"Gli Angeli del Natale e i canti, dalla tradizione ad oggi": il convegno al Circolo della Stampa |
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mercoledì 20 dicembre 2017 | |
La nostra tradizione natalizia con gli angeli, il presepe, la musica e i canti: col coro degli "Alea" e di "San Ciro" la torta ha la sua ciliegina. Avellino – “Gli Angeli del Natale e i canti, dalla tradizione ad oggi“: il convegno si è tenuto stasera al Circolo della Stampa, con Don Marcello Stanzione, scrittore e studioso esperto in angelologia; il Maestro Lucia Gaeta soprano, presidente dell’Associazione Ateneo Alea; il prof. Sabino Della Sala; moderatore, il dott. Mario Barbarisi, consigliere nazionale FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e direttore de Il Ponte. ...
Con il Natale alle porte, quella di stasera è stata un’occasione per dedicarsi alla riflessione, leggera e quasi lenitiva, su una materia che col Natale ha una pertinenza speciale. Angeli adoranti, oranti, musici e angeli custodi; angeli bambini e angeli adulti, angeli alati e testoline d’angelo: gli angeli, insomma, protagonisti di testi sacri, teologici, profani e dell’arte in genere, presenze costanti e figure centrali del presepe cattolico. Gli Angeli del Natale, dunque, chi sono? Come sono rappresentati? Che ruolo hanno all’interno del presepe? La tradizione napoletana, estremamente teologica, ne pone tre sulla grotta dove giace, appena nato, Gesù bambino, a rappresentare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; ci sono, poi, l’Angelo che richiama l’esultanza del popolo, cui è stata annunciata la nascita del Salvatore, e l’Angelo che regge due piatti, simboli del potere politico e di quello religioso. Don Marcello Stanzione, che da circa trent’anni è impegnato in studi e ricerche in merito, ci spiega che, seppur “considerati dai più creature fantastiche alla stregua di fate, gnomi e folletti, privati di una propria realtà sostanziale e ridotti ad accessori frivoli e di poco conto, gli Angeli hanno, invece, un’importanza fondamentale e non trascurabile, che tutti i veri cristiani riconoscono, considerandoli abitatori particolari dell’universo, che la Bibbia presenta come persone dotate d’intelligenza“. Messaggeri della parola di Dio, attraverso gli Angeli “il Natale si rivela come il momento in cui si realizza la comunicazione massima dell’umanità con Dio, che si incarna facendosi uomo senza per questo perdere la divinità”. Perché sono gli Angeli ad annunciarne l’Epifania, come racconta, ancora, Don Marcello, leggendo dal Vangelo di San Paolo: “Un Angelo del Signore si presentò ai pastori, e la gloria del Signore li avvolse di luce, così che essi ebbero una grande paura. L’Angelo disse: “Non temete! Io vi porto una bella notizia, che procurerà una grande gioia a tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato il vostro Salvatore, il Cristo, il Signore. Lo riconoscerete così: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia“. Subito apparvero e si unirono a lui molti altri Angeli. Essi lodavano Dio con questo canto: “Gloria a Dio in cielo e pace in terra agli uomini che Egli ama”. Canti e musiche del Natale hanno poi riscaldato ulteriormente un’atmosfera già perfettamente accogliente, perché, si sa, la carezza delle note è sempre un valore aggiunto. Si sono esibiti gli Alea e il Coro San Ciro diretto dal Maestro Francesco Tramontozzo, offrendo a una platea attenta e partecipe un “assaggino” della musica di Natale dal passato ai giorni nostri. “Il rapporto della musica con gli Angeli è strettissimo” ha affermato il Maestro Gaeta, “basti pensare, innanzitutto, che proprio il Gloria in excelsis deo, intonato dagli Angeli, fa accorrere i pastori ad omaggiare Gesù bambino“. E se il primo presepe è attribuito a San Francesco d’Assisi, apprendiamo che il primo canto natalizio fu composto da Sant’Alfonso Maria Dei Liguori, un giovanissimo avvocato che lasciò la professione per diventare sacerdote. Quanno nascette ninno nacque da un sentimento di fede autentico, da un amore sovrumano, da una commozione profonda di fronte alla maestosità presepiale e, più tardi, ne derivò Tu scendi dalle stelle, canto natalizio per eccellenza, che racconta, in ben otto strofe, la storia più famosa del mondo. “Tantissime canzoni sono state composte negli anni – ha continuato il Maestro Gaeta -, non tutte hanno un contenuto prettamente religioso, ma ognuna ha l’effetto di aprire il cuore con lo spirito positivo che trasmette, richiamando i valori di fratellanza, condivisione, aggregazione“. “Quest’anno, insieme al Coro San Ciro, abbiamo voluto organizzare un piccolo concerto: Ritmo senza confini è il risultato dell’impegno e della passione di bambini e adulti dai 3 ai 66 anni“, che hanno saputo coinvolgere con la melodia delle voci e la dolcezza degli accordi.
di Eleonora Fattorello Fonte: www.irpinia24.it |