Don Giorgio Gozzellino e gli Angeli |
Deceduto a Torino l’11 maggio 2010 a 80 anni di età, il salesiano don Giorgio Gozzelino è stato uno dei rari teologi cattolici di un certo spessore a scrivere sugli angeli. Personalità di grande statura spirituale, culturale e pastorale, con un carattere mite, dolce, dal sorriso accogliente, don Giorgio ha profuso le sue migliori energie nel campo della ricerca teologica e dell’insegnamento riscuotendo l’universale e concorde stima di generazioni di allievi. E’ stato un vero maestro di tanti sacerdoti, consacrati e laici. Ha vissuto la sua missione salesiana principalmente nell’ambito dell’UPS, come docente ordinario di teologia sistematica (per ben 43 anni) e per 9 anni anche come Preside della Sezione di Torino. Il suo ricco ministero sacerdotale ha trovato dunque un’espressione privilegiata nell’insegnamento accademico, attraverso cui ha offerto a generazioni di studenti i risultati di u itinerario accademico di ricerca complesso e articolato. Don Giorgio Gozzelino era nato a Torino l’8 aprile 1930, ... ... figlio unico di papà Prospero e di mamma Fey Teresa. Ancora ragazzo, a 12 anni, entrò nell’Aspirantato salesiano di Ivrea, dove frequentò i corsi ginnasiali, rivelandosi uno studente intellettualmente dotato e spiritualmente ricco. Qui sbocciò la vocazione di stare con don Bosco, avendo per ideale “la comunicazione della conoscenza di Dio a tutti coloro che o non lo conoscono ancora o sono membri indegni del suo Corpo mistico” (domanda di ammissione al Noviziato) . Ordinato presbitero il 1° luglio 1956, affidò il ministero sacerdotale alla Madonna per le mani di don Bosco: “Tutta la ragione della mia vocazione e la perseveranza. Don Bosco mi ottenga la grazia di essere sempre un sacerdote veramente salesiano e santo”. Conseguì il dottorato in filosofia e teologia presso la Pontificia Università Salesiana di Roma. Dal 1962 insegna teologia sistematica e teologia spirituale presso la sezione di Torino di detta Università. Tra le sue pubblicazioni: I grandi temi del contenuto della catechesi (1972); L’unzione degli infermi (1976); Al cospetto di Dio. Elementi di teologia della vita spirituale (1989); Il mistero dell’uomo in Cristo. Saggio di protologia (1991); Nel nome del Signore. Teologia del ministero ordinato (1992); Nell’attesa della beata speranza. Saggio di escatologia cristiana (1993); Seguono Cristo più da vicino. Lineamenti di teologia della vita consacrata (1997); Ecco tua madre. Breve saggio di mariologia sistematica (1998) e nel 2000 con la San Paolo di Milano stampa Angeli e demoni. L’invisibile creato e la vicenda umana. Che sintetizzerà in un opuscolo divulgativo di grande successo intitolato Inchiesta sugli angeli nella collana Mondo nuovo della LDC. Nella prefazione del suo saggio di angelologia, don Gozzelino rilevava che riguardo al sottotitolo egli parlava di invisibile creato per designare il mondo degli angeli e dei demoni come distinto sia dal mondo umano che è creato ma visibile, sia da Dio, che è invisibile ma non creato. E il teologo salesiano aggiungeva che parlava nel sottotitolo di vicenda umana per mettere in chiaro che l’interesse dell’angelologia e della demonologia deriva dal loro far parte dell’antropologia nel senso che angeli e demoni vengono presi da lui in considerazione perché e in quanto risultano coinvolti nell’avventura della nostra vita terrena. Don Gozzelino è vissuto infatti in una stagione della teologia che è stata ricca, ma anche tormentata: la stagione che ha visto il passaggio da un’impostazione di stampo neoscolastico – ad un’impostazione profondamente nuova, di carattere esistenziale e personalistico. Don Giorgio si è inserito nel travaglio laborioso di questi cambiamenti con grande vivacità, sentendosi a suo agio nella ricerca di u a riflessione sulla fede attenta alla sensibilità e alle domande dell’uomo contemporaneo e saldamente radicata nella genuina tradizione della Chiesa. Per questo, fuori da ogni provincialismo culturale, ha saputo aprirsi agli influssi dei maggiori teologi del Novecento di area tedesca (Rahner, Balthasar, Ratzinger, Manaranche), tenendosi a distanza da posizioni che erano solo mode passeggere e che sacrificavano ad una fugace attualità il patrimonio della dottrina della Chiesa. Nella sua ricerca teologica, ha coltivato soprattutto le questioni inerenti l’antropologia teologica, con tema della predestinazione in Cristo, che assunto come punto cardine di u pensiero squisitamente cristocentrico. Ma la sua competenza spaziava dalla teologia del ministero ordinato e della vita consacrata alla mariologia e alla teologia spirituale per estendersi fino alle domande relative al sacramento dell’unzione degli infermi e al tema del male e della sofferenza. In ognuno di questi ambiti ha lasciato un contributo importante, attraverso una serie cospicua di pubblicazioni, tra cui spiccano in particolare i suoi Manuali, che hanno conosciuto una larga accoglienza presso diverse Facoltà e seminari in tutta Italia. Chi ha avuto la fortuna di avere come Professore non potrà dimenticare il fascino della sua parola, la freschezza delle sue immagini, la profondità del suo pensiero, ma soprattutto l’afflato spirituale di una teologia che nasceva dall’assidua frequentazione di Dio,m e non solo dei libri che ne parlano. Ottimo direttore spirituale e confessore, infondeva in tutti coraggio e prospettava nei casi problematici soluzioni sempre rigorose e coerenti, invitando a mettere le difficoltà e le situazioni difficili nelle mani di Gesù von vera e filiale confidenza. Brilla in lui la totale disponibilità al servizio degli altri, cominciando, fin quando la