Suor Maria della Croce Hebert e le anime del Purgatorio |
Elisa Sofia Clementina Hebert nacque a Nehou- St- Georges il 1-12-1840. Attratta, fin dall’adolescenza, dall’ideale della vita religiosa, all’età di 18 anni, chiese ed ottenne di entrare come novizia nel convento delle Agostiniane di Valognes, prendendo il nome di Suor Maria della Croce. Il 15 maggio del 1861, fece la professione religiosa. Si impegnò seriamente nella perfezione cristiana, sorretta dal desiderio di unirsi sempre più intimamente a Cristo, suo sposo. Ebbe diversi incarichi all’interno del convento tra cui quello di Direttrice delle Educande. Donna intelligente e colta fu amata, stimata e rispettata dalle allieve. Tutti coloro che la conobbero ammirarono in lei un comportamento esemplare, arricchito da un giusto equilibrio e da un buon senso pratico. In Francia con la vittoria dei radicali nelle elezioni del 1902 si ebbe una violenta reazione anticlericale. Il nuovo governo decise lo scioglimento delle congregazioni religiose e la separazione della Chiesa dallo Stato. Per questi motivi, ... ... nel 1904, anche Suor Maria della Croce fu costretta ad abbandonare il convento a lei sì caro e nel quale aveva trascorso gran parte della sua vita. Aveva, allora, 63 anni; trovò ospitalità dapprima presso alcuni parenti nel Comune di Quettehou, poi a Cherbourg, dove morì nel 1917. I suoi resti mortali riposano nel cimitero di Quetthou. La vita di Suor Maria della Croce è legata a dei fatti straordinari, che ebbero una ripercussione notevole sul suo cammino spirituale: parlò con una consorella defunta dal novembre del 1873 al novembre del 1890. nel 1871 per il diffondersi di una terribile epidemia morirono diverse suore. Il 22 febbraio di quell’anno, colpita dal virus, repentinamente moriva anche una giovane di 36 anni, Suor Maria Gabriella. Questa, diventata suora senza una vera vocazione, compiva con una certa superficialità e tiepidezza i doveri del suo stato, perciò veniva ripresa da Suor Maria della Croce, da cui dipendeva direttamente. Un giorno, mentre veniva rimproverata per una delle sue abituali mancanze, quasi per celia, disse: “Ebbene, se andrò in Purgatorio, me ne trarrete voi fuori!”. Nessuna, delle due sospettava neppure lontanamente quello che sarebbe realmente accaduto. Più di due anni e mezzo dopo la sua morte, nel novembre del 1873, mentre Suor Maria della Croce si trovava nella sua cameretta, improvvisamente sentì dei gemiti prolungati…”Oh! Esclama in preda allo spavento, chi siete?...Voi m’incutete paura!...Soprattutto non apparite, ma ditemi chi siete!”. Non avendo ricevuto alcuna risposta, impressionata, ne parlò con la superiora, Suor Angela Quettier, che era anche sua zia per parte di madre. La superiora cercò di sdrammatizzare il fatto, dicendole: “E’ un’anima del Purgatorio, pregheremo per lei”. Da quel giorno innalzarono a Dio incessanti e fervorose preghiere, ma i gemiti continuarono a farsi sentire tanto che la religiosa pensò di trovarsi alla presenza di suggestioni diaboliche. Finalmente, il 15 febbraio del 1874, la defunta rivela il suo nome: “Perché vi ho recato dispiacere il buon Dio vuole che siate voi a pregare per me!...” “Non sono il diavolo! Sono Suor Maria Gabriella. Non vi lascerò tranquilla fin tanto che non sarò in cielo”… Il buon Dio permette ciò per il vostro bene e per il mio sollievo! Sì, io soffro, ma il mio più grande tormento è di non vedere il buon Dio. E’ questo un martirio continuo che mi fa soffrire più del fuoco del Purgatorio… Non ci si può immaginare le pene che si soffrono in Purgatorio! Nel mondo nessuno ci pensa. Anche