Attenti ai Testimoni di Geova |
I "Testimoni di Geova" formano una setta protestante. Spiritualmente si ricollegano ad una corrente ereticale dei primi secoli della Chiesa. Essi però dicono di discendere da Abele, "il primo testimonio e il primo uomo che si schierò dalla parte di Dio". Ma questo è solo un collegamento "ideale", senza nulla di "reale", perché storicamente essi sono sorti appena appena nel secolo scorso ad opera di un certo Carlo Taze Russe/, nato nel 1852 in Pennsylvania, di professione commerciante. La setta prese il nome di "Testimoni di Geova" soltanto nel 1931. Al Russel segui' come capo della setta il Rutheford e alla morte di questi Natan Knorr. I Testimoni di Geova sono poco numerosi, giacché solo nel 1940 riuscirono ad infiltrarsi con una quantità di opuscoli, di cui ricordiamo alcuni titoli per riconoscerli: Salvezza, Questo significa vita eterna, Dal paradiso per duto al paradiso riconquistato. Schemi di Sermoni. Hanno anche due periodici molto modesti: La torre di guardia. Svegliatevi. A proposito degli Schemi di Sermoni, riportiamo una breve annotazione di Nicola Tornese, studioso contemporaneo: "Schemi di Sermoni è il titolo d'una raccolta di testi scritturistici usati dai Testimoni di Geova 'per rispondere alle domande che vengono fatte più spesso in tutto il mondo'. Si tratta di un prontuario biblico destinato ai soli membri della setta affinchè possano consultarlo con facilità sempre che si presenti loro l'occasione di vendere una determinata mercé...... II prontuario comprende 244 sermoni raggruppati in 60 titoli. Ogni sermo ne raccoglie decine e decine di testi biblici da usarsi come è stato detto. Il metodo o struttura di ogni sermone è il seguente:a^ E' enunciata una proposizione; b) Seguono i testi biblici strumentalizzati a provarne la veracità. I fatti dimostrano che per la maggior parte dei Testimoni la cultura biblica si riduce alla conoscenza mnemonica di questi testi. Li citano meccanicamente senza conoscerne il vero significato. Se qualcuno obietta che la citazione non prova, saltano a un'altra della stessa serie finché il repertorio si esaurisca. Dopo di che, se non riescono a convincervi, si dichiarano pronti a farvi parlare con qualcuno della setta più bravo di loro, con maggiore probabilità di successo. Poi si dileguano. Non li incontrerete mai più". Diamo qui ora una breve esposizione dei loro principali errori, ai quali opporre la verità rivelata da Dio e trasmessa fedelmente dalla Chiesa Cattolica, unica depositaria infallibile, perché fondata da Cristo su Pietro, contro cui non prevarranno neppure tutte le forze infernali (Mt 16,18), mettendo in guardia i lettori che la Bibbia, usata e diffusa dai Testimoni di Geova, è falsificata, e quindi risulta ben diversa e a volte opposta a quella cattolica. * Per chi voglia approfondire l'argomento consigliamo la piccola collana " I Testimoni di Geova" di Nicola Tornese; presso Cappella Cangiani, Viale S. Igniazio, 4 80131 NAPOLI. Negano la Trinità di Dio, affermando che la dottrina trinitaria è di origine umana, è un residuo del paganesimo, è irragionevole. RISPONDI che la dottrina trinitaria non è di origine umana, ma divina, e per questo noi cattolici l'accettiamo, non pretendendo di spiegarla con la nostra piccola ragione, perché è un mistero, il più grande della nostra fede. Ecco alcuni fra i molti passi del Vangelo che parlano luminosamente della Trinità di Dio. "Gesù pure si fece battezzare e mentre stava pregando, il cielo si apri' e discese lo Spirito Santo sopra di lui in sembianza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (Le 3,2122). "Ogni potere è stato dato a me in cielo e in terra. Andate, dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo..." (Mt 28,1820). Cfr. pure Me 9,6; Le 10,21; Gv 1,1; 3234; 49. Dire che il mistero della SS. Trinità sia irragionevole è proprio da irragionevoli, sia perché si accuserebbe direttamente Gesù di averci insegnato una cosa irragionevole, sia perché l'Unità e Trinità di Dio non hanno, lo stesso soggetto di attribuzione. Infatti, mentre l'Unità è attribuita alla Natura Divina, la Trinità è attribuita alle Persone Divine. Il modo del loro perfetto "unitrialismo" non riusciamo a spiegarlo, ossia supera le capacità della ragione, ma non si può dire che sia contro la ragione. Non è forse vero che l'uomo non riesce a spiegarsi una gran quantità di