Gli Angeli e i Cristiani Ortodossi d'Oriente nel pensiero di Sergei Bulgakov |
Con l'espressione Chiese Orientali, si indica la globalità delle comunità cristiane sorte nell'ambito dell'Impero d'Oriente e le altre comunità fondate oltre i confini dell'Impero. Per quanto n'guarda la dottrina, i cristiani d'Oriente appartengono alle Chiese Nestoriane che non accettano le definizioni del Concilio di Efeso del 431 e sono estese in Iraq, Iran, Siria, India; alle Chiese monofisite, che rifiutano invece il Concilio di Calcedonia del 451, e sono diffuse in Antiochia, in Alessandria, in Armenia, in Etiopia; le Chiese Ortodosse, che accettano i primi Concili, ma sono separate dalla Chiesa Cattolica Romana per il rito e l'organizzazione e, dal 1054, dal cosiddetto "scisma d'Oriente" creatosi al tempo del patriarca Michele Cerulario che, scomunicato dal legato papale, il cardinale Umberto di Silva Candida, a sua volta scomunicò il papa, accusandolo di vari errori, ed infine vi sono le Chiese Uniate, cioè quelle che riconoscono l'autorità del Vescovo di Roma- Sotto il profilo liturgico, i cristiani d'Oriente, si distinguono in cinque riti fondamentali: il rito alessandrino; cui aderiscono le chiese copte e le chiese etiopiche sia ortodossa che cattolica; il rito siro-antiocheno, a cui aderiscono i giacobiti della Siria e dell'india, i malancaresi e i maroniti libanesi; il rito caldeo, cui appartengono i cristiani dell'antica Chiesa della Mesopotamia, i Nestoriani e i cristiani del sud dell'India detti malabaresi; il rito armeno, che conta il maggior numero di aderenti nelle Chiese dell'Europa orientale ed infine il rito bizantino, a cui appartengono tutte le Chiese ortodosse ed uniate. Durante il periodo delle crociate tra cattolici ed ortodossi, i dissidi aumentarono notevolmente in modo particolare in seguito alla conquista di Costantinopoli del 1204. Tra le due confessioni cristiane vi furono diversi tentativi di riconciliazione come in occasione del Concilio di Liane del 1274 e di quello di Firenze del 1438-42 ma senza alcuna conseguenza pratica. Un positivo dialogo sembra essersi avviato dopo il concilio Ecumenico, Vaticano II e con l'abolizione ufficiale da parte dei rappresentanti delle due chiese delle reciproche scomuniche. Per quanto riguarda l'angelologia, il culto degli Spiriti celesti è- un tesoro comune delle due Chiese. Le funzioni liturgiche ordinarie della Chiesa ortodossa si conformano ad un complesso sistema dì cìcli, il primo dei quali è costituito dai sette giorni della settimana, dove ognuno ha un suo tema che si riflette nella preghiera, per quanto riguarda 1e schiere angeliche è il lunedì il giorno a loro consacrato. L'Arcangelo San Michele viene commemorato una prima volta, nel calendario liturgico bizantino il giorno 8 settembre, pochi giorni dopo l'inizio dell'anno ecclesiastico che; per gli ortodossi; inizia l'1 settembre: Il giorno 6 settembre vi è la memoria liturgica del miracolo che la Tradizione riferisce compiuto da San Michele, in una sua apparizione a Colossi, poi detta Clone in Frigia. Si racconta che i pagani, adirati per i molti prodigi avvenuti nel Santuario di San Michele, famoso fin dal N secolo, volevano deviare un corso d'acqua in modo da distruggere quel luogo di culto cristiani arcangelico. Al pio cristiano Archippo, che abitava nelle vicinanze del Santuario, apparve San Michele che 1o rincuorò e quindi, toccato con il suo bastone celeste la roccia, in essa si aprì una voragine dové le acque confluirono lasciando, così, indenne il Santuario ed Archippo. In questo giorno viene recitato, dai fedeli, l'Inno Akatiato a San Michele, che è chiamato con l'appellativo greco "Archistratega" di chiaro uso militare. Sempre nel calendario bizantino, l'8 novembre è dedicato al ricordo liturgico dei Principi celesti Michele e Gabriele, insieme a tutte le schiere angeliche. Nella prima parte del Vespro si ha la stessa innografica già proclamata nella festa del 6 settembre. Le Letture bibliche dell'officiatura vespertina ortodossa si riferiscono, la prima all'episodio di Giosuè, che presso Gerico incontra il capo dell'esercito del Signore che gli dice: "Togli i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo dove tu stai è santo". Giosuè, in tal modo, viene istruito da San Michele per la conquista della Terra Promessa. La seconda lettura è tratta dal Libro dei Giudici, dove, San Michele, appare a Gedeone e lo rincuora