le comunità religiose lo dimenticano. Per questo il buon Dio vuole che si preghi in modo speciale per le povere anime del Purgatorio, che s’inculchi codesta devozione alle allieve, affinché esse, a loro volta, ne parlino nel mondo”. Suor Maria della croce si sente a disagio dinanzi a questi fenomeni e prova un’intima riluttanza a svelare il resoconto dei colloqui con la consorella defunta. Quegli incontri sono stati permessi da Dio non solo per la liberazione di Suor Maria Gabriella dal Purgatorio ma anche per la santificazione di Suor Maria della croce. Questa, consigliata dal suo confessore scrive tutti i colloqui che man mano ha con la consorella che si trova in Purgatorio. Il manoscritto contiene notizie utili ed interessanti per capire il mondo dell’aldilà. In esso vengono ribadite verità fondamentali riguardanti il Purgatorio e la vita spirituale conformi agli insegnamenti della Chiesa. Inoltre i consigli e le istruzioni pratiche dell’anima del purgatorio su cosa fare e come comportarsi nella vita sono quanto mai validi, efficaci e proficui per coloro che vogliono conseguire la salvezza eterna. Perciò vi proponiamo qualche pensiero o qualche frase che, a nostro avviso, ci è sembrata, degna di attenzione e più confacente alla vita dello spirito. Giugno 1874- Il demonio ha seguaci dappertutto… anche nei conventi! Mortificate il vostro spirito, gli occhi, la lingua; questo sarà più accetto al buon Dio delle mortificazioni corporali che, spesso, provengono dalla nostra propria volontà. 15 Agosto 1875- Amate tutti, ma non confidate in nessuno totalmente, in nessuno, perché Gesù vuole essere lui solo il vostro grande confidente. Tutto per Lui e per Lui solo. 16 Luglio 1876 – L’Eucarestia deve essere per voi una calamita che vi attiri sempre maggiormente. 30 Agosto 1876 – Non abbiate alcun desiderio se non amare sempre più il buon Dio… Pensate spesso: il tabernacolo è il mio riposo; l’Eucarestia, la mia vita; la croce, il mio retaggio; Maria la mia Madre; il cielo la mia speranza. 13 Dicembre 1877 – Non stancatevi mai di lavorare! Ricominciate ogni giorno come se non aveste fatto ancora nulla! Questa continua rinuncia alla propria volontà ed ai propri comodi, al proprio modo di vivere, è un lungo martirio ben meritorio e bene accetto al buon Dio. Agosto 1878- Le persone che si perdono, si perdono unicamente perché lo vogliono ad ogni costo. Poiché, per giungere a tale estremo, v’è stato bisogno che rigettassero migliaia di grazie e di buone ispirazioni, inviate loro dal buon Dio. Non frapponete alcun ostacolo alla grazia; lasciatevi condurre dal buon Dio nel mondo da Lui voluto. Ma soprattutto non resistete ad alcuna delle sue ispirazioni. Mettete da parte la natura ed il proprio io; alleggerita, quindi, di tal fardello, andate sempre avanti senza mai perdervi d’animo… Quanto più un’anima ama Gesù, tanto più le sue preghiere e le sue azioni sono meritorie al suo cospetto. In Cielo, solo l’amore sarà ricompensato. Tutto ciò che verrà fatto per un fine diverso sarà nullo e, per conseguenza, perduto. Amate, dunque, finalmente Gesù, come Egli desidera… Le persone che hanno dimenticato le anime purganti vengono a loro volta dimenticate, ed è giusto, ma se si avesse loro suggerito di pregare per i defunti, se si fosse loro fatto conoscere un po’ cos’è il Purgatorio, forse avrebbero agito diversamente…Ah, se si sapesse, se si conoscesse il Purgatorio e quando si pensa che è per colpa propria che ci si trova! Io ci sono da otto anni. Mi sembra che sian passati diecimila anni!... Agosto 1880- Quanti atti inutili, quante giornate interamente nulle, senza amore per Gesù, senza purità d’intenzione; e tutto questo è perduto, poiché non sarà contato per il Cielo. 