fenomeni e realtà puramente naturali? Il mistero della vita, la sostanza delle cose, l'elettricità... Come meravigliarsi allora se la nostra ragione non riesce a spiegare le realtà soprannaturali? L'intelligenza dell'uomo è come un ditale — diceva S. Agostino —, mentre la conoscenza di Dio è come un oceano. Se il ditale è incapace di contenere l'oceano, non per questo l'oceano non esiste. E invece, cosi' ragionano i Testimoni di Geova a proposito del mistero della SS. Trinità. Essi non ammettono l'esistenza di questo oceano sconfinato solo perché non entra nel piccolo ditale del loro cervello. La Chiesa Cattolica, al contrario, da duemila anni ha sempre predicato la verità della SS. Trinità come primo e massimo mistero della fede, rivelatoci da Gesù Cristo Figlio di Dio. Negano la Divinità di Gesù Cristo, dicendo che Gesù era inferiore agli Angeli, e che mori. RISPONDI che quando Gesù nel Vangelo dice di essere inferiore al Padre e agli stessi Angeli (Me 13,32), lo dice della sua umanità, perché Egli oltre che vero Dio era anche vero uomo. E come vero uomo egli poteva e volle anche morire. Per illustrare in qualche modo la realtà di Gesù UomoDio, possiamo servirci di questa analogia: anche l'uomo è un animaleragionevole, ossia c'è in lui l'essere animale e l'essere ragionevole, che fanno unità perfetta nell'unica persona. Orbene, come l'animalità è inferiore alla ragionevolezza nell'uomo, cosi' l'umanità è inferiore alla Divinità in Gesù. Inoltre, come l'uomo è sempre una persona, nonostante abbia anche le funzioni puramente animali, cosi' Gesù è sempre vero Dio nonostante abbia una vera umanità. Molte volte nel Vangelo Gesù ha proclamato di essere Dio. Basti dire che per questo venne condannato a morte. Difatti, al sommo sacerdote Caifa che gli domandava se egli era il Cristo Figlio di Dio, Gesù rispose: "Sf, tu l'hai detto" (Mt 26,634), e il sommo sacerdote si stracciò le vesti gridando: "Ha bestemmiato". Oltre alla confessione di Pietro, che Gesù era il Figlio del Dio vivente (Mt 15,15), anche i demoni dichiararono Gesù Figlio di Dio (Mt 8,29). Ricordiamo ancora altri passi: "Prima che Abramo fosse, io sono" (Gv 8,58); "E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse" (Gv 17,5). Se Gesù non era vero Dio, come poteva dire: "lo sono il pane di vita", "lo sono la luce del mondo", "lo sono la risurrezione e la vita", "lo sono la via, la verità e lavila"? (Gv6,35;48,51;8,12; 11,25). Inoltre, Gesù non ha solo dichiarato, ma ha anche dimostrato di essere Dio, perdonando i peccati (Me 2,67), dicendosi padrone del sabato (Me 2,23), operando miracoli in nome proprio e dandone potere anche agli apostoli (Le 9, 1;Mt10,89). Ascoltiamo anche S. Paolo: "Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò Suo Figlio nato da donna, nato sotto la legge per riscattare quelli che erano sotto la legge" (Gal 4,45). E concludiamo ancora con S. Giovanni nel suo splendido prologo al Vangelo: "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era DIO... e il Verbo si è fatto carne ed abitò fra noi..." (1,114). Negano che Gesù sia risorto con il suo corpo, dicendo che invece risuscitò solo nello spirito. RISPONDI che, al contrario, nel Vangelo è provata con evidenza la risurrezione corporea di Gesù. Anzitutto, molte volte Gesù aveva già predetto la sua risurrezione agli Apostoli, e appare ovvio che parlasse della risurrezione di quello stesso corpo mortale che gli Apostoli vedevano (Mt 16,21; Me 8,31; Le 9,22). Alle pie donne che andarono al sepolcro di Gesù e non trovarono il suo corpo, l'Angelo disse che egli era risorto, "come aveva predetto" (Mt 28,6; Le 24,57). Diverse volte poi Gesù Risorto apparve agli Apostoli e ai discepoli (Le 24, 15). In una sola volta, anzi, apparve a più di cinquecento fratelli (1 Cor 15,6). E chi non ricorda l'incredulità ostinata dell'Apostolo Tommaso? Ma proprio a lui che non voleva credere alla risurrezione del suo corpo, Gesù fece mettere il dito al posto dei chiodi e la mano nel suo costato (Gv 20,27). Era proprio Lui, Gesù, nel suo vero corpo umano! Che più? ... Sappiamo che qualche volta, per eliminare qualsiasi dubbio sulla risurrezione del suo corpo, Gesù volle anche mangiare con gli Apostoli (Gv 21,912; Le 24, 4143). Perché davanti a tanta chiarezza di prove, volersi ostinare a negare la risurrezione corporale di Gesù? Dovremmo piuttosto pensare con gioia che un giorno