nella lotta contro gli abitanti di Madian. Infine, nella terza Lettura, il profeta Daniele ha la visione di San Michele che lo protegge e lo accompagna nella sua missione. La preghiera abituale del lunedì e dell' 8 novembre, ha molte sue parti che si riferiscono al solo San Michele, mentre esalta la Trinità: "Tu fulgido di splendore alla presenza di Dio... gioiosamente esclami: Santo è il Padre, Santo è il Verbo eterno, Santo è pure lo Spirito divino, unica gloria, unico regno, unica natura e potenza, unico Dio". Viene esaltata la bellezza di San Michele: "Tu assomigli al fuoco, ammirevole è la tua bellezza, o Michele primo tra gli Angeli; nella tua natura immateriale tu superi i confini dell'universo per adempiere gli ordini del Creatore, mostrando la tua potenza, il tuo vigore e facendo del tempio che si onora del tuo nome una sorgente dì guarigioni. Nel calendario ortodosso l'arcangelo S. Gabriele è festeggiato il 26 Marzo, il 13 Luglio e, sul monte Athos; l' 11 Giugno. Stranamente non esiste la festa dell'Arcangelo Raffaele. Nella celebrazione eucaristica bizantina si nominano ripetutamente gli Angeli, sia nella parte introitale riservata ai catecumeni, sia all'offertorio, con l'inno cherubico, dove il popolo dei fedeli, che rappresenta misteriosamente i cherubini, è sollecitato a deporre ogni preoccupazione terrena per accogliere il Signore del cosmo, accompagnato dalle schiere celesti. La riflessione teologica degli ortodossi sugli Angeli, attinge quindi in modo particolare dalla liturgia orientale che è malto più ricca di riferimenti agli Spiriti Celesti, rispetto alla liturgia romana. I teologi bizantini hanno evidenziato particolarmente il rapporto tra la Madonna e gli Angeli, infatti, per gli ortodossi, gli Angeli non sono solo subalterni al Cristo, unico principio della grazie, ma anche alla Vergine, quale mediatrice di grazia. A tale riguardo, Gregorio Palamas dichiara: "Nessuno arriva a Dio se non per mezzo di lei e per il Mediatore nato da lei; nessuna forza di Dio arriva agli Angeli e agli uomini se non per lei". Dopo il 1600, la Confessione ortodossa, elaborata da Macario, riguardo all'angelologia afferma che: "Gli Angeli sono spiriti incorporei dotati d'intelligenza, di volontà e dì forza E...]. Sono stati creati prima del mondo visibile e dell'uomo [...]. Essi si dividono in nove Cori. Occorre però arrivare ai primi decenni del ventesima secolo per avere un'opera angelologica di alto valore teleologico, filosofico e mistico. Questo scritto è "La scala di Giacobbe", del teologo russo Sergei Bulgakov (1871-1944), composta nel 1929 e che risente profondamente dell'ambiente liturgico della tradizione bizantina. Il teologo cattolico Battista Mondin scrive che: "La scala di Giacobbe rappresenta non soltanto la migliore opera di angelologia del XX secolo ma è da annoverarsi tra le migliori di tutti i tempi e che come in tutti i grandi angelologi dell'antichità, anche il Bulgakov, gli Angeli non sono semplicemente un importante elemento decorativo dell'universo ma una sua componente essenziale e fondamentale". Per comprendere bene il pensiero dì Bulgakov bisogna rifarsi alla sofiologia, cioè lo studio della Sapienza (la Haghia Sophia) con tale concetto di sofia che è presente in modo infinito in Dio e in modo limitato nell'umanità e nel creato, Bulgakov spiega il legame che tiene legati il cielo e la terra. La sofia sarebbe la potenza originaria che sostiene, fa mantenere e trasformare il cosmo. Riguarda alla creazione degli Angeli, Bulgakov commentando il primo versetto della Genesi: "All'inizio Dio creò il cielo e la terra" (Gn. 1,1) sottolinea la particella congiuntiva "e", per indicare il profondo rapporto ontologico del mondo angelico e terrestre nell'insieme del creato. Secondo la Bibbia gli Angeli sono stati creati prima dell'uomo e sono quindi forniti di due movimenti, una verso l'alto e l'altro verso il basso. Nella prima direzione, gli Angeli, in quanto "luci seconde", sono illuminati da Dio e sono disposti a comunicare can la sua gloria infinita secondo la gerarchia dei nove Cori celesti. Nella seconda direzione essi, in quanto "messaggeri", sono essenzialmente in relazione con la terra, infatti le entità celesti non sono state create da Dio come un mondo autonomo, ma come spiriti al servizio dell'umanità e che, quindi, partecipano attivamente al destino del pianeta. La terra non può esistere senza gli Angeli ed essi non