1881 – Il mezzo infallibile per giungere presto ad una unione intima con Gesù è l’amore, ma l’amore unito alla sofferenza…Se sapeste quanto fa bene all’anima la sofferenza! I patimenti sono a colei che vuole unire a sé intimamente. Egli invia a quest’anima privilegiata sofferenze su sofferenze, pene su pene, al fine di distaccarla da tutto ciò che la circonda. Aprile 1881 – Se non avanzate più speditamente nella perfezione, è perché la vostra volontà non è abbastanza unita a quella di Dio. Ricercate troppo voi stessa. A momenti avete paura di voi medesima. Gesù sopporta pazientemente tutti questi indugi!...Settembre 1882 – Gesù attende solo u po’ di buona volontà ed Egli farà il resto…Egli vuole anche che lavoriate seriamente alla vostra perfezione, poiché dalla vostra ne dipendono molte altre. Oh! Amate molto Gesù…Per amore di Gesù, amate tutte le persone che vi circondano e quelle con cui avete delle relazioni. Non abbiate timore di spendervi in gentilezze, preghiere, abnegazioni, sollecitudini nei loro riguardi. Più un’anima ama Gesù, più essa ama i suoi simili. 25 Dicembre 1882 – Voi sapete che Gesù vi ama, sebbene siate lontana dallo stato in cui vuol vedere la vostra anima. Lui sa, questo caro Amico, che occorrerebbe un miracolo per giungere a quello stato perfetto ch’Egli esige da certe anime, e tale miracolo, non vuole farlo. Bisogna salire a poco a poco quel sentiero, talvolta sì aspro per la natura. Per raggiungere la meta che Gesù vuole che raggiungiate, è necessario che siate morta totalmente a voi stessa, che non abbiate né volontà né amor proprio. …Prima di dare un avvertimento, prima di fare un rimprovero meritato ad un’allieva o da qualunque persona, raccoglietevi un secondo; quindi, mettetevi al posto di colei cui state per rivolgervi e agite a suo riguardo come vorreste che si facesse con voi in simile occasione. Allora Gesù sarà contento. Maggio 1883 . Crescete in amore, in tenerezza per Gesù. Consolatelo, risarcitelo, di tutte le ingiurie che riceve dal mondo. Amate per coloro che non amano, riparate per coloro che oltraggiano Dio; chiedete perdono per coloro che non ci pensano. Questo attende Gesù da voi…Glielo negherete? Giugno 1883 – Gesù incontra sì poche anime generose in questo mondo, ve ne sono tanto poche che Lo amano… anche tra i suoi sacerdoti! Oh! Quanto grande è il Sacerdote! Che sublime missione è la sua!...Ma ohimè! Al presente quanto pochi ve ne sono che la comprendono! 29 Agosto 1883 – Se volete che le vostre azioni siano accette a Gesù, bisogna che in ognuna di esse vi sia sempre un piccolo sacrificio, qualcosa che costi; senza questo non si dà merito. Non è difficile, per voi soprattutto, il dare a Gesù tale soddisfazione. Pertanto, non crediate più che quando una cosa vi costa molto, non vi sia in essa alcun merito, tutt’altro: a patto che lo sappia Gesù solo e voi… Maggio 1886 – E’ vero che nessuno merita le grazie del buon Dio; sono esse dei favori, ma quando Egli ce ne largisce conviene riceverle con riconoscenza e trarne profitto. Sulla terra Gesù maggiormente crocifigge l’anima che Egli ama, ma la croce inviata da Dio ha sempre delle dolcezze unite alla sua amarezza. Non è lo stesso delle croci che ci giungono per propria colpa; queste contengono solo amarezza. Febbraio 1887 – Gesù non mostra tutt’a un tratto ad un’anima quel che da lei esige; ella ne rimarrebbe spaventata. Ma le svela i suoi segreti e la rende partecipe della sua croce a poco a poco e via via che la sua grazia la rende più forte. 