anche il nostro corpo risorgerà come quello di Gesù. Negano l'immortalità dell'anima, affermando che con la morte finisce sia l'anima che il corpo, perché solo Dio è immortale. RISPONDI che solo Dio è immortale in senso assoluto e di immortalità propria: ossia, Dio non può non essere immortale. Ma in senso relativo, anche Nel libro della Sapienza leggiamo: "Dio creò l'uomo indistruttibile" (2,23), e ancora: "Le anime dei giusti sono in mano di Dio, e non li toccherà tormento di morte. Sembrarono morire agli occhi degli stolti... ma essi sono nella pace" (3,13). Nel libro dell'Ecclesiaste ancora si legge: "Ricordati del tuo Creatore nel tempo di tua gioventù, prima che... torni la polvere alla terra donde venne, e lo spirito torni a Dio che lo donò" (12,1 e 7). Nel Vangelo Gesù ci insegna ancor più luminosamente: "Non temete coloro che uccidono il corpo e non possono uccidere l'anima; temete piuttosto chi può mandare in perdizione all'inferno e l'anima e il corpo" (Mt 10,28). Ai Sadducei che negavano la risurrezione, Gesù disse: "Mosé... chiama il Signore il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe. Ora egli non è un Dio dei morti, ma di viventi; poiché, per Lui, tutti sono vivi" (Le 20,378). Al buon ladrone, Gesù sulla croce disse: "Oggi sarai con me in Paradiso" (Le 23,43). Anche S. Paolo un giorno scrisse ai Filippesi quel suo grido ardente di amore: "Desidero morire per unirmi a Cristo" (1,23). Non sarebbe stato insano tale desiderio, se invece di andare a unirsi realmente a Cristo, S. Paolo andava a finire, con l'anima e con il corpo, nel nulla della morte, come dicono i Testimoni di Geova? A confronto della funebre concezione nichilista dei Testimoni di Geova, che dissolvono squallidamente tutta la persona umana al pari di un ammasso di cellule in decomposizione, quanto vivificante e serena la concezione evangelica dei cattolici che salvano la persona umana nel suo elemento più nobile, quello spirituale, in attesa della risurrezione del corpo alla fine dei tempi! Negano l'Inferno e il Purgatorio, dicendo che l'inferno consiste solo nell'annientamento della morte, e il purgatorio è stata solo un'invenzione tardiva. RISPONDI che l'esistenza dell'inferno e del purgatorio è affermata chiarissimamente nella S. Scrittura! Tra i molti passi riguardanti l'inferno, ricordiamo quello in cui Dio condanna i cattivi al fuoco eterno, mentre ai buoni assegna la beatitudine eterna del suo Regno (Mt 25,34 e 41). E chi non ricorda la parabola del povero Lazzaro portato in Paradiso, e del ricco Epulone precipitato nell'inferno? (Le 16,19 ss). E la parola di Gesù conferma ancora luminosamente l'esistenza dell'inferno con il suo tremendo fuoco: "Se poi Ja tua mano ti scandalizza, troncala: è meglio per te giungere alla vita cosi' monco, che andare con tutte e due le mani nell'inferno in fuoco inestinguibile" (Me 9,42). Cfr. pure Mt 13,42; Le 10,15. Come si fa a negare le affermazioni cosi'energiche e chiare di Gesù? I Testimoni di Geova non temono davvero l'inferno? ...Signo re, pietà! L'esistenza del purgatorio, quale luogo di purificazione, è affermata dal libro dei Maccabei in termini precisi: "Giuda Maccabeo (dopo la morte di molti suoi uomini in battaglia), fatta una colletta, mandò a Gerusalemme dodicimila dramme d'argento perché si offrisse un sacrificio per i peccati di quei morti, religiosamente pensando intorno alla risurrezione... perché considerava che a quei che si erano addormentati nella pietà era riservata una grande misericordia. E' dunque santo e salutare il pensiero di pregare per i morti, affinchè siano sciolti dai loro peccati" (2,12; 43,46). Poteva esprimersi meglio di cosi' lo scrittore sacro? "Pregate per i morti affinchè siano sciolti dai loro peccati". E' appunto quello che si fa con l'offerta dei suffragi per liberare le anime del Purgatorio. Ciò è stato confermato e illustrato anche da Gesù con la parabola del servo condannato a pagare fino all'ultimo spicciolo dei suoi debiti (Mt 18,34). Ei nostri suffragi vogliono essere un aiuto caritatevole per saldare quei debiti dei nostri defunti. Negano il culto alla Madonna e ai Santi, sostenendo che solo Gesù è il mediatore fra Dio e gli uomini. RISPONDI che i cattolici hanno sempre presentato Gesù quale unico Mediatore fra Dio e gli uomini. Secondo la dottrina cattolica, infatti, il culto alla Madonna e ai Santi non occupa