Sant'Anna e gli altri Santi protettori delle partorienti |
Il 26 luglio la liturgia cattolica festeggia Sant’Anna che certamente è una delle sante più popolari d’Italia, come prova l’enorme diffusione del suo culto e del suo nome che deriva dall’ebraico Hannah (grazia). A parlare della madre di Maria sono soprattutto i Vangeli apocrifi, il Protovangelo di Giacomo, lo Pseudo matteo e il Libro della Natività di Maria. Le prime attestazioni del culto tributato a Sant’Anna risalgono, come testimonianza l’iconografia paleocristiana, ai primi secoli del Cristianesimo., Tuttavia la sua grande popolarità inizia nel Medioevo e culmina con il suo inserimento nel messale alla fine del Cinquecento, a opera di Gregorio XIII. La costruzione agiografica di questa Santa si modella per molti versi sul calco dell’Annunciazione, Anche la nascita della Vergine Maria, come quella di Cristo, ha infatti del prodigioso. Poiché anche in questo caso il messaggero di Dio porta l’inattesa novella alla donna, quando la sua età piuttosto avanzata e la sterilità del marito San ... ... Gioacchino, farebbero escludere ogni umana possibilità di concepire un figlio. Il concepimento di Maria avviene quindi in un orizzonte prodigioso, dove la volontà di Dio supera ogni limite dell’uomo, assume così una chiara funzione pedagogica e , nel contempo, ascrive così la procreazione al disegno insondabile del creatore. La maternità emblematica di Sant’Anna ha contribuito a farne la patrona elettiva delle donne che desiderano diventare madri e, in generale, delle puerpere. Ma per una sorta di dilatazione delle competenze materne Anna è anche la protettrice delle lavandaie e delle ricamatrici. Sotto il suo segno si collocano anche altre attività legate alla buona conduzione domestica e all’ideale della buona madre di famiglia. Inoltre, la tradizione la investe anche del ruolo di patrona dei fabbricanti di scope e dei commercianti di corredi matrimoniali. A un’idea dell’economia domestica tipica della società italiana, almeno fino agli anni Sessanta del secolo scorso, si può ricondurre il suo patrocinio sui rigattieri, simbolo del risparmio e di una avveduta parsimonia. Come madre di Maria, Stella Maris per antonomasia, era anche una delle principali protettrici dei marinai, in quanto costretti dalla navigazione a sperimentare una sorta di esilio dalla famiglia. La costruzione della figura di Sant’Anna è in strettissima relazione con l’espressione di uno degli istituti centrali dell’identità italiana: la famiglia, intesa tradizionalmente come compresenza di tre generazioni e del potere connesso all’età. In molti luoghi del Sud la nonna di Gesù è particolarmente venerata proprio nel suo appellativo di “vecchia potente”. Se, dunque, Maria rappresenta il paradigma della madre, Sant’Anna rappresenta il modello ideale della nonna, la fondazione religiosa della centralità di tale figura parentale nel contesto familiare tradizionale. Riguardo poi agli altri santi collegati con le partorienti, la prima Santa riconosciuta tradizionalmente protettrice del parto è Santa Margherita di Antiochia nota anche col nome di Santa Marina. Non ci sono testimonianze certe che giustificano la devozione a essa: il racconto della sua vita è chiaramente immaginario ed era riconosciuto tale agli inizi del V secolo. La sua fu una delle voci che parlò a Santa Giovanna d’Arco e fu inoltre inclusa tra i Quattordici Santi Adiuvatori. Nella leggenda che è narrata come la sua vita, la Santa viene ingoiata da un dragone, ma riesce a uscirne indenne dopo avergli aperto il ventre. Secondo alcune versioni della storia ella promise che le partorienti che l’avessero invocata sarebbero state assistite durante il parto. Per queste ragioni si potrebbe spiegare la sua indubbia reputazione come Santa protettrice del parto, anche se venivano invocati altri Santi. Un altro probabile Santo patrono è Raimondo Nonnato (1204-1240) al quale fu dato tale nome (non-natus, ossia non nato) perché sua madre era morta prima di darlo alla luce, e il bambino era venuto al mondo mediante un intervento chirurgico. Anche Leonardo di Noblac era considerato patrono delle partorienti e delle donne gravide perché, sulla base di una vita scritta intorno al 1205, la moglie di re Clodoveo, uscita a caccia con suo marito, fu colta improvvisamente dalle doglie del parto, ma grazie alle preghiere del Santo eremita che viveva in quelle campagne, diede alla luce un figlio senza alcun pericolo. Questa storia sarebbe capitata a San Leonardo nel VI secolo, ma di lui niente si sa prima dell’XI. Allo stesso modo non si conosce nulla di certo se non la leggenda circa Sant’Erasmo o Elmo, vescovo della Siria, anche se la sua morte pare sia avvenuta durante la persecuzione di Diocleziano, e perciò intorno al 300. Egli è ritenuto protettore del parto evidentemente a causa di un malinteso. Era inizialmente patrono dei marinai e veniva raffigurato con un argano. Più tardi si credette che esso fosse lo strumento del suo martirio e gli artisti raffiguravano il carnefice che avvolgeva intorno a esso gli intestini strappati al Santo. Perciò egli divenne il protettore di tutti coloro che soffrivano di dolori del ventre, inclusi quelli del parto. La festa di Margherita d’Antiochia in Oriente è celebrata il 13 luglio. In Occidente venne abolita con la riforma del calendario del 1969 ma veniva festeggiata il 20 luglio. La festa di San Raimondo ricorre il 31 agosto, quella di San Leonardo il 6 novembre e infine quella di Sant’Erasmo il 2 giugno. Don Marcello Stanzione |