salute glielo permise, dalla sua comunità della Crocetta che tanto amava e per la quale ha dato mente e cuore, facendosi tutto a tutti, senza risparmio di energie e di tempi. Ritornando agli spiriti celesti, sul dizionario di catechetica edito nel 1986 dalla LDC curò la voce angeli e demoni e così scrisse: “1. Il messaggio rivelato delle Scritture attesta che il progetto di comunione filiale voluto da Dio per il mondo in forza del quale esiste tutto quanto esiste, pur incentrandosi (come dimostra l’incarnazione) sulla risposta della libertà umana, si estende alla partecipazione di libertà create superiori a quella umana e solidale con essa. Questa rivelazione costituisce il nucleo portante della dottrina di fede riguardante gli Angeli. Il medesimo messaggio insegna che lo spessore del male vinto in radice dalla croce di Gesù Cristo con una vittoria che gli uomini debbono far propria nella storia, si allarga, ben oltre la pura malvagità umana, a un potere distruttivo superiore che rende assurda e suicida la pretesa dell’uomo di debellare le ingiustizie e le iniquità del mondo con le solo sue forze. Questa rivelazione rappresenta la sostanza della dottrina di fede riguardante il diavolo e i Demoni. 2. Ne consegue che l’angiologia e la demonologia non sono temi a sé stanti intesi ad elaborare informazioni dirette sugli Angeli e Demoni stessi, ma sono capitoli interni della antropologia e della cristologia che consentono sostanziali approfondimenti del ministero dell’uomo e di Gesù. In relazione alla antropologia, l’angelologia motiva l’umiltà dell’uomo impedendogli di interpretarsi come la sola riuscita spirituale dell’universo creato, e mette in evidenza la gratuità di Dio che si compiace con la libertà più piccola organizzando l’intera creazione attorno ad essa; assieme, conferma la struttura estatica e dialogica dell’uomo denunciando apertamente la stoltezza delle creature che credono di bastare a se stesse chiudendosi nell’egoismo. La demonologia invece smentisce radicalmente l’utopia di una automa redenzione dell’uomo compiuta dall’uomo stesso, e giustifica l’esercizio della misericordia verso i peccatori mostrando in essi dei colpevoli che sono pure delle vittime. In relazione alla cristologia, l’angelologia manifesta le sconfinate dimensioni della signoria universale di Gesù risorto; mentre la demonologia fa capire come senza Gesù davvero non si possa fare nulla, non solo sul piano primario della comunione con Dio, ma anche, trasformandosi per ciò stesso in decisivo motivo di ferma adesione al Risorto. 3. Le difficoltà opposte alla dottrina degli Angeli e dei demoni, oggi emarginata e contestata anche in campo cattolico, nascono soprattutto dal fatto che essa si scontra frontalmente con la convinzione della totale autosufficienza dell’uomo pacificamente professata dalle culture dominanti del nostro tempo. Una adeguata C. del loro significato costituisce un eccellente correttivo dell’illusione più tragica e diffusa della mentalità, corrente, rivestendo per ciò stesso un grande valore educativo. Le numerose asserzioni degli Angeli e dei Demoni sono talora intese in modo da ridurre i primi a semplice simbolo della sollecitudine di Dio per il mondo (provvidenza), e i secondi a semplice personificazione dell’orrore del peccato. Questa interpretazione contraddice categoricamente la convinzione personale di Gesù sulla verità e sulla rilevanza della lotta contro il diavolo e i demoni; convinzione accertata sia dallo studio critico del materiale neotestamentario, sia soprattutto dalla ermeneutica del senso genuino delle Scritture garantita dalla tradizione credente della Chiesa. Resta vero però che la sola considerazione dell’Antico Testamento non basta a consentire una soluzione sicura della questione; che il Nuovo Testamento assicura la realtà personale degli Angeli a partire da quella dei demoni e non viceversa; e che non tutti i passi concernenti la loro attività possono essere intesi come suonano. 4. Nel parlare di queste misteriose realtà, occorre distinguere accuratamente tra i dati che vincolano la fede e quelli che rappresentano, pur se sostenuti da venerande tradizioni, delle semplici opinioni teologiche. Vincola la fede la professione della importanza dell’azione degli Angeli e del diavolo nella storia concreta dell’uomo; la loro realtà di creature superiori all’uomo e coinvolte nel suo cammino; la verità del loro essere semplici creature, e quella della dipendenza della loro attuale santità o malvagità dalla scelta della loro libertà. Appartengono all’area della libera discussione le questioni riguardanti la natura della colpa che ha trasformato gli Angeli in Diavoli, l’interpretazione che li vuole spiriti puri, l’illustrazione delle loro modalità di conoscenza, volere e agire, il numero e la gerarchia degli Angeli, e la distinzione tra diavolo (Satana) e i demoni. E’ certo che l’accezione del termine “persona” è diversissimo se applicata agli Angeli o ai Demoni, e sempre solo analogica con quella che si attaglia agli uomini. 5. Nella presentazione di questa dottrina si deve evitare ogni sorta di speculazione gratuita; come pure una presentazione del demoniaco che offuschi il carattere gioioso della buona novella cristiana, come avviene quando si parla della forza di satana senza nominare l’onnipotenza di Dio, o si discute della lotta contro di lui senza vederla quale prolungamento della vittoria già ottenuta dall’obbedienza di Gesù al Padre. Il linguaggio più appropriato per parlarne resta quello simbolico, fondato sulle esperienze più profonde di bene o di male registrabili nella storia dei singoli e della umanità.”. Don Marcello Stanzione |