il posto fra Dio e l'uomo, ma è solo un mezzo per portare l'uomo a Gesù. Come Gesù è via al Padre, cosi' la Madonna e i Santi sono via all'unico Mediatore Gesù. Si tratta, quindi, di mediazione pienamente subordinata a quella di Gesù. Per la verità del Corpo Mistico di Cristo, inoltre, le membra si aiutano e sostengono a vicenda, pur dipendendo tutte dall'unico capo che è Gesù. Se già S. Paolo si raccomandava alle preghiere dei primi cristiani (Rm 15,30), tanto più noi possiamo raccomandarci all'intercessione della Beata Vergine e dei Santi. Specialmente riguardo alla Madonna, come dimenticare le antichissime antifone mariane dei primi secoli, le stupende preghiere alla Divina Madre scritte dai Santi Padri, la presenza del suo nome (con quello di alcuni Santi) nei primi Canoni della Santa Messa? Ma nei riguardi della Beata Vergine anche i Testimoni di Geova continuano a calpestare impudentemente il Vangelo e la Tradizione viva di due millenni di fede cristiana, e nagano la sua Divina Maternità, negano la concezione verginale di Gesù, negano la perpetua verginità (e non la smettono di opporsi alla verità del Vangelo, secondo cui la Madonna è Madre soltanto di Gesù, e solo Gesù vien chiamato ."Figlio di Maria", nessun'altro, neppure i cosiddetti "fratelli di Gesù", i quali vengono chiamati "fratelli" unicamente per l'assenza del nostro termine specifico di "cugini"), negano qualsiasi influsso corredentivo, negano la maternità spirituale, negano la mediazione delle grazie, negano l'Immacolata Concezione e l'Assunzione... Negano. Negano. Sono contro, in ogni cosa. Somigliano, purtroppo, a quel serpente delle origini sempre intento a "insidiare il calcagno" di Colei che "gli schiaccerà la testa" (Gn 3,15). Negano il culto delle immagini sacre, perché sarebbe culto idolatrico. RISPONDI che la confusione delle idee (in buona o cattiva fede) fa dire molte sciocchezze contro i cattolici. Perché: 1) I cattolici non intendono mai adorare le immagini sacre, ma vogliono soltanto venerarle. Se si venera l'immagine di una persona cara, tenendola sul tavolino di lavoro o mettendola in un quadro o portandola addosso nel portafo gli..., non si capisce perché questa immagine di persona cara non potrebbe esse re quella di un Santo. 2) La Chiesa Cattolica permette l'uso delle immagini con funzione soprat tutto educativa, perché esse ci possono spingere al bene, ricordandoci i buoni esempi di chi è raffigurato nell'immagine. E ciò è stato raccomandato da Dio stesso: "Guarda, e fa secondo il modello che ti è stato dato" (Es 25,40). 3) La pratica della vita cristiana, — salvo esagerazioni, sempre condannate espressamente dalla Chiesa —, ha confermato il bene di tale culto. Anzi, le lotte sostenute contro l'iconoclastia stanno a dimostrare che i cristiani non si sono mai voluti privare degli effetti salutari di tale culto, e Dio ha sempre operato un numero incalcolabile di grazie e di prodigi per mezzo dei suoi Santi. Dispiace sinceramente che i Testimoni di Geova (come gli altri Protestanti) rinneghino questi loro fratelli che sono i più cari intercessori presso il Signore. Negano il Primato del Papa, Vescovo di Roma e successore di S.Pietro, affermando che solo Gesù Cristo è il fondamento della Chiesa e che S.Pietro non ricevette da Gesù il Primato sugli apostoli. RISPONDI che Gesù Cristo è il principale ma non il solo fondamento della Chiesa, dato che Egli stesso volle unire a sé quali confondamenti gli apostoli e i profeti (Ef 2,20) e tra di essi, primo fra tutti, Simone figlio di Giona, a cui cambiò il nome in Pietro. E a Cesarea Gesù spiegò a Simone il perché del nome nuovo: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Mt 16,18). Se cosf non fosse stato, S.Pietro, col suo carattere franco e spontaneo, avrebbe chiesto a Gesù: "Ma, senti, perché mi hai cambiato il nome? non era buono quello che avevo prima? ! ...". Il nome infatti nella Bibbia è sempre simbolo della persona e della missione: è il caso di Abramo e anche di Gesù, che non solo significa "Salvatore", ma ha anche in effetti realizzato la salvezza. A S.Pietro Gesù disse ancora: "lo ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Le 22,32); e "Pasci i miei agnelli e le mie pecorelle" (cfr. Gv21,1517). Basta leggere con semplicità e senza prevenzione il libro degli Atti degli Apostoli per scorgervi manifesto il Primato di S.Pietro. Infatti S.Pietro