l’equinozio d’autunno e dopo pochi giorni si celebra la solennità dell’arcangelo Michele. In questo periodo particolare dell’anno, i frutti cadono dagli alberi, abbandonano i loro involucri, mentre i semi vengono selezionati per essere consumati o conservati; più tardi questi semi saranno piantati nella terra affinché il ciclo vitale ricominci. Ma attenzione, questo lavoro di separazione e di cernita che si fa in natura non interessa unicamente la vegetazione ma interessa anche noi esseri umani. Come il frutto si separa dall’albero e il seme dal frutto, così l’anima con la morte si separa dal corpo. Il corpo corrisponde all’involucro e l’anima al seme che viene dato dall’alto, dal cielo. Il giorno in cui Dio lo stabilirà, il frutto che è l’uomo non dovrà cadere in terra come il seme di una pianta, ma, in compagnia dell’angelo custode, volarsene verso il cielo. Durante l’autunno tale processo di separazione si realizza in tutta la natura per preparare una vita nuova. Nella tradizione cristiana, l’arcangelo Michele è colui che è presentato con la bilancia, cioè colui che pesa le anime davanti al tribunale di Dio, egli è considerato un angelo “psicopompo”, cioè che conduce le anime nell’aldilà, infatti come l’arcangelo Michele viene a separare l’anima dal corpo, così il sapiente dovrebbe lasciar morire in sé la materia per liberare la vera vita. L’arcangelo Michele separa l’anima dal corpo perché per volere di Dio, l’anima non deve rimanere eternamente sulla terra. A questo riguardo è interessante notare ancora una volta come l’arcangelo Michele sia considerato, dalla tradizione cristiana, come il paladino di Maria perché fu l’angelo che accompagnò la Santissima Vergine nella sua Ascensione al cielo. La separazione è una legge della vita. Per cui dobbiamo imparare dall’arcangelo Michele molte cose: la selezione, il discernimento, l’apprendere a separare il bene dal male, l’utile dall’inutile, l’eterno dal caduco, il salutare dal nocivo. Se riflettiamo bene, la causa di tutte le sventure è proprio la nostra mancanza di discernimento, quindi ben venga un grande amore ed un grande affidamento personale e comunitario all’arcangelo Michele. Le forze presiedute dall’arcangelo Michele sono forze di equilibrio, di giustizia, quindi di discernimento tra il buono e il cattivo, in vista di liberare ciò che è bene e di trasformare ciò che è male. Ma come sanno i saggi, il bene e il male sono così strettamente uniti che non li si può separare prematuramente senza provocare lacerazioni. Non è facile separare la noce dal suo mallo, ma la natura sa come farlo: essa lascia maturare il frutto, il mallo si apre da solo e la noce si libera. Lo stesso dicasi per il neonato nel grembo della sua mamma: egli è strettamente collegato alla madre e non lo si può strappare prematuramente, altrimenti sarebbe la morte per entrambi. Se invece si aspetta, il bambino giunge a completamento e, a quel punto si può recidere il cordone ombelicale che univa la madre al bambino. Il tempo della mietitura è quello in cui i frutti sono maturi. Bisogna quindi aspettare quel momento per separare il male dal bene, e tale separazione sarà operata dall’arcangelo Michele. E’ interessante notare che la liturgia cattolica ha scelto per la Santa Messa propria di San Michele, il vangelo del grano e della zizzania, dove il padrone (Dio) dice che bisogna aspettare e non distruggere subito la zizzania, altrimenti anche il buon grano sarebbe distrutto perché, alla fine dei tempi, gli angeli di Dio verranno a separare i buoni dai cattivi. Come dice il grande intellettuale San Tommaso d’Aquino e come afferma il grande mistico San Luigi Grignion de Monfort sarà l’arcangelo Michele colui che, su mandato di Dio, alla fine dei tempi rivestirà il ruolo principale nella purificazione della terra. Solo l’arcangelo Michele è in grado di vincere i demoni, con l’aiuto del suo esercito sia celeste che terrestre realizzerà ciò che da secoli i cristiani chiedono nella recita del Padre Nostro: Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Ecco perché dobbiamo collegarci all’arcangelo Michele, chiedergli la sua protezione e la possibilità di operare con lui per accrescere la sua vittoria sul male. Questo è il motivo per cui, nel 2002, decisi di rifondare l’associazione Milizia di san Michele Arcangelo (M.S.M.A.) che negli anni sessanta era stata fondata a Roma da mons. Giuseppe Del Ton, dall’abate dei canonici agostiniani Egger e da altri pii sacerdoti e laici ma che purtroppo, con il passar degli anni, si era dissolta. Sono convinto che i figli di Dio, che saranno iscritti nel numero di coloro che avranno partecipato al combattimento dell’arcangelo Michele, avranno un posto di riguardo in Paradiso. di don Marcello Stanzione |