possono esistere senza il mondo degli uomini. Secondo Bulgakov, il Cielo e la Terra sono uniti dall'unico principio creatore che è la Sapienza divina che contiene in sé l'archetipo del Creato e ne è contemporaneamente sia il fondamento che il fine trascendente_ Il mondo celeste e quello terrestre si distinguono in quanto gli archetipi divini sono creati in cielo, secondo uno stato spirituale, senza incarnazione e sulla terra secondo uno stato materiale. Seconda il nostro teologo bizantino, il mondo spirituale è il riflesso personale e polipostatico della Sofia, in cui sono presenti tutte le specie entative del cosmo. Il teologo cattolico Renzo Lavatori, commentando il pensiero di Bulgakov afferma che questi riprende la concezione platonica delle idee iperuraniche, con la differenza che egli considera gli Angeli come idee ipostatiche create dal Verbo, non eternamente sussistenti in seno alla divinità. Il pensiero bulgakoviano parla di syn-antrapia degli Angeli, perché sono mandati all'uomo ed esistono con lui e per lui e di una tendenza syn-angelica dell'uomo, a causa della conformità degli esseri terrestri agli spiriti celesti. Tuttavia, il teologo russo afferma decisamente che: "L'uomo costituisce un fine in sé, il coronamento della creazione. Servito dagli Angeli, egli non li sente". Riguardo poi alla natura o essenza degli Angeli, essi non possiedono una natura propria ed autonoma ma sono ricettacoli della vita divina, cioè essi sono capaci di una vita personale specifica degli esseri spirituali ma il contenuto di tale vita è determinato dalla natura divina e quindi gli Angeli sono i raggi ispostatici e creati dalla divina Sofia. Per quanto attiene alla distinzione dei nove Cori angelici, ogni entità celeste porta impressa l'impronta e il sigillo della Santa Trinità. L'insieme dei Cori angelici rappresenta la Trinità, ma ciascuno porta il sigillo specifico delle tre Ipostasi divine. L'Ipostasi del Padre, indica il silenzio divino che genera il Verbo e la tenebra divina che irradialo Spirito per cui gli spiriti dei Cori angelici superiori che hanno il viso velato e sono in atteggiamento di sacro timore dinanzi alla Maestà divina, rappresentano gli Angeli dell'adorazione e della contemplazione. L'Ipostasi del Verbo è rappresentata dalle intelligenze angeliche, in quanto, in esse, è anticipata idealmente la realizzazione del mondo. L'Ipostasi dello Spirito Santo è manifestata dagli Angeli quali anime-spiriti della bellezza. Tali Spiriti beati vivono di tale bellezza prima che questa venga creata sulla terra dove è in riflesso dell'estetica celeste che preesiste negli Angeli. Concordemente alla tradizione teologica greca, Bulgakov dichiara la totale incorporeità degli Angeli, senza che, per questa assenza, essi rinuncino alla loro comunione con il mondo materiale. Gli Angeli, a causa della syn-antropia, sono uniti profondamente all'umanità e possono apparire in forma umana, usando un linguaggio terrestre ma sono delle entità del tutto spirituali. Gli Angeli sono dotati dell'immortalità personale perché la loro essenza non è destinata alla corruzione, con quella deperibile umana, in quanto l'Ipostasi non può morire. Ovviamente, questi Spiriti beati hanno una immortalità creata perché la loro essenza ha avuto un inizio e non possiede in sé il principio ontologico ma lo attinge dall'unione con Dio. Un'intuizione teologica della liturgia bizantina è quella del nutrimento spirituale, "il pane degli Angeli" che è nominato anche nella Bibbia (Gdc. 6, 20-2Z; Tb_ 12,11) ovviamente non si tratta del pane di farina di grano ma di una comunicazione celeste con la Trinità che gli Angeli ricevono stando davanti al trono di Dio e che costituisce il loro vero cibo. Si tratta della Santa Eucarestia, il pane della vita che si è fatto carne ed è il nutrimento per gli Angeli e per gli uomini eletti di Dio. In conclusione non è un caso che proprio in ambito teologico ortodosso è nata una delle opere angelologiche più notevoli della cristianità, anche se nel trattato di Bulgakov vi sono delle stonature o esagerazioni, tuttavia come afferma il Lavatori "La scala di Giacobbe" spazia su un orizzonte vasto e profondo che abbraccia insieme la creazione e la redenzione, i1 cosmo e la storia offrendo, all'uomo dell'inizio del terzo millennio cristiano, la possibilità dì una migliore comprensione di sé e del cosmo. Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.) |