è il primo nell'elenco degli apostoli (At 1,13);egll propone l'elezione di un nuovo apostolo al posto del traditore Giuda (At 1,15); nel giorno di Pentecoste egli solo parlò a voce alta ai Giudei in Gerusalemme (At 4,8); al Concilio di Gerusalemme egli definitivamente decide l'ammissione dei pagani nella Chiesa indicandone anche le condizioni (At 15). Anche l'episodio di Antiochia, dove S.Paolo rimprovera S.Pietro perché si comporta, se pure in buona fede, in maniera non troppo coerente (Gai 2,1114) dimostra chiaramente il Primato di S.Pietro, checché ne dicano in contrario i Testimoni di Geova. Perché infatti gli altri cristiani della comunità di Antiochia, tra cui Barnaba, cominciarono a seguire S.Pietro nel suo comportamento incoerente, se non perché egli era considerato il Primo, tanto che la sua condotta era determinante per tutta la piccola Chiesa primitiva? Di passaggio poi consideriamo anzitutto che in questo episodio non è in questione l'infallibilità del Papa, perché S.Pietro non decide su una dottrina di fede o di morale (nel quale campo soltanto il Papa è infallibile), ma solo su una particolare e privata scelta pastorale; e poi agli apostoli non era negata certamente la possibilità di consigliare e aiutare S.Pietro nel governo della Chiesa. Anche oggi le Conferenze episcopali e i Sinodi hanno lo stesso compito ausiliario nei riguardi del Papa. Dopo la morte di S.Pietro, il suo Primato è continuato e continua nei suoi successori. Vescovi di Roma, di cui noi abbiamo l'elenco completo fino al Papa attuale. Le potenze dell'Inferno e del male mai prevarranno contro la Chiesa perché Pietro è e sarà sempre con noi (Mt 1618). Tolto Pietro, fondamento, Capo e Centro di unità, la Chiesa, Una e Santa, si disgrega in tante sette particolari, come purtroppo è successo tra i Protestanti. "Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina" (Mt 12,25) ha detto Gesù; e Ingvald Undset, padre della famosa scrittrice norvegese Sigrid Undset (18821949), convertita al Cattolicesimo dal Luteranesimo, di fronte al moltipllcarsi in seno al Luteranésimo norvegese di cenacoli e sette in lotta tra di loro, diceva: "I cattolici si contentano di un solo Papa, e infallibile solo quando parla 'ex cathedra' (cioè di argomentf di fede e di morale con l'intenzione di insegnare a tutta la Chiesa). Invece quassù nel Nord abbiamo papi a dozzine e tutti infallibili sia che parlino in Chiesa o davanti a una tavola imbandita". Questo è vero anche per i Testimoni di Geova che non mancano di capi e sottocapi a cui obbediscono ciecamente! Negano che la Croce di Gesù Cristo dabba essere adorata, affermando che essa è un simbolo religioso pagano, introdotto abusivamente nella Chiesa dopo Costantino, che Gesù Cristo fu in realtà crocifisso su di un "palo", che è anormale considerare caro lo strumento usato per assassinare la persona che amiamo, e infine che Gesù ora è nella gloria e non più sulla Croce. RISPONDI che noi cattolici non neghiamo che la croce possa essere stata usata tra i pagani sia come simbolo religioso, sia come ornamento. Tuttavia, dopo che Gesù vi è morto sopra, essa ha assunto un significato completamente nuovo, di modo che noi cristiani ora, dopo di Lui, non conosciamo e non veneriamo che la sola Croce di Gesù. Con S.Paolo affermiamo: "Quanto a me non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo" (Gai 6,14). La questione poi circa la forma della Croce di Gesù Cristo non interessa direttamente la nostra fede, ma per amore della verità storica, dobbiamo dire che quella di Gesù fu una croce a doppio braccio e non un palo. I vocaboli greci, usati nel Nuovo Testamento per indicare lo strumento di morte di Gesù, sono stauros e xylon, e possono di per sé significare sia croce che legno e anche palo. Tuttavia, poiché i quattro Vangeli concordemente ci informano che Gesù portò la croce lungo il cammino del Calvario, dobbiamo dedurre che Egli in realtà abbia portato il patibulum, cioè il braccio trasversale della croce, dato che secondo l'usanza, il palo verticale, \ostipes, era già piantato in antecedenza sul luogo dell'esecuzione. Del resto le più antiche raffigurazioni della Croce, trovate nelle catacombe e in altri luoghi cristiani, sono tutte croci a doppio braccio. Ricordiamo in particolare la croce di Ercolano, anteriore al 79 d.C., anno in cui questa città fu sepolta dall'eruzione del Vesuvio. Da