24 Giugno 1887 – Quando vi sarà possibile, passate per la Chiesa, fate una visitina al vostro Gesù, ed ivi effondete dinanzi a Lui il vostro cuore. Manifestategli le vostre pene, le vostre gioie, le vostre sofferenze, tutto insomma. Parlategli come si parla ad un amico affettuoso, ad un padre, ad uno sposo. Si fa bene alle anime solo in proporzione alla propria unione con Dio. Le pene e le sofferenze del cuore sono più dolorose di quelle del corpo. Ma per un’anima che ami Gesù, il dolore più grande è di causargliene ogni giorno coi propri peccati e le proprie ingratitudini! Tutto passa e passa velocemente! Non affanniamoci tanto dietro a cose che un giorno dovranno finire. Miriamo a ciò che non finirà mai… Il buon Dio vuole al suo servizio anime generose che non abbiano alcun pensiero di loro stesse, che mettano tutta la propria applicazione, tutta la buona volontà nel farlo amare e servire a spese dei propri interessi. 2 Novembre 1890 – Il Cielo è Dio soprattutto, Dio amato, gustato, goduto; è, in una parola, la sazietà di Dio, senza tuttavia essere saziati! E più l’anima ha amato Dio sulla terra, più ha raggiunto la vetta della perfezione, più parimenti ama Dio e Lo comprende in Cielo! Gesù è la vera gioia della terra e l’eterna gioia dei Cieli. Possiamo dire che Suor Maria Gabriella, durante la sua vita religiosa, sia stata tiepida o accidiosa cioè non si è impegnata con tutta se stessa a fare il bene e a fuggire il male. L’accidia ci fa avere più sollecitudine per gli affari temporali e per il benessere del corpo che per la salvezza dell’anima. Questo vizio capitale non ci fa gustare le cose dello spirito, perciò le opere buone diventano pesanti o noiose e si fanno di mala voglia. Così o si tralascia del tutto la preghiera o si prega distrattamente; a lungo andare si perde il raccoglimento e i buoni propositi vengono rimandati o disattesi. Come l’ozio snerva il corpo, così l’accidia ci fa cadere in peccati sempre più gravi. Quando le riserve dell’organismo non si rinnovano con un’alimentazione costante ed equilibrata a poco a poco subentra il deperimento e la morte, allo stesso modo, l’anima che non tende ad una vita di unione col Cristo, abbandona la mortificazione e la preghiera, non pratica con le dovute disposizioni il Sacramento della Riconciliazione e non riceve con fervore la santa Comunione. In breve diventa abulica, le tentazioni aumentano e facilmente cade nel peccato. Dice S. Bonaventura che “il pigro è il punto di mira di tutto l’inferno, è come il letto di riposo di Satana; che chi si trova occupato non ha che un solo demonio a tentarlo, mentre l’ozioso è preso d’assalto da tutta una legione”. Il tiepido si specchia abitualmente in coloro che sono meno fervorosi di lui; ma noi, se ci vogliamo salvare, dobbiamo imitare Gesù, la Vergine Santissima e i santi. Siamo convinti, e la vita dei santi, in qualsiasi epoca siano vissuti, ce lo conferma, che la virtù non ci viene calata dall’alto col panierino, né si ottiene con le letture su letture, ma con opere buone ripetute continuamente, giorno per giorno. Non è possibile operare costantemente il bene con un solo atto isolato, ma bisogna acquisire un abito virtuoso, che investe tutti i nostri sensi esterni ed interni. Per fare ciò è necessario stilare un programma di vita, osservarlo scrupolosamente ed essere solleciti a mettere in pratica i sani propositi e le buone ispirazioni che ci vengono suggeriti dalla nostra coscienza. Solo così possiamo piacere al Signore ed entrare nella sua intimità, fino a diventare una sola cosa con Lui. Don Marcello Stanzione |