queste testimonianze archeologiche comprendiamo anche quanto sia infondata l'affermazione che la Croce sia stata introdotta e imposta da Costantino. Tertulliano (160220 circa) afferma: "All'uscire di casa e all'entrare, nel vestirsi, nel bagno, nel sedersi a mensa, nell'andare a letto, insomma in ogni azione che la vita quotidiana comporta ci segnarne la fronte con il segno della croce". Lo stesso dice Ippolito, contemporaneo di Tertulliano. Poi noi cattolici e tutti i veri cristiani veneriamo la Croce non certo per approvare quanto ingiustamente fecero Piiate, i soldati e i Giudei, ma per ricordarci, con sentimenti di riconoscenza, che la salvezza eterna ci è venuta tramite la Croce di Gesù (cfr. Ef 2,16). Che Gesù ora non sia più sulla croce ma nella gloria del Paradiso lo sappiamo bene anche noi. Però per noi uomini è naturale rappresentarci in immagini sensibili quelli che amiamo e anche le varie tappe della loro vita. Il figlio sfoglia con piacere l'album delle foto della mamma e la mamma ugualmente rivede con affetto le foto della vita passata del figlio. Guardando, portando, baciando e venerando la S.Croce, lo ripetiamo ancora, noi meditiamo l'amore di Gesù, la sua misericordia e la sua obbedienza che ci hanno aperto le porte del Paradiso. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché per mezzo della tua S.Croce hai redento il mondo: cosf prega la Chiesa. In verità ci sembra che questi Testimoni di Geova vogliano togliere all'uopo non solo la testa ma anche il cuore. "Molti ammonisce S.Paolo si comportano da nemici della Croce di Cristo" (FU 3,18). Negano che sia sconosciuta a tutti l'ora della seconda venuta di Cristo alla fine del mondo. Con un fantasioso gioco di numeri e una serie caotica di contraddizioni, essi annunciano prossima la seconda venuta di Cristo che coinciderebbe con la fine del mondo in seguito alla fantomatica battaglia di Harmaghedon. La annunciarono già per il 1914, ma rimasero delusi. Poi la fissarono per il 1975, restando ancora più delusi. RISPONDI che riguardo alla prossima venuta di Cristo, fu Gesù stesso a mettere in guardia dai falsi profeti: "Se uno vi dirà allora: —il Cristo, eccolo qui o eccolo li' — non credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti... State dunque attenti che io vi ho predetto ogni cosa" (Me 13,213). Anche S. Paolo ci avverte su questo punto: "Ora vi preghiamo di non lasciarvi cosi' presto turbare di anima o allarmare per qualche rivelazione, qualche detto o lettera a noi attribuiti, che presenterebbero imminente il giorno del Signore. Che nessuno vi inganni in nessuna maniera" (Tes 2,13). Anche riguardo alla fine del mondo Gesù ha parlato ben chiaro: "Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno li sa, neppure gli Angeli del cielo... Per questo voi state all'erta, perché il Figliuolo dell'uomo verrà nell'ora che voi meno l'aspettate" (Mt 24,26 e 44); e ancora: "Anche voi tenetevi pronti, perché non sapete a che ora dovrà venire il Figlio dell'uomo" (Le 12,40; 21,36). Anche contro la battaglia di Harmaghedon (' guerra universale), nella quale saranno distrutti i capri (ossia, coloro che non ascoltano i Testimoni di Geova), mentre le pecorelle (solo i Testimoni di Geova! ) saranno conservate in vita ed entreranno nel nuovo mondo, abbiamo la parola di Gesù ammonitrice: "E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine" (Me 13,7). Dopo l'insegnamento del Signore Gesù, si legga ora questa breve paginetta in cui sono riassunti alcuni deliri del Rutheford, successore del Russel alla guida dei Testimoni di Geova. Dopo la guerra del 19158, il Rutheford, "col volume "Milioni di uomini che adesso vivono non moriranno", basato su un trucco esegetico colossale, fissava per il 1925 la risurrezione degli antichi Patriarchii e Profeti; da quel giorno sarebbe cominciato il "Regno di Geova". Passò anche il 1925 in un pieno fallimento: e Rutheford, il 'giudice' fallito, sostenne in silenzio le critiche e gli scherni dei fanatici disillusi. Occupò il tempo scrivendo altri opuscoli con nuove profezie. Nel 1930 annunciava alla stampa che a S. Diego di California egli aveva costruito una sontuosissima villa del costo di 75.000 dollari, per accogliervi Davide, i Profeti e i Patriarchi dell'Antico Testamento, nel loro prossimo arrivo; nel giardino della villa una lussuosa fuoriserie era a disposizione degli ospiti celesti (e per poco non fu consegnata a un ladro burlone, che si era presentato spacciandosi per il re Davide in persona! " (dall'opuscolo "l Testimoni di Geova" del P. Guglielmo da Corlo, p. 8). Un pò di serietà si potrebbe esigerla da questi Testimoni di Geova, soprattutto perché la Sacra Bibbia non sia messa alla berlina in faccia al mondo intero. Negano che gli eletti nel Regno dei deli saranno più di 144.000, interpretando male un passo dell'Apocalisse di S. Giovanni Apostolo. RISPONDI che la stessa Apocalisse a cui si appellano è li a confutarli. San Giovanni infatti dice: "Sentii il numero dei segnati: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli di Israele... Dopo questi, vidi apparire una gran turba immensa che nessuno poteva contare, d'ogni nazione e tribù e popolo e lingua. Essi stavano in piedi davanti al trono di Dio e dinanzi all'Agnello, avvolti in bianche vesti e con palme nelle loro mani" (Ap 7,4 e 9). S. Giovanni, quindi, parla espressamente di una "turba immensa" di eletti, oltre i 144.000. Come mai i Testimoni di Geova vogliono escludere dal Paradiso quella gran folla di eletti "che nessuno poteva contare"? Avessero almeno detto che quella "turba immensa" erano tutti e solo i Testimoni di Geova! Niente. (Evidentemente non sperano di poter mai diventare "una turba immensa"...E in questo non si sbagliano! ). Un giorno un tale domandò a Gesù: "Signore, saranno pochi quelli che si salvano? ". Gesù rispose: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta..." (Le 13 234). Gesù non rispose: si salveranno solo i 144.000. In Paradiso ci va chi vuole, seguendo Gesù, collaborando con la grazia divina, che Dio non nega mai a nessuno ben disposto perché, come dice chiaramente S. Paolo, "Dio vuole che tutti gli uomini si salvino e raggiungano la conoscenza della verità" (1 Tm 2,4). Cfr. pure: Gv 3,146; 10,910; Le 3,6; Rm 8,168. Negano la bontà del commercio, della politica e della religione, che chiamano "Empia trinità di Satana". RISPONDI che questi sono soltanto pregiudizi da insensati. Quanto al commercio, come negarne la legittimità, se è necessario al convivere sociale? Purtroppo anche il commercio, come qualsiasi altra professione, può esercitarsi disonestamente. Ma è soltanto allora che esso diventa diabolico. E purtroppo sono proprio i Testimoni di Geova che spesso danno prova di esercitarlo diabolicamente. Non è vero, infatti, che arrivano a pagare chi abbracci la loro setta? In tal modo per loro anche la religione è nient'altro che deplorevole mercato ed essi nient'altro che deplorevoli commercianti. Condannando Apolìtica, i Testimoni di Geova condannano qualsiasi autorità umana, sia religiosa che politica, e di conseguenza condannano qualsiasi istituzione sociale. Anche questo, essi dicono, si ricava dalla Sacra Scrittura. Ma noi ricaviamo il contrario. Per il censimento dell'impero romano ordinato da Augusto, Maria e Giuseppe si sottopongono ad un lungo viaggio, pur di soddisfare a una legge umana (Le 2,16). Per questo stesso motivo la Vergine SS. si sottopose alla purificazione e Gesù fu presentato al Tempio (Le 2,223). E Gesù non disse forse: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio"? (Me 12,137). E al preside romano che doveva giudicarlo, non disse Gesù: "Tu non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto"? (Gv 19,11). S. Paolo su questo punto parla ancora più chiaramente: "Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori; perché non v'é potestà se non da Dio... Per questo anche voi pagate i tributi... Date a tutti ciò che è dovuto, a chi il tributo il tributo, a chi il dazio il dazio..., a chi l'onore l'onore" (Rm 13,17). Come si fa a interpretare esattamente al contrario queste parole cosi' chiare? Infine, i Testimoni di Geova dicono che qualsiasi forma di religione organizzata è di origine pagana e diabolica. Al primo posto, quindi, il Cattolicesimo. L'unica vera religione è perciò la loro (! ), poiché essi non hanno né sacerdozio, né chiese, né sacramenti, né riti. Ma come fanno a dire che qualsiasi religione organizzata è di origine pagana e diabolica? Non è stato Gesù a fondare la sua Chiesa come corpo organico ben compaginato in tutte le sue membra unite al Capo? "Su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Mt 16,18). Egli si elesse gli Apostoli (Le 6,13), e li rese suoi Sacerdoti affidando loro il sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue: "Fate questo in memoria di me" (Le 22,19). Egli scelse Pietro quale suo Vicario con i sommi poteri nella Chiesa (Mt 16,19), maestro universale e infallibile nella fede che salva (Le 22,32). Egli istituì' i Sacramenti affidandoli agli Apostoli, dando particolare importanza all'Eucarestia, che contiene realmente il suo Corpo e il suo Sangue (Gv 6,5059; 1 Cor 11,2427). E la Chiesa si trovò cosi organizzata sin dal suo nascere per espressa volontà di Gesù. Negano la liceità delle trasfusioni di sangue a scopo terapeutico, affermando che Dio nella Bibbia le vieta e che sono nocive all'individuo. RISPONDI anzitutto che le trasfusioni di sangue nella quasi totalità dei casi non sono dannose ma vantaggiose, anzi a volte l'unico modo per conservare o almeno per prolungare una vita umana, come affermano concordemente tutti i più grandi ematologi mondiali. Veniamo ora all'altro motivo: Dio nella Bibbia vieterebbe le trasfusioni di sangue. E' proprio cosi? E' vero che nell'Antico Testamento leggiamo frasi come queste: "Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi dò tutto questo, come già le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello" (Gn 9,35), "Non mangerete sangue di alcuna specie di essere vivente, perché il sangue è la vita di ogni carne" (Lv 17,14). Come intenderle però? Al modo come le intendevano i Giudei ai quali Dio si rivolgeva. Orbene per i Giudei il sangue era lo stesso che la vita, e perciò il divieto divino circa il sangue: 1. Riferito all'uomo equivaleva in effetti al 5 comandamento: "non uccidere'YEs 20,13; cfr. anche Gn 4,10). lahwè non permise che il suo popolo Israele uccidesse neanche per motivazioni religiose, come appunto facevano i Cananei, che abitavano la Palestina all'arrivo degli Ebrei, i quali sacrificavano agli dei i lo ro figli e figlie. Anche oggi noi spesso diciamo: "quanto sangue! ", per dire: "quante vite massacrate! ". 2. Riferito agli animali, equivaleva all'ammonizione di tenersi lontano da ogni pratica e anche dal pericolo di idolatria. Infatti presso alcuni popoli pagani dell'antichità c'era la pratica di bere il sangue degli animali immolati agli idoli, presumendo di unirsi cosf alla divinità. E allora lahwè dice: "Non mangerete carne con il sangue. Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia" (Lv 19,26). Con la venuta di Gesù però questi divieti e prescrizioni, imperfetti e temporanei, hanno perduto il loro valore ed obbligatorietà (cfr. Ef 2,15). Ma non leggiamo forse anche nel Nuovo Testamento, nel libro degli Atti degli Apostoli (15,2829): "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! .......abbiamo deciso, lo Spi rito Santo e noi, di non impervi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffo cati e dall'impudicizia"? Per comprendere rettamente questo passo degli Atti, dobbiamo fare la seguente considerazione. Alcune delle primitive comunità cristiane erano miste, cioè formate insieme da pagani e da giudei neoconvertiti; e allora, perché vives sero in pace e in carità tra di loro, gli apostoli credettero opportuno temporaneamente imporre ai paganocristiani, tra le altre cose, l'obbligo di astenersi dal sangue, per non urtare gli altri fratelli giudeocristiani, i quali, per l'educazione ricevuta e per la lunga abitudine, provavano verso il sangue e verso chi si cibava di esso una istintiva e invincibile avversione. Infatti tale prescrizione non valeva per le altre comunità cristiane non miste. Donare dunque mediante trasfusione terapeutica parte del proprio sangue ad un fratello che ne ha bisogno, non solo non va contro la legge di Dio, ma è una squisita e superiore opera di carità, l'ottava opera di misericordia corporale, sull'esempio di Gesù che donò tutto il suo sangue per salvarci dal peccato (cfr. Ef 2,13; Eb 9,14; Gv15,13; Gv 10,11). Gesù chiedeva ai Giudei del suo tempo: "E' lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla? " (Me 3,4); oggi ai Testimoni di Geova muterebbe cosf la domanda: "E' lecito salvare una vita umana mediante trasfusione di sangue, oppure bisogna lasciarla perire? ". Rispondiamo con S. Giovanni evangelista: "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita (ossia ha versato il proprio sangue) per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita (ossia versare il nostro sangue) per i fratelli" (1Gv 3,16). CONCLUSIONE |